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Autore: Clovely    07/05/2012    5 recensioni
~ Seguito della fanfic "Summer Memories"
L’estate è ormai giunta al termine, lasciando dietro di sé solo ricordi. E’ dunque giunto il momento per Lily Evans di tornare a scuola e di affrontare la grande novità che l’estate ha portato con se: James Potter e i suoi Malandrini. Ma nulla è ancora sicuro; l’estate è passata e arriverà ancora l’inverno. Sarà allora che avverrà la sfida più difficile.
Dalla storia: "Lily stringeva tra le dita, nascoste dal mantello dell’uniforme, dei pezzi di pergamena giallastri e spiegazzati. Non erano semplici pezzi di carta, erano lettere. Lettere che James Potter le aveva inviato durante l’ultima settimana d’estate. Avrebbe tanto voluto leggerle, ma non poteva. Il perché? Facile, nessuno sapeva che Lily e James avevano deciso di provare a frequentarsi, alla fine: la loro era una relazione segreta."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Winter Again

Capitolo 3: morso al chiaro di luna


I giorni passarono in un susseguirsi di lezioni, pomeriggi autunnali passati fuori nei giardini di Hogwarts con le amiche e serate segrete con James.
Anche se il tempo passava e il loro rapporto sembrava restare solido, Lily non riusciva ancora a capacitarsi di quello che stava succedendo. Non riusciva a credere di chiamare James Potter per nome e di divertirsi con lui. Non sapeva se ci si sarebbe mai abituata, ma per il momento le andava bene così. Lily era felice.


