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Autore: dreamyD    07/05/2012    3 recensioni
Ennesima storia sui Malandrini come ne ho lette tante ma, dato che non posso conoscerle tutte, mi scuso se dovessero esserci delle somiglianze con altre storie. giuro che questa è tutta farina del mio sacco ma che ne so se magari qualcuno non ha un sacco simile al mio? Vorrei riuscire a raccontare la storia dei miei Malandrini dal primo al settimo anno e magari anche dopo chissà... Recensite grazie *dD*
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Promesse di felicità

 

 



Era mezzanotte passata e nella Sala Comune di Grifondoro il silenzio era quasi completo. Essendo il primo giorno non c'erano, come al solito, degli studenti degli ultimi anni intenti a studiare e a fare i compiti nonostante l'ora tarda, c'erano solo alcuni ragazzi che parlavano sottovoce seduti attorno ad un tavolo e una figura scura seduta su una poltrona. Sunshine scese silenziosa le scale del Dormitorio femminile, avvolta nella sua vestaglia color panna, e salì diretta al Dormitorio dei ragazzi. Senza bussare, aprì piano la porta dei ragazzi del primo anno e, dopo aver individuato la chioma spettinata di James gli si avvicinò in punta dei piedi.

«James...Jamie!» lo chiamò sottovoce, pronta a coprirgli la bocca se si fosse messo a urlare. Infatti..

«Ssh Jamie! Sono io Sun!»

«Santo Merlino e che ci fai tu qui?» chiese il ragazzo appena si fu ripreso dallo spavento. «Sembri un fantasma, tutta bianca così...Mi hai fatto una paura!»

«Scusami Jamie, ma non riuscivo a dormire.»

«Io ci riesco benissimo invece! E ora scusami, ma ritornerei nel mondo dei sogni! Notte!» e, sbadigliando, James si girò dall'altra parte, rimettendosi a dormire.

«Brutto egoista!» borbottò lei, girandosi per uscire. Fece un passo verso la porta, ma subito si fermò.

«Chi sei?» chiese impaurita alla figura sulla porta.

«Sta calma, sono Sirius!»

«E da dove sbuchi?» gli chiese la ragazza con un tono a metà tra il sorpreso e il rimprovero.

«Ero giù, in Sala Comune. Neanche io riuscivo a dormire. Vieni?»

«Ok.» rispose sottovoce lei.

Insieme scesero le scale, senza far rumore e, arrivati di sotto, si accorsero che ormai non c'era più nessuno, tranne un ragazzo che si era addormentato con la testa appoggiata sul tavolo.

«Che facevi qui, tutto solo?» chiese Sun mentre si sedevano entrambi a terra con la schiena appoggiata allo poltrona in cui era seduto prima Sirius.

«Te l'ho detto. Non riuscivo a dormire. Perchè sei andata a cercare James prima?»

«Non riuscivo a dormire e non volevo svegliare Lily e quindi ho pensato che..»

«Ho capito. Sono sorpreso che tu sia riuscita a svegliarlo sai? Stamattina c'abbiamo messo vent'anni! Non riuscivamo a svegliarlo. È davvero un ghiro!»

«E allora come mai io ci sono riuscita?»

«Non lo so. Sai prima abbiamo letto la lettera di Peter. Non mi sembra che sia molto adatto a questa Casa al dire il vero, ma forse mi sbaglio.»

«Perchè?» chiese Sun sbadigliando, ormai sul punto di riaddormentarsi, la testa che scivolava inesorabilmente sulla spalla di Sirius.

«Non mi sembra molto coraggioso e fiero e che so io.» continuò il ragazzo, a voce sempre più bassa man mano che Sunshine scivolava nel sonno. Anche se non pensava più che lei lo stesse ascoltando, lui continuò a parlare piano, consapevole del fatto che lei, anche se non l'aveva confessato, molto probabilmente non riusciva a dormire perchè sentiva nostalgia di casa o aveva avuto un incubo e quindi anche solo facendole sentire che non era sola, parlandole, lei si rilassava e cadeva lentamente nel sonno. «Sua madre gli diceva che era molto felice che lui fosse diventato un Grifondoro e gli diceva di stare attento a non combinare guai. Deve essere proprio un tipo maldestro. Ma lo si vede già. Stamattina...»

Piano piano la voce di Sirius scomparve, come la luce ormai fioca del fuoco, e Sunshine ricominciò a dormire. Non sognava, ma era tranquilla. Sentiva una presenza vicino a lei, non era sola. Non avrebbe avuto paura di quell'enorme castello, del domani, se non era sola. Dopo un secondo, un minuto o diverse ore, non lo sapeva, si riscosse da quel sonno leggero perchè aveva sentito la presenza di Sirius svenire per un attimo. Si stava svegliando del tutto, quando lui tornò, si mise nello stesso posto di prima e lei appoggiò la testa di nuovo sulla sua spalla, accoccolandosi al suo fianco.

