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Autore: reina86    08/05/2012    8 recensioni
Un futuro apocalittico, sogni infranti da uno scienziato assetato di vendetta nei contronti di un sayan dal cuore nobile, e relazioni spezzate da un destino crudele e beffardo...
Tutto ciò porterà il giovane Trunks, erede del grande guerriero Vegeta, a viaggiare indietro nel tempo e salvare i suoi amici, cambiando cosi le sorti dell'intera umanità una volta per tutte.
Amicizia, passione e lealtà, questi i sentimenti di cui tratterò tra flashback e ricordi di ogni tipo, dando particolare attenzione al rapporto che si è creato tra Bulma e Vegeta in questa dimensione, perchè a volte una struggente storia d'amore riesce a superare anche i vincoli della vita e della morte .
"Pensava di resistere Vegeta, ma i sentimenti a volte sanno essere maligni, aggrediscono alle spalle proprio quando si è più deboli e indifesi mentre tutto si consuma rapidamente; quando poi risorge il sole e compaiono i segni dell'aggressione, restano le ferite per le quali serve solo il tempo, spesso troppo, e lui quel tempo non l'aveva più".
Posso solo augurarvi buona lettura e ringraziare anticipatamente chi vorrà lasciarmi una recensione o un semplice commento.
Reina
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Gohan, Goku, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti cari lettori, approfitto di queste due ore libere dal lavoro per pubblicare un nuovo capitolo che spero vi piaccia. Sto scrivendo molto in questi giorni, la storia si sta facendo sempre più lunga e ricca di colpi di scena, e non me lo aspettavo, detto sinceramente.

Sto seguendo l'ispirazione e spero tanto di non deluvervi.

Il prossimo sarà incentrata su Bulma e Vegeta, capirete quindi il mio impegno e il mio sforzo a riguardo, ma giuro di non farvi aspettare molto.

Intanto vi auguro buona lettura e a risentirci presto.

Reina.

 

 

 

CAPITOLO 6

 

A cosa serve passare dei giorni se poi non si ricordano”

Cesare Pavese

 

Cosa credete di fare a riguardo”?

 

Vegeta era rimasto dietro la porta ad ascoltare Bulma e suo padre parlare di tutto quello che stava accadendo a pochi chilometri di distanza da loro.

Per lui l'esercito del Red Ribbon, cosi come la storia del Dott. Gelo, non avevano molta importanza, più che altro era curioso di sapere quale fossa la verità riguardo i due cyborg in circolazione, il resto era solo una cornice senza importanza.

Tra sé pensava che anche in questo caso Kakaroth si fosse reso protagonista di altre eroiche gesta, salvando più volte l'umanità dalla presenza di minacce esterne, e ormai non se ne meravigliava più di tanto.

Poteva tranquillamente affermare che il suo antagonista aveva salvato la terra in molte occasioni, tante quanto erano state le volte in cui lui distruggeva e sottometteva i vari pianeti dell'intera galassia.

La sua indole era umana, della razza sayan aveva ereditato solo la voglia di combattere e di superare sempre i propri limiti; di certo tra i suoi ideali di vita non c'erano la supremazia e la voglia di conquista.

Bulma lo osservava stupita, innanzitutto perchè aveva origliato, e poi perchè si era interessato a stupide faccende terrestri, cosi come lui spesso le chiamava; non si era allenato quella mattina come faceva sempre, e pensò che fosse strano che per un esaltato della guerra come lui, ma non si soffermò più di tanto su quel pensiero perchè aveva cose più importanti su cui riflettere.

 

Pensiamo che la causa di tutto ciò possa essere di due cyborg che...”

 

Ho ascoltato già tutto”.

 

Il sayan tornò ad incrociare le braccia nel suo tipico atteggiamento, evitando lo sguardo di Bulma che nel frattempo si era oscurato a causa della durezza di quella frase; anche con le parole più banali era capace di tanta arroganza e presunzione, a volte riusciva ad essere davvero inopportuno e scortese.

