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Autore: Joy Wyatt    01/12/2006    1 recensioni
Draco Malfoy era solo. E forse, lo sarebbe rimasto per sempre. Triste, enormemente triste, pensava Blaise rispondendo distrattamente alle domande di Harry. Aveva deciso di diventare amico di Draco per aiutarlo, per tirarlo fuori da quell’oblio in cui era stato rilegato fin dalla nascita. Ma a quanto pare era impossibile, ora l’unica speranza era quella mezzosangue, quella che era riuscita a conquistare quel vuoto che era il cuore di Draco, e forse a riempirlo. Non lo sapeva, Draco non amava mostrare i suoi sentimenti. In nessuna occasione. Mai. Blaise sorrise, era una parola che gli capitava pensare spesso quando i suoi pensieri era rivolti al giovane Malfoy. Molto spesso, troppo spesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo…

Capitolo Ventiquattro

Domenica pomeriggio, tutti gli studenti dal terzo al settimo anno erano scappati da Hogwarts per cercare riposo ad Hogsmeade. Presto sarebbe giunto il natale e ovviamente la maggior parte dei ragazzi aveva colto l’occasione per scegliere i regali da dare a Natale alle persone che amavano.

Mentre i ragazzi rimasti, del primo e del secondo anno , ad Hogwarts erano pressoché invisibili rintanati tutti nelle case di appartenenza, troppo timidi per gironzolare per i lunghi corridoi del castello.

- Come ti ha punito Piton?-

- Zabini, te lo dirò una volta.- proferì Harry con voce falsamente calma. Blaise gli rivolse un ghigno divertito e aspettò le evoluzioni degli eventi.

- FUORI DALLE PALLE!!!!! - urlò il ragazzo sopravvissuto, Blaise inarcò un sopracciglio e cominciò a sghignazzare perfidamente. Harry strinse i pugni e cercò di aumentare la distanza da quell’irritante Serpeverde, ma ogni volta che cercava di mettere in atto l’operazione questa si dimostrava senza successo. Infatti se Harry aumentava il passo, Zabini faceva lo stesso.

- Come ti ha punito Piton?- ripeté con tono incolore Zabini restando fermo sulla quella domanda.

- Non sono cazzi tuoi!!!!- sbraitò ancora il Prescelto cercando di ignorare Zabini, cosa che non gli riusciva affatto bene.

Ma non poteva nemmeno attaccarlo! Dopo la battaglia sul tavolo di Grifondoro Harry non poteva più permettersi di combattere o anche solo di sfiorare fisicamente Zabini con l’intento di fargli male. Stesso valeva con gli incantesimi.

Vagando tra questi pensieri si chiese perché Zabini non andasse più in giro con il suo gruppo di ochette addestrate.

Si ricordò subito del trauma che il giovane Serpeverde dalle iridi color mare aveva subito con la morte di Daphne Greengrass. Daphne Greengrass, ora era solo un nome, un nome che raccontava la storia di una persona, una persona che oramai non era più in terra.

Il nome di una Serpeverde. Blaise ormai non ne pronunciava neanche il nome per paura di ricadere nella crisi da cui recentemente era uscito. Anche se tuttavia, ogni giorno Harry lo vedeva dopo le lezioni dirigersi verso il cimitero. Blaise non l’aveva scordata, non l’avrebbe mai dimenticata. Harry si voltò in direzione di Zabini.

- Coraggio Sfregiato! – adesso si mostrava come si era sempre mostrato: un bastardo Serpeverde. Anche se per un’unica volta Harry l’aveva visto anche come persona, con i suoi pregi e le sue debolezze. Sorrise tornando a guardare in avanti.

- Mi impegno a non dirlo a nessuno!- rise Blaise seguendolo. ‘ Promessa da Serpeverde ’ pensò Harry fidandosi ben poco della discrezione di Occhi-color-Mare-in-tempesta.

- Schiatta Blaise!!!!- urlò nuovamente Potter.

- Sei molto indisponente oggi. – Pronunciò Blaise con il suo tono basso ed a suo dire elegante. Harry prese quel commento come una deliberata presa per il culo. L’occhio destro fu assalito da un tic nervoso mentre si fermava e si voltava per guardare Blaise. Il Serpeverde gli sorrise dolcemente.

- Che ti prende Sfregiato?- chiese Zabini divertito dall’espressione esasperata di Harry James Potter.

Harry inspirò ed era sul momento di dire qualcosa quando entrambi dovettero attaccarsi alla ringhiera a causa di un improvviso spostamento delle scale.