«Sir...?» chiese lei, preoccupata per un attimo per il fatto che lui evidentemente non dormiva e magari voleva ritornare nel suo letto.

«Sh, dormi Sun. Non preoccuparti.» le disse lui, ravvivando il fuoco senza spostarsi. Il nuovo calore dissipò in un istante il freddo che aveva sentito per un attimo e Sunshine ritornò a dormire.

«Idiota!» il ringhio, appena accennato, di Sirius la svegliò di nuovo. «Scusami Sun. Torna a dormire.» le disse sottovoce lui, accarezzandole leggero i capelli. In quel momento lei si accorse di avere la testa appoggiata alla pancia di lui, che era semi-disteso a terra con solo le spalle appoggiate alla poltrona, e le gambe raccolte al petto, un braccio sotto il corpo e un braccio a circondargli la vita. Imbarazzata per quella posizione Sunshine si tirò subito su, stiracchiandosi.

«Scusami per averti usato come cuscino!» disse poi arrossendo.

«Lascia perdere.»

«Chi è un idiota?» chiese subito lei, notando la busta da cui spuntavano diversi fogli, che Sirius aveva lanciato lontano, senza però gettarla nel fuoco che ormai languiva.

«Mio fratello. Ma ora lascia perdere, è tardi e...»

«No, adesso sono curiosa! Dai dimmi. Ti è arrivata prima questa lettera? Quando ti sei alzato?»

«Sì» disse lui con un sospiro, quasi rassegnato al fatto di dover raccontare tutto. «Dai, prendi e leggi se sei curiosa.» le disse poi, indicando la busta. Sunshine gattonò fino a lì e poi tornò indietro.

Era una busta di carta pesante, elegante e raffinata, con uno stemma sulla ceralacca che la chiudeva con su scritta una frase “Toujours Pur”. Dentro c'erano tre lettere. Prese la prima, quella più breve.

 

Sirius Black,

tu non hai neanche idea del disonore che hai portato sulla nobile e antichissima famiglia Black! Sei un ragazzino stupido, inutile e traditore! Siamo clementi, io e tuo padre, solo perchè pensiamo che forse quello sciocco Cappello pulcioso abbia commesso un errore e ti abbia messo in quell'orrida Casa invece di Serpeverde, come sarebbe stato giusto. Quando tornerai a casa per Natale ti farò vedere io cosa succede a chi tradisce e sporca il nome dei Black. Fino a quel momento spero che tu non scriverai ancora, men che meno a Regulus. Tu non lo devi inquinare con le tue sporche idee da traditore. Lui è mio figlio, tu forse potrai tornare ad esserlo se ti dimostrerai meno indegno di come sei ora! E vedi di non farci vergognare ancora di più facendoti mettere in punizione. E non parlare a Narcissa, quella povera santa ragazza si vergogna già abbastanza così! Abbiamo deciso di rispondere alla tua lettera solo per farti rendere conto di quanto grande sia il tuo errore, ma non abbiamo avuto il coraggio di scriverti con la posta del mattino. Cosa avrebbero detto di noi, se avessimo continuato a scrivere a te? E che vergogna avrebbe provato la povera Narcissa? Ricordati, non scrivere a Regulus!

Walburga Black

 

«Ma sono pazzi?» chiese stupefatta Sunshine.

«Può essere, sono Black. La pazzia è parte del nostro sangue.»

«E dice che non sei più loro figlio? É una cosa orribile da dire!»

«È una cosa da lei.» senza più commentare Sunshine passò alla seconda lettera.

 

Sirius,

tua madre non voleva neanche che io rispondessi alla tua lettera, ma io ho deciso di farlo lo stesso. Non credere che con questo gesto io ti perdoni per la tua assurda ribellione o per essere finito in quel letamaio di Grifondoro, ma ho pensato che non fosse bene che il primogenito dei Black restasse senza informazioni. Mi hai chiesto di Jared McCroy e io ho deciso di scriverti qualcosa di lui. È figlio di Evan McCroy, che lavora in ministero. Non è una famiglia nobile, ma pura. Sono molto ricchi e se tu fossi finito al tuo posto, ovvero a Serpeverde, ti avrei consigliato di fartelo amico perchè una persona come lui, e come suo padre, è meglio averla dalla tua parte. Ho sentito dire che è un ragazzo molto educato e intelligente. Ora che sei Grifondoro non dubitare che ti sarà contro, perchè sarai una delle sue vittime preferite. Spero per te che tu non diventi davvero una vittima ma che ti mantenga superiore e soprattutto il più forte, come si conviene ad un Black. Ho sentito dire che è molto portato con le fatture e il Quidditch ma non con le pozioni. Fatti valere almeno in quel campo. Suo padre è sempre stato geloso di noi Black perchè siamo sia puri che nobili, quindi suo figlio non sarà di meno. Non farti mettere i piedi in testa, Sirius. So che sai dare di più di qualunque altro sudicio Grifondoro o invidioso Serpeverde e non solo perchè sei un Black. Spero che quello che ti ho scritto ti sarà dì aiuto ma non farne parole con Walburga. Dimentica anzi che io ti abbia scritto alcunché, piccolo ribelle Grifondoro. Regulus ti saluta ma non dire neanche questo.

