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Autore: Spettatrice    09/05/2012    0 recensioni
"Bastò un attimo, un rumore improvviso da dietro un cespuglio a farla girare. Strizzò gli occhi nell’oscurità e riconobbe il suo cavaliere misterioso. Occhi di ghiaccio la stavano fissando con un’intensità innaturale. Il portamento fiero, i capelli biondo-platino e quel ghigno .. il suo ghigno preferito.
 
Il ragazzo fece un passo in avanti, quanto bastava per lasciare la sua zona d’ombra e far brillare il suo sguardo sotto la chiara luce della luna.
-Non pensavo che saresti venuta- Furono le sue prime parole. La voce era chiara, sicura.
-Non lo pensavo nemmeno io- Rispose la ragazza alzandosi. Stava mentendo.
Al contrario la sua voce era insicura, stava ancora tremando. I suoi occhi erano stanchi, questo era chiaro, ma per la prima volta dopo tanto tempo avevano iniziato a brillare, sotto la stessa luce che illuminava il volto del ragazzo.
Draco avanzò ancora di qualche passo, fino a raggiungere Hermione e posizionarsi di fronte a lei. I loro occhi sembravano fondersi insieme, in un vortice di emozioni.
-Facciamo un gioco, Granger. – Le sussurrò lui, le labbra vicinissime all’orecchio della ragazza.- Per stasera le parole non valgono, voglio soltanto i fatti .. – E così dicendo, inclinò la testa per baciarla nell’oscurità della notte"

