"In another life, I would be your girl
We'd keep all our
promises,
be us against the world
In another life, I would make you
stay
So I don't have to say you were
the one that got
away"
Aveva dimenticato cosa si provava.
La sensazione che lo aveva accompagnato per ben dieci anni ogni
mattina.
La percezione che si ha un’istante prima di aprire gli occhi,quando il
sonno sta velocemente abbandonando la mente e le membra,dove un piccolo gesto,ti
fa scontrare con il corpo che dorme accanto a te.
Un corpo che,nonostante sia ancora sia profondamente addormentato,si
muove sotto le lenzuola per farsi più vicino a te.
Aveva dimenticato,ma mai completamente,le emozioni che gli suscitava
anche sentire il respiro di quel corpo addormentato accanto a
sé.
Sapeva che era sbagliato.
Che quello che era successo era stato un’errore sotto talmente tanti
punti di vista che non riusciva a spiegarsi per quale ragione la sera prima gli
fosse sembrato giusto.
Forse per colpa dell’alcool?
No…Aveva bevuto soltanto due birre ed un bicchiere di champagne,e
nonostante fosse leggermente brillo non poteva incolpare
l’acool.
Si mosse nel letto e,per nulla sorpreso della propria completa
nudità,tirò le coperte quasi fin sul mento,cercando di combattere il
freddo.
Per la prima volta in mesi,il suo sguardo si posò sulla figura
addormentata accanto a sé.
Era ancora dannatamente bello:un’angelo maledetto che era e sarebbe
sempre stato la sua personale tentazione.
L’unica a cui non poteva e,forse,non voleva resistere;l’unico fautore
della sua felicità e del suo dolore…
Se quello che insegnava ai ragazzi durante le sue lezioni era
vero,Scorpius Malfoy era la perfetta metà della sua
mela.
I capelli biondi che gli ricadevano scomposti sul cuscino,il lieve
accenno di barba che cominciava ad affacciarsi sulle guance,le labbra
leggermente dischiuse per lasciare uscire il respiro…Nessuno avrebbe creduto che
una persona così angelica potesse essere tanto pungente e
maliziosa.
Cercando di resistere alla tentazione di allontanare una ciocca di
capelli dalla fronte,si ritrovò a pensare a ciò che era stato detto ieri
sera,proprio in quella stanza,preambolo di un’appassionata riconciliazione,o
almeno così era sembrato in quel momento.
Ma,come sempre succedeva in quelle situazioni,la luce del Sole,faceva
vedere le cose da un altro punto di vista:era stata davvero una riconciliazione
o era stato soltanto sesso?
No.
Non poteva definirlo così…Era stato amore.
Malgrado i problemi che c’erano fra di loro,quello che era successo la
sera prima era stato amore,come non lo provava da
mesi.
Era stato decisamente qualcosa di diverso,qualcosa che non era mai
esistito prima di allora nel loro rapporto e l’unica spiegazione che Albus
riusciva a trovare era che l’aver saputo i veri sentimenti di Scorpius,averli
sentiti dalla viva voce dell’interessato,lo aveva liberato di molti freni e
remore.
Ma cosa doveva fare ora?
La notte precedente non aveva cancellato i loro problemi,né aveva
cancellato la presenza di Brian nella sua vita;aveva forse dimostrato che il
legame che univa lui e Scorpius non si sarebbe spezzato in breve tempo,o che
erano entrambi ancora attratti l’uno dall’altra,ma bastava questo per cancellare
tutto il dolore dei mesi passati?
Albus sospirò,riascoltando ancora una volta nella sua testa le parole di
Scorpius e la promessa che era riuscito a strappargli la sera precedente,lo
sguardo ancora fisso sull’uomo addormentato.
Proprio in quel momento,quasi si sentisse osservato,gli occhi di Scorpius
si aprirono,posando uno sguardo annebbiato su di
lui.
E l’istante dopo le labbra sottili si aprirono in un
sorriso.
-Buongiorno…-gli disse con voce ancora
assonnata.
VENTIQUATTRO ORE PRIMA
In quasi dieci anni di carriera Ronald Micheal Weasley era stato
intervistato numerose volte.
Le prime interviste erano state per giornali amatoriali,”altamente”
specializzati,letti probabilmente soltanto da una decina di fan,ma che per
Ronald avevano rappresentato l’inizio della carriera e che era stata la base del
rapporto d’ “amicizia” con i suoi fan.
Con l’aumentare del successo era ovviamente aumentato anche il numero di
interviste e l’importanza dei giornali a cui queste venivano rilasciate;Ronald
non si era mai tirato indietro,qualsiasi giornale gli chiedesse di
intervistarlo,rispondendo alle domande sempre con il solito tono cordiale e
conviviale.
Durante gli anni aveva imparato a conoscere molti dei giornalisti e aveva
sviluppato con loro un rapporto di stima e rispetto reciproco:tutti sapevano che Ronald non
si sarebbe mai tirato indietro a nessuna delle domande,nascondendosi dietro uno
di quei “no comment” che i cronisti tanto odiavano.
C’era una sola cosa che chiedeva in cambio:che ad occuparsi del servizio
fotografico fosse,ogni volta,Rebecca.
Sua moglie aveva sempre avuto una passione per la fotografia,fin da
quando era ragazza,ma con il tempo ciò che era un hobby si era trasformato in un
vero e proprio lavoro a cui lei dedicava ogni momento libero del suo “secondo
lavoro” di madre e moglie,arrivando anche a vincere alcuni
premi.
Ronald era convinto che soltanto lei fosse capace di farlo apparire al
meglio,nascondendo i suoi difetti fisici.
L’intervista di quel giorno era per una buona causa:in occasione del loro
matrimonio,e della popolarità di Ronald avevano deciso di vendere l’esclusiva ad
un giornale,donando l’intero ricavato ad un’associazione che si occupava della
conservazione della memoria storica della Battaglia di
Hogwarts.