*************

Draco svolazzava sopra il campo di Quidditch, solitamente la domenica c’era sempre qualche partita tra case, ma stranamente quel freddo giorno di fine novembre Madama Pince aveva rimandato alla domenica successiva a causa della nebbia che fin da mattina non si diradava.

Il giovane Malfoy ovviamente aveva colto l’occasione per allenarsi per la prima prova che avrebbe avuto luogo meno di un mese dopo.

- Draco! Scendi!!- gli urlò Piton da terra. Lui lo guardò per qualche istante ed obbedì. Scese in picchiata fermandosi a pochi metri da terra. Piton era sbiancato di colpo, aveva creduto che Draco si sarebbe schiantato a terra ed invece aveva fatto l’ennesima finta.

- Sai perfettamente che non amo quando scendi in quel modo.- sibilò Piton guardando Malfoy che si aggiustava la tuta di Quidditch. Con uno sguardo eloquente convinse Draco ad avvicinarsi.

- Tieni, cominciamo.- gli diede la bacchetta e gli voltò le spalle allontanandosi di qualche metro, dieci all’incirca. Draco si mise in posizione di duello. Piton mosse la bacchetta pronunciando:

- Illusio apparen paurem -

Dalla bacchetta fuoriuscì una leggero fumo nero e si diresse verso Draco. Draco chiuse gli occhi e sospirò, abbassò la bacchetta e attese che il fumo nero lo raggiungesse. Venne circondato in pochi istanti. Draco cominciò a sentire freddo ed una strana angoscia che tuttavia nascose al professore. il fumo rimase stazionario su di lui per svariati secondi, dopo di che lo lasciò per tornare nella bacchetta di Piton. La bacchetta di Piton cominciò a brillare di luce nera.

- Apparen! - ordinò il docente di Pozioni. Si alzò un forte vento, immediatamente dopo le parole di Severus, che al centro della distanza tra i due uomini formò un piccolo tornado. Pochi secondi e il tornado si tramutò in una persona.

- Hermione…- sussurrò Draco con sguardo freddo. L’ Illusio dalle sembianze di Hermione impugnò una bacchetta apparsa dal nulla. Draco diresse la sua verso di lui.

- Sei solo uno sporco Mangiamorte!- Urlò L’Illusio scagliando una Maledizione Cruciatus verso Draco che prontamente si difese. I suoi occhi non raccontavano che il vuoto e l’indifferenza, ma in realtà stava soffrendo immensamente dentro. L’Illusio lo attaccò ancora ed Draco si riparò con uno scudo creato un istante prima di esser colpito.

- Draco devi distruggerlo!- gli urlò Piton da lontano. Draco non lo sentì troppo occupato a ripararsi dagli attacchi che si susseguivano sempre più velocemente. La riluttanza di Draco dall’eliminarlo pareva potenziarlo maggiormente.

***********

- Ron in che lingua preferisci che lo ripeta?-

- Avanti Herm….-

- E’ fuori discussione.-

- Herm….ti prego…-

- No.-

Ronald The King Weasley guardava Hermione come se lei fosse la sua unica possibilità di salvezza, il che, di fatto era così. Aveva passato le ultime due ore a cercare di convincere la testarda Grifondoro ad aiutarlo con una faccenda che riguardava Satine. In realtà sapeva che non v’era da escludere la possibilità che la sua migliore amica gli negasse i soccorsi, ma infondo tentare non nuoce, giusto?

- Hermione devi soltanto chiederle se…ha già fatto…- Hermione lo guardò in cagnesco – Hai capito no?- Balbettò Ron imbarazzato.

- Ron, io quella ragazza non la conosco neanche! Pretendi che mi dica certe cose?- gli fece notare Hermione raccogliendo una boccetta di inchiostro che le era sfuggita di mano finendo a terra e versando tutto il suo contenuto sul pavimento. Hermione si abbassò in ginocchio ed iniziò a raccogliere le schegge di vetro sparse un po’ ovunque. Ron la guardò e dopo poco si abbassò a sua volta. Guardò Hermione negli occhi e sussurrò:

- Spetta ti aiuto…- Ron prese uno straccio e aiutò Hermione a pulire. – Fate amicizia! –

- Ronald…-

- Oggi te la presento e tu cercherai di avvicinarti a lei…- Hermione scosse la testa sospirando stancamente - insomma Herm… - La ragazza lo guardò e proseguì a pulire l’inchiostro - aiutami!-

- Va bene.-

- Cosa?- fece Ron sorpreso. – Mi aiuterai davvero?- Ron non riusciva ancora a credere alle sue orecchie. Fissò Hermione che gli fece un cenno affermativo con la testa.

- Sì lo farò!-

Ron si slanciò in avanti per abbracciarla forte. Lei contraccambiò l’abbraccio sorridendo dolcemente.

