00.21
«
Scusa? Credo di non
aver capito bene… com’è che mi hai chiamato? Carlino Peperino? »
«
Hai capito benissimo,
terrestre, è inutile che cerchi di fingerti sorpreso… so chi sei, papero, e da
molto tempo! »
Pikappa deglutì.
Com’era possibile? Dove aveva sbagliato?
«
Non mi risulta di aver
perso il portafoglio… »
Farrhel sorrise:« No, ma
in battaglia è facile perdere qualcos’altro… »
Lo scienziato tirò
fuori dalla manica un’apparentemente innocua piuma bianca.
«
Ti sembra possibile che
con tutta la nostra avanzatissima tecnologia non siamo in grado di effettuare
un semplicissimo esame del DNA, Paperino? »
Il papero stava
trattenendo a fatica una risatina isterica. Tutta la fatica di quegli anni per
mantenere la sua identità segreta vanificata da una semplice piuma del suo
fondoschiena? Quando sarebbe tornato avrebbe chiesto a
Uno di cucirgli un costume che coprisse anche quello!
Il soldato
sorrise:« Tranquillo, papero, per ora nessuno sa della
mia scoperta… non ne ho lasciato tracce neppure nel computer della nave, non
voglio che qualcuno mi rubi la ricerca! »
«
E allora cosa vuoi da me?
»
«
Un semplice scambio di
favori… tu dichiari la tua resa e io lascio andare tuo nipote! »
«
Approfitti delle
occasioni fortuite? È un caso che sia su questa nave… »
Sul volto dello
scienziato evroniano si allargò un sadico sorriso. Paperinik era abituato a
quelle espressioni, ma poi venne assalito da un
dubbio. Un atroce, tremendo dubbio.
«
Ne sei proprio sicuro?
»
00.22
Quo e Qua non si
erano mai lasciati la mano per tutto il viaggio in ascensore. Un viaggio che
sembrò durare un’eternità.
«
Pronto? »
Qua guardò il
fratello:« Dubito che ormai ci sia qualcosa che sia in
grado di stupirmi, questa notte… »
DING!
«
Allora, si va? »
«
Dopo di te! »
Le porte
dell’ascensore si aprirono e timidamente i due fratelli varcarono la soglia del
nascondiglio segreto di Pikappa.
00.34
Angus iniziava a scoraggiarsi, anche se non lo
dava troppo a vedere. Era tenace il ragazzino, non c’era alcun dubbio! Erano
pochi quelli che resistevano a quasi un’ora dei suoi interrogatori, ma il
moccioso non aveva ancora rivelato nulla, a parte l’esistenza di un suo
fantomatico padre che doveva urgentemente raggiungere. Ma
non appena il giornalista provava a chiedere più informazioni, il ragazzino si
chiudeva in un silenzio che faceva imbestialire il giornalista.
Lyla non aveva
parlato per tutto il tempo. Pensierosa, rifletteva su come risolvere quel
grandioso pasticcio in cui si era cacciata. Cosa doveva
fare? Tramortire Angus e rispedire il ragazzino nel
suo tempo? Oppure…
Oppure…
00.43
«
Tu… TU… TU!!! »
L’evroniano sorrise: « Già, proprio io. Ci
sei arrivato, finalmente, sciocco terrestre! »
Pikappa strinse i
pugni trattenendo a stento la rabbia: « Perché?
Perché. Proprio. Qui? »
Aveva già ripetuto
quella frase, durante quella lunga ed estenuante notte, ma mentre la prima
volta, seduto su un divanetto della Ducklair Tower, l’aveva pronunciata con
tristezza e rassegnazione, stavolta il tono era ben diverso. Era a dir poco
furioso. Continuava a pensare che l’universo doveva essere grato che al suo
posto ci fosse lui e non Xadhoom, perché altrimenti
lui sarebbe già trasformato in una nova talmente era furioso in quel momento!
Farrhel ridacchiò:« Non è
ovvio? Ti volevo su questa nave, e sarebbe stato troppo difficile rapirti, hai
dimostrato più di una volta di non lasciarti prendere di sorpresa… l’unica opzione era farti salire a bordo di tua spontanea volontà… e
io sapevo come darti motivo di farlo! »
Alla luce di
quelle informazioni, tutto l’evento prese una piega diversa nella mente di
Paperino.