Nonostante fossero passati molti anni,era importante che le nuove
generazioni venissero a conoscenza con il loro passato,con le lotte che i loro
genitori o nonni avevano dovuto combattere per conquistare la libertà che ora
tutti godevano.
Tranquillamente seduto su una comoda poltrona,una tazza di succo di zucca
caldo,Ronald si alzò in piedi non appena vide arrivare Alicia Roberts,una
giovane donna di colore dal fisico slanciato,folti capelli neri e occhi neri
penetranti che scrutavano l’intervistato alla ricerca della
“verità”.
-Salve Ronald,scusa se ti ho fatto attendere-gli disse tendendo una mano
verso di lui-E’ un piacere rivederti-aggiunse rivolgendogli un
sorriso.
Ronald le strinse la mano e ricambiò il sorriso,prima di tornare a
sedersi.
-Anche per me Alicia-
La donna si accomodò sulla poltrona di fronte a lui e tirò fuori la
propria piuma ed il blocco per gli appunti prima di tornare a
fissarlo.
-Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo incontrati?-gli
domandò.
-Credo sia stato all’incirca un anno fa-rispose Ronald,anche se era certo
che la donna conoscesse già la risposta.
Alicia infatti annuì.
-Giusto…Alla fine del campionato di
Quidditch.
Innanzitutto voglio farti i complimenti per il premio ricevuto lo scorso
settembre come “Miglior Giocatore Dell’Anno”.
Te lo aspettavi?-gli domandò aprendo il quaderno ad una pagina
bianca.
Ronald alzò le spalle.
-Beh che posso dire?Diciamo che ho fatto del mio meglio-commentò con un
sorriso-Ma non sono mai entrato in campo con il proposito di vincere di un
premio.I ragazzi della squadra mi hanno preso in giro per una settimana dopo la
consegna del premio,arrivando addirittura a decorarmi l’armadietto con stelle
dorate e scherzi presi direttamente dal negozio dei miei zii-le
raccontò.
Alicia accennò un sorriso.
-Immagino che un premio così importante abbia un posto speciale nella tua
casa,dove tutti possano vederlo-disse ancora.
-Veramente è su uno scaffale in camera di mio
figlio.
Gli avevo promesso che se avessi vinto,poteva tenerlo in camera sua in
modo da mostrarlo ai suoi amici-le rivelò,strappandole un
sorriso.
-Tuo figlio Lowell,giusto?-domandò Alicia-Se non sbaglio,dovrebbe avere
l’età giusta per essere ammesso ad Hogwarts-
Ronald annuì,non riuscendo a nascondere l’orgoglio istantaneo che provava
al solo pensiero.
-Esatto.Primo anno nella casa dei Grifondoro….E da quanto racconta nelle
lettere ama ogni momento della sua vita lì-riferì.
-Tu e Rebecca dovete sentire molto la sua mancanza-domandò in modo
gentile Alicia.
Ronnie accennò un sorriso,riflettendo sulla
domanda.
-E’ difficile da esprimere:da una parte sono felice che Lowell sia ad
Hogwarts e stia facendo le proprie esperienze,sai bene quanto me che gli anni di
Hogwarts sono quelli che ricordi per il resto della
vita.
Però da un’altra parte,e’ come se ti mancasse una parte di te:tornare a
casa e non trovarlo lì che ti aspetta ansioso di raccontarti la sua giornata,o
sentire la sua risata in un'altra stanza…Sono cose che dai per scontato ma che
ti accorgi ti mancano molto quando non ci sono più-disse in tono serio,prima di
scuotere la testa e sorridere-Scusami,sto diventando sentimentale-le disse
cercando di riportare su un tono più leggero la
conversazione.
Alicia scosse la testa.
-Tranquillo,credo che qualsiasi genitore possa identificarsi nelle tue
parole.
Sarà presente al matrimonio?-gli domandò
poi.
Ronald annuì.
-Lui e Charlotte non possono certo mancare-
-Charlotte è tua figlia;come ti relazioni con lei?E’ stato più facile con
Lowell o con Charlotte?-gli chiese ancora,continuando a prendere appunti senza
sosta.
Ronald sospirò,bevendo un sorso dalla propria tazza e riflettendo sulla
domanda.
-Beh,lei è la mia principessa.
Quando
l’ho vista per la prima volta,appena nata, ho pensato “Lei
è mia.Nessuno potrà portarmela via”.
E la cosa sorprendente è che lei mi adora.Sono il suo eroe
volante.
-Credo che con Charlotte è stato più facile:quando abbiamo avuto Lowell
sia io che Rebecca avevamo diciassette anni,ancora immaturi sotto molti
aspetti,quindi abbiamo fatto tutti gli errori che credo ogni genitore alla prima
esperienza abbia fatto.
Quando è arrivata Charlotte,invece, avevamo ventidue anni,sapevamo cosa
aspettarci-rispose.
-Ed ora tu e Rebecca aspettate un nuovo bambino.Congratulazioni!-disse
Alicia.
Ronald fece un leggero cenno con il capo per accettare le congratulazioni
e sorrise.
-Beh che posso dire?Le prime due volte abbiamo avuto fortuna perché non
riprovarci?-scherzò ridacchiando.
-Sapete già il sesso?-
Ronnie scosse la testa.
-Questa volta abbiamo deciso di aspettare la nascita del bambino,anche se
Rebecca è convinta che sia un altro
maschio-confessò.
-E tu?-chiese la donna,leggermente curiosa.
-Per me è indifferente:sarò al settimo cielo che sia un maschio o una
femmina-disse sincero.
Alicia portò lo sguardo per un’istante sul proprio quaderno controllando
ciò che aveva scritto finora prima di tornare a guardarlo in
volto.
-Tu e Rebecca siete una delle coppie più longeve del mondo dello sport.Da
quanto tempo siete insieme?-gli domandò cambiando
argomento.
-Dieci anni.Ci siamo conosciuti ad Hogwarts-disse con il sorriso che lo
caratterizzava sempre quando parlava di Rebecca.
