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Autore: _bianchina_    07/05/2012    1 recensioni
Questa è la prima volta che mi cimento nella scrittura creativa, perciò non vi garantisco niente :). La storia che sto per pubblicare è costituita da vari capitoli, il personaggio principale è Caroline, ma approfndirò il suo rapporto con Klaus;ancora non so di preciso quanti capitoli scriverò. Buona lettura!
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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…. I’m still here ….
 



3 giorni dopo….


Non ricordo quanto tempo sia passato, né ricordo bene cosa sia successo, tantomeno dove sono finita. Tento di aprire gli occhi, fatico a fessurarli, mi bruciano come se stessi osservando il sole e risplendesse in tutta la sua luminosità proprio di fronte a me, e io non fossi munita del mio magico anello. Tento di muovere le mani, ma le sento intorpidite, provo una sensazione simile a quelle che provavo da umana, quando dormivo con le braccia messe in posizioni assurde e quando mi svegliavo al mattino le sentivo formicolare. Provo di nuovo a muovere e questa volta sento non più formicolio ma dolore, come se le avessi strette in una morsa tagliente, cosa che è effettivamente vera, infatti, non appena riesco ad aprire gli occhi scopro di essere intrappolata, con i polsi lacerati da una tagliola appesa un trave di legno, che penso regga il soffitto di questo strano posto in cui mi trovo….

Tento di non perdere la testa e di non mettermi ad urlare, cercando di mantenere la calma studio la situazione, le mie condizioni fisiche –terribili, dato che sono ricoperta di ferite non del tutto rimarginate, suppongo ciò sia dovuto alla mia estrema debolezza ed alla mia carenza di nutrimento, visto che non ricordo nemmeno da quanti giorni non mi nutro. Tento di sforzarmi, di rompere quella dannata morsa che mi fa terribilmente male, senza riuscirci, mi dimeno, appesa a mezz’ aria come sono, ma gli unici risultati che ottengo sono uno spreco di energie e ulteriore dolore ai polsi e a tutto il corpo. Mi rendo conto che non riesco a fare niente, che non posso liberarmi e che sono in balia della sorte, o per meglio dire, di chi mi ha imprigionata qui.

Le mie riflessioni incerte sono interrotte da un odore improvviso che mi si abbatte contro e mi fa trasalire, è odore di sangue. Questo mi fa tornare alla mente le terribili cose che sono successe nelle ore o nei giorni precedenti – Dio solo sa da quanto tempo sono quì - …Mi ricordo di quell’ uomo dai modi animaleschi che mi ha trascinata e torturata all’ interno di questa catapecchia insieme a…….Oh mio Dio, Elena e Bonnie!! Me ne ero del tutto dimenticata, chissà che cosa è successo loro, chissà se sono ancora vive o se questi pazzi maniaci le hanno fatte a pezzi, come le altre persone che suppongo siano state portate qui e poi smembrate, visti i resti che ricordo aver visto sotto al tavolo,al solo pensiero mi viene il voltastomaco.

In preda al panico inizio a piangere silenziosamente, le lacrime mi colano lungo le guance, seguo il loro corso fino allo schiantarsi a terra, e quando abbasso lo sguardo, per la prima vota dopo il mio risveglio, noto con orrore uno spettacolo macabro, vedo pozze di sangue ovunque, e più di un cadavere gettato in malo modo, senza parti del corpo, o peggio decapitato. Lancio un grido di terrore e subito la mia bocca viene violentemente tappata da quella mano sudicia e pesante che mi aveva martorizzata prima. Do calci al vento, sgomito, tento di morderlo, il tutto senza successo, mi si pone davanti, e con forza mi strappa via le mani dalla tagliola, facendomi gridare di dolore e spruzzando fiotti di  sangue ovunque, sui nostri visi, sul suo grembiule da macellaio…..Mi stinge tra i suoi arti e mi butta di peso su quello che sembra essere un tavolo, che come il resto della cantina, per meglio dire della casa stessa, è sporco di sangue. Iniziamo una lotta disperata, lui emette suoni assurdi, che sono più propri di un animale che di una persona, io mi dimeno, con le mani ferite spingo via la sua faccia che sento farsi sempre più vicina, cerco di respingerlo come posso, quando da una tasca gli scivola un coltellaccio, uno di quelli che si trovano in tutte le cucine, con la lama larga ed affilata. Lo afferro al volo e glielo striscio su braccia, collo e volto, dove capita. Lo sento allentare la presa su di me, per andarsi ad asciugare il sangue che colava dalle ferite, così colgo l’ occasione per scappare, nonostante inciampi nei vari pezzi di corpi dispersi a terra; mi arrampico su per le scalette ripide, aggrappandomi con forza al corrimano, in preda al panico, disperata, terrorizzata ed ansiosa di non scoprire il suo inseguimento sfrenato. Mi trovo davanti alla porta di questo bunker degli orrori, è una porta che sembra pesantissima, esco al volo e me la chiudo alle spalle, sperando di bloccare la sua furia. Mi ritrovo nella sala da pranzo dove erano Bonnie ed Elena e noto, che non sono più lì. Grido disperatamente i loro nomi, singhiozzo, urlo, finchè non vedo Elena rattrappita sotto al tavolo, mezza morta di paura e con il viso consumato dal pianto afferrarmi una caviglia, la prendo per mano per farla alzare, le domando dove sia Bonnie, ma vedo che non è in grado di rispondere. Non riesco a trovare Bonnie prima che quello sceriffo entri nella stanza, con suo fucile spianato e con l’ espressione di chi sa di averti in pugno.
-Elena, cerca di scappare, trova un telefono, chiama aiuto!!- Le sussurro ad un orecchio prima di fiondarmi sul fucile in modo da tenerlo occupato per dare il tempo ad Elena di cercare Bonnie e di fuggire per chiamare soccorso.  Poi,un colpo e cado a terra.

Credo di essere rimasta svenuta per qualche minuto; sento delle voci riverberate attorno a me, penso che i due stiano parlando, o meglio, discutendo di qualche cosa, anche se non riesco a capire bene cosa, le uniche parole che distinguo sono “ragazza” e “fuggita”…..un momento, Elena deve essere riuscita a fuggire, forse le speranze per me non sono del tutto perdute, forse riuscirò a tornare a casa da mia madre, da Tyler, da Matt, forse riuscirò a rivedere lui, Klaus…..è impensabile che in un momento del genere, con tutto quello che sto passando, io riesca a pensare a lui. Sono ancora stesa a terra, quando il mostro mi prende per una gamba trascinandomi per la stanza, mentre sento ancora la voce di quello sceriffo che gli comunica il menù del giorno: Bonnie. Non posso crederci: Bonnie è morta, Elena è fuggita e chissà quando o se ritornerà, e io sono ancora in balia di questi psicopatici.

 
 So che questo capitolo non è proprio il massimo, anzi, non è proprio un gran che ed è cortissimo, però era troppo tempo che non aggiornavo e volevo farmi sentire di nuovo, per non farvi pensare di essere morta o stata rapita dagli alieni XD  Mi scuso enormemente per la mia grandissima mancanza di rispetto nei confronti di chi aspettava un aggiornamento, ma sono davvero stata molto impegnata con la scuola e tutto il resto…. Spero con tutto il cuore di non aver perso le/i mie/miei lettrici/lettori, e ringrazio tutti colo che leggono e recensiscono la mia storia sconnessa. A presto-lo giuro :) -
 

  
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