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Autore: Emmie90    07/05/2012    3 recensioni
"Lo scrosciare della pioggia, il silenzio nella casa, il ticchettare sul vetro, il respiro lento, le lacrime."
Un percorso attraverso le profondità dell'animo di una donna, perchè alla fine le risposte sono dentro di noi, anche quando siamo così sconvolti da non riuscire a trovarle.
La storia e i personaggi sono tutti originali, ma lo sfondo in cui accadono è il mondo Potteriano.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui con l'ultimo capitolo della mia storia,
grazie per essere rimasti con me fino alla fine. Spero che le mie parole vi abbiano lasciato qualcosa, che silenziosamente porterete sempre con voi.
Con affetto,
Em.

Cap 6

 
 
Questa sera tocca a noi
Andiamo fuori dove vuoi
Forse non torniamo mai.
Ferma tutto, TimeOut
Andiamo dove piace a te
La vita è qui da vivere
E non da rimpiangere.

(Time out- Max Pezzali)


I giorni passavano quasi normalmente, forse troppo. Era come se il discorso fosse solo stato fatto scendere nel profondo in modo da sembrare, al primo sguardo, come un tempo.
Sorrideva, ora, giocava con Brandon e chiacchierava con tutti ma uno sguardo attento avrebbe notato che la luce che di solito le illuminava il sorriso era sparita, era il sorriso di un altro, non il suo.
Ma solo Martin sembrava essersene accorto. Aveva imparato a conoscerla, a capire che nonostante le apparenze vi era ancora un salto da fare, ancora un passo che forse sarebbe stato il più difficile: ricominciare.
 
“Ci sarebbe una specie di festa stasera…”
Martin rimase appositamente sul vago osservando l’amica.
“Veramente? E ci vai?”
Domandò lei, alzando lo sguardo dal libro di trasfigurazione che stava consultando.
“si, con toi”
Le rispose con sguardo trionfante.
“mais io non ho mai detto che sarei venuta! Ho da fare…correggere i compiti e…”
Emilie chiuse il tomo osservandolo perplessa.
“alle nove devi essere pronta…buon pomeriggio tresor”
Si dileguò su per le scale con un sorrisetto compiaciuto lasciando la donna con la bocca spalancata e indignata per essere stata colta così alla sprovvista.
 
Un abito nero le fasciava il corpo perfetto lasciando le spalle candide scoperte, i boccoli biondi ancora leggermente umidi, la bocca imbronciata disegnata di rosso scarlatto.
“allons? Oh avanti, non vorrai avere tutta la sera quell’espressione offesa con moi!?”
La voce di Martin le comparve accanto facendola sobbalzare lievemente; le mise una mano sulla spalla.
“vedrai…ci divertiremo, fallo per moi”
Gli occhi azzurri dell’amico si fermarono sui suoi smeraldo, erano sinceri e ottimisti: non voleva deluderlo.
“D’acord…”
Brontolò lei, arricciando poi la bocca in un sorriso.
 
Il locale era pieno e festante, luci colorate rischiaravano l’atmosfera. La musica era alta e sovrastava le parole e Martin sperava potesse fare lo stesso con i pensieri: voleva regalare una serata ad Emilie e ci sarebbe riuscito a qualsiasi costo.
Emilie si guardava intorno, tra la calca di gente che sgomitava e ballava allegra. Martin la prese per mano, tirandosela dietro verso il bar, senza nemmeno chiederle le ordinò un bicchiere di champagne che le cacciò poi nella mano.
“merci”
Emilie lo trangugiò in un solo sorso,
“ehmm…gradirei non doverti portare a casa in braccio, Emilie.”
La rimproverò divertito.
“oh oh, rien male…”
Iniziò osservando un bel ragazzo qualche metro più in là, con un bicchiere di vino tra le mani.
“..peccato, guarda toi”
Fece un sorrisetto sornione, spingendola verso la direzione in cui stava guardando.
“..io non credo sia una buona idea…”
“per stasera comando io, e poi è solo un ballo…”
Emilie lo guardò male, biascicando qualcosa, ma ormai il ragazzo si era fatto avanti, chiedendole di ballare.
 
