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Autore: Jodie Roses    09/05/2012    1 recensioni
Jodie, una ragazza dai capelli rosso sangue, una ragazza come tante altre, niente di speciale (o almeno così pensa lei) in una città come Los Angeles negli anni del grande rock'n'roll.
Axl, il cantante della band più in voga del momento, che tutte amano e tutte desiderano (o almeno così pensa lui) a cui nessuno può resistere.
E se un giorno incontrasse quella ragazza che non si concederà così facilmente a lui? Si arrenderebbe altrettanto facilmente? E comincerà a credere al detto "gli opposti si attraggono"?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ditemi se fa cagare '-' Buona lettura! ^^


 

Nicky aveva sempre odiato gli ospedali. Non so, le trasmettevano un senso di inquietudine, e ogni volta che ci entrava sentiva un peso sul cuore. Ne odiava anche il perpetuo odore di medicinali che le perforavano le narici e la facevano starnutire in continuazione. Ma soprattutto odiava che in quel posto si respirasse un'aria di tristezza, preoccupazione, dolore e morte. Era una cosa che la faceva stare malissimo. L'ultima volta che ci era entrata, quando Slash aveva menato Axl, uscendo si era augurata di non doverci tornare per un bel po'. Ma quando Slash l'aveva chiamata, quella mattina, farfugliando cose senza senso, purtroppo si era resa conto che non sarebbe stato così. Da quanto aveva capito era successo qualcosa tra Axl e Jodie, e che doveva assolutamente passare a prendere Duff e Steven e fiondarsi da loro. Così era stata costretta a andare a casa dei Guns, buttare fuori senza tanti complimenti due groupie ancora mezze nude e prendere a schiaffi i ragazzi per svegliarli. I due biondi l'avevano seguita, senza capire niente, ancora mezzi addormentati. Una volta arrivati avevano trovato Slash e Izzy in sala d'aspetto, che sembravano essere contemporaneamente tristi, preoccupati e arrabbiati.

«Ma che diavolo è successo?! E dove sono Axl e Jodie?» chiese Nicky. Slash e Izzy si limitarono a scambiarsi un'occhiata, scuri in volto, senza dire niente.

«Mi volete rispondere?! Cazzo, si tratta della mia migliore amica!» urlò allora la ragazza, infiammandosi. Così i due furono costretti a spiegarle tutto quel che era successo, dalla notte prima fino ad ora. Nicky li ascoltò, incredula, guardandoli con tanto d'occhi.

«Quindi, fatemi capire bene, quel figlio di puttana l'ha cercata di violentare e l'ha picchiata tanto da farla finire all'ospedale solo perchè credeva fosse andata a letto con te?» chiese, cercando di stare calma.

«Non avrei saputo dirlo meglio» ammise Slash.

Allora la ragazza si alzò di scatto «Dov'e Axl?» chiese

«Beh, considerato che questi gli hanno fatto perdere i sensi probabilmente è ancora dentro..ma perchè?» domandò Duff, preoccupato.

Nicky gli lanciò un'occhiata di fuoco «Perchè?! Perchè voglio andare a fargliela pagare a quel bastardo!» urlò istericamente, e fece per uscire, ma Izzy la bloccò

«No aspetta, cosa pensi di fare? Aspetta almeno che si risvegli per prenderlo a schiaffi!» scherzò, guardandola con un sorriso speranzoso e tentando di capire se la battuta avesse avuto effetto. Ma la ragazza si infuriò ancora di più.

«Izzy, ma ti ascolti quando parli?! Che cazzo stai dici?! E comunque me ne frego se sta dormendo, adesso vado lì e gli spacco quel bel faccino!! E tu mollami!» gli ordinò, visto che il ragazzo l'aveva presa per un braccio e continuava a tenerla. Ma lui non la lasciò, anzi, tentò di allontanarla dalla porta, facendola incazzare ancora di più. Talmente tanto che cominciò a scalciare e a dimenarsi e a urlare e Izzy fu costretto a prenderla in braccio per evitare che scappasse veramente.

«Ehi, ehi, calmati!» esclamò Steven, divertito, osservando la ragazza che sembrava posseduta.

«Non dirmi cosa devo fare, Adler, non ci provare!» strillò, guardando il biondo con aria assassina «e tu mettimi subito giù!» gridò rivolta a Izzy, tentando per l'ennesima volta di liberarsi. Ma il moro la ignorò completamente e alla fine fu costretta a promettere che non avrebbe fatto niente e non sarebbe andata da nessuna parte pur di farsi rimettere giù. Izzy la posò per terra con delicatezza, sorridendole, ma lei gli lanciò un'occhiataccia e andò a sedersi dall'altra parte della stanza con aria offesa.