-E’ stato amore a prima vista?-
Ronald ridacchiò.
-Per me sì.Voglio dire l’hai vista?E’ stupenda!Dieci anni fa era ancora
più bella,letteralmente da togliere il fiato-disse
sincero.
L’attimo dopo si voltò,guardandosi intorno alla ricerca della moglie e
trovandola immersa in una conversazione con uno degli assistenti che l’avevano
aiutata durante il servizio fotografico.
-Rebecca!-la chiamò,facendole poi cenno di
avvicinarsi.
La donna gli andò incontro,uno sguardo sorpreso in volto;di solito
Rebecca preferiva tenersi in disparte mentre Ronald era impegnato con i
giornalisti.
Ronald la fece sedere sulle proprie ginocchia e Rebecca strinse la mano
ad Alicia,che conosceva soltanto di vista.
-Stavo raccontando ad Alicia di quando ci siamo conosciuti-le disse
Ronald,accarezzandole la schiena con la mano
sinistra.
Rebecca sorrise.
-Ti ha raccontato quanto ho dovuto penare perché si accorgesse di
me?-chiese con un sorriso alla donna.
Alicia aggrottò le sopracciglia e scosse la testa,chiaramente intrigata
dal racconto.
-Era convinto che fossi interessata a suo fratello James.Ho dovuto
letteralmente prenderlo a pugni per convincerlo del contrario-continuò la
donna.
-Però mi sono fatto perdonare,ammettilo…-commentò Ronald guardando la
moglie.
Rebecca accennò un sorriso,prima di annuire.
-Beh non è da tutti creare il deserto in una
stanza-ammise.
La giornalista si lasciò andare ad un lieve sorriso,la piuma che scorreva
veloce sulla pagina.
-Non ti facevo così romantico,Ronald…Inoltre mi ha appena detto che ad
Hogwarts eri “bella da togliere il fiato”-le disse,citando le parole
dell’uomo.
Rebecca si voltò verso il marito e si limitò ad alzare le spalle cercando
inutilmente di darsi un tono,prima di tornare a guardare
Alicia.
-Diciamo che anche lui non era da buttare
via…-
Ronald ridacchiò.
-Ed ora state per sposarvi di nuovo.Di chi è stata l’idea?-chiese la
giornalista ad entrambi.
-Mia-disse Ronald-Era da un po’ che ci ripromettevamo di farlo,ma i miei
impegni ci costringevano a rimandare ogni volta,così questa volta approfitteremo
della pausa natalizia-continuò.
-Immagino sia tua anche l’idea di donare tutto al fondo per la
“Conservazione della memoria della Battaglia di Hogwarts”-domandò
Alicia.
-Veramente è stata mia-s’intromise Rebecca-I nostri figli hanno un grande
bagaglio sulle spalle,considerato il padre di Ronnie,eppure qualche volta
dimenticano che anche il loro nonno materno ha preso parte alla Battaglia ed è
stato fra coloro che ha distrutto un Horcrux.
Quindi se è così facile per loro dimenticare,che hanno la possibilità di
frequentare i diretti interessati,immagino quanto possa esserlo per quei ragazzi
che non hanno lo stesso privilegio-spiegò alla donna di fronte a
lei.
-Inoltre vorremmo dare maggior risalto alle vittime,per evitare che
restino soltanto dei nomi su una lapide a cui il passare del tempo nessuno
presta più attenzione-aggiunse Ronald,pensando principalmente a Fred
Weasley,quello zio di cui sentiva sempre parlare ma che non aveva avuto la
possibilità di conoscere.
Alicia annuì,chiaramente colpita dalle parole della coppia,prima di
portare nuovamente lo sguardo sul proprio taccuino e scarabocchiarvi qualcosa
sopra.
-Gira voce che Scorpius Hyperion sarà il tuo testimone di nozze-domandò
poi cambiando completamente argomento.
Ronald annuì.
-Scorpius è un vecchio amico e mi è sembrato naturale chiedergli di farmi
da testimone-confermò.
-Nonostante la relazione fra lui e tuo fratello Albus sia
terminata?-chiese maliziosa Alicia.
Ronald accennò un sorriso:a quanto sembrava le notizie,anche quelle
riguardanti affari di cuore,giravano veloci nel mondo
magico.
-Reputo mio fratello abbastanza intelligente da non prendersela per la
mia scelta-si limitò a rispondere,senza concedere
troppo.
Alicia annuì prima di chiudere il blocco
notes.
-Bene,è tutto per il momento.E’ sempre un piacere parlare con voi-disse
con un sorriso.
-Piacere reciproco-confermò Ronald.
-Ti aspettiamo domenica al matrimonio-s’intromise Rebecca,alzandosi in
piedi,seguita subito dopo dagli altri due.
-Non mancherei per nulla al mondo-rispose Alicia prima di voltar loro le
spalle.
La coppia osservò la giovane donna allontanarsi sempre di più finchè non
raggiunse l’uscita dello studio.
-Credi anche tu che la sua principale occupazione domani sarà cercare
scoop su Al e Scorpius?-domandò Rebecca al marito.
Ronald si limitò ad annuire:aveva sperato che la domanda su Al e la fine
del suo rapporto con Scorpius non arrivasse,ma alla fine naturalmente aveva
dovuto ricredersi.
Portò lo sguardo sulla moglie e sorrise.
-E c’è ancora gente che crede che sia la sposa l’oggetto dell’attenzione
generale durante un matrimonio-commentò ironico.
Rebecca sorrise e gli si avvicinò di un
passo.
-A me basta essere il punto centrale della tua attenzione quel giorno,poi
gli altri sono superflui-
Ronnie accennò un sorriso prima di avvicinare il viso a quello di sua
moglie e baciarla delicamente:se ancora non era riuscito a farle capire che era
il punto focale della sua attenzione da ben dieci anni,allora doveva impegnarsi
di più.
-Sei pronta per l’addio al nubilato?-le chiese poi prendendole una
mano.