Già, dopotutto era
strano fin dall’inizio. Perché solo cinque guerrieri mandati allo sbaraglio
proprio su Paperopoli, dove sapevano benissimo che ci
sarebbe stato lui a fermarli? Perché si erano lasciati prendere le evrogun così facilmente? Perché erano fuggiti subito? Troppe stranezze avvenute troppo velocemente perché sia lui
che Uno capissero la verità.
«
Una trappola… una
maledetta schifosa trappola… »
Lo scienziato
sorrise:« Già! E tu ci sei cascato, come dite voi
terrestri, con tutte le scarpe! Anzi, nel tuo caso direi gli stivali… e vuoi
saperla tutta? L’ordine impartito ai miei sottoposti era di coolflamizzarli
tutti e tre… solo che la tua reazione è stata troppo rapida
per permettere loro di farlo! Ma ha funzionato comunque… »
Pikappa non aveva
mai abbassato lo sguardo durante tutta la discussione, neanche una volta. Era
uno sguardo duro, che cercava inutilmente di reprimere una rabbia
incontrollabile. Era uno sguardo che non sfoderava da molto tempo. Era lo
sguardo del vendicatore mascherato originale.
I veri occhi di
Paperinik.
E Farrhel, anche se nascondeva in parte il suo volto nella
divisa, rabbrividì.
Lui però non li poteva vedere, per fortuna.
Lui, che assisteva in silenzio alla discussione.
« Dov’è la fregatura?
»
«
Di quale fregatura
parli, papero? »
Pikappa esplose:« A parte che voi evroniani siete una fregatura vivente,
non negare perché me l’hai appena dimostrato, cosa ci guadagni a tenermi qui? Mi imprigionerete? Mi torturerete? Mi darete una pubblica
esecuzione come dimostrazione del potere di Evron al
resto dell’universo? Cos’hai
in mente, maledetto scienziato? Cosa? Cosa?
COSA??? PER QUALE ASSURDO E SPORCO MOTIVO AVETE
DOVUTO COOLFLAMIZZARE QUI??? »
Farrhel non rispose subito, dedicandosi a cercare
qualcosa nella manica della sua divisa.
«
Inizialmente non c’era
un piano preciso su di te, volevo solo trovare un punto debole nell’invincibile
eroe che ci stava tenendo sotto scacco da troppo tempo. Mentre finivo le
analisi, però, ho notato che, curiosamente, qualcuno dei tuoi geni è molto
simile ad alcuni dei nostri… »
Pikappa ironizzò:« Cos’è, un modo complicato per dirmi che siamo parenti? Non
t’invito al cenone di Natale neanche se mi dimostri di essere mia madre! »
«
Oh no, Paperino, fra me
e te non c’è nulla in comune… almeno per ora! Sai, avevo ben due campioni del tuo DNA e così ho fatto
una prova… »
Lo scienziato tirò
fuori il suo asso dalla manica, letteralmente. Una piuma rigida, quasi di
plastica. Una piuma viola.
«
Diventerai come noi,
Paperino… un perfetto guerriero evroniano! »
01:02
Quo si dovette
ricredere, e con lui anche Qua. Prendere il tè con un ologramma verde rinchiuso
in una bolla era una cosa che poteva sconvolgerlo
anche in quella notte assurda.
