Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Alyx    10/05/2012    7 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Essere unMezzosangue è una faticaccia

                                                         Capitolo 9

                                        Facciamo arrosto un'Idra






 
 
Feci un ultimo respiro profondo e, afferrando dalla tasca Vendetta e facendola volare in aria, mi avvicinai al mostro.
Sapevo che avevo solo meno di un minuto prima di aver bisogno ancora di respirare, quindi attaccai subito.
Vidi con la coda dell'occhio due teste dell'Idra precipitarsi su Percy, disturbate dalla sua presenza.
Non potevo ancora staccare nessuna testa, visto che il figlio di Poseidone era impegnato.
Annabeth però raggiunse il ragazzo, aiutandolo, mentre io scansai per un pelo il morso velenoso di una testa.
Non mi sentivo un gran che in forze, visti gli ultimi avvenimenti, ma cercai di concentrarmi e chiedere un minimo di aiuto da parte degli Dèi.
Sarebbe stato carino da parte loro permetterci di sopravvivere ancora un po'.
Un testa mi fece volare via dal polso la spada, che cadde in acqua con un sonoro pluff.
La mano mi pulsava, ero disarmata e ormai quasi senza fiato.
Fulminai con lo sguardo il mostro, come a promettergli che ci saremmo rivisti, che aveva vinto una battaglia, ma non la guerra, e arretrai.
Inspirai.
Per un attimo mi girò la testa.
Sentii la mano di Louis sulla spalla.
Annabeth intanto aveva finito di aiutare Percy e se la stava cavando egregiamente con la bestia.
Per un attimo mi sentii umiliata.
La figlia di Atena combatteva meglio di me.
Un'ondata di rabbia mi invase e se non fosse stato per Louis mi sarei precipitata sul mostro all'istante.
Ma il figlio di Atena mi tenne sul posto, e la rabbia di Ares si estinse, lasciandomi vuota come un nido di rondini a Dicembre.
Percy prese posto poco lontano dalla ragazza bionda, l'acqua che gli arrivava ai polpacci, senza però bagnarlo.
Annabeth tagliò un paio di teste.
E per un attimo non successe niente.
L'acqua intorno al figlio di Poseidone restava immobile.
La paura mi strinse le stomaco.
E se non avesse funzionato?
Ma dopo pochi secondi, un muro di acqua salata si infranse sulla creatura che sibilò arrabbiata.
Credo che per un attimo fu solamente infuriata, ma che poi sentì dolore per il sale sulla parte mozzata.
Le ferite, dove una volta c'erano le teste, si sciolsero come cera e si deformarono fino a diventare solamente una massa informe di carne di Idra.
Ammesso che fosse davvero carne.
Comunque immagino che gli fece parecchio male.
L'Idra si scaraventò su Percy, che perse l'equilibrio e cadde in acqua.
Annabeth cercò di aiutarlo, invano.
Louis corse in aiuto della bionda.
La spinse via, dicendole con gli occhi di allontanarsi.
Lei si allontanò di pochi passi, prese fiato e tornò all'attacco.
Percy cercava disperatamente di tenere a bada le altre sette teste rimaste.
L'acqua si dimenava e alzava vicino a lui.
Louis tagliò un altra testa.
Subito un getto d'acqua si infranse sulla ferita, che come quelle precedenti, si fuse.
Annabeth ne tagliò un altra.
E subito Percy la bagnò.
Rimanevano cinque teste.
Io li guardavo all'opera, come incantata.
Ad un tratto Louis si voltò verso di me, il viso rosso per la mancanza d'aria.
Mi sembra volesse dirmi qualcosa ma non ci feci caso.
Gridai il suo nome, indicando il mostro dietro di lui.
Una testa si preparava per attaccarlo.
Per fortuna fece in tempo ad alzare il suo scudo - che al momento non ricordo quando aveva tirato fuori - e la testa si scontrò contro di esso.
Louis volò indietro per qualche metro.
Rimasi un attimo spiazzata.
Tre teste si stavano occupando di Annabeth.
Le altre due si preparavano per uccidere Louis.
Istintivamente affondai la mano destra nella tasca e cercai Vendetta.
La strinsi e mi precipitai dal figlio di Atena.
Una testa si allungò per raggiungere Louis, ancora stordito per terra, ed io appena in tempo la mozzai.