- Grazie Herm! Sei un’amica!- stringendola ancora di più.

**************

La biblioteca era illuminata lievemente da una piccola lanterna posata distrattamente su un tavolino accanto un libro visibilmente antico. Il tomo aveva le pagine tutte ingiallite e la copertina era di un rosso rubino sporca delle troppe mani che l’avevano tenuta e aperta. Attorno il silenzio, il silenzio dell’uomo che con gli anni aveva imparato a vivere da solo. Il silenzio ed il segreto che portava da quando era tornato indietro nel tempo, il silenzio del futuro. Il futuro che Donatello conosceva, sapeva come sarebbe finita la guerra, sapeva che molti sarebbero caduti. Tra cui anche molti amici…

- Donatello?- fece Daphne cercando con gli occhi l’uomo. Donatello era nascosto nell’ombra, quando la ragazza lo chiamò aumentò la fiamma della lampada, così che tutta la stanza venisse vivacizzata dalla luce d’oro delle fiamme.

- Dimmi, Angelo.- la incalzò lui versandole un po’ di Firewhisky nel bicchiere.

- Devo andare ad Hogwarts.- sussurrò Daphne – Voglio rivedere Blaise…-

Donatello la guardò preoccupato e lei portò lo sguardo altrove.

- Ne senti la mancanza?- era una domanda retorica, era esplicito che Daphne sentisse la mancanza di Zabini.

- Sì.- quella parola venne fuori come un sospiro. Donatello le si avvicinò cautamente. Provò a prenderle la mano, ma non vi riuscì.

- Hai visto?- Daphne abbassò la testa. – Per ora sei semplicemente fumo. Hai bisogno di tempo per tornare com’eri prima di morire. – Dagli occhi di Daphne cominciarono a sgorgare diverse lacrime.

- Daphne…-

- Io voglio vederlo…e toccarlo…-

- Non puoi…ma…- s’interruppe Donatello – stavolta ho fatto più fatica a trapassarti, datti tempo due settimane e tornerai normale. Ovvero totalmente solida –

- Ne sei certo?- gli chiese Daphne con una lieve speranza nello sguardo.

- Io non erro mai.-

********

Hermione passava metà del suo tempo tra gli alti scaffali della biblioteca, cosa che avrebbe consigliato vivamente anche a Ron ed Harry che del M.A.G.O. si erano pressoché dimenticati. Eppure quello era il settimo anno ed era probabile che loro si sarebbero visti per l’ultima volta, ognuno aveva una propria strada da seguire, Harry voleva diventare Auror al Ministero, Ron portiere di Quidditch nella nazionale inglese, ed Hermione…lei non lo sapeva ancora con esattezza cosa sarebbe diventata, ma era ovvio che nella sua scelta, come pensavano il Salvatore del Mondo e il suo Scudiero, sarebbe c’entrato Draco Lucius Malfoy.

Hermione amava quel Serpeverde, e i due Grifondoro dovettero affidarsi, per farle cambiare idea, solo a pesanti sospiri mentre la ragazza passava loro davanti sperando di farle capire che Malfoy non era il meglio per lei. E a loro avviso non lo sarebbe mai stato. Tuttavia i loro pensieri riguardanti Draco per la Grifondoro avevano poco peso, e Ron ed Harry l’avevano capito anche da troppo tempo. Dopo che Malfoy era tornato ferito, Hermione aveva trascorso al suo capezzale tutte le notti insieme a Zabini, già eccone un altro di Serpeverde scomodo. Hermione aveva parlato a lungo anche con Blaise su Draco, su come il biondo avesse vissuto e anche su Daphne. Era incredibile come i due avessero trovato un linguaggio comune e fossero riusciti a parlare civilmente, con pochi e rari insulti. Ormai Blaise ed Hermione si potevano dire più che amici. A volte s’incontravano di pomeriggio per aiutarsi a fare i compiti o semplicemente per parlare. Draco era troppo occupato con la Prima prova del Torneo che sarebbe stata imminente, una soffiata da Piton gli era stata di grande aiuto, la prima prova consisteva nel combattere le proprie paure contro un Illusio, Draco aveva scoperto che la sua più grande paura era combattere contro Hermione.

