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Autore: Spettatrice    08/05/2012    0 recensioni
"Bastò un attimo, un rumore improvviso da dietro un cespuglio a farla girare. Strizzò gli occhi nell’oscurità e riconobbe il suo cavaliere misterioso. Occhi di ghiaccio la stavano fissando con un’intensità innaturale. Il portamento fiero, i capelli biondo-platino e quel ghigno .. il suo ghigno preferito.
 
Il ragazzo fece un passo in avanti, quanto bastava per lasciare la sua zona d’ombra e far brillare il suo sguardo sotto la chiara luce della luna.
-Non pensavo che saresti venuta- Furono le sue prime parole. La voce era chiara, sicura.
-Non lo pensavo nemmeno io- Rispose la ragazza alzandosi. Stava mentendo.
Al contrario la sua voce era insicura, stava ancora tremando. I suoi occhi erano stanchi, questo era chiaro, ma per la prima volta dopo tanto tempo avevano iniziato a brillare, sotto la stessa luce che illuminava il volto del ragazzo.
Draco avanzò ancora di qualche passo, fino a raggiungere Hermione e posizionarsi di fronte a lei. I loro occhi sembravano fondersi insieme, in un vortice di emozioni.
-Facciamo un gioco, Granger. – Le sussurrò lui, le labbra vicinissime all’orecchio della ragazza.- Per stasera le parole non valgono, voglio soltanto i fatti .. – E così dicendo, inclinò la testa per baciarla nell’oscurità della notte"

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Hermione Jean Granger è cambiata. Negli ultimi tempi non è più la stessa. Sarà un bacio, forse atteso da troppo tempo, che riaccenderà in lei una fiamma seppellita da lei stessa per paura di soffrire.
E' come un gioco, una lotta da cui ormai non si può più scappare. Sopravvive chi è indifferente, perde chi si innamora.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Thoughts of a lioness ;
 
 
Le prime luci del mattino stavano penetrando nella stanza, attraversando i tessuti delle rosse tende che oscuravano il grande dormitorio. Probabilmente il sole era appena sorto, ma non doveva essere poi così tardi considerando che i pensieri di tutti erano mescolati in sogni segreti e nascosti sotto le coperte dei grandi letti. Era Hermione, l’unica ragazza con gli occhi aperti. Si era girata e rigirata nel letto buttando e riprendendo le coperte da terra per tutta la notte, mentre il sonno decideva che non si sarebbe posato su di lei. Probabilmente se adesso si fosse alzata avrebbe visto due marcate occhiaie contornarle gli occhi gonfi e rossi che si ritrovava. Si, aveva pianto. Aveva pianto così intensamente che probabilmente sarebbe stata in grado di dirvi con certezza quante lacrime aveva versato. Il dolore era rimasto con lei per tutte quelle ore, avvolgendola in un manto freddo e deserto, dove solo lei poteva combattere con ciò che provava. Nessuno poteva consolarla, dormivano tutti. Ginny non aveva cambiato posizione per tutta la notte. I suoi capelli rossissimi erano rimasti sparpagliati nel cuscino, mentre accanto ad essi giaceva la sua mano, addormentatasi nell’attimo in cui cercava di lisciarli con le dita. La luce del sole adesso le accarezzava il viso pallido ricoperto di lentiggini, creando ombre scure che le oscuravano metà della fronte.
Le altre ragazze non le vedeva bene, i loro volti erano totalmente nascosti dalle coperte. Si sentì poi un lieve fremito proveniente da sinistra: Ginny si era appena girata e adesso aveva portato le mani verso la faccia per strofinarsi gli occhi.
-Buongiorno- Disse, con una voce totalmente impastata dal sonno.
Hermione non rispose, era chiaro che fingeva di essere in preda ad un sogno profondo: Ginny la conosceva ormai fin troppo bene.
-Avanti Hermione, non penserai davvero che non ti abbia visto ! - e , con uno sbadiglio, sussurrò poi :
– Apri quegli stramaledetti occhi .. -
-Mai che ti sfugga qualcosa eh, Ginny? – disse in tono duro, quasi arrabbiato. – Scendo in sala comune, devo finire il mio tema per Antiche Rune, ci vediamo dopo. – E con uno scatto si alzò dal letto, sparendo dietro la porta.
 