Lo scienziato percepì la tensione che si era venuta a creare tra i due e cercò di intervenire parlando in modo chiaro e conciso, sapeva bene che quella era una qualità che Vegeta aveva sempre apprezzato in lui.

 

Non sappiamo cosa fare, queste sono solo mie supposizioni... dovremo aspettare la loro prossima mossa e cercare di saperne di più, solo allora potremo darti altre notizie a riguardo”.

 

 

Quando gli si parlava chiaramente senza tanti giri di parole, Vegeta ascoltava volentieri e se ci fosse stata la necessità, avrebbe anche risposto.

Sul suo pianeta era quello il modo in cui i suoi soldati o i suoi sudditi si rivolgevano a lui, lo tenevano aggiornato di ogni passo o movimento nemico importante, e lui ascoltava serio ed orgoglioso senza nemmeno rivolgergli uno sguardo fugace; quando finivano, si allontanavano velocemente, non prima però di essersi inginocchiati al suo cospetto e avergli giurato eterna fedeltà.

Apprezzava quella dote nel Dott. Brief, che a differenza della figlia era esauriente e parlava poco.

 

Aspettiamo allora, ma sappiate che non riesco a sentire alcun tipo di aura. Ogni essere vivente ne possiede una, anche voi deboli terrestri, quindi o quei due non posseggono un'anima o non hanno una forza spirituale”.

 

Bulma si stupì nuovamente, non solo per le sue rivelazioni riguardo i due nemici, ma anche perchè erano giorni che non gli sentiva aprir bocca per cosi tanto tempo e cosi celermente, ne era felice ma non lo diede a vedere.

 

Papà avevi ragione tu, sono dei robot senz'anima, le tue supposizioni erano giu...”

 

Zitta”!

 

Vegeta aveva allungato il braccio destro aprendo la mano sul viso di Bulma, non la sfiorò nemmeno, veloce e lesto come solo lui sapeva essere, l'unico scopo di quel gesto era di zittire la ragazza, perchè in quel momento c'era altro che avrebbe dovuto sentire. Socchiuse gli occhi preoccupato, la sua mente vagava alla ricerca di quella energia cosi potente e pura che in un solo istante catturò la sua attenzione. Non ci volle molto a capire, richiuse allora la mano rilassando il braccio e portandoselo lungo il fianco destro, guardò una Bulma angosciata che proprio non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

 

Junior...”

 

Disse solo un nome, pronunciandolo lentamente e con un filo di fiato.

 

*********

 

Sui monti Paoz intanto, la vita cominciava a trascorrere tranquilla come qualche tempo prima; i soliti paesaggi calmi e sconfinati circondavano quella casa in cui i suoi abitanti si stavano lentamente riprendendo dalla scomparsa di Goku. Chichi cosi giovane e coraggiosa, aveva sofferto molto, soprattutto quando suo marito forte ed imbattibile, si contorceva dal dolore ad ogni ora del giorno e della notte a causa della sua malattia cardiaca. Fece di tutto per l'uomo che amava, lo assisteva accuratamente trascurando sia sè stessa che suo figlio Gohan, sarebbe stata disposta a qualsiasi sacrificio pur di averlo accanto, ma il destino non tenne conto né del suo amore, né della devozione che loro figlio aveva verso il padre. L'unica consolazione era di saperlo felice e sereno nell'aldilà, lì dove era già stato dopo la sua morte per mano di suo fratello Radish.

 

Agli altri mancava un amico ed un confidente, ma a lei mancava metà del suo cuore, poco valeva sapere che era stato un guerriero valoroso, eroe di molte battaglie, perchè a lei mancava l'uomo che amava e con cui aveva deciso di avere una famiglia; nemmeno il loro adorato bambino avrebbe potuto capirla fino in fondo, troppo innocente per capire cosa significasse avere un rapporto d'amore basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco.

