Era l’unica cosa che io potessi  fare. Lui amava un’altra e io amavo lui.  Le notti passate per lui erano solo aria passata, io le consideravo parte fondamentale della mia vita. Lui era il mio unico scopo di vita, e adesso avevo perso anche quello.

Ero affacciata al balcone di camera mia, faceva freddo e io ero solo in camicia da notte. Tanto sarebbe stata una cosa veloce, da pochi minuti.
La camicia da notte svolazzava al vento freddo d’inverno, così come i miei lunghi capelli castani, ma i miei pensieri non svolazzavano neanche per un minuto. Erano quelli fissi, da quando avevo scoperto che lui amava un’altra. Lui, lui e lui. Solo lui. Io vivevo per lui, ridevo solo con lui, ero me stessa solo con lui. Lui era il mio amore, io l’avevo amato. L’avevo amato, e anche molto. Per questo ero nel balcone, perché non ce la facevo più a vivere senza di lui, senza i suoi baci, senza il suo respiro affannoso mentre mi abbracciava, senza lui.
Non ci pensai più di tanto, una lacrima mi rigò il volto, solo allora lo feci.

Non ero mai stata una ragazza forte.

La mattina dopo aprii il giornale cittadino: “Ragazza diciassettenne morta. Si è suicidata ieri notte verso le due. Non ha lasciato niente scritto…”  Non è possibile, lei. Lei si è suicidata. Non ci pensai due volte e cominciai a correre verso casa sua. Arrivato c’era la polizia e un sacco di altra gente, ma io cercavo lei. Lei, solo ed esclusivamente lei. Quando la vidi era sdraiata per terra, allora le fiondai addosso e le strinsi la mano.

“Amore perché l’hai fatto? Perché mi hai fatto questo?”

Le presi l’altra mano e trovai un bigliettino con su scritto, in una calligrafia disordinata ma che io amavo tantissimo ‘scusami Zayn, ma lo sai. Non sono mai stata una ragazza forte’ e c’era una foto. La sua foto, quella che le avevo fatto al parco, dove sorrideva e in piccolino la mia foto, che lei mi aveva fatto quest’inverno.
La baciai e per un attimo riprovai le stesse emozioni di prima, ma poi mi ricordavo e esse sparivano. Una lacrima mi rigò il volto.
L’aveva fatto per colpa mia, solo ed esclusivamente colpa mia. Non la dovevo lasciare andare quella notte da sola, era troppo frastornata, ma ormai il guaio è fatto e non potevo ritornare indietro nel tempo.
L’abbracciai e, dopo averla baciata, la strinsi a me, come facevo ai vecchi tempi e solo allora capii: avevo perso la persona più importante della mia vita e non la potevo più riavere.
La mattina dopo...
Giornale “Altro ragazzo suicidato diciottenne, nello stesso modo della ragazza diciassettenne, e nello stesso luogo. Nella mano un biglietto che recita così ‘amore, vengo con te, mi manchi’.”

SPAZIO AUTRICE
L'ho scritta mentre ero da mia nonna a non fare niente, spero vi piaccia... Accetto recensioni e commenti, quindi recensite, recensite!!! :)