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Autore: Spettatrice    13/05/2012    1 recensioni
"Bastò un attimo, un rumore improvviso da dietro un cespuglio a farla girare. Strizzò gli occhi nell’oscurità e riconobbe il suo cavaliere misterioso. Occhi di ghiaccio la stavano fissando con un’intensità innaturale. Il portamento fiero, i capelli biondo-platino e quel ghigno .. il suo ghigno preferito.
 
Il ragazzo fece un passo in avanti, quanto bastava per lasciare la sua zona d’ombra e far brillare il suo sguardo sotto la chiara luce della luna.
-Non pensavo che saresti venuta- Furono le sue prime parole. La voce era chiara, sicura.
-Non lo pensavo nemmeno io- Rispose la ragazza alzandosi. Stava mentendo.
Al contrario la sua voce era insicura, stava ancora tremando. I suoi occhi erano stanchi, questo era chiaro, ma per la prima volta dopo tanto tempo avevano iniziato a brillare, sotto la stessa luce che illuminava il volto del ragazzo.
Draco avanzò ancora di qualche passo, fino a raggiungere Hermione e posizionarsi di fronte a lei. I loro occhi sembravano fondersi insieme, in un vortice di emozioni.
-Facciamo un gioco, Granger. – Le sussurrò lui, le labbra vicinissime all’orecchio della ragazza.- Per stasera le parole non valgono, voglio soltanto i fatti .. – E così dicendo, inclinò la testa per baciarla nell’oscurità della notte"

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Hermione Jean Granger è cambiata. Negli ultimi tempi non è più la stessa. Sarà un bacio, forse atteso da troppo tempo, che riaccenderà in lei una fiamma seppellita da lei stessa per paura di soffrire.
E' come un gioco, una lotta da cui ormai non si può più scappare. Sopravvive chi è indifferente, perde chi si innamora.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fears and insecurities  ;
 
 
Erano passate soltanto poche ore dall’incontro che Hermione aveva avuto con Ginny.
Si erano date appuntamento in una di quelle panchine in pietra del cortile esterno del castello. L’avevano scelta con cura, quella panchina. Volevano restare più nascoste, più intime, ma al tempo stesso, desideravano che quella dolce brezza scompigliasse i loro capelli, portando via con sè i dolorosi ricordi.
Erano bastate poche parole tra le due, per capirsi alla perfezione.
Dopo la confessione di Hermione però, Ginny non aveva minimamente reagito. Il suo volto era rimasto impassibile, mentre ascoltava ogni dettaglio della storia.
Non aveva tentennato di fronte a niente.
Nessun segno di meraviglia, d’incredulità .. Nemmeno l’accenno di una delusione. Aveva scrutato l’amica con gli occhi chiari, soffermandosi ogni volta con sguardo attento sulle sue reazioni.

Aveva colto nei suoi movimenti l’agitazione, la vergogna, il rimorso .. ma ciò che più aveva attirato la sua attenzione, era stata la sfumatura rossa che le aveva attraversato le  guance, al suono della parola “Draco”.
Ma nemmeno in quella situazione Ginny aveva fatto percepire qualcosa.
Ogni sorta di emozione provata in quel momento, veniva respinta nelle profondità del silenzio.
Non aveva fatto trapelare niente, nemmeno una volta.
Era la sua mente quella che vagava e si soddisfava, al tempo stesso, di quelle informazioni attese da tempo. La sua curiosità, le sue preoccupazioni .. stavano tutte prendendo forma nelle più nascoste zone del suo cervello.
Hermione, al contrario, approfittava dell’impassibilità dell’amica per potersi sfogare nel modo più soddisfacente.
Parlava, parlava senza sosta. Trasformava in frasi verbali ogni suo singolo pensiero.
Ogni piccola cosa che appariva nella sua testa, veniva rigettata fuori, con determinazione e incertezza insieme.
Ed ogni volta si toglieva un peso, si sentiva libera di continuare.
Poco importava se Ginny l’avrebbe riaccettata tra le sue braccia, sgridata o addirittura picchiata.
 Lei avrebbe continuato a parlare, trovando per la prima volta dopo tante sofferenze ed insicurezze, un porto sicuro, una speranza a cui aggrapparsi con tutta se stessa.
Poi ad un tratto, una folata di vento più forte delle altre, aveva scosso i loro discorsi , mentre lievi e fastidiose goccioline di pioggia si erano insinuate tra di loro.
Le due ragazze si erano allora alzate, mano nella mano, rientrando nel castello.
 