Il chitarrista la guardò, incredulo «Che è, adesso ti metti pure a fare l'offesa?» domandò, avvicinandosi. La ragazza non rispose. Lui allora le si sedette accanto

«Credi davvero che ti lascerei andare a “spaccare la faccia” al mio migliore amico?» chiese. Nicky fece una smorfia «anche se stavolta se lo meriterebbe» ammise con un sorriso triste.

Nicky lo guardò con le lacrime agli occhi, per poi gettargli le braccia al collo, scoppiando a piangere «Axl è un bastardo!» singhiozzò.

Lui fece un sospiro «Lo so, lo so...tu però ora non piangere...» ma era tutto inutile.

«Come può fare una cosa del genere?»

Izzy si morse il labbro «Non lo so, cioè, lo conosco da tutta una vita e a volte mi sembra che non sia affatto così...» disse, tentando di consolarla. In realtà sapeva benissimo perchè Axl si stava comportando così, ma non poteva dirglielo...lei non avrebbe capito, e lui non sarebbe riuscito a spiegarglielo.

 

 

Los Angeles, 5 Agosto 1987

Ore 15.43

 

Axl si sentiva malissimo per quello che era successo.

Perchè c'erano dei momenti in cui non riusciva a controllarsi? Perchè non era normale come tutte le altre persone? Perchè quando era arrabbiato si trasformava in un mostro e non riusciva più a capire cosa stava facendo, a distinguere il bene dal male? Ogni volta che ci ripensava gli veniva voglia di prendersi a pugni.

Nel frattempo era passata una settimana, e non aveva più rivisto Jodie. Il che forse era anche un bene, perchè probabilmente non sarebbe riuscito a guardarla negli occhi dopo quello che le aveva fatto. Solo che gli mancava tantissimo, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di poterle parlare, per spiegarsi, farsi perdonare. I ragazzi avevano deciso che era meglio per un po' che non si vedessero, e lui allora era stato costretto a rimanere inchiodato lì da loro, perchè nel frattempo avevano anche decretato che dovesse riprendersi prima di poter uscire e ricominciare a vivere normalmente. Axl si era arrabbiato parecchio quando gliel'avevano detto, ma aveva pensato che era meglio non protestare, così si era limitato a sbuffare senza dire niente.

«Axl, noi usciamo!» lo avvisò Slash, prendendo la chitarra e avvicinandosi verso la porta. Axl era steso sul divano a ascoltare musica, cercando di non pensare a niente. Annuì con una smorfia.

«Io chiudo la porta a chiave» gli disse Izzy «tu resta qui e cerca di non fare cavolate»

Axl annuì senza dire niente, indifferente. Duff e Steven lo salutarono con un cenno della mano, seguendo gli altri due che erano già usciti. Quando la porta si richiuse dietro al batterista Axl si lasciò scappare un luuungo sospiro. Chiuse gli occhi e alzò il volume. Stava ascoltando il loro bellissimo album, Appetite, e per essere precisi la loro canzone, quella sua e di Jodie, Sweet Child O' mine.

“Oh, where do we go? Where do we go now? Where do we go now? Oh, where do we go? Sweet Child, Sweet Child, Sweet Child O' mine...”

Mentre cantava queste parole, e ancora, e ancora, gli venne un'idea. Dubitava che sarebbe bastato presentarsi a casa di Jodie con aria dispiaciuta e chiederle perdono per risolvere tutto. Serviva qualcosa di meglio, qualcosa che dimostrasse quanto le mancasse e quanto la amava.
Si alzò con un balzo, sentendosi già meglio, e pensando che non vedeva l'ora di dirglielo. Ok, solo che adesso il problema era uscire...ma come?
Quegli stronz..ehm...l'avevano chiuso dentro. Pensò che forse avrebbe potuto chiamare Nicky e chiederle di venire a aprirgli, ma dubitava sarebbe servito a qualcosa. L'aveva vista solo una volta, un pomeriggio che era passata di lì per trovarli, e gli aveva lanciato un'occhiata così piena di disprezzo da fargli venire le lacrime agli occhi.
Quindi l'unica era provare a uscire dalla finestra. Anche se erano all'ultimo piano non erano molto in alto, e poi aveva una certa esperienza con quel tipo di fughe, avendone fatte talmente tante da perdere il conto quando era a Lafayette.
E evidentemente era ancora abbastanza bravo, infatti mezz'ora dopo era già riuscito a evadere dalla sua prigione, e adesso era fermo davanti a casa di Jodie, cercando di trovare il coraggio di suonare. Fece un respiro profondo e pigiò il campanello

“Din don!”