-Percy!
Non aveva ancora finito di gridare che un muro d'acqua si infranse sulla creatura, e su di me. Infradiciandomi.
La pelle mi bruciò.
La quantità di sale presente nel bacino era vertiginosa.
Persi per un attimo l'equilibrio, cadendo seduta sul terreno.
L'altra testa stava per saettarmi contro.
Rotolai di lato.
Questa sibilò di sorpresa, mordendo una nuvola di polvere al mio posto.
Con la coda dell'occhio scorsi Louis che si allontanava per riprendere fiato per poi correre in aiuto ad Annabeth, rossa per la mancanza di ossigeno.
Rimanevano solo due teste.
Avevano un'aspetto orribile.
All'inizio pensai di riuscire a raggiungere il corpo ed a ferirlo definitivamente, ma quella maledetta testa di serpente sembrava aver capito i miei piani.
Tutte le volte che cercavo di avvicinarmi questa mi sibilava contro.
I polmoni stavano per scoppiarmi perciò arretrai un momento per respirare.
Annabeth prese il mio posto.
Lanciò con forza il coltello nel corpo martoriato della creatura che gemette di dolore ma non si distrusse.
Mi cadde l'occhio sulla sacca di Louis.
Afferrai un arco che spuntava e incoccai una freccia.
Non ero un gran che, ma me la cavavo abbastanza bene con esso.
Chiusi un occhio concentrandomi sul momento giusto.
Le due teste si allinearono per un stante e scoccai.
La freccia prese di striscio la prima e mancò totalmente la seconda.
Imprecai.
Presi fiato e mi avvicinai un po'.
Ma esagerai.
Una testa mi attaccò.
Mi chinai, correndo velocemente da un'altra parte, ma quella mi strappò via dalle spalle la faretra piena di frecce che venne inghiottita con avidità dal mostro.
Mi era rimasta solo quella che avevo in mano.
La spalla mi faceva male per la forza con cui mi aveva strappato la custodia delle frecce.
Strinsi i denti e la incoccai.
Dovevo farcela.
Aspettai pochi secondi.
Quando si concentrarono entrambe su Louis lasciai l'elastico.
La freccia penetrò perfettamente la prima e la seconda testa.
Louis prontamente abbatté la sua spada sul corpo ferito della creatura che esplose in una nuvola di polvere, lasciando sul terreno una discreta pozza di sangue nero come l'inchiostro.


 
Mi accasciai su un masso, sfinita, respirando affannosamente mentre Annabeth si avvicinava con cautela al sangue.
-Ne dovremmo prendere un po'.
Percy uscì completamente asciutto dall'acqua.
-Se voi lasciarmi, non c'è assolutamente bisogno di avvelenarmi.
La ragazza si lasciò sfuggire un sorriso esasperato.
-Percy!- lo riprese con uno sbuffo. Poi si rivolse a noi. -Potremmo intingerci le frecce. 
Io alzai le spalle.
-A meno che non ce ne siamo altre, quelle di Louis se le è mangiate la nostra amica defunta.
Louis alzò gli occhi al cielo e si avviò verso la macchina.
Percy si abbassò accanto ad Annabeth.
Vidi con la coda dell'occhio il figlio di Atena rovistare nel baule e poi avvicinarsi di nuovo a noi con una faretra sulla spalla sinistra.
-Ed ecco a voi altre frecce. E, Annabeth...- la bionda voltò la testa verso il fratellastro.
Louis le lanciò un contenitore che lei prese al volo.
-Che cos'è?
Louis scosse le spalle. -Bo. Era nella macchina. Comunque puoi usarlo per il sangue dell'Idra.
Lei e Percy si misero al lavoro, discutendo come sempre.
-Potremmo usare una conchiglia per prenderlo senza toccarlo.
-Non essere stupido, Testa d'Alghe.
-Non è una cattiva idea.
Risi di gusto all'occhiata che gli lanciò Annabeth.
-Certo che è una cattiva idea.
I due continuarono a discutere mentre Louis mi si sedeva accanto. 
-Sei stato bravo con quella spada. - dissi guardando senza in realtà vederli, i due chini sul terreno.
-Grazie. Tu con quel' arco... Be', Emily ne sarebbe orgogliosa.