Nessuno avrebbe mai ascoltato le sue lacrime notturne e lo sforzo che compiva ogni volta per non far capire a suo figlio Gohan quella sofferenza che le straziava l'anima ogni volta che nel suo letto cercava le uniche braccia capaci di averla fatta sentire in paradiso. Andava avanti per Gohan, per quel figlio tanto voluto che assomigliava molto a suo padre; trasformava tutto quel dolore in attenzioni amorevoli, voleva che non gli mancasse nulla e che si potesse costruire un brillante futuro nonostante tutta la sofferenza subita.

 

Cosi Gohan accettò di continuare gli studi e decise di rendere orgogliosa la sua povera mamma facendola sentire di nuovo felice e protetta; non l'avrebbe mai lasciata sola in balìa di tanta solitudine e sofferenza, lui sarebbe stato la sua colonna portante. Passava ore su quella scrivania, studiare dopo tutto gli piaceva parecchio e lo faceva anche abbastanza velocemente; nulla però gli impediva saltuariamente di ricordare i bei momenti trascorsi con i suoi amici di avventure.

 

Pensava spesso a Junior e ai suoi primi allenamenti, agli eventi su Namecc, ai suoi più cari amici quali Bulma e il Genio delle tartarughe; ricordava tutto e tutti, anche i suoi primi nemici, tra cui senza ombra di dubbio risaltava Vegeta, quell'uomo tanto spietato con cui non riuscì mai ad instaurare un vero rapporto. Si rasserenò quando seppe della nascita di Trunks, perchè quel concepimento poteva solo significare che l'orgoglioso principe dei sayan aveva deciso di avere una famiglia e mettere da parte i suoi sogni di gloria.

 

Gohan però era solo un bambino e ancora non riusciva a capire che non sempre ad ogni azione corrispondeva una reazione di uguale forza ed intensità, non sempre la nascita di un bambino significava costruire una famiglia piena d'amore e rispetto come era successo ai suoi genitori; nella vita le sfumature esistevano, avevano un'importanza fondamentale, e Vegeta ne aveva moltissime. Quel giorno non aveva voglia di studiare, la mattinata era cosi bella che per un momento pensò bene di uscire fuori a giocare, magari andare al lago e ricordare i bei momenti trascorsi con suo padre a pescare; sorrise tra sé ricordando il dolce sorriso di Goku e la dolcezza nei suoi riguardi, cosi decise di lasciarsi trasportare da quei bellissimi ricordi trascorsi con lui.

 

Era una mattina calda con il sole che riscaldava i loro corpi distesi sull'erba fresca vicino al loro lago preferito, cosi tranquillo e prolifico di gustosi pesci che spesso pescavano senza alcuna difficoltà; quel giorno però decisero di farlo in modo tradizionale con delle canne da pesca tenute ferme da alcuni sassi raccolti sul bordo di quell'immenso specchio d'acqua.

Finiti i tempi di Namecc e di Freezer, la pace regnava sovrana sul pianeta, e loro due potevano tranquillamente rilassarsi all'ombra di una grossa quercia.

 

Papà, c'e' una cosa che ho sempre voluto chiederti. Ora che sai di essere un sayan e non un umano, non ti è mai capitato di avere nostalgia per il tuo popolo o anche solo di tuo padre? Sarebbe normale dopo tutto, era pur sempre il tuo pianeta d'origine”.

 

Goku rimase sorpreso da quella domanda cosi profonda; pensò che aveva certamente preso da sua moglie quell'intelligenza viva e argentea, perchè lui alle sua età non era cosi riflessivo e attento.

Decise però di essere sincero con suo figlio e dirgli davvero quello che provava, dopo tutto ciò che aveva passato su Namecc e la sua assenza di un anno a girovagare per l'intera galassia, glielo doveva.

Sentiva che per lui non era stato proprio il migliore dei padri...

 

Ora che so di essere un sayan Gohan, sono riuscito a mettere ordine nella mia testa e capire quali fossero le mie reali possibilità; quando era molto piccolo pensavo che la mia inclinazione alle arti marziali e le mie capacità nel combattere fossero solo doti innate e niente di più. Ho capito solo in seguito che tutto ciò derivava dalle mie origini aliene. A me basta questo Gohan, non voglio saperne di più riguardo il mio passato, la mia vita e i miei cari amici sono qui sulla terra, del resto non m'importa più nulla”.

