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Autore: MandyHoran    13/05/2012    12 recensioni
Non mi andava di dirgli addio, anche se sapevo che non l'avrei più rivisto. Stampai bene in mente la sua faccia, i suoi occhi, il suo sorriso, girai i tacchi e spinsi, fino a quando riuscii ad arrivare in prima fila sotto al palco.
In collaborazione: Mandy & Eli.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Stavo seriamente pensando di delirare, stavo avendo le visioni. Il mio cuore accelerò quasi dolorosamente nel petto, sentii il mio sangue pulsare e scorrere forte nelle vene, come mai lo avevo sentito, come mai aveva fatto prima di guardare quella figura alta e slanciata, sorpresa quanto me. 
Almeno, era ciò che sembrava: aveva spalancato la bocca a mo' di forno e sbarrato gli occhi grandi e verdi nei quali aleggiava ciò che avrei osato definire terrore. Stava pensando ciò che anch'io stavo pensando, oppure solo che ero orribile quando ero sorpresa? 
Beh, più che sorpresa mi sarei definita spiazzata, sconvolta. 
Si mosse leggermente in avanti facendo sì che un riccio gli ricadesse leggero sopra un occhio, se lo scostò velocemente con un gesto fluido della mano. 
Era lui, ne ero sicura. Quelli erano i suoi ricci, quelli erano i suoi occhi, quelle erano le sue mani. Ricordavo ogni cosa di lui e pian piano mi rivennero in mente particolari che mai avrei potuto rimuovere, una canzone:

If I never see your face again...

una frase: "Fate della vostra una vita indimenticabile";

una voce: -A proposito, io sono Harry-;

una lacrima che scendeva lenta su di una guancia pallida;

un bigliettino. 