Mi limitai ad annuire.
Dopo un attimo, Louis si alzò, scrollandosi la polvere dai pantaloni.
Si voltò verso di me e mi tese la mano, sorridendo.
Io chinai la testa di lato, piegando appena le labbra verso l'alto.
-Hai un bellissimo sorriso, Louis. - commentai a voce alta senza nemmeno accorgermene.
Lui rise.
-Grazie. Anche tu.
Immediatamente abbassai lo sguardo.
Cosa mi era saltato in mente, di preciso?
Lui afferrò la mia mano e mi fece alzare.
Per un momento ebbi paura di essergli troppo vicina.
Ma improvvisamente nell'aria prese forma Chirone.
E dietro di lui, Harry Bake.
Il messaggio iride mi diede un'ottima scusa per allontanarmi il più possibile.
Chirone ero piuttosto nervoso e anche il mezzosangue dietro di lui, anche cercava di non darlo a vedere.
-Camille?- mi chiamò il centauro.
Presi un bel respiro. -Ti vedo e ti sento, Chirone.
-Come sta andando? Tutto bene?
Io lanciai un'occhiata a Annabeth e Percy ancora chini sul terreno.
-Sì. Certo. Abbiamo appena disintegrato un'Idra, che casualmente ci intralciava la strada.
Chirone sospirò.
-Dove siete?
Mi sentii un attimo a disagio. Non gli avevo raccontanti nulla di quel che sapevo... E be', immagino non l'avrei certo passata liscia.
-Siamo... Sulle tracce di Pitone.
-Pitone?
-Sì, ecco, Louis ha fatto un sogno. Pitone ha rapito Emily, Chirone. 
Il centauro aggrottò le sopracciglia.
-Perché?
Louis prese parola prima che io potessi dire qualunque cosa.
-L'Oracolo. Ovviamente. Rivuole l'Oracolo rubatogli da Apollo.
Chirone sembrò per un attimo assente. -Ecco perché...- bisbigliò tra sè, ma non abbastanza piano da impedirmi di sentire.
-Cosa è successo al Campo, Chirone?
Adesso era lui che si sentiva a disagio.
-Apollo era molto teso. È passato di qui, chiedendo notizie di Emily. Ovviamente non potevo nascondergli la sua scomparsa...
-Cosa è successo esattamente?!- chiesi preoccupata.
-Quando è arrivato, ecco. Con lui c'era Rachel. All'inizio non ci ho fatto molto caso. È comunque il Dio degli Oracoli. Erano un po' preoccupati entrambi. Ma non pensavo fosse così... grave.
Mi si strinse lo stomaco.
-Cosa ti ha detto?
-Niente di che. Ma mi ha promesso che sarebbe andato al più presto da Susan, a cercare di darle la notizia con cautela.
Susan era la madre di Emily. 
Da dopo l'incidente era molto instabile.
Delle volte non riconosceva nemmeno sua figlia, si dimenticava chi era, dove viveva...
Tuttavia, non raramente, sembrava una donna normalissima, come se non le fosse successo niente.
Sapevo che Apollo la andava a trovare spesso, e che la vicinanza del Dio la faceva stare meglio.
Io annuii.
Annabeth chiamò Louis che salutò Chirone alla svelta e la raggiunse.
Intanto il centauro continuò.
-Camille devi stare attenta. Pitone non è un mostro normale. Insomma, custodiva l'Oracolo. È stato sconfitto da un Dio. Devi essere molto cauta. 
Spero di riuscire a contattare Apollo il prima possibile e riferirgli la notizia, ma intanto ti devi arrangiare da sola.
-Come ho sempre fatto, no?
-No.- dichiarò il centauro.- Non come hai sempre fatto. Sei una figlia di Ares. Spesso, troppo spesso, agisci di impulso. Cerca di ragionare stavolta. Non spingerti oltre. Non fare il passo più lungo della gamba. Per favore, limitati a prendere Emily e tornare qui il prima possibile. Con tutti i tuoi compagni. 
Rimasi senza parole. Mi stava chiedendo... Di non combattere?
-Ma... Pitone!?!- esclamai.
Chirone mi inchiodò con lo sguardo.
-Se ne occuperà Apollo, come è giusto che sia. 