«
E così ora sapete… »
Quo parlò
guardando il vuoto, perso nella tecnologia che lo circondava:«
Così, mentre noi siamo a scuola o ai convegni delle GM, Zio Paperino è
qui, a combattere gli alieni… »
Uno ridacchiò:« Quando serve… altrimenti si occupa anche di criminali incalliti,
megalomani con manie di conquista globali, intelligenze elettroniche impazzite,
cronoviaggiatori… il curriculum di Pikappa
sull’argomento “salvataggi e imprese” è piuttosto variegato! »
Quo non parlò più,
lasciando la parola al fratello, che con le parole se la cavava meglio di lui:« Ora molte cose sono più chiare… perché lo Zio dorma
sempre, perché non si stupisca mai quando gli raccontiamo le cose più assurde
che ci capitano con le GM, perché, anche se dice di essere pigro e non muoversi
mai, quando Zio Paperone ci chiama per qualche avventura, Zio Paperino non dica
mai di no… rispetto a quello che fa qui, quelle devono sembrargli una
passeggiata! »
Uno sorrise:« Credo che su quello influiscano
anche i suoi debiti… dice sempre di averne un bel po’! »
Qua rifletté:« Sarei curioso di sapere cosa faceva nei panni di Paperinik
prima di incontrare te, Uno… »
«
A parte le notizie
riportate dai quotidiani, di cui quasi sicuramente sarete al corrente anche
voi, non ho dati sull’argomento… dovrete chiederglielo voi quando tornerà! »
Quo si avvicinò
alla grande finestra che mostrava l’intera Paperopoli.
Uno spettacolo mozzafiato, ma il suo sguardo era rivolto verso l’alto. Verso il
cielo, oltre il cielo.
«
Già… quando tornerà con
Qui… »
01. 15
I sensori di Lyla
impazzirono di nuovo, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, vide solo il
suo collega accasciarsi a terra.
«
Angus! »
«
Tranquilla, droide, si
sta solo facendo una dormita… noi ci siamo già incontrati, in passato, e non
voglio che mi riconosca mentre concludo una faccenda… »
Una figura alta e
minacciosa si avvicinò dall’ombra fino a rivelarsi sotto la luce di un
lampione.
«
TRIP!!! Sbaglio o
quella cronovela ti era stata requisita per un mese?
»
01.20
«
Io? Come voi? MAI! »
Farrhel rise:« Davvero? E
pensare che non ci vorrebbe neanche molto… una ritoccatina
nei tuoi geni qui, un'altra là, ed ecco sfornato un generale evroniano! Ti sto
offrendo una grossa possibilità, Paperino, non la sottovalutare… partendo da te
potremmo ottenere un evroniano di alta casta, con tutte le capacità che hai ora
più tutte quelle che la razza evroniana è in grado di
offrirti! Ti sto dando la possibilità di unirti a noi, di fare carriera nella nostre file, invece che venire ucciso in modo brutale
dalle nostre truppe… perché prima o poi accadrà, Pikappa, non potrai proteggere
la Terra da solo per sempre! Ti sto offrendo un patto che farà felici tutti:
tu, che potrai ottenere potere fisico, politico e militare, noi evroniani,
perché ci toglieremmo di mezzo uno scomodo avversario e tuo nipote, che potrà tornare sano e salvo sulla Terra… »
«
… fino a quando io
stesso non deciderò di distruggerla, immagino! »
L’evroniano alzò un sopracciglio.
«
L’hai detto tu stesso,
no? Diventerei un perfetto evroniano in tutto e per tutto… e voi evroniani
vivete solo per distruggere altri pianeti! Finirei con l’uccidere io stesso ciò
che ora sto cercando di proteggere… finirei per uccidere Qui con le mie mani! »
Lo scienziato
rise, con una risata diabolica:« E non sarebbe
meraviglioso? Tranceresti con le tue mani il fastidioso filo che ti legherebbe
al passato, e il Consiglio non avrebbe più nulla da temere da te! Potere a te,
futuro evroniano, gloria a me, Farrhel, per la mia grandiosa
scoperta! Potere e potenza, come dice il nostro motto! »
«
Non ucciderò mio
nipote. »
«
Non è detto che tu
debba farlo… posso analizzare anche il suo DNA, e se risulterà compatibile
potrei ripetere il processo anche con lui, con i suoi fratelli e con tutti
quelli che vorrai salvare… »
«
Ripeteresti il processo
con l’intera popolazione mondiale? Perché è loro che voglio salvare. Tutti,
nessuno escluso! Voglio salvare gli esseri umani in quanto
tali… non m’interessa una futura colonia evroniana! »
«
Devo prendere la tua
risposta come un no? »
Paperino esitò.
