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Autore: _Aly Colfer    07/05/2012    3 recensioni
... D'istinto ficcò una mano nella giacca nera e ne estrasse un bigliettino ben ripiegato.
Lo aprì con interesse e ci lesse sopra un numero [...]
La strana fitta al petto, anzi al cuore, si fece sentire ancora.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Angolo scrittrice: innanzitutto mi scuso per il rigoroso ritardo con cui aggiorno, ma non ho avuto molto tempo per andare avanti, soprattutto in questo periodo che sono parecchio impegnata.

Spero vi piaccia, questo capitolo si concentra soprattutto sugli stati d'animo di Kurt.

Ah, sono presenti nel testo dei dialoghi tramite sms. E beh, buona lettura.

Aly.

 

 

 

 

Erano passate settimane e forse anche mesi dall'ultima volta che Kurt aveva digitato il numero di Blaine sullo schermo del suo costosissimo cellulare, ma non aveva mai avuto il coraggio di premere la cornetta verde per far partire la chiamata.

Per questo non si dava pace, eppure non riusciva a capire perché gli interessasse così tanto un semplice sconosciuto. Forse non era solo uno sconosciuto, era lo sconosciuto.

Non si conoscevano minimamente ma è come se si fossero già visti da qualche altra parte, forse in sogno o semplicemente una vecchia, vecchissima, conoscenza.

Kurt, si sentiva stupido a pensare una simile cosa, così ogni volta scansava tutti quei pensieri e si dedicava ad altro.

Non quel giorno però.

 

“Papà, esco .. con Rachel.” - gridò scendendo le scale di fretta.

“Sicuro Kurt?” - chiese il padre premuroso, sapendo che suo figlio molto probabilmente aveva altro in mente. Solo si augurava che non fosse niente di stupido o insensato. Non si poteva mai sapere, a volte nella testa di Kurt balenavano idee del tutto assurde.

Peccato che non ebbe nessuna risposta dal suo figliuolo che si era già chiuso la porta alle spalle, lasciando suo padre a parlare da solo nell'allegro salotto.

 

 

(Sabato; 5.30 pm)

K: “...”

 

(5.45 pm)

?: “Chi saresti ?”

 

K: “.. Sei Blaine, vero ?”

 

B: “No, sono mio nonno. Chi è che mi cerca ?”

 

(5.50 pm)

K: “Bambino.

Sono Kurt, quello con cui hai parlato al matrimonio, scusa per le poche informazioni.”

 

B: “Dolcezza, era da tempo che aspettavo un tuo messaggio. Dimmi.”

 

K: “Usciamo, adesso. Sono al Lima Bean, presente ?”

 

(6:00 pm)

B: “Sì, lo conosco. Ah, sapevo che mi avresti cercato.”

 

K: “Sbrigati !”

 

 

 

Da dove aveva preso tutto quel coraggio, Kurt non lo sapeva, ma fatto sta che ce l'aveva fatta ed era riuscito a combinare un appuntamento improvvisato al momento.

Non era niente di importante o di vitale, voleva solo fare due chiacchere col ragazzo che gli aveva fatto fondere il cervello. Sì, perché in ogni istante, minuto ed ora c'era Blaine ad occupare i suoi pensieri.

 

Era entrato da poco al pub, l'aroma del caffè l'aveva piacevolmente rasserenato ed ora aspettava all'ultimo tavolo, come una scolaretta innamorata, Blaine.

Kurt ordinò già la sua solita bevanda calda in attesa che il ragazzo facesse ingresso al Lima.

Svogliò disattento il giornale, canticchiò qualche sonetto nella sua mente, salutò qualche suo conoscente che passava di lì per una pausa di relax, ma non c'era la minima traccia del moro.

Deluso, rimase ad aspettare ancora un po'. Non voleva rendersi conto che gli era appena stata data buca. Era furioso e in un certo senso con se stesso.

Come aveva fatto a fidarsi di un tipo che nemmeno conosce ? E se fosse stato un maniaco ? Cosa avrebbe detto a suo padre che credeva fosse uscito con Rachel ?

Si sentiva ferito nell'orgoglio. Sperava, almeno per quella volta, di piacere a qualcuno. Qualcuno interessato a lui non solo perché aveva un buon quoziente intellettivo, lui voleva al più presto trovare una persona con cui passare la sua vita.

Era una cosa stupida, si sentiva stupido. Doveva smettere di dar fiducia a tutti quelli che incontra e soprattutto doveva rassegnarsi all'idea che i ragazzi conosciuti solo da poche settimane possano essere l'amore della sua vita.

 

Si diresse con passo deciso verso casa, quando il telefono iniziò a vibrare. Un messaggio. Da Blaine.

 

(7:50 pm)

B: “Scusami Bello, non riesco a venire.”

 

Con le lacrime agli occhi, continuò per la sua strada e non rispose al messaggio.

Basta, doveva dimenticarsi di quel bastardo.

Era ora di pensare a se stesso, al diavolo li altri.

 

 

5 chiamate perse dal 'riccio bastardo'

 

Questo messaggio che Kurt era solito trovarsi sullo schermo del suo iPhone.

Prontamente lo ignorava, cancellava tutte le chiamate perse e si strafogava di gelato alla soia, cosa che si concedeva solo quando vedeva qualche film strappalacrime.

Voleva tornare a star meglio, voleva rincominciare a vivere senza pensare ogni singolo momento della sua giornata a Lui.

Aveva provato a convincersi che era un tipo rozzo, dalle maniere poco educate, con un linguaggio troppo colorito e che pensava solo a darsi da fare, e un po' era così, ma era così attraente che non poteva far altro che guardare i suoi lucidi occhi color miele, far correre e sorridergli.

Era giunto a una conclusione, almeno. Si era preso una cotta per Blaine, ecco.

 

 

“Ma che diavolo !?” Kurt sobbalzò sul letto e frastornato con gli occhi ancori gonfi di sonno si affacciò alla finestra.

Da fuori proveniva una piacevole melodia. Il ragazzo rimase affacciato al balcone.

Ascoltava la canzone e ogni tanto accennava qualche verso.

 

And if you have a minute, why don't we go

Talk about it somewhere only we know?
This could be the end of everything
So why don't we go somewhere only we know?
 

Era appena l'alba, il sole sorgeva riportando la vita e illuminando ogni essere vivente col suo delicato calore. Kurt si chiedeva chi era la fortunata a cui era dedicata la canzone.

Con le lacrime agli occhi, si scorse ancora un po' dal balcone e noto una figura che si muoveva leggiadra e sicura di se in mezzo alla strada, anzi si dirigeva sotto a casa sua.

Il cuore inizio a battergli forte, così forte da scoppiargli nel petto.

“B-Blaine !” - fu l'unica cosa che riuscì a dire.

  
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