~

«Hey Ramoso! Hai visto che schiappa il secondo portiere?» Esclamò Sirius, raggiungendo James seguito dagli altri due Malandrini.
Le selezioni per la squadra di Quidditch erano appena terminate e James, come sempre da cinque anni a quella parte, era stato riconfermato come cercatore. Nessuno era bravo come James Potter. Il ragazzo si spettinò i capelli già arruffati dal vento e sorrise. «Era davvero pessimo. Non so come può certa gente anche solo pensare di presentarsi alle selezioni.»
Al suo fianco un trotterellante Peter annuì con vigore. «Sei stato formidabile James!»
James non rispose nemmeno, ma tirò fuori il suo inseparabile boccino e lo lanciò a Peter, che lo prese, non senza qualche difficoltà, osservandolo estasiato.
«A pensarci bene,» iniziò Sirius osservando l’assurda presa di Peter. «Potresti essere alla pari di quel tizio. Com’è che si chiamava?»
«Hmm... se non sbaglio faceva Smith di cognome, quarto anno» Rispose Remus.
James rise. «Non offenderti Coda, ma non sei proprio un sportivo.»
A conferma di questo Peter, troppo intento a fissare il boccino d’oro, inciampò in un ciottolo e per poco non finì a terra, se Remus non l’avesse afferrato in tempo. Il boccino sfuggì dalle mani del ragazzo ma James lo riacchiappò in meno di un secondo, riponendolo con cura nella tasca della sua borsa, che poi porse a Peter. Il ragazzo non si lamentò nemmeno.
James lanciò un’occhiata a Remus: la sua pelle era terribilmente pallida, il viso scarno e i capelli gli ricadevano flosci sulla fronte. Erano gli effetti dell’imminente luna piena.
Sirius si accorse dello sguardo di James e prese la parola. «Pronto per stasera Moony?»
Remus rivolse loro un sorriso stanco. «Sì, come sempre.»
«Fantastico! Hey, che ne dite se...»
Ma James non sentì il resto della frase. Continuando a camminare erano arrivati nei pressi del portone d’ingresso. Proprio in quel momento Mocciosus era arrivato ai piedi delle scale e si dirigeva sul sentiero che portava al lago. Probabilmente stava andando a trovare i suoi amici mangiamorte. James aveva sentito che erano soliti ritrovarsi nella foresta oscura. E chi l’avrebbe mai detto? Pensò James con sarcasmo. Chissà... si sarebbero forse preoccupati non vendendo arrivare uno dei loro?
Fu così che James il malandrino prese il sopravvento.
All’improvviso deviò la sua direzione, tagliando la strada a Peter e si diresse con passo sicuro e baldanzoso verso Mocciosus.
«Hey!» Esclamò Sirius, che stava ancora parlando.
«Mocciosus! Perché tanta fretta?»
Il ragazzo lo ignorò continuando a camminare nella sua tipica andatura da pipistrello ingobbito. «Hey! Parlo con te!»
James gli si parò davanti costringendolo a bloccarsi.
«Cosa vuoi Potter.» Ringhiò lui alzando lo sguardo su James.
«Ma che modi. Comunque... dove è che stai correndo? Dai tuoi super-amichetti mangiamorte? State organizzando un sacrificio umano?»
Le labbra di Mocciosus si piegarono in una smorfia. «Levati di mezzo.»
In lontananza, James sentì Sirius che rideva. «Vedi di non essere così sgarbato, Mocciosus. Sono stufo di te. Quest’estate l’ho dimenticata ormai, ma ti ricordo che stavo per prenderti a pugni. Ora ho una bacchetta, e sono incazzato. Non capisco perché Lily si ostini a cercare del buono in te, quando è ovvio che non ce ne sia nemmeno un briciola. Ma se osi ancora una volta fare l’idiota con lei saranno guai per te.»
Piton lo fissò disgustato. «Come ho già detto a lei, voi due mi disgustate, quindi levati di mezzo una buona volta se non vuoi ritrovarti schiantato al suolo.»
A quel punto James scoppiò a ridere. «Davvero? Stai dicendo davvero? Oh Mocciosus, a volte sai essere così spiritoso.» Il ragazzo finì di ridere e tornò serio.
«Sei sempre così sicuro di te, eh, Potter?»
James si strinse nelle spalle, come se fosse un dato di fatto. Non riusciva a capire come mai Mocciosus non si trovasse già a gambe all’aria o nel lago nero.
«Bene, che ne dici se ti sfido, allora?»
James lo guardò sgranando gli occhi, cercando di non scoppiare a ridere. «Tu vuoi sfidare me?» Mocciosus non replicò così James si voltò a guardare i suoi amici. «Hey ragazzi!» Urlò scuotendo le braccia. «Mocciosus mi sfida!» In meno di pochi secondi attorno a James si era radunata una piccola folla. Sirius era in prima linea e rideva come un folle, appoggiandosi a Remus nell’inutile tentativo di smettere. Quest’ultimo dal canto suo, sebbene indebolito dalla luna, sfoggiava un sorrisetto divertito. Peter saltellava da un piede all’altro, eccitato.
Quando James credette di aver abbastanza pubblico, tornò a guardare Mocciosus.
«Allora... a cosa vorresti sfidarmi? Una gara di magia? Di quidditch? Di acqua e sapone?» Il ragazzo ridacchiò divertito, seguito dal suo pubblico.
Mocciosus rimase per un istante in silenzio, gli occhi neri puntati su James, come se stesse riflettendo profondamente. «Ti sfido a bere una pozione. Questa pozione.» Piton estrasse dalla sua borsa rattoppata una piccola fiala contenente una pozione trasparente-argentea.
James inarcò le sopracciglia. «Vuoi che beva quella
cosa
Ora le labbra di Piton si piegarono in un sorriso vittorioso. «Che c’è? Hai paura?»
James sentiva che le persone accanto a se avevano smesso di ridere e che passavano lo sguardo da lui a Mocciosus.
Subito l’espressione dubbiosa di James si tramutò in un sorriso temerario.
«James...» Sentì la voce di Remus, il suo tono diceva che era una brutta, pessima idea. Ma l’orgoglio di James ebbe la meglio. Ovviamente.
«Certo che no. Dammi quell'acqua sporca. A proposito,» disse James afferrando la boccetta. «Non sarà mica l'acqua del tuo bagno, vero? Quella sì che sarebbe tossica!»
La gente attorno a lui riprese a ridere. Anche James sorrideva. Non aveva alcun timore, perché quella cosa non poteva essere nulla di che. A meno che Mocciosus non si fosse del tutto rimbambito fino ad arrivare a rischiare l’espulsione. L’estate passata aveva visto dove vivevano i Piton. Era abbastanza sicuro che Mocciosus non ci volesse tornare tanto presto.
James stappò la boccetta con un dito e levò in alto la fiala, come se fosse un calice di vino. Si voltò a guardare i suoi amici, in particolare Sirius, che aveva sul volto un’espressione a metà tra il divertito e il preoccupato. «Alla salute!» Esclamò James prima di buttare giù il contenuto incolore e inodore della fiala tutto in un colpo.
Il ragazzo aspettò qualche istante, stringendo la fialetta tra le dita. Attorno a lui, regnava il silenzio. Alzò lo sguardo su Mocciosus. Aveva un sorriso sinistro.
Aspettò.
Aspettò.
Aspettò.
Aspettò.
Ma non accadde nulla. Assolutamente nulla. James incominciò a ridacchiare, lanciando il flacone vuoto a Mocciosus. Sirius lanciò un sospiro di sollievo e riprese a ridere.
«Bella prova, Mocciosus!» L’apostrofò il ragazzo.
«Dai James, andiamo. Non perdiamo altro tempo.» Lo richiamò Remus, sollevato nel vedere che James stava bene.
Il ragazzo lanciò un’altra occhiata a Piton, che se ne stava già andando. Umiliato come sempre, pensò James. La folla attorno a lui si disperse mentre tutti i ragazzi indicavano Mocciosus, deridendolo.
James scosse la testa prima di seguire i suoi amici all’interno del castello.

