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Autore: Volpotto    08/05/2012    2 recensioni
Padre perché vi comportate così con me?
Ho forse sbagliato qualcosa?
Perchè mio fratello l'ho accetti? E Aiacos?
Cos'hanno loro che io non ho?
Voglio solo risposte, nient'altro
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garuda Aiacos, Grifon Minos, Wyvern Rhadamanthys
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Viverna no Rhadamantis

Capitolo due

Black Deaht

(Per chi non lo sapesse, il maniero Heinshtein è il castello terreno di Ade, il nome non lo scelto io. Se volete controllare manga n°21 serie originale ristampa della Star Comics nda )

 

<< Signor Toked, è un piacere conoscerla. >> gli strinse la mano << Prego faccia pure come se fosse casa sua. >>

Dastan osservò attentamente il signor Heinstein, mentre egli scioglieva la cordiale presa. Benché il suo viso non mostrasse il sentimento, Dastan era rimasto sorpreso nel conoscere di persona il proprietario del maniero. Egli era biondo, con due grandi baffi alla D'artagnan, e due profondi occhi neri. Vestito di verde, superava Dastan di due spanne, e possedeva mani delicate. Nella sua immaginazione, il giovane Toked aveva creato un uomo bensì aristocratico, ma più rude. Del resto, quel castello aveva visto combattere guerre di inestimabile peso per l'umanità, bensì alcune fossero tutt’ora celate.

<< Il piacere è mio, signore. >> rispose Dastan, elargendo un semi inchino << Le sono grato per avermi ricevuto. >>

<< Uff, si figuri. D'altronde invitare persone al mio maniero non mi arreca nessun fastidio. >> sorrise << Avete fatto buon viaggio, signor Toked? >>

<< Il tempo era a mio sfavore, tuttavia non ho trovato difficoltà nel raggiungere la vostra dimora. >>
"E sarei arrivato anche prima, se Sebastian non si fosse dimenticato dov’era l’acceleratore"

<< Almeno una notizia positiva, ma prego… >> con la mano aperta a cucchiaio fece un segno a Dastan << Signor Toked, vogliamo raggiungere gli altri? Saranno ansiosi di vederla. >>
<< Dopo di lei, signor Heinstein. >>
Il castello, aveva constato Dastan, era meritava tutta fama da cui era avvolto. Hugo, nei primi tempi del loro addestramento, gli aveva narrato di quanto fosse meraviglioso quel maniero. Il suo racconto proveniva sempre da labbra sorridenti, felici. E, in quei suoi splendidi occhi blu, Dastan aveva letto della vera passione. Una passione sincera, che nel tempo si era affievolita. Insieme a quel suo sorriso, d'altronde. Il proprietario del maniero precedette Dastan, con passo sicuro di un uomo che ripete la stessa strada da secoli. Dal salone principale, aveva preso un corridoio laterale, dove alle pareti erano appesi quadri di inestinto valore. Picasso, Van Gogh, Caravaggio, Matisse, Renuard, Da Vinci…

Se fossero delle riproduzioni, o gli originali, il giovane Toked non seppe darsi risposta. Il padrone di casa dovette accorgersene, poiché pose una domanda al suo giovane ospite.

<< Le piacciono i quadri, signor Toked? >>

<< Solo quelli intelligenti, signore. >> rispose Dastan, poco interessato a svelare i propri interessi.

<< Intelligenti? Esistono forse quadri stupidi? >>

<< Esistono quantità infinite di quadri e, a parer mio, alcuni di essi sono privi di senso logico. >> scoccò un’occhiata al suo interlocutore << Essi non sono di mio gradimento. >>

Un sorriso comparve sulle labbra del signor Heinstein, ma non era un sorriso di scherno e tanto meno di divertimento. Era un sorriso serio, composto e cortese. Continuò a camminare, tranquillo, senza dar cenno di voler continuare a parlare. Dastan osservò l’uomo svoltare nuovamente a destra, per poi indicarli un altro corridoio. In fondo ad esso, v’era un enorme portone.
<< Presumo che sia Hugo, che Ettore attendano in quella stanza. >>
<< Presumente bene signor Toked, siete un ottimo indovino. >> rallentò il passo, per mettersi di fianco al giovane ospite << Posso domandarvi una cosa? >>
<< Ditemi. >>
<< Quanti anni avete, signor Toked? >>
<< Venti compiuti signore. >>
<< Ah, siete molto giovane allora. >> alzò lo sguardo << Avete famiglia no? >>
<< Una moglie e un figlio signore. >>
<< Oh, quanti anni? >>

<< Mia moglie diciannove, mio figlio tre. >>
<< Così giovani e già sistemati? Beati voi. >> rise << Vostro figlio vi darà una felicità immensa. >>
<< Beh, devo ammettere che è così. Tanta felicità, quanta preoccupazione. >> scosse la testa << Tuttavia è davvero un bravo bambino. >>
<< Ne andate fiero? >>
<< Già, e tra poco saranno in due. >>