 
 
Non era la prima volta che Hermione Granger si alzava con un’ora di anticipo per finire i suoi compiti. Non che ci facesse l’abitudine, certo, ma a volte le capitavano a tiro giornate in cui nella sua mente c’erano pensieri che andavano ben oltre la semplice lezione di Antiche Rune.
Si diresse a passo svelto in Sala Grande per la colazione, evitando del tutto il tavolo di serpeverde , andando a sedersi accanto ad un affamato Ron Weasley.
-‘Giorno Hermione – disse con un rumoroso sbadiglio – Caspita, devi aver dormito davvero bene stanotte. Ma tranquilla, Harry è messo peggio di te. –
 Solo allora  Hermione si accorse che davanti a lei, dall’altro capo della tavola, Harry stava fissando la sua tazza di latte bollente con sguardo assente.
Riusciva a capirlo in fin dei conti .. Harry aveva una cotta per Ginny, ma lei era completamente estranea a tutto e continuava a passare da un ragazzo all’altro senza mai prendere davvero in considerazione Harry. Ovviamente lui soffriva in silenzio, senza mai proferire parola a nessuno. Il problema vero probabilmente era questo. Ron era troppo protettivo nei confronti della sorella, aveva un non so che di padre dannatamente geloso. Harry non aveva il coraggio di dirgli cosa provava per Ginny, aveva paura di perdere la loro amicizia o qualcosa del genere. Ormai sapeva a memoria quali erano le reazioni di Ron nei confronti di un ipotetico ragazzo, ogni qualvolta lo vedeva sbaciucchiarsi sua sorella. Era una battaglia persa e mai inizia.
La mattina trascorse in maniera veloce. A colazione nessuno proferì parola e le uniche interruzioni erano dovute a Ron che si ingozzava senza sosta.
Hermione controllò il foglietto con gli orari: Lezione di divinazione, settimo piano.  Significava un milione di scale da percorrere.
Non c’era niente da perdere con la Cooman e in fin dei conti non era dell’umore giusto per sentirsi dire che era in procinto di morire.
Morire ..
Forse sarebbe stata la soluzione giusta. Avrebbe annullato una volta per tutte quei pensieri che da tempo avevano preso posto nella sua mente. E più cercava di non farli entrare più questi aumentavano la loro forza e la loro determinazione per potersi insinuare su di lei. E lei soffriva, soffriva in silenzio. Soffriva come Harry.
-Tutto bene Hermione? – La voce di Harry risuonò nell’aria e il dolore scomparve per un attimo.
-Si .. c-certo, ho solo un leggero mal di testa. Credo sia meglio se per stamattina salto l’incontro con la Cooman. C-ci vediamo. – E voltandosi in direzione della scalinata principale,  Hermione si incamminò verso il suo dormitorio.
Non era normale quello che stava facendo, ormai non era più in se.
Qualcosa dentro di lei, dentro il suo stomaco, si muoveva in maniera graduale aumentando sempre di più ogni volta che i pensieri la tormentavano. E si ingrandiva, si ingrandiva a dismisura, tanto che a volte era costretta a rannicchiarsi e stringere forte i pugni. Arrivata in sala comune puntò dritto al suo dormitorio, evitando lo sguardo di tutti gli studenti del quarto anno, che probabilmente avevano un’ora di buco.
Solitudine,pace,tranquillità, silenzio completo.
Aveva bisogno solo di questo.
Si odiava per tutto quello che stava facendo, si odiava troppo. Sapeva che restare da sola in determinate situazione riusciva a deprimerla più di quanto già non fosse così.
Ma era il dolore che lei cercava. Era palese. Non era stata lei quella che si era lasciata trascinare nelle grinfie dell’illusione?
Non era stata lei, ancora una volta,  a cadere nella trappola del serpente di ghiaccio, che l’aveva avvolta con il suo veleno e il suo odio?
Sì, era tutta colpa sua se adesso si trovava in quelle condizioni. Era colpa sua se soffriva e non poneva un limite ai suoi pensieri. Il tormento si impossessava di lei così come già aveva fatto il serpente. Si avvicinava lentamente, logorandola piano, facendola soffrire. Poi all’improvviso perdeva interesse, si distaccava e mostrava indifferenza.
Era un serpente confuso e lunatico, forse?
No, era crudele.
Faceva soffrire le sue vittime senza tregua per poi lasciarle lì, spaesate e in compagnia del buio. Un buio accecante, che confondeva le idee.
Un serpente e una leonessa.
 Cosa ci poteva essere di più ridicolo?
Probabilmente per lui non stava in piedi, ma lei riponeva tutte le sue speranze su questo.
 
  
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