Orion

 

«Bè tuo padre ti vuole bene.»

«A sì?»

«Certo. Ti ha insultato più volte e ha cercato di mantenere un certo distacco, ma si preoccupa per te e vorrebbe aiutarti, ma non può per il suo nome e il suo orgoglio.»

«Questo l'avevo capito.»

«Stai zitto.» gli impose lei, che intanto aveva cominciato a leggere la lettera di Regulus.

 

Caro Sirius,

come stai? Non avrei il permesso di scriverti questa lettera, ma per una volta ho deciso di fare come te: fregarmene delle regole e fare ciò che ritengo giusto. Perchè secondo me non è giusto che mamma e papà non vogliano più che tu mi scrivi o che scrivi a casa. Nonostante tutto sei mio fratello e anche sei hai fatto un'enorme cavolata facendoti smistare proprio a Grifondoro, non credo che tu ti sia ancora rovinato del tutto. Spero che tu però sia consapevole dell'enorme casino in cui ti trovi, altrimenti credo che dovrò farti io un piccolo riassunto: la mamma ti odia, papà è deluso e arrabbiato, io non ho il permesso di scriverti e parlarti, sei rinchiuso in una torre con feccia, mezzosangue, sanguesporco e anche i pochi purosangue sono traditori del loro sangue o filobabbani, i nostri genitori potrebbero decidere di toglierti dall'Arazzo e tu finiresti in mezzo alla strada! Ti rendi conto Sir? Cos'hai fatto per rovinarti così, tutto in un colpo, la vita? Prima facevi disperare mamma, poverina, e magari eri sempre in castigo, ma almeno eri un Black degno di questo nome! E ora? Ti rendi conto, fratello, che se combini qualcos'altro potrei anche non poterti più chiamare così? Mamma si è così arrabbiata quando l'ha saputo che ha spedito Cruciatus per tutta la stanza, ha colpito due elfi e poi ne ha ucciso un altro. Perchè Sir? Perchè doveva andare così? Lo so, l'ho sempre saputo, che tu non eri come me, che avevi idee diverse, più malsane e sbagliate, ma speravo fosse solo un modo per far innervosire mamma. E invece? Sei davvero così pazzo da non voler essere un Black? “Toujours Pur” ricordi? Ti sembra di essere puro in mezzo a quella marmaglia? Io mi vergognerei tantissimo, anche solo a vedere come soffre Narcissa. Sai, ha scritto lei di te e era ben chiaro quanto soffrisse per te. È un angelo, Cissy. Sai Sir, sono anche io un po' deluso e arrabbiato. La mamma ha punito anche me ieri, senza una scusa, senza un perchè, solo perchè era arrabbiata. Non temere, non mi ha fatto male, mi ha solo chiuso in camera per tutto il giorno. Spero che tu almeno ti tenga a distanza dalla feccia, lì nella tua sudicia torre rosso-oro. Perchè io so che in fondo anche tu sei fiero di essere un Black e non ti mescolerai con la plebe. Spero di riuscire ad infilare questa lettera insieme a quella di mamma e papà, altrimenti dovrò trovare un gufo. Non so quindi quando riceverai questa lettera, spero presto. Sir, nonostante tutto, un po' mi manchi.

Reg

 

«Sai Sirius, hai ragione: tuo fratello è un idiota!» esclamò alla fine, dopo essere rimasta in silenzio a fissare attonita quelle parole, così inverosimili e assolutamente assurde, almeno dal suo punto di vista.

«Io invece ora penso che sia un povero cretino plasmato dalle idee razziste di mia madre.»

«E anche che non abbia un minimo di coerenza!» aggiunse Sun.

«Sai, possiamo riassumere il tutto dicendo che è solo il solito pazzo, malato, razzista, tradizionalista, dannatamente Serpeverde e nobile Black. Privato naturalmente del poco coraggio e spirito d'iniziativa di mio padre.»

«Oh Sirius mi dispiace! Non volevo insultare la tua famiglia!» si scusò subito lei, convinta di averlo ferito o offeso con le sue parole dure e arrabbiate.

