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Autore: Lauretta Koizumi Reid    14/05/2012    2 recensioni
Diciassette anni prima, Yasuko è giovane, bella e svagata. Ma qualcuno arriva improvvisamente nella sua routine e la cambierà per sempre. Solo il tempo di nove mesi e nascerà l'uomo più importante della sua vita. E saranno solo loro due, con il mondo.
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Perchè la mamma è sempre la mamma! Spero vi piaccia!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryuji Takasu, Yasuko Takasu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To: tomokoharada@hotmail.com
Subject: Re: Ciao!! 
Send: 29/09/97 at 08.02 a.m.



Cara Tomoko,
ti scrivo dal computer del nuovo Internet Point, perché non posso permettermi un computer in casa finora. E’ roba da vere signore, come te! I risparmi che avevo accumulato infatti li ho spesi per comprarmi uno dei questi nuovi telefoni cellulari, uno per me e uno per Ryuji (meno male che siamo noi giapponesi i più tecnologici, in molti paesi ancora non ci sono!). Qui il tempo migliora.

Sono quasi tre anni che non ci vediamo e credimi, non riconosceresti più Ryuji! E’ più alto, più in carne... insomma, il bambino di sei anni più bello del mondo. I telefono cellulare mi serve proprio a questo, per tenermi sempre in contatto con il mio tesoro. Non è stato facile, lo sai: da quando il capo è morto per quell’incidente, ora per me i permessi, i turni cambiati e tutte le agevolazioni che mi aveva dato sono finite. Non sai che strazio dover restare alzata tutto il giorno quando devi lavorare la notte!!  E’ venuto un momento in cui poche persone venivano a trovarmi: i miei genitori, tu, le colleghe... non potevo biasimare nessuno, d’altronde ognuno aveva i propri impegni...

I primi tempi non sono stati facili... pensavo anche di riuscire, ma una volta sono crollata per il sonno, facendo prendere al povero Ryuji uno spavento mortale. Se c’è qualcosa che odio, Tomoko, è vederlo piangere! Ho temuto che Ryuji potesse soffrire, dire qualcosa a qualcuno a scuola e via, che me lo portano in qualche squallido collegio. Così una notte ho parlato con un cliente, uno psicologo gentile  e un po’ brillo che mi ha detto una cosa che mi ha fatto cambiare atteggiamento: “anche la vita più strana per un bambino può essere normale, purchè lui la senta come tale.

Così per il mio tesoro è normale svegliarsi con la radiosveglia dei cartoni animati e non trovare la mamma in cucina, ma che dorme di là. E’ normale riuscire a capire come funziona il fornelletto, è normale vestirsi da solo a fare la cartella da solo, è normale salutare la mamma e andare a scuola. Quante domeniche ho passato con lui a giocare a “guarda a destra e guarda a sinistra, non c’è nessuno, si va” per fargli capire come si attraversa la strada. Ci sono volte che i pensiero di lui da solo non mi fa dormire, e delle volte che sprofondo in un sonno colpevole. Ma lui è felice di poter dire agli amichetti quanto è indipendente e forte, non bastasse solo il timore che a volte suscita in questi piccoli per l’espressione del suo viso. Ryuji, lo sai, ha mantenuto gli occhi corrucciati di suo padre, ma il suo sorriso e il suo carattere illuminano tutto, anche quell’espressione.

Ti apro una parentesi divertente: la sera ceniamo insieme, e lui adora sia cucinare sia pulire. A volte mi chiedo se non ci sia stato uno scambio nella culla o qualcosa del genere, dato che io non sono brava ne’ a fare l’uno ne’ a fare l’altro. Forse il papà yakuza nascondeva un temperamento da Desperate Housewife! O forse sta troppo attaccato alla tv a vedere programmi di cucina.

Chiusa la parentesi divertente, l’altra notte mi sono commossa, sai perché? Ryuji la notte dorme da solo, e sa che in qualunque caso gli basta premere un pulsante del telefono che la mamma sarà subito da lui. Quando sono tornata la scorsa alba, ho visto che il futon dove dormiva Ryuji era diverso. Sono entrata in bagno e ho visto, piegato sulla lavatrice, un futon bagnato di pipì e una mutandina di Spiderman. Ho pensato a tutti i bambini del mondo occidentale, che svegliano i propri genitori se fanno pipì a letto, e i genitori che rassicurano il bambino e lo cambiano per bene. E invece lui, con calma e dignità, senza fare versi, senza chiamarmi, si è arrangiato da solo.

Ma io merito davvero un bambino così? Davvero mi merito tanta fortuna? Quando ho visto Ryuji la prima volta, ho capito che lui sarebbe stato l’uomo della mia vita, la ragione per cui vado avanti ogni giorno con il sorriso. Ma io non voglio uomini, mariti, fidanzati. Voglio solo che lui possa essere felice, come rende felice me ogni volta. L’altro giorno è accaduto l’inevitabile: alla richiesta della maestra di fare un ritratto dei propri genitori, Ryuji ha disegnato solo me. La maestra ha capito cosa voleva dire, ma i bambini no. Così Ryuji è venuto da me in lacrime, chiedendomi dove fosse il suo papà e perché non ce l’avesse. Ma io sono super Yasuko, una super mamma e per lui basterò. Così in poco tempo l’ho consolato, e ora va da tutti in giro a dire che ha una super mamma, con invidia di alcune mamme antipatiche e la risata solidale di altre: ora deve andare in gita, e non lascerò che mi elemosino o qualcosa del genere. Ryuji andrà in gita, comprerà un souvenir, mangerà fuori. Io farò tutto per lui, lavorerò, mi spaccherò in quattro, non mi importa.

Spero che un giorno, da grande, anche lui potrà trovare qualcuno come lo è stato lui per me.

Magari una ragazza, con cui starà tutta la vita, che gli darà quella sensazione di casa, calore, gioia e completezza. Pochi nel mondo hanno la fortuna di trovare questa magia, ma io pregherò ogni giorno perché si realizzi.
E’ stata una mail molto drammatica, vero? Ora finisco di scrivere, faccio la spesa e vado a casa. Ryuji dorme ancora ma tra un po’ dovrà svegliarsi, oggi ha un bel po’ di compiti da fare poverino. Vienici a trovare presto... oppure veniamo noi! Un bacio,
Yasuko.
 
 
 
  
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