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Autore: postergirl84    14/05/2012    7 recensioni
Storia terza classificata al contest "Bella e Jacob per sempre" indetto da jakefan sul forum di EFP.
Bella ha deciso: sposerà Edward, e lo seguirà nella sua vita eterna. Perché il loro amore è più forte di tutto e per stare con lui tutte le rinunce che dovrà fare appaiono come piccole sfaccettature d’ombra in un avvenire perfetto.
Ma se non fosse davvero così? Se un avvenimento tragico facesse capire a Bella che la vita umana ha un valore troppo grande per essere semplicemente messa da parte? E se Jacob fosse proprio quel qualcosa che rende la vita degna di essere vissuta?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5

Innalzarsi

 

Sentii l’aria spostarsi dietro di me, poi un tonfo sordo e una mano rovente accarezzarmi la schiena. Trasalii spaventata, alzandomi dalla sedia e quasi cadendo. Due braccia forti mi sorressero, impedendomi di finire a terra.

“Jake.” urlai il suo nome. Lui pose la mano sulla mia bocca e magicamente le mie lacrime sparirono. Era accanto a me e il mio cuore batteva furiosamente.

“Shhhhhh,  Bells. Vuoi farmi ammazzare da Charlie? Ora levo la mano, ma tu smettila di urlare.”

Annuii con la testa ed un sorriso beffardo comparve sul suo volto mentre tornava a posare la mano lungo il fianco.

“ Ciao piccola.”

“ Che cosa ci fai qua, Jake? Mi hai fatto morire di paura.”

Si strinse nelle spalle andandosi a sistemare sul letto.

“Passavo da questi parti.” Lo raggiunsi, sedendomi accanto a lui.

“Certo passavi di qua alle cinque del mattino.”

“Ero di ronda.” Mi rispose prontamente. Lo guardai meglio e mi sentii gelare. Aveva un livido non ancora scomparso del tutto sullo zigomo sinistro e notevoli tagli ed abrasioni, prossime alla guarigione, su tutto il lato destro del corpo. Mi portai le mani alla bocca spaventata. Anzi no, terrorizzata. Se gli fosse successo qualcosa… nuove lacrime sgorgarono dai miei occhi.

 “Vampiro.” pronunciai tremando. Lo sentii sbuffare, avvicinando il mio corpo al suo.

“ Smettila, Bells. Era solo un nomade. Ci ho impiegato meno di dieci minuti. A dirla tutta non è stato neanche divertente, sai?” Ormai singhiozzavo senza ritegno.

“Sei un incosciente, Jake.”

“Comunque non è stato il vampiro a farmi questo. Ho litigato con Paul, ma non preoccuparti, lui è conciato peggio.” 

Sghignazzava compiaciuto, l’idiota, mentre io morivo di paura per lui. Fu troppo. Mi alzai dal letto, dandogli le spalle sdegnata. Odiavo quella parte di Jake. Quel Jake, sbruffone così diverso dall’amico che avevo imparato a conoscere in quei primi mesi trascorsi insieme a La Push, quel Jake sicuro di sé, più uomo e meno bambino, quel Jake che mi guardava facendomi sentire donna. La sua donna.

 

“Dovresti proprio andare ora, sai?”

“Ma se sono appena arrivato. Dai, Bells. Mettiti qualcosa di pesante addosso. Voglio farti vedere una cosa.”

“Cosa ti fa pensare che io voglia venire?” Tentai di bleffare.

“Intuito da licantropo, mettiamola così.” Prese la mia felpa posata sulla sedia, porgendomela. Si voltò dall’altra parte mentre io mi vestivo veloce. Aveva ragione, sarei andata ovunque con lui. E mi maledissi per averglielo fatto capire.

 

 

 

 

 

“First Beach Jake? Sei venuto a rapirmi a casa mia, per portarmi a vedere la spiaggia? Ma fai davvero?” La mia piccola Bells mi guardò con aria sconvolta mentre camminava con la mano intrecciata alla mia, ben attenta a dove metteva i piedi per non cadere. Non ne aveva bisogno, non glielo avrei mai permesso. Il mio cuore era talmente saturo d’amore per lei che pensai sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro.

L’avevo trovata fra le lacrime e poi avevo visto quelle stesse lacrime trasformarsi in sorrisi. Non volevo illudermi che la sola mia presenza le fosse così di sollievo ma non potevo negare, alla mia anima irrazionale, quel pensiero.

“Se hai un po’ di pazienza Bells… sta per iniziare. Ma da quanto sei così petulante?”

Bloccai il suo pugno pronto a scattare verso di me, portando la sua mano alle mie labbra e baciandola lievemente. Lei arrossì, imbarazzata. L’amavo. Dio, se l’amavo. Non avrei mai smesso di lottare per lei. Non mi sarei arreso come l’ultima volta. Questa era un'altra occasione che il destino mi aveva offerto e non avevo intenzione di buttarla nel cesso.

