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Autore: SusiGio    07/05/2012    2 recensioni
Gli ultimi dieci giorni di una ragazza. Cosa accadrà?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 9
 
-Non ci credo! Stai ancora dormendo!- disse mio padre mentre apriva le tende e alzava la serranda della finestra.
-Papà! Lasciami dormire.- misi il viso sotto le coperte.
-Su alzati piccola è il giorno della gita!-
-Possiamo rimandare a domani?-
-Ma me l'hai promesso!- sentivo i suoi occhi addosso e un senso di colpa mi invase.
Con un gesto teatrale mi tolsi le coperte e mi alzai dicendo -Sono piena di energie, pronta ad andare ovunque vorrai!- Logan mostrava un sorriso a trentadue denti. Mi era sembrato più felice negli ultimi giorni ed ero assolutamente curiosa di sapere il motivo. Poi mentre usciva dalla stanza mi venne in mente una cosa. E se si stesse frequentando con un'altra donna ? Ormai la mamma non si faceva vedere e sentire da tempo e anche mio padre doveva rifarsi una vita. No, non ero pronta ad accogliere una nuova persona nella mia casa.
Mi diressi verso l'armadio e presi una valigia ormai più che schiacciata, iniziai a metterci dentro magliette, pantaloni e giacche. Neanche dieci minuti e avevo finito. Guardai quei pochi stracci che occupavano nemmeno un terzo della sacca e mi buttai sul letto, presi il cellulare e telefonai a Sarah.
-Pronto?- la sua voce era assonnata e in effetti non aveva torto, erano le nove del mattino in un giorno di vacanza.
-Ciao sono Kath stavo facendo la valigia e mi sono accorta che al massimo avrò tre vestiti, ho un urgente bisogno di shopping.-
-Sei tu la ragazza segreta di Harry? - disse in tono provocatorio.
-Cosa?- che cazzo stava dicendo?
-Bè cara guarda il suo stato.-
Feci un salto dal letto al computer, circa tre metri. Accesi il portatile e nella ricerca di Facebook digitai 'Harry Styles'.
'Non sa di essere bella, tutti in questa stanza lo possono vedere ma lei..'. Niente nomi, niente cognomi, dire che mi era venuto un colpo era un eufemismo.
-Ci hai creduto Kath!- rideva mentre io cercavo di contenere la mia ansia.
-Torna a dormire stronza! Fammi sapere per domani.- chiusi la conversazione.
Per un po' rimasi a riflettere sullo stato, che non era per me era certo. Ma allora per chi era ? Harry aveva una ragazza? Da quando era capace di amare?
All'improvviso la voce di mio padre interruppe i miei pensieri e mi ricordò di prepararmi, presi dei jeans e una felpa grigia, non mi interessava essere presentabile era solo una gita. Davanti al lavandino mi feci una coda alta per tenere in ordine i miei lunghi capelli biondi, osservai per un po' la ragazza dentro lo specchio e sollevai la mano per toccare quella barriera trasparente che ci divideva. In quella ragazza non c'era niente che andasse bene. Viso troppo allungato, labbra sottili, occhi di un azzurro troppo chiaro. Superai la bilancia senza degnarla di uno sguardo, no, non oggi, dovevo rimanere forte.
Quando scesi al piano inferiore mio padre non c'era e d'istinto guardai fuori dalla finestra. Stava già caricando delle ceste nel cofano. Appena mi vide agitò le braccia facendomi segno di uscire. Salì in macchina e subito mi disse -Sembri in pigiama, lo sai?-
-Grazie papà.- dissi sarcasticamente.
La radio era accesa e i paesaggi sfilavano uno dietro l'altro. Prima la città, poi le casette e le colline. Era passata un'ora e ancora non capivo dove stessimo andando.
-Quanto manca ancora?-  il sole mi riscaldava i jeans e sotto questi le gambe stavano bollendo.
-Siamo appena arrivati tesoro.- Logan fermò la macchina davanti a quello che sembrava un parco, come quelli dove vanno le famiglie a fare picnic. Tutto questo lo si poteva vedere da dietro un cancello in ferro che dava sulla strada.
Una volta aperto il cancello mi trovai in una specie di sentiero formato da delle mattonelle e ai lati basse colline, ci misi due minuti buoni per capire dove mi stesse portando. Quello che pochi istanti prima mi sembrava un sentiero mi portava a una casa non meravigliosa, molto di più. Sembrava fatta in cristallo! C'era un piscina perfettamente rettangolare, il piano terra era collegato a un cottage con un corridoio fatto in vetro, a prima vista delle porte scorrevoli avrebbero fatto in modo di lasciare libero ingresso.
-Ti presento la casa dove andremo a vivere quando finirai il college oppure per l'estate, deciderai tu.- mio padre mi guardò pieno di gioia e riiniziò a parlare -Vieni ti faccio vedere.- 
La casa all'interno era uno spettacolo, perfettamente arredata. Avevo una stanza con vista sulle campagne e un balcone dove poteva benissimo starci un tavolo, 'potrai studiare qui per gli esami' aveva detto Logan. C'era stato un momento di imbarazzo quando entrammo nella sua camera da letto, -La sto progettando da quando ancora c'era tua madre.. Doveva essere un regalo.- avevo visto il dolore nei suoi occhi e l'avevo abbracciato, non lo facevo da molto tempo.
Poi mi aveva portata nel giardino posteriore doveva aveva preparato un tavolo con il pranzo sopra.
Avevamo parlato del più e del meno e, per la prima volta dopo anni, il mangiare non era stato un peso sulla coscienza. Il pomeriggio era passato piacevolmente tra partite di Ping Pong e chiacchiere. Al calar del sole decidemmo di rimetterci in viaggio verso casa.
-Tieni le chiavi, chiudi il cancello, sarai tu a riaprirlo al tuo ritorno dall'Australia.- quella casa aveva  un enorme significato per lui, un nuovo inizio, solo io e lui. Quella sera mangiammo della pizza in soggiorno e dopo aver finito mi affacciai alla finestra di camera mia. Vidi la vicina di casa, Signora Ayala, che pensavo fosse morta, portare a spasso una bambina sui tre anni. Non so come quella vista possa aver fatto scaturire qualcosa dentro di me, ma vedere una persona che non usciva mai, e ripeto, mai di casa, uscire e sorridere a una bambina mi aveva dato forza, come se mi avessero detto "prendi possesso della tua vita". In preda alla frenesia presi la bilancia e la buttai dalla finestra, proprio sulle aiuole tanto amate da mia madre, in fretta e furia scesi le scale per dirigermi in cucina. 
-Vuoi del gelato?- stavo porgendo a mio padre una coppetta.
-Sì grazie!- rispose sorridendomi.
Mi sedetti sulla poltrona a fianco alla sua e credo proprio di essermi addormentata mentre guardavamo una partita di baseball.
  
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