Mentre entrava in sala grande per la cena, James si ritrovò un bigliettino fluttuante all’altezza della mano. Senza pensarci due volte lo prese, e senza farsi vedere lo lesse.
Era da parte di Lily. James non riuscì a fermare il sorriso che gli affiorò alle labbra, anche se esso si spense presto. Lily voleva sapere cosa avrebbero fatto quella sera. Il fatto era che non potevano fare nulla e lui non poteva spiegarle il perché. Gli si strinse lo stomaco al pensiero, ma non poteva fare altrimenti. Quella sera c’era la luna piena e lui sarebbe stato con Remus. Aveva bisogno dei suoi amici in notti come quelle.


~

Lily rilesse il bigliettino un paio di volte, inarcando le sopracciglia.

Mi dispiace Lily, questa sera non posso.
Ma domani mi farò perdonare, giuro.

- R

Da quando James le dava buca? Senza darle nemmeno una spiegazione? Lily ebbe un brutto presentimento. Era sempre di James Potter che si parlava, alla fine. Doveva avere in mente qualcosa di losco e Lily voleva scoprire di cosa si trattasse.


~


Sotto il mantello dell’invisibilità si stava stretti ormai. James, in testa al gruppetto, teneva sollevati i lembi del mantello e camminava piegato per non lasciare le scarpe scoperte. Dietro di lui Sirius e Remus camminavano a piccoli passetti, pestandosi i piedi a vicenda e imprecando di tanto in tanto.
«Fate silenzio!» Esclamò James ad un certo punto, mentre Sirius mandava al diavolo un piccolo topo che gli era passato tra i piedi, rischiando di farlo cadere. «Volete che Gazza ci becchi?» James avanzò lentamente dietro il topo, che invece zampettava veloce.
«Bé scusa tanto!» Rispose Sirius con stizzo. «Ma dillo a Codaliscia! Per poco non mi faceva cadere!» La comitiva continuò così il suo percorso fino all’uscita dal castello. Per fortuna, constatò James con una rapida occhiata alla mappa del Malandrino, non c’era nessuno nei paraggi. Quando finalmente uscirono dalle mura della scuola, sfilò il mantello senza molta delicatezza e se lo ficcò sotto la felpa, mentre Sirius si sistemava i riccioli ribelli. Poco più avanti, ai piedi del platano picchiatore, stava Peter.
«Come te la passi, Lunastorta?» Chiese Sirius. James lanciò una rapida occhiata all’amico, che fino a quel momento non aveva ancora aperto bocca. Il suo colorito era sempre più grigiognolo e sotto agli occhi andavano disegnandosi occhiaie sempre più marcate.
«Sono stato meglio.» Rispose Lupin con voce rauca. James sosteneva di amare le notti di luna piena, la libertà che provava una volta trasformato in animagus, l’ebbrezza che sentiva crescere dentro di sé quando correva veloce tra gli alberi della foresta, assieme ai suoi amici. Ma in realtà odiava vedere il suo amico ridotto a quel modo.
Proprio mentre pensava a questo il viso di Remus divenne ancora più cereo e il ragazzo si voltò di scatto, piegandosi in due, come in preda ad un conato. Gli amici scattarono in avanti, ma lui li allontanò. «Accidenti.» Esclamò con poca voce. «E’ già ora.» Disse alzando gli occhi velati al cielo. Ed in effetti la luna era già li, alta e pallida nella notte nera. «Andate!» Esclamò Remus guardando i compagni.
I tre non se lo fecero ripetere. Anzi, Peter si stava già trasformando in topo. James scosse la testa, allontanandosi con Sirius. Non c’era animale più adatto per Coda, pensò distrattamente.
Meno di un istante dopo, la scena era totalmente cambiata: un cervo maestoso stava ritto ai piedi del platano picchiatore. Le corna d’avorio risplendevano sotto la luce della luna piena e il suo sguardo regale era rivolto ad un piccolo essere che si contorceva al suolo. Al fianco del cervo stava un grosso cane nero. Il pelo fulvo pareva fondersi con il buio della notte e gli occhi erano due pozzi di oscurità. Poco distante, nascosto tra i ciuffetti d’erba, c’era un piccolo roditore marroncino con le orecchiette a punta, che fiutava l’aria attorno a sé, gli occhietti scuri e preoccupati.
L’attenzione di tutti e tre era rivolta a qualcosa che stava al centro della radura. Qualcosa che non poteva più essere definito umano. Dalla creatura pendevano brandelli di vestiti, dalla gola uscivano ruggiti gutturali che a tratti rassomigliavano il suono delle urla umane. Il corpo un tempo roseo e liscio ora era ricoperto di ispidi peli grigi. Gli occhi erano di un colore giallo acceso e le pupille dilatate. Le zanne sporgenti e fameliche.
Non c’era più Remus Lupin di fronte a loro. C’era solo un lupo mannaro.
Quando la belva smise di contorcersi e si alzò in piedi sulle due zampe, ululando alla luna, i tre animali gli si avvicinarono, con cautela. Bastò uno sguardo per comprendersi.
E stavano per inoltrarsi nella foresta oscura, come avevano sempre fatto per sei anni, quando qualcosa di totalmente inaspettato accadde.