 

When my world is falling apart,
when there's no light
to break up the dark
That's when I look at you
(When I look at you- Miley Cyrus)

 
I boccoli biondi erano sparsi sul cuscino, illuminati da un raggio di sole che filtrava dalla finestra della stanza. Emilie si rigirò nel letto, aprendo pian piano gli occhi e mettendosi seduta tra le lenzuola profumate. Si ritrovò a sorridere da sola, Martin aveva ragione: per una serata aveva riso senza pensare a niente, forse merito dello champagne ingerito. Ma svegliandosi tutto le era ricaduto addosso, sentiva la testa scoppiare e una leggera nausea. Si passò una mano nei capelli, portandosi poi la mano alla fronte.
“Maledizione...mai più così tanto champagne!”
Pensò alzandosi, mentre si infilava la vestaglia.
Il sole era già alto nel cielo, ma la casa era silenziosa: il francese dormiva ancora, arrivato nelle medesime condizioni dell’amica e Brandon sonnecchiava beato nella sua cameretta.
Lei avvicinò alla bocca la tazza colma di caffè mentre l’aroma forte riempiva la cucina, lanciò un’occhiata al giardino della villa, alla sensazione di libertà che le ricordava.
Dopo qualche minuto era già nell’ingresso, stretta in un cappotto con ancora addosso la vestaglia: percorse il vialetto senza fermarsi al cancello ma superandolo, uscendo dalla sua tenuta.
Faceva freddo ma Emilie sembrava non farci caso, voleva continuare a camminare, coccolata dal silenzio che la circondava. La strada era deserta e soleggiata, sospesa nella sua luminosa tranquillità.
Una figura comparve poco più in là, le mani in tasca e il bavero della giacca alto per ripararsi dal freddo. Entrambi si fermarono di colpo, come se temessero di proseguire e di incontrarsi. Passarono alcuni istanti poi all’unisono ripresero a camminare, fermandosi uno davanti all’altra. Il loro sguardo si incrociò per un solo momento, poi il ragazzo abbassò lo sguardo calciando un sassolino.
“James…”
Emilie si decise a parlare, ma senza fare un solo passo in più.
“mi dispiace”
Furono invece le sole parole di lui,
“non avrei voluto che…”
continuò prima di venire interrotto: Emilie lo fermò con un solo sguardo.
“lo so, nemmeno io”
Un silenzio freddo ricadde su entrambi, nessuna parola sembrava avere senso in quel momento, le promesse, le aspettative, la rabbia, la tristezza: tutto sembrava essersi annullato riempiendo l’aria di un pesante niente e frasi non dette.
“promettimi che non ti dimenticherai di moi e dei bambini”
Sussurrò poi Emilie in un sibilo appena udibile, senza il coraggio di guardarlo dopo aver dato voce ai suoi pensieri, si stropicciò le mani, in imbarazzo.
“non posso farlo…lo sai che ti amo,…ma non c’è altra scelta. Dobbiamo continuare…”
“…separati”
Terminò Emilie per lui, alzò lo sguardo osservandolo per un po’. Sapeva che anche se non lo aveva accanto poteva sempre sentirlo vicino ripescando dal profondo la sensazione di averlo con sé e era sicura che lui stesse pensando la stessa cosa.
Senza nemmeno accorgersene i due si strinsero in un abbraccio senza parole, senza più nessun desiderio se non quello di portarsi il ricordo dell’amore dell’altro con sé per sempre. Le loro mani si sfiorarono, un contatto intimo più di un bacio, come se quel tocco potesse farli svanire uno nell’altra. Un ultimo sguardo e ,così come si erano incontrati, i due ripresero le loro strade, ognuno per conto suo e nessuno osò voltarsi indietro.
Avrebbero ricominciato a vivere. Perché non voleva dire dimenticare ma solo spingere sempre più dentro di sé il ricordo del passato tanto da farlo diventare parte di loro; così tanto che non avrebbe più fatto male ma solo dipinto un sorriso commosso mentre lo sguardo vagava ai passati momenti insieme.  Ce la avrebbero fatta, insieme come sempre anche se divisi.
 

The End.

  
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