<< Ne attendete un altro? >>

<< Esatto, e dovrebbe nascere tra meno di un mese. >>
<< Sapete già se… >>
<< No, non ancora. >> lo interruppe Dastan << Però mia moglie è convinta che sarà un maschio. >>
<< Chissà che gioia. Anch’io ne vorrei uno, ma mia moglie è ancora troppo giovane e desidera attendere. >> fissò il suo ospite << Io vorrei avere una femmina, ma anche in caso contrario, sarei contento lo stesso. Tuttavia… >>
<< Tuttavia? >>

<< Non saprei che nome dargli. È una cosa fondamentale per la sua esistenza. >>
<< Beh, ha ancora tempo per pensarci. >> alzò lo sguardo << Oltre questa porta ci attendono? >>

<< Si, però ho un’ultima cosa da chiedervi. >>
<< Ditemi. >>

<< Cosa ne pensate di questo quadro? >>

Dastan si voltò, scocciato, nella direzione indicata. Benché il padrone di casa fosse cortese, cosa rara di quei tempi, il giovane inglese non voleva perdere tempo. Era troppo vicino al traguardo, per smettere di correre. E anche solo una pausa, avrebbe potuto costarli la vittoria. Come se non bastasse, sapeva che Hugo non avrebbe perdonato un ritardo. Nel muro davanti a loro, poco distante dalla porta, stava per davvero un q. Di dimensioni moderate, il quadro possedeva una cornice dorata con inciso il simbolo del casato. Dastan osservò il dipinto, rimanendo pietrificato sul colpo. Una goccia di sudore cadde dalla sua gota.

"Ma questo è…"
<< Signore, dove avete trovato questo quadro? >> la sua voce non lasciò trapelare la sorpresa << Dove? >>

<< Rispondendo alla mia domanda, questo quadro è di suo gradimento? >> sorrise << L’ha trovato la servitù tempo fa, dove non mi ricordo. >>
<< È splendido… >> fu l’unica risposta che poté dare

Quel quadro raffigurava un paesaggio del millesettecento. Benché esso non fosse molto visibile, lo si capiva dalla strada. Perché quel dipinto mostrava una lunga strada vista da una particolare angolatura, con un uomo sdraiato a pancia in giù, mentre una macchia rossa sotto di lui si espandeva. Egli aveva dei lunghi capelli blu e, da sotto il mantello sporco di sangue, si poteva intravedere un’armatura tendente all’oro. Davanti a lui, un altro ragazzo in piedi, avvolto da un mantello lo fissava. Anch’egli vestito di un'armatura color oro, sembrava rassegnato. La morte, evidentemente, aveva raggiunto il suo compagno. Quel quadro emanava uno splendore divino, innaturale. La mano del pittore, oltre ad essere di grande bravura, doveva essersi mossa con passione. Con una passione rara, di quale solo gli Dei o gli Eroi sono capaci. Non c'era dubbio, quel quadro apparteneva a lui.
<< Ero certo della risposta. Difficile darne una diversa. >> ricominciò il padrone del maniero << Eppure questo quadro è privo di senso. >>

<< Dove vuole arrivare, signore? Questo quadro ha un valore inestimabile... >>

<< Il valore non è il senso. >>

<< Beh, naturalmente, però… >>

<< Signor Toked lei ha ammesso che gli piacciono solo i quadri intelligenti. Eppure prima mi ha detto di trovavare incantevole questo quadro- >> rispose placido << Quindi mi dica signor Toked, per piacere una cosa dev'essere per forza logica? >>

Dastan si voltò, punto nel vivo, verso il suo interlocutore. Egli però non lo stava più fissando, e si stava dirigendo verso la maniglia della stanza. Dastan poté notare un sorriso su quel volto più vecchio di qualche anno. Nessuno, prima d'ora, era riuscito mai a metterlo alle strette come aveva fatto il signor Heinstein. Nessuno. Neppure suo padre.

<< Voliamo entrare signor Tok… >>
<< Dastan. >>
<< Prego? >>
<< Mi chiami Dastan. >> tagliò corto il giovane Inglese << Il signor Toked è morto da tempo. >>

<< Capisco, allora… >> aprì la porta << …vogliamo entrare, Dastan? >>

R.A.M

<< Shapire >>

…mi stanno chiamando…

<< Avanti Shapire, svegliati. Shapire >>

…questa voce…

<< C’è l’hai fatta, tuo figlio è nato. >>

…non è quella di Dastan…

<< Complimenti Shapire >>

…appartiene a…

<< Shapire? >>

…a te…

<< Shapire! >>

…Sarkem…

<< Dottore, cosa sta succedendo? >>

<< Si calmi, non riesco a lavorare così! >>

…c’è anche lei, dottore Hoolen…

<< Perché Saphire non si sveglia? Il parto è riuscito no? >>
<< Signor Dalmain, mi passi la mia borsa! Subito! >>