Dalle sue prossime parole dipendeva non solo la sua vita, ma anche quelle di
Qui.
Alle sue spalle,
dalla porta socchiusa, un occhio spaventato aveva osservato tutta la scena.
Tremava all’idea di sentire la riposta, mentre stringeva con tutte le sue forze lo strano scudo che fino a poco prima giaceva inerte
sul pavimento della stanza. Aveva sentito tutto e tremava. Tremava di paura, di
sorpresa, di ansia. Tremava per le troppe emozioni che lo avevano assalito
tutte in una volta. Tremava ripetendosi mentalmente di calmarsi. Inutile. Il
suo corpo non voleva saperne di calmarsi e rimase lì, protetto dall’eccessiva
concentrazione che i due interlocutori avevano rivolto alla discussione in
corso. Nessuno si era accorto di lui e rimase lì.
Tacendo e
tremando.
02.00
Una spia rossa si
accese.
«
Che succede, Uno? »
«
Rapina in corso alla
Banca Nazionale Paperopolese… un lavoro per vostro
zio, se ci fosse… ma per questa volta se ne dovrà occupare la polizia! Se si
muovono ad arrivare, però… »
Quo e Qua
guardarono lo schermo per un po’, poi i due gemelli si guardarono complici
sorridendo.
L’ologramma di Uno
cambiò espressione:« Ehi, ehi, ehi!!! Che non vi passi
nemmeno per l’anticamera del cervello! »
«
In fondo basta che si
presenti Paperinik, no? E con i tuoi ologrammi puoi farci passare per lui!
L’hai dimostrato prima che si può fare… e dai, Uno! »
Il supercomputer
si collegò alla stazione di polizia. Non avevano ancora saputo della rapina e
quando se ne sarebbero accorti sarebbe stato di sicuro
troppo tardi.
Sospirò:« Intelligenze biologiche… più sono piccole, più sono
complicate! »
02.15
«
Ehm… sì, lo so papà… »
«
E allora chi o cosa ti
avrebbe autorizzato a prenderla? »
Con l’aria più
innocente di questo mondo, Trip esibì un pacchetto di
stoffa arrotolata che fino a poco prima era stato maltrattato malamente da Angus:« Avevi dimenticato il mantello a casa, papà… »
«
E tu hai preso
l’occasione al volo per poterti fare un giretto, vero? »
Il bambino si
esibì in una posa avvocatesca che fece morire dal ridere Lyla:« Come osi pensare questo di tuo figlio? Una volta tanto che
questa dolce e innocente creatura decide di compiere una buona azione nei
confronti del suo genitore, riportandogli ciò che aveva imprudentemente
scordato e risparmiandogli un inutile viaggio… »
Il Razziatore
aveva ascoltato la filippica del figlio con le braccia incrociate, con aria di
aver ascoltato molte volte discorsi del genere:« Se
questo era l’obiettivo, direi che hai fatto cilecca, figliolo! »
«
Perché? »
«
Sai qual è la
differenza fra il 12 e il 21, Trip? »
«
Le cifre invertite? »
«
Anche, ma non solo… c’è
anche una differenza di nove, che può essere importante quando si parla di
secoli… »
Trip lo guardò con
aria confusa.
«
Ero in missione nel
12esimo secolo, Trip, non nel 21esimo!!! »
«
Ops… »
Il cronopirata sospirò:« Vabbè,
torniamo a casa, figliolo… »
«
Fermo dove sei,
Razziatore! »
Il falco rise
guardando Lyla:« Cronopoliziotta!
Per cosa mi vuoi arrestare, per aver ripreso mio figlio? Sì, è un gran
maleducato e ha una faccia di bronzo persino peggiore della mia, ma non è
cattivo! »
«
Ci sarebbe quel
viaggetto non autorizzato nel dodicesimo secolo… »
«
La tua parola contro la
mia. Non avevo ancora fatto nulla quando sono tornato qui a riprendere la mia
peste… »
Trip protestò:« Ehi! »
Il padre lo
fulminò:« Zitto tu, che per stasera me ne hai
combinate abbastanza! Mi stai anche facendo rischiare un arresto per colpa tua,
lo sai? »
«
Non per stasera,
Razziatore. »
Il falco la guardò
stupito. Non ci sperava.