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Hermione Jean Granger è cambiata. Negli ultimi tempi non è più la stessa. Sarà un bacio, forse atteso da troppo tempo, che riaccenderà in lei una fiamma seppellita da lei stessa per paura di soffrire.
E' come un gioco, una lotta da cui ormai non si può più scappare. Sopravvive chi è indifferente, perde chi si innamora.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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First clues ;
Non c’era un filo di vento fuori delle mura del castello e una profonda quiete si dilagava per tutto il parco, al di là del Lago Nero, fino al limitarsi della foresta proibita. Si sentivano soltanto alcuni cinguettii lontani e il dolce miagolio di un gatto nero, espandersi tra le profondità del silenzio. Una figura enorme, alta almeno come tre persone adulte, se ne stava seduta nei gradini di pietra dell’immenso castello, immerso nei suoi pensieri. C’era qualcosa nel suo sguardo, in grado di insospettire qualsiasi persona che avesse varcato quella porta. Le grosse spalle erano ricurve su se stesse,  mentre la testa fronteggiava alta nell’oscurità della notte. La barba e i capelli, fin troppo incolti e crespi, avrebbero potuto sembrare veri e propri cespugli, se non fosse stato per due lucidi occhietti che si insinuavano tra di essi. Rubeus Hagrid, ormai conosciuto come guardiano e custode delle chiavi a Hogwarts, se ne stava in quella posizione da ormai qualche ora, aspettando che qualcuno facesse capolino dal portone. E fu proprio in quello stesso istante, che il grande portone dell’ingresso si spalancò e si richiuse di colpo, mentre nascosti sotto un pesante mantello invisibile si presentavano davanti ai gradini tre ragazzi ansiosi. Harry, Ron ed Hermione non erano sicuramente quel tipo di persone che se ne stavano per i fatti loro all’una di notte passata, soprattutto, se la questione dell’uscita nascosta era Hagrid.
-Oh, eccovi – disse quest’ultimo, non appena le teste dei ragazzi, ormai allo scoperto, potevano essere visibili. – Iniziavo a pensare che non venivate più -.
- Scusa Hagrid, Ronald ha dovuto inseguire il suo nuovo topo per tutto il tempo per poi portarselo dietro. Per l’ennesima volta insinuava che sarebbe stato pericoloso lasciarlo solo con Grattastinchi -  Affermò Hermione, in tono scortese.
- Scusa tanto Hermione, se, per l’ennesima volta, il tuo gatto ha cercato di uccidere il mio povero Jack. Non hai un gatto normale, mi spiace. – Rispose Ron sarcastico.
- Ma davvero, e da quando non è normale che un gatto voglia mangiarsi un topo, sentiamo ! – Hermione si stava alterando e la sua faccia aveva assunto un colore rosso bordeaux.
- Vedi allora, che lo hai appena ammes..? – Ma Ron non fece in tempo a continuare la sua frase, poiché Harry in ballo a una crisi di nervi urlò:
-Scusate se disturbo ancora una volta le vostre dolci lamentele! Vorrei solo ricordarvi il motivo per cui siamo qui fuori – E, riprendendo la calma e rivolgendosi ad Hagrid, disse poi:
- Andiamo, una volta per tutte.
Fu così che le quattro figure si incamminarono verso la vecchia capanna di Hagrid, dove qualcosa di probabilmente mostruoso e proibito si celava. Arrivati di fronte alla capanna Hagrid aprì il portone e, dopo aver fatto entrare i tre ragazzi, salì i due gradini d’ingresso con un solo passo e chiuse la porta alle sue spalle.
Quello che videro quella notte non era niente di preoccupante in confronto a quelli che erano gli standard di Hagrid  nel suo concetto di “innocue creaturine”
Tornando dalle montagne, per far visita al suo gigantesco fratello Grop , aveva visto, in una di quelle grotte incustodite e fredde, un “ovetto” bianco di dimensioni notevoli, ormai a lui noto come autentico uovo di drago.
-Hagrid, non penserai davvero che ce ne staremo con le mani in mano aspettando che quella cosa si apra – Commentò Harry, disgustato.
-Non pretendo niente da voi, ve lo assicuro ! Ho solo avuto paura, quando l’ho visto. Ma è normale quando vedi una cosetta bianca bianca che sembra chiederti aiuto. Era così solo poverino, mi faceva tenerezza. – Disse Hagrid commosso, asciugandosi una “lacrimuccia” che cercava di scendere sul suo viso.
-Oh Hagrid, non puoi averlo fatto di nuovo! – Hermione era esasperata – Abbiamo già parlato milioni di volte di questo, non possiamo continuare così. Probabilmente questo povero “esserino” – e qui Ron sbuffò – ha una mamma che lo starà cercando.
-Hermione ha ragione Hagrid. Con l’intenzione di proteggerlo lo avrai  sicuramente separato dalla sua vera madre. Dovresti riportarlo indietro, lo sai benissimo.- Anche Harry aveva iniziato a preoccuparsi.
Dopo varie insistenze i tre amici avevano convinto Hagrid, che con le lacrime agli occhi aveva promesso loro di riportarlo indietro la mattina seguente.
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Ron ed Harry erano da poco andati in dormitorio ed Hermione era rimasta da sola in sala comune. Sdraiata in una delle poltrone posizionate accanto al caminetto, la sua mente vagava, soffermandosi su qualcosa che al loro rientro aveva attirato la sua attenzione.
C’era un gatto, un gatto che non aveva mai visto aggirarsi per il castello, che vedendola aveva iniziato a strusciarsi sulle sue gambe, come impazzito. Sembrava avesse fame o qualcosa di simile. Hermione era stanca, non lo aveva preso molto in considerazione, ma ora, ripensando alla scena, riconobbe in quel gatto qualcosa di dannatamente familiare. Non sapeva esattamente cosa, era davvero troppo stanca. Probabilmente apparteneva a qualche studente del primo anno e avrebbe dovuto soltanto smetterla di spremersi le meningi per certi dettagli inutili. Ma forse il gatto era solo una scusa, un qualcosa che occupava la sua mente in modo da non permettere ad altri pensieri di penetrarla. Pensieri striscianti, freddi come il marmo. Pensieri con occhi di ghiaccio e un ghigno ormai troppo familiare. Pensieri, su Draco Malfoy.
  
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