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Autore: jebbolina    10/05/2012    1 recensioni
Avete mai sentito l'anima bruciare? Era quello che sentiva in quel momento Rachel Harris mentre sentiva il medico parlare. La sua vita da quel giorno sarebbe sicuramente cambiata.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“È arrivato il momento di andare…” feci per alzarmi ma mi bloccò
“Aspetta -sospirò- non voglio perderti ancora” ero estremamente sorpresa da quella affermazione “Ho passato così tanto tempo a cercare di odiarti che ormai sono stufa. Questi due giorni con te sono stati bellissimi. Mi sentivo protetta, al sicuro. E avevo la certezza che non mi avresti fatto del male. Anzi, avresti fatto di tutto pur di farmi stare bene”
La guardai e vidi la tristezza nei suoi occhi “Chri, non voglio obbligarti, se non mi vuoi nella tua vita, me ne andrò. Quando ho deciso di varcare quella soglia, ho messo in conto tutto” la mia voce era impastata, cercavo di trattenere le lacrime, non volevo che mi vedesse piangere ancora. Ma lei mi sorprese ancora. Lentamente prese il mio viso
“Ascoltami -fece una pausa, guardandomi intensamente negli occhi, senza mai batter ciglio- sei tornata, saresti potuta scappare, ma non l’hai fatto. Sei tornata da me. Ed ho visto la sincerità nei tuoi occhi, ho visto lati di te che non credevo esistessero. Prima mi è sembrato quasi di riuscire a toccare la tua anima. Non posso e non voglio più stare lontana da te. Ok?”
Allora era vero, non aveva mai smesso di sperarci nemmeno lei, aveva continuato a lottare ed ora eravamo arrivate ad una scelta. Dovevamo scegliere se eravamo in grado di far intrecciare nuovamente le nostre vite, oppure dimenticare. Io la mia scelta l’avevo fatta. Ma possibile che la sua era identica alla mia? Possibile che dopo tutto quel tempo, lei avesse finalmente deciso di credermi?
L’abbracciai, ma non come le altre volte. Quello era un abbraccio debole, quasi impercettibile, che trasudava tutti quei sentimenti che mi ero portata dentro in tutto quel tempo. La libertà dalle catene che mi avevano tenuta prigioniera. Ed ancora una volta scoppiai in un pianto sordo che mi rese invisibile. Le parti si erano invertite, era lei che stringeva me, che mi cullava.
“Andrà tutto bene, ora smettila e torna a farmi ridere. Fai qualche faccia di merda che solo tu sai fare. Raccontami qualche aneddoto. Rendimi di nuovo partecipe della tua vita. Ricominciamo da zero”.
 
“Ehi Rach, prima di andare ti devo dare una cosa” la guardai con sguardo interrogativo, mentre lei era alla ricerca di una qualcosa nella borsa. Vidi nel suo volto uno sguardo vittorioso nell’aver trovato quel che cercava. Tirò fuori un foglio e me lo porse
“Cos’è?”
“Leggi, è per te” le sorrisi e aprì quel foglio spiegazzato e iniziai a leggere
 
Cara Rach,
era un po’ di tempo che pensavo di scriverti qualcosa. In questi pochi mesi in cui ti ho conosciuta, sei diventata per me una persona importantissima. Quello che ti scrivo ti sembrerà banale, ma credimi i sentimenti più veri sono proprio quelli semplici. In te ho scoperto un’amica sincera, che si è messa nei casini per aprimi gli occhi, per farmi capire insomma che non tutto è quello che sembra. Ti ringrazio per i pomeriggi passati insieme a parlare di musica, cazzate, sogni, ragazzi e ragazze, amicizie e relazioni terminate. Grazie per ogni birra, ogni sigaretta e ogni sorriso che abbiamo condiviso, grazie per avermi capita e sopportata e soprattutto ti ringrazio di essere entrata nella mia vita così di soppiatto, sorprendendomi e rallegrando le mie giornate. Un’ultima cosa: TI VOGLIO BENE!  Ed ora leggi questo, è uno dei miei testi preferiti:
 

‘Ho visto un volto con mille espressioni, e un volto con un’espressione sola, come fosse chiuso in uno stampo. Ho visto un volto sotto il cui velo di splendore si scorgeva la bruttezza e un volto di cui dovevo sollevare il velo di splendore per contemplarne la bellezza.
Ho visto un viso vecchio, profondamente solcato dal nulla, e un volto liscio in cui era incisa ogni cosa.
Io conosco i volti, perché guardo attraverso la tela che, i miei stessi archi tessono, e vedo la realtà  che è al di sotto’
[Volti – Kahlil Gibran]

Tua Christina

 
La guardai e vidi che era in trepidante attesa di una mia risposta. L’attirai a me e la strinsi forte “Ti voglio bene anch’io piccola” lei strinse ancora più forte
“Grazie Rach, davvero. Grazie”





NdA: la storia è conclusa. Avrei voluto scrivere un capitolo in più, ma penso che questo racchiuda tutto. Non c'è più niente da dire. Grazie a tutti quelli che hanno seguito/recensito/preferito/ricordato questa storia. Alla prossima =)


   
 
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