-Mh,sai che divertimento!Con tre donne incinte non possiamo né bere nulla
di alcolico né fare niente di spericolato!-ribattè Rebecca,decisamente
scontenta.
-A me sembra perfetto-
L’espressione sul volto della donna gli fece capire che la battuta non
era stata apprezzata.
-Tu invece?Cosa prevede il tuo addio al celibato?-gli chiese di
rimando.
Ronald alzò le spalle.
-Non ne ho la più pallida idea,ha pensato a tutto
James.
Però so che non ci sarà nessuno spogliarello,l’ho promesso ad
Albus-aggiunse.
-Ah,povero…-lo prese in giro Rebecca.
-Mica mi sto lamentando!E poi lo sai che io preferisco farli che
riceverli!-la prese in giro riuscendo questa volta a strapparle una
risata.
-E’ ora che tu vada!-gli disse avvicinandosi di un paio di passi per
salutarlo adeguatamente prima della separazione.
Non era la prima volta che si separavano per lunghi periodi,visti gli
impegni lavorativi di Ronald,ma questa volta tutto aveva un significato
diverso:quando si sarebbero rivisti,sarebbero stati uno di fronte all’altro,su
un altare,con i loro amici e parenti presenti,pronti a giurarsi ancora una volta
amore eterno.
Ronald allacciò le braccia attorno ai fianchi della donna,accarezzando
pigramente la schiena.
-Hai preso tutto quello che ti serve?-gli domandò Rebecca,come faceva
ogni volta.
Ronald annuì.
-Promettimi che farai il bravo-lo ammonì.
Questa volta il rosso sbuffò.
-Non dovrei farti le stesse
raccomandazioni?-
-Te l’ho detto,sarà una cosa talmente tranquilla che finiremo a letto
prima di mezzanotte!C’è anche Charlotte con noi quindi non hai nulla da
temere-gli disse come ulteriore motivazione.
Nonostante fosse poco convinto,Ronald annuì.
Rebecca si sporse contro di lui e lo baciò.
-Ci vediamo domani-la salutò il rosso,camminando al
contrario.
Rebecca accennò di nuovo un sorriso,facendogli un ultimo saluto con la
mano.
-Sarà quella vestita di bianco,puntualmente in
ritardo-
-Ancora non riesco a crederci!-
Rose Weasley-Potter attraversò a grandi passi il salotto e si lasciò
cadere sul divano,incurante del cappotto che ancora aveva indosso e della borsa
che le pendeva da un braccio.
Incapace di contenere l’adrenalina che le scorreva nelle iniziò a far
muovere i piedi sul bordo del divano,neanche fosse ancora un’adolescente felice
per il buon risultato di un test.
James,ugualmente carico di adrenalina,la seguì nel soggiorno, fermandosi
però sulla porta,poggiando una spalla contro lo stipite e osservando la
donna,incapace di trattenere un sorriso:era impossibile riconoscere in
Rose,nella stessa Rose che ora era seduta sul divano, la donna che fino a pochi
mesi prima non riusciva a trovare nulla di buono o di positivo nel loro
matrimonio o nella propria vita.
Era una persona completamente diversa.
Tutto grazie a quella piccola creatura che stava crescendo dentro di
lei…beh ad essere precisi due.
Erano appena tornati dal secondo incontro con la magiginecologa e questa
aveva mostrato loro come,invece di un feto soltanto se ne fossero sviluppati
due,lasciando entrambi allibiti per la scoperta.
La magiginecola aveva attribuito la gravidanza gemellare alla
fecondazione assistita a cui si era sottoposta Rose,spiegandole che avrebbero
potuto svilupparsi fino a otto feti e,a quella notizia,James si era sentito
sollevato che fossero soltanto due:sarebbe stato difficile combattere con due
mini Scorpius per il resto della sua vita,crescerne otto sarebbe stato
impossibile…Specialmente se fossero stati tutti ostinati e orgogliosi come
lui!
Rose alzò lo sguardo dai propri piedi e cercò gli occhi castani del
marito,sorridendogli all’istante.
-Non è la notizia più bella che tu abbia mai ricevuto?-gli domandò con un
sorriso luminoso che contagiò anche lui.
James annuì.
-Una delle migliori-ammise.
La vide corrugare la fronte chiaramente
sorpresa.
-Che notizia ci può essere migliore di
questa?
-Un paio…E tutte riguardano te-le disse
sincero.
Era evidente che avesse dato la risposta giusta,perché l’espressione sul
volto di Rose tornò ad addolcirsi e l’istante dopo la vide fargli posto sul
divano in modo che si sedesse accanto a lei.
Con paio di passi,James fu accanto al divano dove si sdraiò poggiando la
testa sulle gambe della moglie.
-Sei eccitato?-gli domandò Rose,passandogli le dita di una mano fra i
capelli spettinati.
James restò in silenzio qualche istante,considerando la domanda: non era
eccitato,era intrigato dalla sfida che si sarebbe presentata loro fra qualche
mese.
-Sono incuriosito.
Ero pronto all’idea di un bambino,ora ce ne saranno due,quindi bisognerà
cambiare la nostra prospettiva e affrontare tutto da un altro punto di vista:se
prima sapevamo che avremmo dormito poco,ora possiamo dire completamente addio al
sonno…e al sesso-aggiunse guadagnandosi un buffetto dalla donna-Però potremmo
sempre chiedere qualche consiglio ai miei genitori-
-James…-
Fin da subito Rose aveva messo in chiaro le cose:l’ultima cosa che voleva
era coinvolgere i propri genitori o quelli di
James.
Quella sarebbe stata l’unica gravidanza della sua vita,suo padre l’aveva
reso fin troppo chiaro,e voleva che ogni aspetto della vita del bambino fosse
deciso,di comune accordo,da lei e James.
-Tesoro lo so come la pensi-le disse tirandosi a sedere per essere allo
stesso livello della donna-Però questa è un’esperienza completamente nuova per
noi,non pensi sia meglio chiedere aiuto a qualcuno che c’è già
passato?