«La mia famiglia? Quella non è la mia famiglia! Quelle sono le persone che hanno il mio stesso nome e il mio stesso sangue, ma non mi amano e non mi accettano per come sono e per le mie idee, quindi non sono la mia famiglia!» disse lui, ormai arrabbiato, alzando la voce. Vedendo lo sgardo stupefatto e un po' spaventato di Sunshine per il suo tono, abbassò la voce, riducendola ad un sussurro pieno di dolore, delusione e amarezza.

«Io non ho una famiglia.» A quelle parole Sunshine spalancò ancora di più gli occhi. Che fare? Voleva consolarlo, ma non sapeva che parole usare, voleva abbracciarlo ma si sentiva in imbarazzo, voleva negare ma non voleva parlare di ciò che non conosceva.

«Non è vero che tu non hai una famiglia!» intervenne in quel momento la voce di James. Gli altri due si voltarono verso di lui, in piedi dietro la loro poltrona, i capelli più scaramigliati del solito e un espressione arrabbiata.

«Che vuoi dire scusa? E che ci fai tu qui?» chiese Sirius alzandosi da terra per fronteggiarlo. Anche Sunshine si alzò e andò ad appoggiare una mano sulla spalla di James, come a trattenerlo.

«Mi sono svegliato e mi è sembrato che non fosse carino quello che avevo detto a Sun e poi tu non eri nel tuo letto e quindi sono sceso. E poi vi ho sentiti parlare e mi sono fermato a ascoltare.»

«Lo sai vero che si chiama origliare?»

«Sirius finiscila! James perchè hai detto che non è vero che lui non ha una famiglia?»

«Non ricordi cosa ha detto la McGranitt Sun? Prima dello smistamento?»

«No. Che ha detto?»

«Ha detto che la nostra Casa è la nostra famiglia. Noi non potremmo essere la tua nuova famiglia? Una famiglia che ti accetta per come sei, per le tue idee?» chiese James con voce seria.

Sunshine sorrise, guardando gli occhi lucidi di Sirius che a sua volta guardava James che ora sorrideva. Si guardavano negli occhi, senza una parola, ma sembravano comunque intenti in una conversazione.

«I-io...» balbettò Sirius, cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscire. Non avrebbe pianto, mai. Continuò a guardare gli occhi marroni di James e ci vide la promessa di tutto ciò che in quel momento gli mancava: amici, famiglia, affetto, calore, complicità, allegria, felicità. Sorrise anche lui e quel sorriso fu il sancire di un patto. Poi James non riuscì più a sopportare la serietà della situazione, la commozione dell'amico che ormai stava per perdere la battaglia contro le lacrime, e decise di farlo sorridere.

«E poi noi siamo facilitati! Abbiamo Sun che è una mammina perfetta e Remus che può fare il papà! E Peter il fratello piccolo! E tu puoi fare il mio gemello se vuoi, o magari il mio elfo domestico!» Tutti e tre scoppiarono a ridere, mentre Sun li abbracciava.

«Siete così stupidi!» sussurrò, spettinando i capelli a James.

«E io non lo faccio il tuo elfo domestico!» esclamò Sirius, che si era furtivamente asciugato gli occhi mentre Sunshine li abbracciava. James rise di nuovo e il rumore svegliò il ragazzo che ancora dormiva con la testa appoggiata al libro. Frank Paciok vide i suoi due compagni di stanza e la loro amica che ridevano vicino al fuoco e scosse la testa rassegnato. Non avrebbe mai fatto una dormita decente con James Potter in giro!

 

-Fine Capitolo-

 

 



Spazio dell'Autrice

Ok sono davvero troppo brava! Due capitoli nello stesso giorno! Comunque che ne dite? A me piace, ma a voi non so quindi (io ci provo sempre) non è che potreste recensire per dirmelo? *sorride speranzosa*

Comunque io volevo spiegare la lettera di Orion...io so che lui è un pazzo e blablabla ma me lo sono sempre immaginato un po'..tontolone ecco...un po' succube di Walburga, ma che in fondo vuole bene ai suoi figli. Probabilmente non è così ma a me piace pensarlo e quindi ho deciso che avrebbe risposto alla richiesta di Sirius anche solo per sorprenderlo. Invece Regulus me lo immagino attaccato al fratello ma più che altro già impregnato delle idee di sua madre e quindi ho scritto la sua lettera di conseguenza. Spero che il finale non vi sembri troppo smielato!
Grazie mille a Just a Little Wizard che recensisce sempre e prova anche ad Appellare le vostre recensioni (mi sa che ti devi allenare ancora perchè non funziona...)
Non credo che pubblicherò il prossimo tanto presto (circa sabato) ma non si sa mai! Un bacionissimo (?)

*dD* 

  
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