«
Ringrazia tuo figlio,
per questa volta. Ma la prossima nemici come prima,
ok? »
«
Nemici come prima.
Saluta la signorina, Trip, che torniamo a casa! »
«
Ciao! »
Lyla sorrise
mentre i due falchi scomparivano nel vortice temporale. Ok, l’aveva lasciato
andare perché in fondo si sentiva in colpa per aver perso di vista Quo e Qua e
in qualche modo con Trip le sembrava di aver saldato il conto. Decisamente non era stata costruita per fare la babysitter! Ma era meglio che il comando della Tempolizia
non scoprisse questo suo moto di generosità nei confronti del peggior cronocriminale in circolazione!
Il droide si voltò
con la coscienza più leggera, per andare a inciampare nel corpo di Angus, ancora K.O.
«
Stasera hai proprio
deciso di rompermi le uova nel paniere! »
Sbuffando e ringraziando
di essere artificiale, Lyla prese per le braccia il collega giornalista e
iniziò a trascinarlo.
«
Meno male che nel mio
database ho anche il tuo indirizzo, Angus… peccato
che tu abiti dall’altra parte della città! »
02.30
Per gran parte del
discorso Pikappa, approfittando dell’ampio mantello che nascondeva gran parte
delle sue mosse, aveva frugato nelle tasche cercando qualcosa che potesse
sostituire la sua unica arma, il paralizzatore bradionico ormai scarico che giaceva inerme molto vicino
alle zampe del suo avversario. Non poteva sottovalutare il nemico, visto che si trattava di uno scienziato che aveva dimostrato
di saper prevedere molto bene le sue mosse. Non poteva sistemarlo con un pugno,
come aveva fatto prima con quelle squadriglie evroniane.
No, ci voleva qualcosa di più subdolo, una genialata alla Uno. Peccato che lui non fosse Uno e che avesse
pochissimo tempo e mezzi per inventarsi qualcosa!
Già, perché
qualcosa in tasca l’aveva. Un talismano, un portafortuna, un monito che si portava
in tasca da sempre per non dimenticare il passato. Se lo rigirò in mano. Poteva
essere utile, se trovava il momento e il modo adatto per usarlo. Gli serviva un
diversivo, ma poi si ricordò che era proprio quello che gli aveva chiesto di
fare Uno.
Poteva il
diversivo sperare a sua volta in una distrazione?
02.40
Uno continuava a
pensare che se Paperino l’avesse scoperto gli avrebbe distrutto i circuiti a
martellate. Aveva promesso di badare ai suoi nipoti e invece cosa andava a
fare? Prima se li perdeva e poi li mandava allo sbaraglio contro dei rapinatori!
D’accordo, non era
poi uno sconsiderato. Si era solo limitato a farli salire sulla Pi-kar, mentre lui manovrava l’auto e sistemava i
rapinatori; in pratica i due paperotti non avevano mosso un dito, ma dubitava
che il suo socio l’avrebbe presa così bene!
Però quando vide i
due gemelli tornare alla torre entusiasti, con gli
occhi sbarrati dalla meraviglia e dall’eccitazione, Uno non ebbe più dubbi.
Sì, Paperino
l’avrebbe perdonato. L’aveva fatto per distrarli un po’ dal pensiero dal
fratello, e per questo, solo per questo, il suo socio non si sarebbe
arrabbiato.
A patto che ora
rimanessero al sicuro nella Ducklair Tower, però!
02.45
«
Non esattamente… »
Farrhel guardò Pikappa stupito.
«
Un semplice no non
sarebbe sufficiente ed esprimere il mio disgusto per questa proposta! Posso aggiungere anche uno sputo in un occhio? »
«
Te ne pentirai, papero!