In fondo non hanno fatto poi un lavoro tanto terribile visto il
sottoscritto…-aggiunse sfoggiando un sorriso a trentadue denti
che,fortunatamente,coinvolse anche Rose.
La riccia restò qualche istante in silenzio e,alla
fine,annuì.
-Ok d’accordo…Ma sia chiaro che è soltanto per questa
volta!-
James sorrise e, presole il viso fra le mani le diede un bacio dolce,ma
che divenne man mano sempre più appassionato.
-Dovremmo cominciare a pensare a dei possibili nomi-disse Rose quando si
furono separati per riprendere fiato e James era tornato di nuovo a posare la
testa sulle sue gambe.
-No non dobbiamo-ribattè lui.
Ancora una volta la fronte di Rose si
corrugò.
-Perché no?-chiese lei sorpresa.
-Noi abbiamo già scelto i nomi dei nostri figli-rispose James,constatando
un dato di fatto.
-Davvero?-domandò Rose sempre più sorpresa.
James annuì.
-Li hai scelti proprio tu-le fece notare,felice per una volta di avere un
vantaggio su Rose.
Non capitava spesso di prenderla così in contropiede…Del resto era sempre
la figlia di Hermione Granger.
-E quando l’avrei fatto?-domandò ancora Rose cercando di mascherare
l’insofferenza che provava verso sé stessa per non riuscire a ricordare qualcosa
di tanto importante.
James accennò un sorriso,per poi premere le labbra una contro l’altra in
quella che doveva essere un’espressione pensosa.
-Mhh fammi pensare…E’ successo qualche tempo
fa.
Eravamo ad una festa e si parlava del più e del meno,parlando in generale
del futuro…ricordo che avevi bevuto qualche bicchiere di troppo-aggiunse
guadagnandosi un buffetto sul capo da Rose,che non riuscì tuttavia a bloccare il
suo sorriso soddisfatto-Comunque,fra risatine e discorsi insensati,ricordo
perfettamente che ad un certo punto hai detto che avremmo avuto tre figli e che
i loro nomi sarebbero stati Emily…-disse rizzandosi a sedere per essere allo
stesso livello della donna,in modo da incontrare i suoi
occhi.
-Nathan…-disse Rose,ricordando finalmente quel discorso pronunciato sotto
i fumi dell’alcool ed il nome dell’unico maschio.
-Ed Hope-concluse James con un grande sorriso sul
volto.
Rose lo fissò qualche secondo in silenzio,chiaramente
incredula.
-Te lo ricordi ancora-gli disse piacevolmente
sorpresa.
James annuì.
-Come avrei potuto dimenticarmi i nomi dei miei futuri figli?E poi visto
lo stato in cui ti trovavi qualcuno dei due doveva ricordarselo-la punzecchiò
ancora una volta.
Rose arricciò le labbra pronta ad una ramanzina,ma James non gliene diede
il tempo,ricominciando a parlare.
-Quindi siamo d’accordo:se sono due femmine Emily e Hope…-disse alzandosi
in piedi,lanciando un’occhiata veloce alla pendola alla
parete.
Era quasi ora del suo appuntamento con Ronald e gli altri per festeggiare
l’addio al celibato di Ronnie e ancora non aveva preparato la
valigia.
-E se invece sono un maschio e una femmina?-gli domandò
Rose.
James sorrise.
-Ovvio,no?Nathan e Hope-disse come se fosse la cosa più
ovvia.
Rose rifletté sulle sue parole per alcuni istanti per poi
sorridere.
Hope.
Speranza.
Quella che quei bambini rappresentavano e che avevano riportato nella
loro vita.
Non era la prima volta che vedeva una copia del “suo” libro in giro per
casa di Brian.
La prima volta che lo aveva visto sul tavolino in salotto si era chiesto
se Micheal non lo avesse dimenticato lì in una delle ultime
visite.
Poi però,inaspettatamente,un pomeriggio durante la pausa pranzo,lo aveva trovato coinvolto nella lettura a
tal punto da non accorgersi della sua presenza finchè non si era trovato in
piedi davanti a lui e,quando aveva allontanato lo sguardo dal libro i suoi occhi
erano sembrati per alcuni istanti sorpresi,quasi increduli che lui potesse
trovarsi realmente lì accanto a lui e non più fra le pagine del
libro.
Albus era consapevole quanto quel libro fosse “pericoloso”:era il primo
che Scorpius avesse mai scritto,quando ancora erano adolescenti e per il biondo
scrivere era una passione e non ancora un “lavoro”.
Era stato lui a spedire quel libro a tutte le possibili case editrici
interessate,affinchè venisse pubblicato,sicuro che la storia era meravigliosa e
degna di essere ascoltata.
Quel libro aveva spalancato a Scorpius le porte del
successo.
Tutto grazie al racconto della loro storia
d’amore.
Come era scritto nella dedica all’inizio del libro lui e Scorpius erano i
veri Jack e Jamie,i veri protagonisti dell’amore tormentato che finisce con un
lieto fine.
Quel libro era la testimonianza di quanto fosse stato forte ed importante
il loro amore e,forse,per Brian poteva far paura confrontarsi con un passato
così ingombrante.
Perché improvvisamente quel libro era a casa di Brian e l’uomo sembrava
così impaziente di leggerne la storia?
Più volte aveva pensato di chiedergli come se lo fosse procurato,ma
sapeva che era una domanda assurda,visto che poteva trovarne una copia in
qualsiasi libreria,inoltre sapeva che fare domande avrebbe portato ad una lunga
conversazione sulla sua storia con Scorpius e quella era decisamente l’ultima
cosa che voleva.
Lui e Brian non parlavano del passato:Albus accettava la presenza di
Justin nella sua vita,nonostante fosse stato talmente importante da arrivare ad
un passo dall’altare,e Brian aveva capito che Scorpius era un argomento talmente
delicato da accettare le poche informazioni che Albus gli aveva
dato.