 

Allora non ti dispiace di avere avuto una famiglia e... beh si, di avere avuto me”.

 

Goku scoppiò in una risata fragorosa.

 

Ma cosa dici Gohan? Tu sei il regalo più bello che abbia mai avuto dalla vita; e chi lo avrebbe mai pensato che da uno scansa fatiche come me sarebbe potuto nascere un genio come te”?!

 

Rideva ancora di gusto quel giovane sayan, sempre cosi ingenuo e sincero da fare invidia anche al più innocente dei bambini.

 

Gohan ascolta, io amo te e tua madre in modo sconsiderato e anche se non ve l'ho mai dimostrato abbastanza, non temere perchè non vi lascerò mai”.

 

Avrei tanto voluto conoscere il nonno Gohan sai papà”?

 

Di certo sarebbe stato tanto orgoglioso di te, cosi come lo sono io. Sei migliorato parecchio sai? Magari in questi giorni andiamo a trovare Junior e ci alleniamo un po' insieme che ne dici”?

 

Si papà, voglio allenarmi con voi due, sarà divertente”.

 

Bravo figliolo, sei in gamba sai? Ecco però, vedi... magari non diciamo nulla alla mamma, d'accordo?”

 

Si papà te lo prometto”.

 

Ora andiamo, Chichi ci starà aspettando”.

 

Lo prese in braccio portandoselo sulle spalle e continuando a ridere con lui di gusto mentre tornavano a casa.

Qualche giorno dopo Goku si ammalò e non potè più allenare Gohan, in realtà non fece più nulla con lui, era troppo debole e sofferente per poterlo anche solo abbracciare.

Goku era un sayan, un guerriero valoroso, ma per quel bambino sarebbe stato solo il padre migliore del mondo e che non avrebbe mai dimenticato per il resto della sua vita.

Se ne andò per sempre una sera di Marzo, una sera terribile che sarebbe rimasta impressa nella mente della sua famiglia e dei suoi amici per sempre.

 

Ora però doveva tornare alla realtà, doveva smetterla di tornare al passato perchè diventava malinconico e non avrebbe cosi concentrarsi negli studi o peggio ancora sostenere sua madre.

Accese la radio cosi da potersi distrarre e fare qualcosa di costruttivo; abitare su quelle montagne non doveva essere certo una giustificazione plausibile al suo completo isolamento dal resto del mondo.

 

Trovata la giusta frequenza, cominciò ad ascoltare le ultime notizie dal mondo, e allora anche lui rimase sbalordito nell'apprendere ciò che stava succedendo alla Città dell'Ovest; il suo primo pensiero andò ai suoi amici e a Bulma che abitavano in quella zona, ma poi si rasserenò ricordando che almeno per la famiglia Brief non ci sarebbe stato alcun pericolo, c'era Vegeta a vegliare su di loro e sul piccolo Trunks. Corse da sua madre che invece aveva appreso la notizia in televisione e nonostante il panico avesse preso i loro poveri cuori già cosi sofferenti, rimasero calmi e composti, dopo tutto non sapevano ancora a chi attribuire quella follia.

Sentiva che doveva andare da Bulma perchè di sicuro lei gli avrebbe spiegato con calma la situazione, ma pensò bene di non lasciare sola sua madre, dopo tutto avrebbe potuto sapere tutto solo con una semplice telefonata. In quello stesso istante anche la sua mente fu catturata da un'aura immensa, non malvagia come quella di Freezer, ma semplicemente nuova e familiare al tempo stesso, e nonostante si sforzasse molto, non riusciva ad associarla a nessuno dei suoi amici.

 

Uscì fuori dalla porta di casa e cercò di concentrarsi meglio, fu allora che capì tutto in un solo istante, quella rivelazione ebbe lo stesso effetto con la quale una fiamma brillante rischiara le tenebre di una stanza completamente buia.

 

Junior amico mio, perchè...”

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