Rimpiangerai questo giorno, quando la Terra verrà
spazzata via dal nostro esercito! »
«
Dovrete passare sul mio
corpo! »
«
Sarò felice di farlo io
stesso, Paperinik! »
Farrhel si mosse di un passo, Pikappa
istintivamente arretrò, la porta socchiusa alle sue spalle si chiuse ancora un pò. Uno scontro era inevitabile…
«
FARRHEL!!! »
Un ruggito alle spalle
dello scienziato lo distrasse. Pikappa sorrise.
Ora o mai più!
Con uno scatto
quasi felino, Paperinik balzò verso il suo avversario, mentre con la mano
destra svitava il tappo del tubetto nascosto nella sua tasca. Con gesto
altrettanto fulmineo, riuscì a schivare un altro evroniano che si era
aggrappato alle gambe dello scienziato, tappò il becco allo scienziato
con la mano destra come se volesse impedirgli di gridare o respirare mentre con
la sinistra gli strappò dalle mani le sue piume e le nascose nell’altra tasca
del costume. Farrhel non poté reagire, impegnato con
un capobranca tenace che, pur non riuscendo a muovere
le gambe, si era trascinato per tutto il corridoio pur di fargliela pagare per
il suo tradimento.
Ghrithon gridò:« Maledetto
schifoso di un traditore! Quando mai si è visto uno scienziato che avvelena un
soldato? »
Farrhel cercò di rispondere, ma tutt’un tratto il suo sguardo si annebbiò e il suo volto assunse
un’espressione confusa e inoffensiva. Pikappa, con un altro balzo, si allontanò
da lui, portandosi davanti alla porta dove era custodito il macchinario decoolflamizzante e, senza farsi notare, l’accostò
nascondendo lo spiraglio da cui si sarebbe potuto vedere cosa stavano
combinando Uno e Qui. Nessuno, né Farrhel, né Ghrithon, né Qui, né Uno, videro
il suo intimo sorriso di soddisfazione.
«
Ma cosa… Ghrithon, cosa ci fai lì per terra? »
«
Farrhel!!! Ora fai anche il finto tonto??? »
Lo scienziato si
teneva una mano su una tempia, con le idee decisamente
confuse:« Cosa… come sono arrivato qui? E… Pikappa! Cosa ci fai su questa nave,
essere inferiore? »
L’evroniano a terra, appoggiandosi al muro,
tentò faticosamente di rimettersi in piedi:« Cosa stai dicendo, sporco
traditore? Sei tu che l’hai voluto qui! »
«
Io? Traditore? C’è
qualcosa che mi sfugge… »
Finalmente in
piedi, seppure un po’ instabile, il capobranca affermò con fermezza:« Avrai tutto il tempo di pensarci
nella cella di sicurezza! »
Farrhel scosse la testa:« Non
c’entro niente! Io non ho fatto nulla! Dev’essere… dev’essere
stato… Paperinik! Sì, di sicuro è lui la causa di tutto! È colpa tua, vero?
Vero? »
Pikappa sorrise:« Io non c’entro nulla con le vostre beghe personali… io
sono qui solamente per difendere la Terra, come sempre… »
«
Non è vero! Non è vero!
Lui deve aver fatto qualcosa… »
Ghrithon troncò la situazione:« Ora
basta! Soldati! Portatelo via! »
Due poveracci
picchiati prima dall’eroe terrestre, che con fatica erano
riusciti a rimettersi in piedi, ubbidirono all’ordine trascinando non senza
difficoltà lo scienziato che continuava a sbraitare di un fantomatico complotto
nei suoi confronti.
Nel corridoio
rimasero solo Pikappa e Ghrithon.
«
Vista la sua reazione,
non oso immaginare cosa facciate voi evroniani a chi non rispetta gli ordini,
generale… »
«
Credimi, preferiresti
essere trasformato in un coolflame piuttosto che
scoprirlo! E comunque io non sono un generale, sono solo un capobranca!
»
«
Chiedo scusa, non sono
sicuro di aver capito perfettamente la vostra gerarchia, vedrò di farmi dare
ripetizioni al riguardo! »
I due si
guardarono, indecisi sul da farsi.