Per questo si ritrovò confuso e sorpreso quando,quella sera lo trovò
ancora una volta seduto sul divano intento a leggere quel
libro.
Visto l’addio al celibato di quella sera aveva chiesto all’uomo di
ospitare Lane per la notte,nonostante l’adolescente avesse ripetutamente
insistito di sapersela cavare benissimo da solo per una
notte.
Il giorno dopo sarebbe stato presente al matrimonio,ma Albus voleva
essere sicuro che non gli succedesse nulla durante quelle poche ore di
lontananza.
Cielo se Lily lo avesse visto lo avrebbe sicuramente preso in giro fino
alla notte dei tempi…o forse sarebbe stata fiera di
lui.
Cercò di scacciare quel pensiero dalla mente entrando
nell’appartamento,seguito da Lane e non appena entrò nel salotto il suo sguardo
cadde sul libro aperto e su una tazza,probabilmente piena di caffè,poggiati sul
tavolino di vetro dinanzi al divano.
-Dove sistemo la mia roba?-domandò Lane,tirando lo zaino più in alto
sulla spalla.
-Nello studio,ti ho sistemato una brandina-disse Brian seguendoli nella
stanza.
Lane sbuffò e si avviò verso lo studio,bofonchiando sull’assurdità di
dover passare la notte su una brandina da campo invece che nella propria camera
con il proprio televisore ed i propri videogiochi.
Brian si avvicinò ad Albus e questi ne approfittò per dargli un bacio
veloce.
-Sei pronto per i bagordi che ti aspettano?-gli domandò il
moro.
Al sbuffò.
-Non credo ci sarà questa grande baldoria…Stiamo parlando di mio
fratello!E’ un personaggio pubblico non può farsi vedere in giro completamente
ubriaco-ragionò Albus.
-Alby lo scopo di un addio al celibato è proprio devastarsi completamente
prima di fare il più grande errore della tua vita-commentò l’altro lasciandosi
cadere sul divano.
Albus ridacchiò.
-Tu che ne sai?Tu e Justin aveva annullato tutto pochi giorni prima del
matrimonio…-gli fece notare,quasi l’altro soffrisse d’amnesia
momentanea.
-Questo non vuol dire che non abbiamo avuto il nostro addio al celibato,e
credimi ho ricordi molto confusi di quella notte.
Riesco a rimettere insieme i pezzi soltanto grazie a quello che mi hanno
raccontato i ragazzi!-aggiunse per avvalorare le sue
parole.
Albus rise e scosse la testa,avviandosi poi verso la cucina per prendere
qualcosa da bere;nel tragitto però,vide Brian prendere di nuovo il libro fra le
mani e scorrere le pagine.
Cercò di frenare il proprio istinto,di mordersi la lingua,consapevole che
parlare non avrebbe portato nulla di buono,ma alla fine dovette dichiarare persa
la battaglia.
-Quel libro ti ha proprio colpito…-si limitò a dire prendendo una
bottiglia d’acqua dal frigo.
Brian alzò lo sguardo verso di lui,un dito ancora fra le pagine e lo
fissò per qualche istante prima di parlare.
-Puoi dirlo forte…Mi ha aperto un mondo-aggiunse
misterioso.
Albus annuì e,deciso a non raccogliere la provocazione,si portò la
bottiglia alle labbra,frenando così la domanda che premeva per
uscire.
-E’ tutto vero quello che c’è scritto qui dentro?-gli domandò
Brian.
-Dove sei arrivato?-gli chiese di rimando Albus cercando di prendere
tempo.
L’altro aprì di nuovo il libro e diede un’occhiata alle pagine,
rinfrescandosi così la memoria.
-Al tuo incidente…Sei davvero caduto da un albero sbattendo la testa?-gli
domandò.
Albus annuì,bevendo un altro sorso.
-E per quale accidenti di motivo eri su un albero?-chiese incredulo
Brian.
Al alzò le spalle.
-E’ scritto nel libro,no?Ero andato a recuperare mia sorella-rispose
cercando di minimizzare uno dei momenti più importanti della sua
vita.
-Quindi anche tutto quello che c’è scritto prima è vero-commentò
l’altro.
Ancora una volta Albus annuì,portando Brian a fare lo
stesso.
-Se questo ti ha sconvolto mi chiedo quale sarà la tua reazione quando
leggerai il resto- disse Albus,posando di nuovo la bottiglia nel
frigorifero.
Brian lo fissò con il suo ghigno caratteristico e scosse la
testa.
-Non sono sconvolto.
Mi chiedo come ho fatto a non capire prima la gravità della
situazione-
Albus aggrottò la fronte,confuso da quelle parole
sibilline.
-Lui è il tuo Justin-disse ancora l’altro certo che sarebbero bastate
quelle poche parole a fare chiarezza.
Non appena quelle parole colpirono il suo cervello,Albus si ritrovò a
scuotere la testa.
-La situazione è completamente diversa…-si limitò a
dire.
-Ah davvero?-fece l’altro chiaramente
scettico.
Albus annuì.
-Per quale motivo?-domandò ancora Brian alzandosi in piedi quasi volesse
intimorirlo con la sua figura.
Albus sbuffò e si passò una mano fra i capelli
arruffati.
Forse per al contrario di Justin,Scorpius non aveva mai fatto il minimo
accenno ad un futuro insieme e a costruire una famiglia;lo dimostrava il modo in
cui si era tirato indietro quando Lane era entrato nelle loro
vite.
-Non lo so,ma fidati:lui non è assolutamente il mio Justin!-rispose con
veemenza,cercando di allontanare i pensieri che si affollavano nella sua
mente.
Ecco perché non voleva affrontare quel discorso!Perchè sapeva che sarebbe
finita in quel modo,che avrebbero finito per litigare per qualcosa senza senso
che non esisteva più!
Ma che continuava ad essere una parte tanto importante di lui da fargli
mancare il fiato ogni volta che il suo pensiero si fissava su
Scorpius.