-Chirone...- cercai di protestare, ma il centauro venne chiamato da qualcuno fuori dalla Casa Grande.
-Devo andare. Fai attenzione, Camille. Mi raccomando.
Il mezzo cavallo scomparve, lasciando posto solo a Harry, appoggiato con noncuranza al muro.
Per un attimo mi ricordò Luke Castellan, tristemente famoso per le sue scelte.
Feci per parlare ma lui mi anticipò.
-Devi riportarla qui.
Sbattei le palpebre, come se mi avesse stupito in qualche modo. Cosa non del tutto sbagliata.
-Certo che...
-Camille per una volta non pensare a te stessa. Non pensare come una figlia di Ares.
-Io...- tentai debolmente di protestare, confusa dai suoi discorsi.
-Devi sopprimere la tua sete di guerra. E sai che quando combatti ti assale completamente. Sei una figlia di Ares, anche se non sempre lo sembri. Quando combatti i tuoi occhi si illuminano come quelli di Clarisse. O di qualsiasi altro figlio della Guerra.
Spalancai la bocca, troppo stupita persino per emettere qualunque suono.
-Per una volta pensa solo a liberare Emily. Non metterla in pericolo per un tuo sfizio personale. Controllati e tutto andrà bene.- continuò Harry.
Stette un attimo in silenzio.
-Lo so che ti stai chiedendo chi sono io per dirti questo, ma non pensare che non mi importi di... Quella ragazza. Lei è... Diversa.- disse con lo sguardo perso.
Stupidamente pensai ad alta voce. -Se ti sentisse Emily...
-Non dirglielo!- scattò in piedi come una molla, risvegliandosi dalla trance e protendendosi verso di me.
Anche se sapevo che era solo una proiezione feci un passo indietro.
-Non dirle niente. Tu pensa solo a salvarla! Solo a salvarla!- e passando una mano nel messaggio iride come a scacciare un insetto fastidioso, scomparve.
 

 
Non feci parola a Louis di quello che aveva detto Harry, ma gli accennai quel poco che aveva detto Chirone mentre era andato da Annabeth, quando raggiunsi gli altri.
Inutile dire che i figli di Atena condivisero subito il pensiero di Chirone di lasciare il mostro ad Apollo.
Percy invece era più dalla mia parte.
Aveva ormai notato che la presenza di mostri lo eccitava come un bambino, anche se lui cercava di nasconderlo.
-Andiamo! Non possiamo andare da Mr. SquameVerdi vestiti da hippie, prendere la ragazza e dirgli che se la veda con Apollo!
-È pericoloso, Percy!- lo sgridò Annabeth.
-Non credo quanto Crono!
Il cielo tuonò, anche se era perfettamente sereno.
Annabeth si guardò intorno.
-Lo sai che a Zeus non piace quando lo nomini...
Il figlio di Poseidone si strinse nelle spalle, mentre la bionda continuava.
-Non devi sottovalutare Pitone, Percy. Solo perché... perché hai combattuto contro qualcuno di più potente, non sei invincibile.
-Ma Pitone...
-Non è una nostra battaglia.- si intromise Louis. -Sta ad Apollo sconfiggerlo. 
-Certo che è una nostra battaglia!- urlai. -Emily è stata rapita da quel coso squamoso e...
Louis abbassò il viso verso il terreno.
-Delle volte non penso che l'abbia rapita.
Assottigliai lo sguardo.
-Cosa stai dicendo di grazia?
-Come ha fatto Pitone ad entrare al Campo senza essere visto da nessuno? Perché Emily non ha cercato di contattarci? Perché...
-Zitto! 
Mi allontanai, irata, prendendomi la testa tra le mani.
Perché diceva quelle cose?
Louis mi raggiunse, le mani affondate nelle tasche.
Non indossava più la maglietta del Campo.
A casa sua si era cambiato. Ora aveva una maglia a righe.
Non ci avevo fatto molto caso fino ad allora.
-Cami...
-Lasciami in pace. Non sei nemmeno... 
Lascia la frase a metà, senza sapere come finirla.
-Perché non riesci a capire? Anche tu devi esserti fatta queste domande.
Mi voltai arrabbiata, puntandogli l'indice contro il petto.
-No! Non ho dubitato nemmeno un attimo! Emily non sarebbe mai... mai andata di propria volontà da Pitone! Contro suo padre! 