«
Cosa sei venuto a fare
su questa nave, Pikappa? Per conquistarci? Per distruggerci? Perché se è questo
il tuo obiettivo, t’informo che hai già battuto la maggior parte dei guerrieri
di questa nave… e io non alcuna intenzione di
arrendermi, sarebbe disonorevole da parte mia! Se vuoi questa nave dovrai battermi, Paperinik! Sconfiggimi in battaglia e
la mia nave sarà tua! »
Il papero scosse
la testa:« Il mio obiettivo è già stato raggiunto, e i
miei piani non includevano la distruzione dell’astronave… ho avuto una giornata
pesante e l’unica cosa che sogno ora è un bel letto… per quanto mi riguarda
vorrei solo poter tornare a casa! Tuttavia, se me lo impedirete
sono pronto a smantellare questa nave pezzo per pezzo. »
«
Niente ironia stasera,
eroe? »
«
Te l’ho detto, sono
stanco… se mi lasci tornare a casa così come sono arrivato non farò nulla né a
te né ai tuoi uomini. »
«
Un patto di non
aggressione? »
«
Chiamalo come ti pare.
Ci stai? »
Ghrithon non rispose subito. Pikappa non oso
staccargli gli occhi di dosso, neppure per battere le ciglia. Sì, è vero, il capobranca aveva l’aria un po’ malconcia, ma forse aveva
ancora intenzione di combattere e nel caso doveva essere pronto a tutto.
Nonostante questa volta fosse davvero troppo esausto per un combattimento corpo a corpo senza Extransformer.
A dirla tutta, anche con l’Extransformer.
«
Mettiamola così,
Pikappa: nella lista delle mie priorità viene prima la punizione del traditore
che la conquista della Terra… dopotutto il tuo pianeta non scappa mica, mentre
il mio prigioniero è uno scienziato che ha già dimostrato di saper essere molto
pericoloso! Ti do il tempo che impiegherò per riportare Farrhel
su Evron per il processo per alto tradimento. Poi,
non appena tornerò, nemici come prima, come se questa
sera non fosse mai esistita. Siamo d’accordo? »
«
Non so se posso
fidarmi. Voi evroniani siete maestri dell’inganno… »
«
Hai messo fuori
combattimento con le tue stesse mani tutta la mia armata! In questo momento
siamo in piedi io, due guerrieri e Farrhel! Ma se
vuoi una prova della mia sincerità, tieni… »
«
Una bottiglia? »
«
È l’ultima bottiglia
del mio distillato preferito. Non me ne separo mai, se non per le grandi
occasioni… e il nostro trattato di non aggressione lo è, no? »
Un po’ dubbioso,
Paperinik prese la bottiglia che l’evroniano gli stava
porgendo. Si chiese se per educazione doveva brindare, ma ricordandosi i gusti
alimentari degli evroniani decise di lasciare perdere.
«
Bene, allora direi che
siamo d’accordo. Noi ce ne andiamo. »
«
Voi? Voi
chi? »
Il papero aprì la
porta alle sue spalle. Un paperotto tremante stringeva l’Extransformer
al petto.
Paperino si sforzò
di non guardarlo con troppa attenzione. A un veloce sguardo sembrava che fosse
tutto a posto, ma un dubbio lo tormentava.
Ricordava tutto
del periodo in cui era stato un coolflame?
«
Z… Paperinik! Ti… ti ho
tenuto lo scudo… »
Un lapsus. Un
piccolo minuscolo lapsus diede a Pikappa la conferma che cercava.
«
Ti ringrazio, ora lo
riprendo io… »
L’eroe indossò il
suo scudo e si rivolse nuovamente all’evroniano:« Me
ne torno indietro così come sono
arrivato… e questo include anche lui, visto che me lo sono portato dietro
fin dall’inizio! »
Ghrithon annuì.
«
Nemici come prima,
Pikappa? »
Il papero lo
superò trascinandosi il nipote.
«
Come e più di prima, Ghrithon! »
04:30
Paperinik non
disse più una parola fino a quando non furono a bordo della navetta. Restò in
silenzio anche mentre l’astronave evroniana accendeva
i motori e partiva verso la capitale dell’impero. Fino a quando non fu certo
che Ghrithon avesse mantenuto i patti, non uscì
neanche una parola dal suo becco.