Quanto ancora sarebbe durata?Per quanto tempo il suo corpo lo avrebbe
tradito in quel modo facendogli provare quelle sensazioni ogni volta che il
pensiero di quel adorabile bastardo gli attraversava la
mente?
Fortunamente Lane scelse proprio quel momento per rientrare nel
salotto,interrompendo così la loro discussione e ricordando ad Albus il motivo
per cui erano lì.
Un veloce sguardo all’orologio da polso gli confermò che doveva
affrettarsi se non voleva arrivare in ritardo.
-Devo andare o farò tardi all’appuntamento-disse prima di voltarsi verso
Lane-Ci vediamo domattina e mi raccomando comportati bene-si raccomando prima di
passargli una mano fra i capelli in un gesto affettuoso che sostituiva un
abbraccio.
-Sicuramente mi comporterò meglio di te-commentò il ragazzo con un
sorriso ironico.
-Questo è certo-ribattè acido Brian.
Albus si voltò verso l’uomo e fece i pochi passi che lo separavano da
lui,poggiando entrambe le mani sui suoi avambracci.
-Te l’ho già chiesto una volta ma mi hai risposto di no,però te lo
richiederò una seconda volta:vieni con me domani al
matrimonio.
Così vedrai tu stesso che ti stai sbagliando,che tutto quello che è
successo,tutto ciò che è scritto in quel libro è nel passato,che non hai nulla
di cui preoccuparti e che se anche Scorpius fosse il mio Justin come dici
tu,questo non significa che in questo momento io non abbia bisogno di
qualcos’altro…Di qualcun altro-concluse senza allontanare lo sguardo dal
suo.
Brian restò in silenzio alcuni istanti,limitandosi a ricambiare il suo
sguardo.
-Tua sorella mi odia-gli disse quasi fosse un motivo abbastanza grande
per rifiutare il suo invito.
Albus accennò un sorriso.
-In questo momento odia anche me…Devono essere gli ormoni della
gravidanza-commentò ironico,cercando di combattere la punta di malinconia che
provava ogni volta che pensava a Lily.
Le sue parole fecero nascere un sorriso sulle labbra sottili di
Brian.
-Promettimi soltanto che ci penserai-insistette
l’altro.
Brian sbuffò e alla fine annuì.
-Che palle!Va bene ci penserò su.
Ora muovi il culo,altrimenti finirai davvero per essere in
ritardo!-
Albus sorrise e,dopo un bacio veloce,un ultimo saluto a Lane e aver
recuperato la sua valigia,corse veloce fuori dalla porta pronto per quella
“serata di bagordi” in famiglia.
Con un rumore secco,Daniel chiuse il trolley in cui era racchiuso tutto
il necessario per il fine settimana.
-Sei sicuro di aver preso tutto?-gli domandò Lily,seduta dall’altro lato
del letto.
Daniel alzò lo sguardo e non potè fare a meno di sorridere quando si
trovò di fronte lo sguardo triste della moglie,neanche stesse preparando la
valigia per un viaggio intercontinentale o per andare in
guerra.
-Non trovi sia una domanda trabocchetto visto che sei stata proprio tu a
prepararla?-le fece notare in tono leggero,cercando di risollevarle il
morale-Inoltre se anche dimentico qualcosa posso sempre telefonarti e chiederti
di portarmela domani in chiese-le fece notare.
-Fammi capire:da quando sono diventata la tua schiava personale?-gli
domandò la rossa aggrottando le sopracciglia.
-Da quando hai deciso di sposarmi,mi sembra ovvio-ribattè lui,
indirizzandole un sorriso smagliante.
Lily lo fissò per qualche istante prima di scuotere la
testa.
-Faccio sempre in tempo a chiedere il divorzio-la sentì bofonchiare
mentre si alzava faticosamente in piedi.
Daniel sorrise e le andò incontro,tenendole entrambe le mani per aiutarla
a tirarsi su,attirandola poi contro di sé.
-Non lo faresti mai…Sei troppo innamorata di me-commentò allacciandole le
braccia attorno alla vita.
-Mh non ne sarei così convinto se fossi in te-ribattè lei soltanto per il
gusto di contraddirlo.
Daniel sorrise di nuovo e,abbassando il volto,iniziò a seguire il profilo
del collo della donna con la punta del naso.
-Ah no?-le domandò sentendo la pelle d’oca provocata da quelle
attenzioni.
Entrambi sapevano che era la verità,e che la cosa era reciproca;inoltre
fin da quando Lily era entrata nel secondo trimestre della gravidanza,sembrava
impossibile restare uno accanto all’altra senza finire a letto
insieme.
Beh,qualche volta non erano neanche riusciti ad arrivarci al
letto…
Lily dava la colpa del fenomeno agli ormoni e aveva giurato che sarebbe
passata presto,ma Daniel non aveva nulla di che’
lamentarsi.
Con le braccia attorno al collo del marito,Lily lasciò vagare una mano
fra i folti capelli neri attirando il suo volto contro di se e incontrando così
le labbra di Daniel con le proprie.
Daniel aumentò l’intensità del bacio e premette maggiormente il corpo di
Lily contro il suo.
-Finirai per fare tardi…-gli fece notare quando Daniel si staccò dalle
sue labbra per iniziare a stuzzicarle il lobo
sinistro.
-Mh dirò che sono tornato indietro perché avevo dimenticato
qualcosa…-farfugliò lui,iniziando a tirare verso l’alto la blusa che Lily aveva
indosso.
La rossa non riuscì a trattenere un sorriso e,completamente dimentica del
buon senso che l’aveva animata pochi attimi prima,lasciò che Daniel le togliesse
la camicia e lo aiutò a fare lo stesso,tornando poi a cercare le sue
labbra,mordicchiando il labbro inferiore.
Camminando ad occhi chiusi,Daniel si avvicinò al letto e l’aiutò a
sdraiarvici sopra,restando poi in piedi davanti a lei,osservandola per qualche
istante.