James iniziò a sentirsi strano, senza capire di cosa si trattasse. Il cervo si fermò a poche centinaia di metri dal confine della foresta.
Un istante dopo il cervo era scomparso.
James si guardò le mani, decisamente umane, con crescente incredulità. Come poteva essere? Era tornato umano! Quando realizzò la grandezza del problema, Remus-licantropo stava già correndo verso di lui.
«Dannazione!» Esclamò il ragazzo balzando in piedi. Correndo, si ritrasformò in cervo.
Il maestoso animale continuò a correre, balzando sulle lunghe zampe, fino a quando non si fermò e si guardò alle spalle. Il lupo si era fermato, ma lo guardava con sospetto.
Fu in quel momento che James tornò di nuovo umano. Per qualche oscuro motivo la trasformazione non reggeva.
I suoi occhi incrociarono quelli gialli del lupo. «Remus! Non farlo! Sono io! Sono James!»
Urlò quando il lupo riprese la sua corsa verso di lui. Sapeva tuttavia che era inutile: i lupi mannari rispondono solo al richiamo della propria specie e non avevano coscienza, né compassione. James provò di nuovo a trasformarsi, ma non ci riuscì. Balzò in piedi, puntando la bacchetta verso il lupo ma... una scheggia nera gli passò davanti, frapponendosi tra lui e la belva. Il licantropo si fermò a fissare il cane nero che, con il pelo ritto sulla schiena, emetteva un basso ringhiare minaccioso.
«Sirius...» sussurrò James, grato all’amico per essere venuto in suo soccorso. Ma Remus-licantropo parve non dare troppo peso al cane. Con una velocissima zampata lo scagliò lontano. James alzò di nuovo la bacchetta, ma non riuscì a lanciare nessun incantesimo. Il pensiero che sotto quegli occhi gialli e spietati c’era il suo amico lo frenavano. Non poteva colpirlo... non voleva.
Ma il lupo avanzava verso di lui e il tempo parve rallentare. Poi James capì.
Capì cosa c’era che non andava. Perché non riusciva a trasformarsi. La rabbia montò dentro di lui, sormontando la paura.
Era stato lui. Quel piccolo, sudicio verme. Lo aveva fatto apposta.
Gli avvenimenti di poche ore prima gli tornarono alla mente e rivide la pozione incolore simile a acqua che Mocciosus gli aveva fatto bere. Certo che non era successo nulla al momento, la pozione serviva ad annullare la sua trasformazione in animagus. E Mocciosus
sapeva. Sapeva che era la notte di luna piena, sapeva che Remus si sarebbe trasformato e che James sarebbe stato al suo fianco, trasformato in un cervo. E sapeva anche che se la trasformazione non avesse retto, James sarebbe tornato umano e il lupo non lo avrebbe riconosciuto. Eppure l’aveva fatto. Aveva progettato di ucciderlo. No, non di ucciderlo.
Di farlo uccidere dal suo migliore amico.
Proprio in quel momento gli artigli del licantropo si abbatterono su di lui, squarciandogli la felpa... e la pelle. Un caldo fiotto si sangue scrosciò dalle tre lunghe ferite che gli tagliarono il petto e James cadde all’indietro mentre il lupo si chinava su di lui, le fauci aperte rivolte verso il suo viso.
L’istinto di sopravvivenza spinse James ad afferrare la bacchetta. Un incantesimo uscì dalle sue labbra e il lupo venne sbalzato via di pochi metri. James provò a rialzarsi, ma il petto gli doleva troppo e il licantropo stava già avanzando verso di lui, infuriato.
Fu in quel momento, quando ormai ogni speranza sembrava andarsene, che un fiotto di luce rossa gli passò vicino, abbattendosi sul muso del mostro.
Il lupo ringhiò, scuotendo la testa e cercando la fonte dell’incantesimo ma in quel momento il cane nero lo colpì e ululando corse via veloce, verso la foresta. Il lupo, dopo qualche esitazione, lo seguì.
Nella radura calò il silenzio e James lasciò cadere la bacchetta.
«James! James!» Una voce lo chiamava. E lui conosceva quella voce. O sì che la conosceva. Credendo di essersi ormai addormentato si lasciò andare ad un sorriso, chiedendosi perché il dolore non passava. Ma improvvisamente nel suo campo visivo comparve una macchia rossa, qualcuno si stava chinando su di lui.
«Oddio, James! Guardami! Coraggio, non chiudere gli occhi! Ci sono qui io ora, andrà tutto bene. Te lo giuro.»
Non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma gli parve che sulle guance pallide della ragazza scorressero delle lacrime. James sorrise, perché se c’era qualcosa che avrebbe desiderato vedere prima di addormentarsi... sarebbe stata lei.
«L-l-lily.» Disse balbettando.
«Sì, sì James sono io.»
Il ragazzo provò ad alzare una mano per asciugare le lacrime che scendevano dai suoi occhi color smeraldo fin sulle guance, ma non aveva abbastanza forza.
«Coraggio.» Disse Lily, passandosi la manica della felpa sul viso. I suoi occhi ora erano determinati e asciutti. «Ti porto via di qui.»
A James parve una buona idea e avrebbe tanto voluto aiutarla, ma non ce la faceva, aveva troppo sonno. Le palpebre si abbassarono lentamente e l’oscurità fu tutto quello che vide.