Pensava. Pensava
che dopotutto aveva avuto una fortuna sfacciata, una
volta tanto. A pensarci ora, lontano dalla battaglia, gli venivano
in mente un sacco di cose che avrebbero potuto andare storte in quella mossa
disperata contro Farrhel. Cosa
avrebbe fatto se, per una volta, non avesse avuto il tubetto delle care
vecchie Car-Can in tasca? Se le portava sempre, per
non dimenticare che prima di Uno e di tutte le sue tecnologie c’era stato
Archimede e i suoi stivaletti a molla… e che se la poteva cavare egregiamente
anche con quelli! Un eroe non dipende solo dalle armi, quella notte l’aveva
dimostrato una volta di più.
Pensava in
silenzio. Dopotutto le Car-Can non erano state
testate sugli evroniani. Non aveva neanche riflettuto un secondo
sull’eventualità che poteva non funzionare, o che potesse
avere altri effetti. Sì, dopotutto era stato molto fortunato!
Fissò ancora in
silenzio i lampi di luce della navetta evroniana che
spariva in lontananza. Un silenzio pesante, che gli premeva sul cuore, carico
di ansia.
Ma quando lo spazio profondo tornò a
risplendere solo della luce delle stelle, una voce ruppe quel silenzio carico
di tensione.
«
Zio… Zio Paperino? »
«
Qui! Qui! Qui! »
Il papero si tolse
la maschera e abbracciò il nipote sollevandolo da terra e facendolo girare
sopra la sua testa. Non importava se l’ultima volta che glielo aveva fatto fare era molto più piccolo, pesava molto di meno e il suo
corpo era molto meno stanco che in quel preciso istante. Non aveva alcuna
importanza.
«
Non sai quanto è bello
sentire la tua voce! »
«
Zio Paperino! Io… io…
avevo tanta paura! Ti visto con gli alieni, ti ho
visto combattere e non potevo fare niente… e tu lo stavi facendo per me… e… e…
»
Qui scoppiò a
piangere. Mai come in quel momento Paperino fu felice di vedere e toccare le
sue lacrime.
«
Abbiamo molte cose da
dirci, lo so, ma abbiamo molto tempo per farlo… »
«
Più di quanto credi,
socio! State per passare in una fascia di asteroidi, e questo vi farà
rallentare di almeno un paio d’ore… »
«
Non c’è problema, Uno,
non abbiamo fretta… Quo e Qua stanno bene? »
«
Dormono, in questo
momento… a proposito di questo, dovrei dirti un paio di cosucce che li
riguardano… »
Paperino sospirò
guardando il colorito dell’ologramma sullo schermo dell’astronave avvicinarsi a
quello di Due. Che cavolo avevano combinato in sua
assenza quelle piccole peste dei suoi nipoti? O era stato
Uno a combinare danni?
Paperino rispose
asciugando le lacrime del nipote:« Avremo tempo di
parlare anche di questo, a quanto pare… »
Ciao
a tutti! Non venite a dirmi che non c’erano colpi di scena in questo capitolo, perché
vengo a cercarvi uno per uno con una evrogun! XD
Scherzi
a parte, ho volutamente allungato il capitolo per fare in modo che le tre
vicende si concludessero insieme… ma questo non
significa che la storia sia finita! Vi aspetta ancora
un epilogo, anzi, tanti epiloghi! Uno per ogni personaggio apparso nella
storia, per la precisione! C’è ancora qualcosina in
sospeso per ognuno…
E adesso
vi devo proprio ringraziare per il grande seguito che questa storia sta
ricevendo, sinceramente inaspettato! In particolare ringrazio per i commenti: gimbox, Jan Itor 19, darkroxas92,
Crybaby (e per quanto ti
riguarda, caro Midea, ti aspetto anche sul forum! XD),
Nightrun (vale anche per te!
XD), Red flames, CancerCarlo,
LegionFromDarkness. Ma quanti
siete? Mai avuto tanti commenti tutti insieme, sono sinceramente commossa!
Esami
permettendo, ci vedremo presto con il finale di questa
storia!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92