…sa, aveva ragione, dottore…

<< Dottore cosa sta... >>
<< Prenda il bambino signor Dalmain! Prenda il bambino, io mi occupo della madre! >>

…non dovevo aspettare…

<< Dottore Hoolen, il battito di Shapire è debole! >>
<< Lo so, lo so! Corra a chiamare Hanne, le dia il bambino e torni subito qui! Veloce! >>

…così a lungo…

<< Signorina Shapire, è stata un’incosciente! E anche un’egoista! >>

…ma sono contenta lo stesso…

<< Perché non mi ha ascoltato? Perché? >>

…nonostante la mia vita…

<< Lei ha due figli da badare, signorina! Non può abbandonarli così! >>

…stia per finire…

<< Non può lasciare il signor Toked così! >>

…per quanto breve è stata…

<< Non può andarsene adesso! >>

…io sono davvero felice …

<< Dottore, eccomi! >>
<< Signor Dalmain, mi aiuti! Sollevi la testa della signorina Shapire! >>

…il mio unico rammarico …

<< Forza Shapire, non puoi arrenderti adesso! >>
<< Signorina Shapire! >>

…è che non vi vedrò crescere…

<< Dottore, cosa sta accadendo a Shapire? >>
<< … >>

…e non potrò stargli accanto…

<< Dottore? >>
<< Ha dato il bambino ad Hanne? >>

…Minos, perdonami…

<< Dottore, il bambino sta bene, è Shapire che… >>

<< … >>

..so che è difficile voler bene a qualcosa…

<< Dottor Hoolen, faccia qualcosa! >>

…che ti lascia presto…

<< Dottore, la prego! >>

…senza avere il tempo…

<< Mi dispiace, non posso. >>

…per un ultimo saluto…

<< Dottore, cosa fa? Perché si siede? Shapire…! >>

<< Signor Dalmain, ormai è troppo tardi… >>

…mi mancherai piccolo mio…

<< Dottor Hoolen cosa sta dicendo? >>
<< Signor Dalmain, per la signorina Shapire non c’è più niente da fare. >>

…mi mancherà il tuo sorriso…

<< Dottore cosa vuol dire? Il parto è… >>
<< Non si tratta del parto, cristo! La colpa è un’altra! >>

...e tu Rhadamantis…

<< La colpa è del bambino. >>
<< Ma cosa sta dicendo? >>

…perdonami se per te…

<< Non ha importanza ora… >>

<< Dottore, Shapire… >>

…non sarò nulla…

<< È entrata in una specie di coma. >>

<< Coma? >>

…Dastan, amore mio…

<< Si, viene chiamato Black Deaht >>

…mi dispiace molto…

<< Da esso non è possibile svegliarsi, anche perché… >>

…non potrò più vivere al tuo fianco…

<< …dura solo una ventina di minuti scarsi. E forse anche di meno. >>

…ti chiedo solo un’ultima cosa…

<< Scaduto il tempo, la persona colpita muore. >>
<< Sta scherzando vero dottore? >>

…riesci dove io ho fallito…

<< Vorrei tanto che fosse così. >>

<< Non possiamo fare nulla? >>

…sii un genitore migliore…

<< Niente, signor Dalmain. Solo pregare. >>

<< …qualche speranza? >>

…di quanto lo sia io…

<< …non… >>
<< Dottore, di là c’è un bimbo di appena tre anni! Devo sapere se c’è ne almeno una! >>

…Minos, Dastan…

<>
<< Sarebbe? >>

…e anche tu Rhadamantis…

<< Che il corpo della persona auto reagisca a questo coma, prima che distrugga tutto. >>
<< C’è questa possibilità? >>

…mi mancherete…

<< Tuttavia è molto scarsa la percentuale e questa è solo una teoria… >>
<< Dottore, quanti si sono salvati fino ad oggi? >>

...grazie…

<< Signor Dalmain… >>
<< Devo avere una speranza! Per i piccoli e per Dastan! >>

… per essere la mia famiglia…

<< Sfortunatamente… >>

Addio

<< …nessuno… >>

<< Mamma? >>



Nella tana della Volpe.


Bene, sono di nuovo qui, ma oggi vi devo tre scuse!

Primo scusate il ritardo! Purtroppo tra una cosa e l’altra l’ho pubblicata anni luce dal primo capitolo!

Secondo perdonate i nomi dei capitoli (Che fanno schifo), ma sono un po’ accorto d’idee.

Terzo, a tutti gli amanti di Radamante, scusate se adesso lui non appare ancora! Devo prima finire con Dastan e bella compagnia, poi vi prometto che l’ho vedrete moltissimo.
Infine chiedo venia per la parte triste, ma non sono molto bravo con queste cose. Spero comunque che vi sia piaciuta.
Un grazie a chi leggerà la mia storia e in particolare a due mie amiche:
Dagliacasa

Archediacon Chopen


Grazie mille ragazze per il sostegno! E come dico sempre…

Bacioni Volpotto!

  
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