********************

- Morgane!!!!!!!!!!- urlò Dorian per tutta la Sala professori facendo voltare tutti i professori con un sopracciglio inarcato per il disappunto. La McGranitt si era aggiustatagli occhiali e seguiva la scena con gli occhi, decisamente quei due non erano cambiati da come li aveva conosciuti quando era giovane. Sempre a litigare e a fare baccano. Eppure era strano non vedere con loro anche Keith. Keith Lloyd, quei tre erano inseparabili finché Keith non sparì. Non fu mai trovato. – Torna qui!- continuò attenuando il volume della voce sperò di sviare tutti quei sguardi interessati, si accorse che la mezzo- vampira si allontanava con passo veloce. Allora Dorian la inseguì passando in mezzo a borbottii e parole che trovavano somiglianza e senso in: “ Sai se Dorian ha ingurgitato qualche cosa di anomalo?” Dorian divenne all’istante color viola intenso sul volto. Morgane si voltò a guardarlo:

- Non sono il gufo, non torno a comando.- rispose la Demerè indignata proseguendo a camminare verso la porta mentre Dorian la rincorreva come un disperato.

- Esigo che tu venga qui subito!- sibilò Dorian alla bionda che con una smorfia uscì dalla Sala dei Professori, lasciando Dorian con venti paia d’occhi puntati addosso. Lui li guardò con sguardo nervoso e si precipitò fuori sbraitando – Morgane!-

L’inseguì per la scalinata principali, mentre le scale facevano di tutto per allontanarlo da lui, dannazione stava usando ancora i suoi poteri. Dorian fece una smorfia.

- Non puoi fare così!- urlò cercando di farsi sentire – Voglio parlarti!!!!- sbraitò, la bionda parve sentirlo e fermò le scale. Dorian accortosi del cambiamento, si precipitò su per gli scalini per raggiungerla. Una volta di fronte a lei faceva fatica a respirare a causa della corsa. La guardò per un attimo e lo sguardo che lei gli rivolse lo gelò all’istante, lo guardava come un microbo, e in quella situazione in un certo senso lo era.

- Avanti Grifoncina mia…- fece Dorian con voce dolce. Morgane s’arrabbiò ancora di più.

- Come ti permetti di chiamarmi così ora??!- gli sbraitò addosso. Dorian rischiò pericolosamente di rotolare giù dalle scale, e Morgane in quel momento non l’avrebbe aiutato, no. Anzi, avrebbe riso di gusto. No, così non andava.

- IO volevo solo…- cominciò Dorian che ormai si sentiva un pesce fuor d’acqua.

- Tu volevi solo parlare con mio fratello, - piccola pausa di suspense – CHE VOLEVA AMMAZZARTI!!!!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola, svegliando anche i quadri del settimo piano, e visto e considerato che erano al terzo, la voce di Morgane aveva raggiunto i livelli di una cantante d’opera irosa.

- Suvvia non gli ho fatto nulla…- sbottò Dorian abbassando la testa mentre lo sguardo della mezzo-vampira si addolciva.

- Sai che non mi importa nulla di lui…- sussurrò Morgane sorridendo lievemente – M’interessi solo tu…- disse accarezzandogli i ricci bruni. Lui sorrise a sua volta come non aveva fatto da molto tempo. La guardò negli occhi e l’attirò a sé abbracciandola dolcemente. Morgane lo guardò negli occhi bruni e si avvicinò alle sue labbra.

- Fallo di nuovo e ti spezzo l’osso del collo.- concisa, si disse molto tempo dopo Dorian seduto nel suo ufficio a sfogliare un libro.

**************

- Brutto pirla guarda cosa è successo per colpa tua!- esclamò Potter con enfasi. Zabini lo ghiacciò con gli occhi.

- Bada…- La scale si mosse ancora facendo traballare Zabini e cadere sugli scalini Harry. Dopo una inevitabile bestemmia di Harry, Blaise proseguì la frase troncata bruscamente dal movimento della scalinata.

- Bada a come parli Sfregiato, l’unico…- pausa per convincersi a pronunciare una parola tutt’altro che elegante - …pirla qui sei tu.- ribatte Zabini ancora ancorato alla ringhiera della scala. Harry lo incendiò con gli occhi e immaginò per un secondo di poter rompergli il naso senza eventuali conseguenze e ancora peggio prediche di Hermione sul evitare di essere espulso da Hogwarts. La scala terminò il suo movimento. Gli occhiali di Harry brillarono al riflesso della luce delle candele. Blaise ridusse gli occhi a due fessure e piegò la bocca in modo da formare un’espressione seccata.

- Oh merda, - il Prescelto picchiò un pugno sulle scale - guarda! – esclamò indicando la grande porta alla loro sinistra - siamo al terzo piano…- sbottò Harry irritato.

- Per essere esatti siamo al terzo piano dell’ala est del Castello.- puntualizzò Blaise ricominciando a salire le scale per ritrovarsi di fronte una porta chiusa. Harry lo seguì svogliatamente

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Spero vi piaccia! E spero che stavolta vi siano più recensioni!

  
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