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Autore: DA_translations    11/05/2012    3 recensioni
- Ci rivedremo nella prossima vita -
- Sì. Aspetterò -
Due giovani studenti, tormentati dallo stesso sogno fin da quando erano piccoli, si incontreranno. Ma sarà per caso o per destino? Come si comporteranno quando si incontreranno?
Per scoprirlo non vi resta che entrare e leggere.
ATTENZIONE: questa è una traduzione, non è farina del mio sacco. L'autrice è Saharen sul sito deviantART. Per chi volesse leggere la storia in lingua originale ho inserito un link nelle note finali del primo capitolo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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AXEL POV
A lezione, quella mattina, sedetti al mio solito banco al centro dell’aula con il mio gruppo di amici. Parlavamo di tutto e di niente, cose semplici come l’università o ciò che c’era in TV la sera prima. Era tutto normale, ma quell’apparente tranquillità sarebbe stata smentita completamente nel momento in cui avessi incontrato il ragazzo nuovo, anche se ancora non ne avevo idea.
Mi infastidì sentirmi dire che io ero il secondo scelto per essere il buon esempio del ragazzino precedentemente istruito in casa che si era appena iscritto. Avevo accettato per la semplice necessità di mantenere l’immagine dello studente modello. Ovviamente nella mia testa maledicevo la mia sfortuna. Probabilmente il ragazzino sarebbe stato un bigotto avvolto nella bambagia, com’erano di solito i ragazzi di quel genere. Avrei passato tutta la giornata insieme ad un bimbetto con il moccio al naso che non aveva mai visto un armadietto a combinazione.
Quando entrò il preside, cercando il coglione che l’indomani sarebbe stato preso a calci nel sedere dal sottoscritto per aver disertato, sentii il mio stomaco farsi pesante. Ecco che iniziava l’inferno, evviva!
- Ethan Fields? – chiamò, facendo roteare la testa pelata e guardandosi intorno come un avvoltoio.
Sospirando pesantemente mi alzai, agitando la mano verso di lui, che mi guardò come se avessi cinque teste. Non gli ero mai stato a genio, diceva che avevo un aspetto oltraggioso. Qualunque cosa volesse dire.
- Ha deciso di assentarsi e il professore ha stabilito che lo sostituissi io. Dopotutto sono un onorario –
- Molto bene, allora, assolvi il tuo compito –
Seguii l’uomo fuori dall’aula e mi fermai non appena i miei occhi si posarono sul ragazzetto che avrei dovuto scortare. Mi sembrò che il tempo si fosse fermato quando i nostri occhi si incontrarono.
Quegli stessi occhi blu dei miei sogni, gli occhi blu che mi tormentavano  da quando ero piccolo. Ovunque guardassi su quel volto era tutto uguale. I capelli, gli occhi, le labbra, tutto. Fu come se qualcuno avesse deciso che ci fosse stato abbastanza dolore nella mia vita, che meritassi una ricompensa.
- Roxas… - sussurrai dolcemente tra me, un piccolo sorriso che mi incurvava gli angoli della bocca.
Guardai nuovamente verso il preside, cercando di nascondere la mia gioia. Avevo bisogno di liberarmi di quella presenza scomoda. Se davvero era lui, il ragazzo che avevo aspettato… gli dovevo parlare da solo. Dovevo chiedergli perché era qui, come ci fosse arrivato. E dirgli quanto fossi felice di vederlo, finalmente.
- Perfetto, gli insegnerò le basi, lasci fare a me – liquidai la testa pelata con un sorriso raggiante che lo fece allontanare brontolando tra sé.
- Esatto, Shiney… va’ via – mormorai roteando gli occhi prima di guardare il biondo di fronte a me.
Gli rivolsi un larghissimo sorriso, inclinando leggermente la testa da un lato, come aspettando che dicesse qualcosa che dimostrasse che mi aveva riconosciuto… niente. Tutto ciò che fece fu guardarmi con occhi che ricordavano quelli di un daino illuminati dai fari di un’auto.
- Molto bene, biondino. Puoi chiamarmi Axel, dato che è così che mi chiamano gli amici. Io sostituisco il tipo che avrebbe dovuto mostrarti la scuola, che oggi è assente. Ma questo va a nostro vantaggio, giusto? –
Il ragazzino rimase in silenzio per molto tempo, prima di rispondere.
- Che vuoi dire? – chiese semplicemente.
Sentii il mio cuore sprofondare. Mi ero… sbagliato? Quel ragazzo assomigliava soltanto a Roxas? Davvero lui non…?
Il pensiero che non mi conoscesse mi fece sentire come se qualcuno mi avesse buttato in acqua dopo avermi legato dei pesi alle caviglie e io stessi cercando disperatamente di risalire in superficie. Scossi la testa per quello stupido paragone prima di rispondere.
- Beh, così possiamo parlare, no? E fammi indovinare… So il tuo nome. È Roxas, giusto? –
Probabilmente sorrisi trionfante nel vedere l’espressione di sorpresa sul viso del ragazzino. Ma il mio sorriso scomparve quando mi rispose.
- Non so di cosa stai parlando. Io… io non conosco quel nome. Il mio è Corey, non Roxas. Non ho mai conosciuto nessuno che si chiamasse così –


Lo so, questo capitolo è molto breve, ma prometto che il prossimo darà più soddisfazione. Vi invito ancora una volta a segnalare eventuali errori o imprecisioni o fare domande se c’è qualcosa che non vi è chiaro. Sarò lieta di rispondere.
  
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