~

SPAZIO AUTORE


Salve a tutti! Avete visto? Questa volta non ci ho messo secoli per aggiornare! xD
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto (bé, a parte il titolo che fa un poco schifo, ma sono dettagli! Ahahah)
Bé che posso dire... credo proprio che dopo questo capitolo la vostra simpatia per Severus sia molto diminuita se non scemata del tutto... devo dire che a volta mi spiace, povero ragazzo, lo sto davvero facendo diventare odioso! D:
Ad ogni modo, ci tengo a ringraziare di cuore chi ha letto il capitolo scorso e soprattutto chi lo ha recensito! Non me lo meritavo, visto tutto il tempo che ci ho messo ad aggiornare, ma sono davvero felice di avere ancora qualche lettore! Vi adoro.

Quindi, grazie a: Lally_97, __Puffa__, _Ericuzza_, HpsagathebestHarryGinny.

Grazie mille, davvero. Spero che vi piaccia anche questo capitolo!
Alla prossima ;)

p.s. Visto che ogni tanto mi diverto a graficare, ho fatto anche un'immagine alla fanfic. Volevo mettere anche Lily e James da giovani, ma purtroppo le immagini dei film sono davvero pessime, quindi mi sono arrangiata come ho potuto... xD ok, ora vi saluto davvero. u.u

   
 
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