 
 
 
 
 
 
Giù, nelle profondità dei sotterranei di Hogwarts, le cose stavano invece prendendo una brutta piega.
Draco Malfoy non era più in sé.
Si era chiuso nella sua stanza, rifiutando con ostinazione tutte le suppliche dei compagni.
-Draco, che stai facendo lì dentro?Si può sapere che diamine ti prende?- Theodor Nott, migliore amico di Draco Malfoy, Si ritrovava ora davanti alla porta chiusa del dormitorio maschile, sbuffando.
-Non sono affari tuoi, sparisci- Il tono scorbutico del ragazzo lo aveva accompagnato per tutta la mattina, facendo venire una crisi di nervi a buona parte della sala comune.
Rientrando in stanza, dopo la colazione, non si era preso il disturbo di utilizzare le buone maniere e, con il suo solito sguardo agghiacciante, aveva ricacciato indietro tutte quelle proteste, che gli altri studenti erano in procinto di gettargli addosso.
Gli unici, che si ostinavano ancora a rivolgergli parola, erano Theodor ed Astoria.
-Sentimi bene ragazzino, ci sono modi e modi di rivolgerti a noi. Leva immediatamente dalla tua bocca quel tono da strafottente. – Aveva aggiunto la ragazza sbattendo i pugni sulla porta, agguerrita.
-Non mi interessa. Nessuno ti ha chiesto di stressarmi, Greengrass. Ho bisogno di restare da solo. Ho bisogno di trovare un fottuto luogo dove non posso sentire quegli striduli che chiami voce. – Il suo atteggiamento non era cambiato di una virgola.
- Tolgo immediatamente il disturbo, non c’è problema. – E così dicendo, era uscita come una furia dalla sala comune.
Anche Theodor aveva però iniziato a stancarsi di quella situazione. Aveva afferrato i suoi libri e aveva seguito Astoria per la lezione.
Nessuno dei due era stato in grado di capirlo fino in fondo.
Facevano di ogni cosa una questione personale, senza pensare nemmeno per un secondo, che la sua frustrazione andava oltre il tono scorbutico che rivolgeva loro.
Solo, sdraiato nel suo letto, Draco Malfoy si stava finalmente rilassando.
Aveva bisogno di una pausa da tutto e da tutti. Aveva bisogno di lasciare per alcune ore il suo lato umano ..
Erano troppi i pensieri che in quel momento lo turbavano.
Sangue, stirpe, ideali .. famiglia.
Non era il momento giusto per affrontarli, ma la sua mente si ostinava a pensarci.
Avrebbe dovuto prendere un secchio d’acqua gelida e gettarselo in faccia.
Avrebbe dovuto svegliarsi, reagire, fare qualcosa di concreto.
Ma qualcosa glielo impediva ..
C’era un sola persona, che poteva dare una tregua a quei turbamenti.
Ma si sarebbe pentito, esattamente come l’ultima volta.
Qualcosa glielo avrebbe impedito ..
La stessa cosa che adesso lo costringeva a rimanere in quel letto, frustrato, impotente.
Per anni, per intere dinastie la sua famiglia aveva guadagnato fama e rispetto per quella pura nobiltà di sangue che li contraddistingueva in tutto il mondo magico.
Tutti ne avevano timore, tutti li conoscevano per questo.
E lui era nato con quell’idea fissa in testa.
Era cresciuto dentro quelle situazioni ridicole, di cui adesso non comprendeva più le fondamenta.
Aveva paura, aveva paura di deludere la sua famiglia e mandare in fumo anni di promesse, di costrizioni.
Ma al tempo stesso aveva paura di deludere se stesso.
E l’odio aumentava, aumentava di conseguenza.
Scese da quel letto troppo scomodo, maledicendo con tutto se stesso il padre.
  
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