Dopo qualche secondo venne a aprirgli Jodie. Quando vide che era lui sgranò gli occhi, neanche avesse visto un fantasma, e sbiancò completamente.

“Oh mio dio..siamo arrivati al punto che ha paura di me...” pensò, preso dal panico.

«Che vuoi?»

«Parlarti?»

Gli lanciò un'occhiata ironica. «Vai via» disse e fece per chiudere la porta, ma Axl la bloccò. Lei allora si allontanò, spaventata.

«No no non ti preoccupare, non ti voglio fare niente!» esclamò, alzando le mani in segno di resa. Ma Jodie continuò a indietreggiare pregandolo di non farle del male. A Axl si stringeva il cuore vedendola così, neanche avesse tentato di aggredirla.

«Jodie, Jodie, stai calma, voglio solo parlarti! Ti prego ascoltami!» disse, prendendole una mano, ma la ragazza si liberò «Non toccarmi!»

Axl alzò gli occhi al cielo. «Ok senti, facciamo che io non ti tocco, e non mi avvicino più di così, ok?» propose. Lei annuì, deglutendo. «Cosa sei venuto a fare qui?»

«Parlarti» ripetè lui con un sorriso.

La ragazza inarcò le sopracciglia «Di cosa?»

Axl sospirò, passandosi una mano fra i capelli «Di quello che è successo. Senti, ti prego, mi sento terribilmente in colpa per quello che ti ho fatto, vorrei morire, te lo giuro, sono stato un bastardo schifoso, e posso capire che ora tu probabilmente mi odi» disse con voce strozzata «ma non sono stato io, davvero,..»

«Ah non sei stato tu?» chiese Jodie, guardandolo ferita, passandosi anche lei una mano sui capelli, dove le avevano messo i punti.

«No, no, no, non intendevo questo! Volevo dire che io mi trasformo, in un certo senso, a volte...è come se quando sono triste, o arrabbiato per qualcosa io diventi Axl..»

«Ma Axl, tu sei Axl!» esclamò, confusa.

Axl, sempre che in quel momento fosse Axl, fece un sorriso triste «No, aspetta. Fammi finire. Sì, è vero, io sono Axl, ma non è il mio vero nome, il mio vero nome è William. Però chiamarmi Axl, chiamarmi William, o Bill non fa differenza, no? Cambia solo il nome, perchè alla fine sono sempre io, giusto? Beh, non è così...è stato Axl a farti quelle cose brutte...E io adesso non sono Axl, devi credermi!» disse con le lacrime agli occhi.

Jodie gli lanciò un'occhiata spaventata. Adesso non aveva solo paura di lui, aveva paura per lui.

«Axl è il ragazzo figo, che tutte vogliono portarsi a letto, che si scatena sul palco, che si fa le groupie, e che tutti ritengono stronzo e bastardo, che non pensa mai agli altri o a quello che potrebbero provare, e è stato lui a farti del male...» spiegò «William invece è ancora il bambino piccolo che viene preso a cinghiate dal padre e ignorato dalla madre alcolizzata, e picchiato dai poliziotti del suo paese, e sbattuto in prigione senza che avesse fatto niente..» Axl, o William, si sentiva sempre male quando ripensava al suo passato «Ed è stato William a scrivere Sweet Child O' mine, è stato William a volertela dedicare, ed è stato William a innamorarsi di te, ed è lui adesso che ti sta chiedendo di perdonarlo!» esclamò, inginocchiandosi davanti a lei. Aveva l'aria di sentirsi così male che Jodie non riuscì a dire niente. Adesso aveva anche lei le lacrime agli occhi

«Ma, Axl...anzi Will...perchè non mi hai mai detto niente?»

«Avevo paura che tu ti saresti spaventata, o che mi avresti preso per pazzo, avevo paura che mi lasciassi...» sussurrò

Jodie allora gli sorrise. Come poteva essere ancora arrabbiata con lui? Un attimo dopo però scoppiò a piangere e lo abbracciò.

«Oh, Axl, mi hai fatto tanto male!»

«Sì, sì, lo so, ma ti prego, ti prego, scusami, farti stare male è l'ultima cosa che voglio...O almeno, William non lo vuole...» disse, stringendola «Mi perdoni, vero?»

Lei sorrise «Sì. Come potrei stare senza di te?»

William rispose al sorriso. E gli venne in mente l'idea che aveva avuto. Sorrise ancora di più «Ah, e sai che mi è venuta una bellissima idea riguardo Sweet Child O' mine?»

«Sarebbe?»

Lui continuò a sorridere, con aria misteriosa «Eheh, scommetto che ti piacerà! Stai a sentire...»

  
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