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Autore: ToraStrife    09/05/2012    2 recensioni
Breve storia di un 'gigante di ferro' che viene accidentalmente risvegliato, dopo millenni di inattività, da una sventurata bambina. Uno di quei Golem di cui parlano in spaventose leggende di guerre e apocalissi. E' stata quindi risvegliata una pericolosa minaccia, o semplicemente un nuovo amico?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il golem di ferro e la bambina. Ehy, tu, bambina, dico a te, sì, che stai  tremando come una foglia,  con le spalle appiccicate alla parete di roccia!
Accidenti, sono ancora intorpidito... mi hai svegliato tu da quel lungo sonno?
Non puoi negarlo, hai ancora in mano il telecomando. Cosa stai farfugliando? Sì, ho detto 'telecomando', è quella scatolina che stai tenendo nelle mani tremolanti, non ne hai mai sentito parlare?
Per la miseria, ma quanti anni sono passati? E ora, ragazzina, cosa stai balbettando?
Go?... Go?.... Gole?.... Vuoi forse dire Golem? Dal modo in cui stai scuotendo la testa avanti e indietro, lo prenderò per un 'sì'.
Insomma, in tutti questi anni,  il linguaggio degli umani si è involuto? Parlo con te, ragazzina!
E adesso perché ti sei rannicchiata e ti stai  coprendo il  viso con le braccia?  Ho appena alzato una mano nella tua direzione, in fondo. E adesso perché singhiozzi?  E quelle lacrime? E ora stai di nuovo balbettando.
Pa? Pa? Pau? Stai dicendo che hai paura? Ah, un momento, forse inizio a capire. E' questa mano che ti fa paura?  Si, forse a ripensarci è un pò grande, e tu sei davvero piccina. Nessun problema, in fondo, la ritraggo subito e amici come prima.
Ma vedo che ancora hai timore, bambina mia. Quindi sono io che io ti faccio così paura? E' perché sono così grosso? Non posso farci niente, cara, sono stato creato così.
Ma va bene lo stesso, non mi avvicinerò, d'altra parte, non ho ricevuto alcun incarico relativo a nuocerti.
Mi hai chiamato Golem, poco fa, vero? La mia banca-dati lo rileva come un termine arcaico, relativo a creature artefatte animate con la magia. Non è proprio esatto, piccola, il termine più adatto per definirmi è "robot".
Che aria stupefatta che leggo nel tuo volto: forse questo termine ti è sconosciuto? Ma quanti anni sono passati, millenni, o decine di millenni? Così tanto tempo che persino il ricordo di una parola si è perso nell'oblio.
L'ultima volta che ero attivo, stava infuriando un conflitto tra due grandi civiltà con tecnologie avanzate, ero stato creato insieme a tanti altri come arma di distruzione di massa. E mentre combattevamo, successe qualcosa... un'esplosione, o qualcosa di più grosso. I miei dati relativi a quel momento sono incompleti. Chissà, forse il conflitto era degenerato a un punto che le due potenze si sono annicchilite a vicenda, una sorta di fine del mondo. E magari, chissà come, sono rimasto disattivato tutto questo tempo,  col telecomando vicino a me, e millenni dopo arriva questa ragazzina che inciampa nel controller e mi risveglia. Beh, coincidenze davvero fortuite, ma probabilmente non hai capito nulla di ciò che ho detto, vero, bambina?
Bambina? Bambina? Accidenti, ero perso nelle mie elaborazioni e non mi sono accorto che è scappata.
Ehy, i miei sensori acustici hanno captato un grido, era la voce della bambina!
Bambina? Dove sei? 
Eccola, è inseguita da un branco di creature ostili. Dunque i mostri non hanno smesso di infestare queste terre,
Bambina! Dietro di me! Mi occupo subito degli aggressori.
Bene, li ho messi in fuga, ma torneranno presto. Dannazione, considerando questi pericoli, mi stupisco di come tu sia potuta finire nel mezzo di questa foresta ed essere ancora viva.
Finalmente ti sei decisa a parlare normalmente, mi era difficile comunicare con te, quando balbettavi.
Però sei ancora titubante, hai ancora paura di me, quindi.
Ti sei persa nella foresta, dunque. Ed è capitato che tu abbia inciampato in quella scatola... si chiama telecomando, ti ho detto. Allora avevo ragione. Cosa mi stai dicendo?
Ecco allora il motivo del tuo timore. Tuo nonno ti parlava sempre di leggende che narravano di giganti che distruggevano tutto ciò che incontravano, i cosiddetti 'Golem', e quindi credi che io sia uno di quelli.
Beh, confrontando le analogie tra le leggende di cui mi racconti e i dati in mio possesso prima del mio... sonno, allora sì, credo di essere proprio uno di quei 'Golem' di cui parli.
Ti vedo indietreggiare, ragazzina, hai ripreso a tremare.  Aspetta, prima di scappare, ascoltami, prometto che non mi muoverò. Poi potrai anche scappare e fare ciò che vuoi.
Non sono molto bravo a spiegarmi, allo scopo di attenuare il tuo timore nei miei confronti.
Ma sappi che quel telecomando è già una garanzia di per sé. Quella 'scatola', come la chiami tu, è un dispositivo di sicurezza, e ognuno di quei tasti è decisivo per mia sorte.
No, proprio adesso, mentre stavo spiegando... 
Sono tornate le creature di prima, e adesso sono numerosissime! Per adesso non si avvicinano per via della mia presenza, ma presto guadagneranno coraggio e attaccheranno.
Ho poco tempo, bambina, per cui apri bene le orecchie.
Siccome sento la tua paura verso di me, un "Golem" distruttore, come dici tu, non ti forzerò in alcun modo, né prenderò alcuna decisione. Con quel telecomando deciderai la mia sorte, e anche la tua.

Se premi il primo pulsante del telecomando semplicemente mi disattiverai. Io tornerò a dormire, e non dovrai aver più timore che io possa muovere un dito contro di te. D'altro canto, ti ritroverai da sola ad affrontare tutte queste creature, qui intorno, in attesa.

Se premi il secondo pulsante andrò in modalità "berserk", e affronterò le creature qua attorno. Comunque, in quella modalità, non sarò in grado di distinguere tra amici e nemici, e potresti venire coinvolta tuo malgrado.

Se la tua paura è così forte da vedermi come una minaccia, allora premi il terzo pulsante, mi autodistruggerò. Tuttavia, dubito che tu possa allontanarti in tempo per non venire coinvolta dall'esplosione. Senza considerare i mostri qua attorno, tra l'altro.

Esiste una quarta alternativa, e cioé quella di non premere nulla, e provare a fidarti di me.

Allora ragazzina, cosa deciderai?
  
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