Come faceva ad essere così bella nonostante gli anni
passati?
Guardandola lì,mentre era distesa sul loro letto,con i capelli
fiammeggianti che si spargevano sul copriletto neanche raggi di sole,i seni
rotondi coperti dal reggiseno e il rigonfiamento che proteggeva il loro
bambino,Daniel si ritrovò a pensare ancora una volta che fosse la donna più
bella che avesse mai visto.
-Sei stupenda-le disse poggiando un ginocchio sul letto,lo sguardo sul
suo volto.
Immediatamente Lily arrossì,neanche fosse la prima volta che ricevesse un
complimento simile,diventando se possibile ancora più bella agli occhi
dell’uomo.
Chinandosi leggermente su di lei,Daniel portò una mano sul fianco
sinistro della donna mentre l’altra andò a posarsi su un ginocchio,ancora
coperto dalla gonna,poi avvicinò il viso al ventre e vi posò un bacio,seguito da
un altro e da un altro ancora.
Sentì le dita di Lily affondare nei suoi capelli,trattenendolo contro di
sé e allo stesso tempo chiedendogli mille altre
attenzioni.
Daniel sorrise e fece scivolare la mano che era ancora poggiata sul
ginocchio sotto le pieghe della gonna,accarezzandole la gamba e la coscia nuda,
sempre più verso l’interno fino ad arrivare all’elastico degli
slip.
Sentì il gemito accennato che Lily si lasciò scappare dalle labbra
socchiuse e riportò di nuovo lo sguardo su di lei,prima di avvicinare il viso al
suo e far incontrare le loro labbra,proprio nello stesso istante in cui le sue
dita ricominciavano ad accarezzare la sua intimità,portando Lily a muoversi
contro di lui per aumentare il massaggio.
-Sei ancora convinta di voler chiedere il divorzio?-le domandò Daniel
malizioso,le labbra ad un soffio da quelle della
moglie.
Lily sbuffò,dopodichè si tirò leggermente a sedere,premendosi
completamente contro di lui,avvicinandosi al suo orecchio
destro.
-Perché invece di queste scemenze non usi la bocca per qualcosa di
meglio?-gli disse,mentre una mano scendeva lentamente verso le gambe muscolose
dell’uomo-Sono certa che potrei trovare un modo o due per
ringraziarti…-aggiunse,mentre le sue dita slacciavano il primo bottone dei
jeans.
Daniel si leccò le labbra e sorrise:come poteva dirle di
no?
La baciò di nuovo,un bacio affamato e pieno di desiderio, affondando le
dita di una mano fra i suoi capelli rossi,sporgendosi poi contro di lei per
riportarla di nuovo sul letto,ma proprio in quel momento una musica ritmata
risuonò nella stanza,rompendo il silenzio.
Lily sospirò sulle labbra del marito e si costrinse ad aprire gli
occhi:Rebecca.
Avrebbe potuto ignorare la chiamata e riprendere da dove avevano
interrotto,ma sapeva benissimo che l’ultima cosa da fare il giorno prima di un
matrimonio era far innervosire la sposa.
Certe volte odiava essere così giudiziosa!Specialmente in momenti come
quello!
-Se non rispondi chiamerà di nuovo,giusto?-domandò Daniel,quasi le avesse
letto nel pensiero.
Lily si limitò ad annuire,gettando l’uomo nello
sconforto.
Quindi,odiando terribilmente la vocina saggia nella sua mente che si
congratulava con lei, si staccò dall’abbraccio e tese il braccio verso il mobile
dove aveva abbandonato il cellulare.
-Pronto?...Si Becca lo so che è
tardi,scusami.
Sono stata trattenuta…Sì sta tranquilla,sarò lì fra dieci
minuti…
A dopo-disse chiudendo velocemente la
telefonata.
Daniel,sdraiato sul proprio lato del letto
sospirò.
-Niente di meglio della famiglia per rovinare momenti come
questo…-commentò.
Lily sorrise,sistemandosi su un fianco,iniziando ad accarezzargli un
braccio.
-Finirai per fare tardi…-gli fece notare.
Daniel sbuffò,chiaramente insoddisfatto,prima di tirarsi a
sedere.
L’attimo dopo era in piedi,alla ricerca della maglia che Lily aveva
gettato da qualche parte nella stanza.
Lily lo osservò dalla sua posizione privilegiata,senza preoccuparsi di
prepararsi a sua volta,e quando lo vide finalmente pronto per uscire,si mise a
sedere e gli tese le braccia.
Daniel sorrise e tornò a sedersi sul letto,accanto a
lei.
-Ci vediamo domattina in chiesa…Cerca di non strapazzarti troppo-si
raccomandò lui.
Lily alzò gli occhi al cielo,chiaramente
divertita.
-Sto andando all’addio al nubilato di una donna incinta,quali rischi vuoi
che corra?-gli ricordò.
Daniel alzò le spalle.
-Non si può mai sapere-le disse accarezzandole il ventre nudo con
delicatezza.
Restarono in silenzio per alcuni istanti,finchè Daniel non riportò lo
sguardo sul viso della moglie,un espressione seria in
volto.
-C’è qualcosa che vuoi che faccia?-domandò sperando di aver detto le
parole giuste.
Lily lo fissò in silenzio qualche secondo prima di capire:stava parlando
di Albus.
Voleva sapere se aveva qualche messaggio per
lui.
Lentamente scosse la testa.
Sapeva che domani,per la prima volta dopo mesi si sarebbero
rincontrati,ma non voleva ancora affrontare quel
problema.
-No,nulla-disse poi,quasi volesse chiarire meglio il
concetto.
Daniel annuì e le diede una bacio dolce prima di alzarsi in
piedi.
-Oh,ricordati che abbiamo un discorso da portare a termine-le disse
riuscendo a strapparle un sorriso.
Dopodiché prese il trolley e si avviò fuori dalla camera da letto,pronto
per la sua notte di follia.
TO BE
CONTINUED…
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