Lui mi afferrò il mio polso.
-Perché no? 
 -Perché lei ... non lo farebbe.
Louis sorrise. Ma non mi piacque il modo in cui lo fece. Con sofferenza.
-Non sai nemmeno darmi una buona ragione.
Mi dimenai e con violenza mi liberai della sua presa sul polso.
-Emily vuole bene a suo padre! 
-E come fai a esserne certa? Apollo l'ha abbandonata esattamente come ogni Dio fa con noi!
-Oh no!- sbottai. -C'è appena stata una guerra per questo, Louis! Non può parlare così! E non di Emily! Ha sempre adorato Apollo. Lei lo ha sempre sentito insieme a lei! Sempre!
Louis mi fissava, arrabbiato quanto me.
-Non conosci Emily.
-Sì! Certo che la conosco! È la mia migliore amica! Non parlarmi così Louis Bonnet!
Lui mi spinse, facendomi face qualche passo indietro.
-Ti sei mai minimamente chiesta perché Emily voglia sempre essere così allegra?! Suo padre assente, sua madre prima sempre al lavoro e poi pazza, era sempre da sola. Ha dovuto reagire! Pensi sul serio che ami suo padre incondizionatamente?
Rimasi a bocca aperta, stupita da quei discorsi.
-Emily vuole bene ad Apollo. 
-Come sei ottusa!- urlò lui, mettendosi le mani nei capelli. -Sai una cosa? Non ti rendi nemmeno conto che la tua amica voleva andarsene! Lasciarti!
-Di cosa stai parlando?
-Vedi?- Louis ghignò, quasi disgustato. -Emily voleva unirsi alle Cacciatrici di Artemide, lo sapevi? L'anno scorso. E stava per farlo. Oh sì. Stava per farlo. Tu lo sapevi?
Indietreggiando, inciampai per terra, e caddi miseramente ai piedi di Louis.
-Cosa...?
-Emily voleva andarsene. Allontanarsi da tutti. E tu, Camille, non te ne sei nemmeno accorta. 
-Come fai... A saperlo?
-Me l'ha detto lei.
Abbassai lo sguardo, nascondendomi dietro le ciocche di capelli che sfuggivano alla mia coda sfatta, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
Era vero?
Emily voleva lasciarmi? 
Abbandonare me, Louis, il Campo... ?
Perché? 
E non me l'aveva detto?
Louis si chinò sulle ginocchia, abbassandosi verso di me.
Scosse la testa bionda e afferrandomi il mento, mi baciò in fronte.
Io mi tuffai nelle mie ginocchia e scoppiai a piangere.
Una delle poche volte della mia vita e così vicino dall'ultima volta che l'avevo fatto.
Questa volta sentii ogni lacrima uscire dagli occhi, scivolare piano lungo le guance e precipitare nella polvere del terreno.
Louis si avvicinò di più a me e cercò di consolarmi.
Dopo pochi minuti mi accorsi di quanto stupida stessi sembrando e mi imposi di smettere.
Restai comunque stretta alle mie gambe, lasciando che il ragazzo mi accarezzasse i capelli.
Quando Louis si rese conto che avevo smesso di singhiozzare, mi fece alzare lo sguardo, e senza che io potessi minimamente immaginarlo, avvicinò il suo viso al mio ancora bagnato di lacrime, e posò le sue labbra sulle mie.








Angolo dell'Autrice:
Lo so. Dovevi aggiornare la long di Harry Potter.
Ma siccome il capito non è ancora finito ho voluto farvi questo regalo.
Questo credo sia il capitolo che mi piace di più in assoluto.
Fin ora, almeno.
Mi sono divertita tanto a scrivere il combattimento contro l'Idra anche se ci ho messo parecchio.
Bello ma faticoso. ;)
Comunque.
Un piccolo avviso per chi tifa per Louis e Camille ( vero Aryelle? XD).
Non cantate vittoria da subito.
Potrebbero esserci... delle complicazioni.
Bene.
Grazie mille a chi ha recensioto lo scorso capitolo, Trich, AleJackson, SoniSapientona e Aryelle e a chi come sempre si limita a leggere.
Spero di non avervi deluse.
Un bacione.
Alla prossima.
Alice
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Alyx