Non c'erano dubbi era lui ed era lì, proprio in piedi davanti a me, nel mio studio, circa sette anni dopo. Potevo guardarlo ancora, potevo parlargli, dovevo parlargli! Ma le mie labbra erano come incollate e la voce mi uscì in un insignificante balbettìo.
-Ha-Harry- gracchiai con tono strozzato, come se la voce mi si fosse fermata in gola. Mi tolsi gli occhiali grandi e li poggiai sul tavolo.
Vidi l'espressione del ragazzo di fronte a me cambiare radicalmente: passò dallo sconvolto al divertito, quasi fosse niente. Si stampò un ghigno in faccia e fece apparire due adorabili fossette.
ERA LUI, ormai lo avevo capito.
-Hey bellezza, da quanto tempo- sussurrò senza smettere di sorridere, con la sua voce roca e vellutata che mi fece percorrere la schiena da un brivido elettrizzante. 
Già, davvero parecchio tempo che non ci si vedeva, ma non mi sembrava quella la cosa più giusta da dire al momento. 
Certo che non era cambiato di tanto, forse si era alzato di un paio di centimetri, ma niente di più. Portava i ricci sempre allo stesso modo, disordinatamente perfetti e aveva un tono un po' sfacciato. 
Improvvisamente mi ricordai il motivo per il quale lui era lì con me. Era il paziente, quel ragazzo che da adolescente era stato fonte d'ispirazione per storie e tanti sogni, ora era colui che io dovevo "aiutare". Una situazione particolarmente assurda, ma non so perché sembrava esserne divertito. 
-Che c'è? Non sei contenta di rivedermi?- chiese con quel fare sfacciato che (già dalla telfonata) mi dava sui nervi.
-E tu?- domandai in risposta, fingendo di stare al gioco e abbozzando un sorriso. Quello che uscì però assomigliò più a una smorfia sbieca.
-Non saprei. Lo sono se lo sei tu.- sentenziò avvicinandosi di qualche passo.
-Ma prego, accomodati!- lo incitai a sedersi sulla sedia posta davanti alla scrivania e non se lo fece ripetere due volte prima di stravaccarsi scompostamente, per poi ricomporsi e posare entrambe le mani sulle ginocchia. Si sporse in avanti come per guardarmi meglio e poi mi strizzò l'occhio.
-Non sei cambiata per niente- disse buttando di poco la schiena all'indietro. 
-Non mi hai guardato bene- replicai acida. 
Era impossibile che non fossi cambiata. A diciotto anni ero più magra e poco più bassa, non usavo mettere gli occhiali e avevo perfino una varietà quasi infinita di brufoli che fortunatamente, col tempo erano scomparsi.
Tamburellai per qualche secondo le dita sul tavolo per poi prendere un respiro profondo e ricominciare a parlare. Infondo se Harry stava lì seduto c'era un motivo. Stava aspettando che io, la dottoressa, cominciassi a fargli qualche domanda sui suoi problemi, o no?
-Insomma...-
-Perché non mi hai chiamato?- m'interruppe neanche a metà frase, proprio quando finalmente mi ero decisa a parlare. 
All'inizio rimasi interdetta per un secondo, ma poi capii a cosa si riferiva. Non mi sembrava il caso però di dirgli che mia madre aveva lavato i pantaloni con il suo numero dentro, sette anni fa. Mi sarei data l'immagine di ragazzina superficiale e impaziente di richiamare quel ragazzo conosciuto durante una serata indimenticabile, senza contare il fatto che non volevo dargli la soddisfazione di sapere che quand'era più giovane aveva un'altra povera illusa "ai suoi piedi". 
-Mi sono dimenticata- mai mi sarei immaginata di sparare una stupidaggine simile, ma quella sua presunta convinzione di essere un "Don giovanni" mischiata al mio lato estremamente femminista, facevano uscire il peggio di me, obbligandomi a dire bugie. Non era affatto vero che mi ero scordata di richiamarlo, effettivamente non avevo mai rimosso la sua faccia dalla mia mente per tanto tempo. Anzi, gli pensavo talmente tanto che m'inventai anche stupide storielle sul suo conto. 
Chi avrebbe mai immaginato che me lo sarei ritrovato davanti, un giorno nel mio studio nei panni di paziente?
Incrociai le braccia al petto dopo aver riposto gli occhiali sul naso.
Harry annuì poco convinto, ma non si tolse quel sorrisetto dalla faccia. 
-Stavi dicendo?-, domandò sbattendo le ciglia un paio di volte. 
-Senti, Harry Edward Styles o come ti chiami...-
-Sarebbe Harold-
-Comunque sia-, dissi irritandomi notevolmente per le sue continue interruzioni. -Che tu voglia o no, adesso sei qui e io non ho intenzione di perdere tempo, perciò devi parlarmi dei tuoi problemi o di ciò che ti ha spinto a rivolgerti a me- finii in fretta il discorso zittendolo prima che potesse interrompermi un'ennesima volta. 
-Te l'ho già detto, dolcezza. Sono stati i miei amici ad incitarmi a rivolgermi a uno psicologo-. E detto questo sfoderò un altro dei suoi sorrisi schifosamente adorabili che forse un po' cominciavano a farmi salire la nausea. 
-Prima di tutto, non azzardarti più a chiamarmi dolcezza- sbottai alzando di un ottava la voce. -Ti ho permesso di darmi del tu, ma non prenderti troppa confidenza. E poi, spiegami bene perché i tuoi amichetti hanno pensato che ti servisse il mio aiuto-. 
Annuì e finalmente le sue labbra si distesero normalmente, mentre le fossette scomparvero. 
-Bene. Comincerò dall'inizio allora-, sentenziò sistemandosi meglio sulla sedia. 
-Te ne sarei grata-.
-Quand'ero adolescente, ero un ragazzo normale con pochi amici e vita sessuale pari a... uhm... dieci sotto zero. La mia prima volta fu sconvolgente e poco dopo cominciai a provarci con tante ragazze della mia scuola, avevo voglia di essere considerato come un ragazzo serio, uno che non prendeva in giro. Insomma ero alla ricerca di quella giusta-, raccontò. Non capivo perché stesse parlando della sua vita, forse voleva solo prendermi per il culo, ma decisi di non interromperlo per non far degenerare la situazione. Mi limitai ad ascoltare con aria falsamente interessata. 
-Finché un giorno, una ragazza mi disse che non ero il suo tipo. Ne avevo ricevuti tanti di due di picche, ma nessuna aveva mai ammesso che non le piacevo così senza peli sulla lingua. Da quel giorno ho cominciato un po' a fregarmente dei sentimenti delle donne e ho iniziato a spassarmela, sì insomma, mi hai capito-, ammiccò strizzandomi l'occhio. 
Scossi la testa affranta e schifata, deglutendo a fatica per controllare l'impulso di mollargli uno schiaffo. 
-Ma nell'ultimo periodo la situazione mi è un po'... sfuggita di mano. Probabilmente ho esagerato, non sto qui a dirti come perché non penso che questo serva a farti capire- detto questo non aggiunse nient'altro nonostante avesse ripreso fiato, dopo aver sputato tutte quelle parole di fila. 
-Ed è per questo che i tuoi amici hanno pensato di mandarti da uno psicologo?- domandai un po' allibita. 
-Forse. Hanno cominciato a preoccuparsi da quando ho detto loro di aver visto un ufo. Non mi hanno creduto però, eppure io sono convinto di ciò che ho visto-.
All'inizio pensai mi stesse prendendo in giro, infondo non ne sarei rimasta troppo sorpresa, ma poi notai la sua espressione seria e mi tratteni dal scoppiargli a ridere in faccia. 
-Hai avvistato un ufo eh?- domandai divertita, grattandomi una guancia.
-Sì- rispose puntando i suoi occhi verdi nei miei. 
-E quando?- 
-Una mattina. Stavo portando a spasso il mio cane-.
Quella conversazione stava prendendo una piega assurda e, come se non bastasse, quella situazione mi sembrava ridicolarmente familiare. 
Quel riccio era davvero convinto di aver visto un veicolo extraterreno, mentre era in giro con il suo cane...
-Hai un cane?- chiesi cauta, spostando lo sguardo sull'orologio. 
Le cinque e trenta, ormai l'ora di seduta era agli sgoccioli. 
-Sì, un labrador-, mi rispose guardandomi stranito. Forse aveva intuito che nel mio sguardo c'era qualcosa che non andava.
Avevo capito perché quella situazione mi sembrava così stranamente familiare, ogni cosa combaciava perfettamente. O mi stavo facendo troppe paranoie, o quelle informazioni erano le stesse che io avevo inventato in alcune delle mie storielle su quel ragazzo. 
Scossi la testa come per scacciare quei pensieri e cercai un modo svelto per congedare Harry che non smetteva un attimo di fissarmi.


Spazio Autrici.

Eilà gente! Lo sappiamo, ci abbiam messo tanto tempo, scusateci. Ma la Eli ha deciso di andare in blocco dello scrittore proprio ora, che carina no? :') Quindi questo capitolo è ancora opera mia, però la nostra amica ha promesso che torna presto a deliziarci con le sue opere, perciò non preoccupatevi! 
Ora, ditemi che questo capitolo non vi fa schifo! Perché sinceramente a me non piace, non credo di essermela cavata bene nel descrivere la situazione, non so se si capiscono bene le emozioni di Chel, ma ci ho messo proprio impegno per scriverlo perciò spero che almeno a voi sia piaciuto x) Fatecelo sapere, grazie c: Beh detto questo vi lascio con i nostri soliti ringraziamenti a tutti: per chi segue, chi ricorda, chi preferisce e recensisce :) we love you.
Tanto affetto,
-Mandy
  
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