“Non sono petulante e…”

Non finì mai la frase. La vidi spalancare gli occhi prima di restare incantata ad osservare la linea dell’orizzonte.

 

 

 

 

Il sole stava nascendo davanti ai miei occhi. Un'altra alba su Forks. Ma era uno spettacolo magnifico. Il cielo solitamente plumbeo e carico di nuvole, era sereno e nitido come non lo avevo mai visto dal giorno del mio arrivo. Quella che stava iniziando sarebbe stata una magnifica e rara giornata di sole. Mi voltai verso Jake. I suoi occhi sorridevano. Si sedette sulla sabbia e io mi accoccolai fra le sue gambe, con le sue braccia a cingere il mio corpo, riparandomi così dall’ aria fredda di settembre.

Non pensai se fosse giusto o sbagliato trovarmi lì, volli solo godermi il momento e lo spettacolo magnifico che la natura ci offriva. Il cielo si stava sempre più tingendo di rosso, il sole ancora basso si rifletteva sull’ acqua e dietro di lui era ancora possibile vedere la luna.

Reclinai la testa all’indietro, posandola sul petto febbricitante di Jake. La sua bocca sfiorava quasi il mio lobo.

“Buon compleanno piccola.” Sbuffai, ma non riuscii a controllare un brivido di piacere quando sentì la sua voce roca. Lui rise della mia avversità anche solo a dei semplici auguri e strinse di più il mio corpo al suo.

“Sai, la mia gente ha una leggenda sul sole e la luna. Mia madre era solita raccontarcela la sera prima di addormentarci. Le gemelle l’adoravano, a me, a dir la verità, piaceva di più quella del soldato di latta.”

Sorrisi immaginando un Jake bambino che non voleva andare a dormire.

“Ti va di raccontarmela?” chiesi.

“Non sarò bravo come lei…”

“Tu provaci lo stesso.” E lui, rassicurato dalle mie parole, iniziò il racconto.

“Si narra di un tempo in cui il mondo come lo conosciamo noi non esisteva ancora.  Fu in quel tempo e spazio indefinito che Sole e Luna si incontrarono per la prima volta. Bastò poco ai due per innamorarsi e iniziare a vivere un grande e profondo amore.

Un giorno però, Dio decise di dar vita al creato, donandogli come tocco finale la bellezza. Per far questo decise che il Sole avrebbe illuminato il giorno e la Luna la notte, obbligandoli, senza volerlo, a vivere separati.
I due furono colti da grande tristezza quando capirono che non si sarebbero mai più incontrati. La Luna divenne sempre più amareggiata e malgrado la brillantezza che Dio le aveva donato, soffriva di solitudine. Il Sole, a sua volta, guadagnò un titolo di nobiltà "Re degli Astri" ma anche questo non bastò a renderlo felice.
Dio, allora, li convocò a sé parlandogli così:  <Non avete nessun motivo per essere tristi. Dopotutto avete una brillantezza che vi distingue l'uno dall'altra. Tu Luna, illuminerai le notti fredde e calde, incanterai gli innamorati e sarai molte volte motivo di poesia. Quanto a te Sole, sostenterai questo titolo perché sei il più importante degli astri, illuminerai la Terra durante il giorno, fornirai calore agli esseri umani e la tua semplice presenza farà le persone felici.>


Ma la Luna, che non riuscì mai ad accettare il suo terribile destino, trascorreva i giorni piangendo. Il Sole soffriva per la tristezza della Luna ma non poteva lasciarsi andare perché, doveva essere lui, a darle la forza di accettare il destino che Dio aveva deciso per loro. La sua preoccupazione fu tanto grande che pensò di chiedere un favore a Dio: . E Dio con la sua bontà, creò le stelle per tenerle compagnia.
Tutt'oggi Luna quando è molto triste ricorre all'aiuto delle stelle che fanno di tutto per consolarla, non riuscendoci quasi mai poiché lei vive sempre separata dal suo unico amore.  
Il Sole finge di essere felice, la Luna non riesce a nascondere la sua tristezza.

Il Sole è ancora caldo di passione per la Luna e lei vive ancora nell'oscurità della solitudine.
Luna e Sole seguono il loro destino, Lui solitario ma forte, lei in compagnia delle Stelle ma debole.

 Dio decise, pero, che nessun amore in questo mondo fosse del tutto impossibile, neanche quello tra la Luna ed il Sole. Ed è stato allora che creò l'eclissi.
Oggi Sole e Luna vivono nell'attesa di questo istante, unico momento raro che gli è stato concesso. E quando guardando il cielo, vedremo il Sole nascondere la Luna è perché, sdraiandosi su di Lei, incominciano ad amarsi. La brillantezza della loro estasi è così grande che gli occhi umani non possono guardare l'eclissi. Poiché, potrebbero rimanere accecati nel vedere tanto Amore.”

Quando smise di parlare le nostre mani erano intrecciate. Restai ferma nel suo abbraccio. Non volevo muovermi, spezzando così l’incanto che la sua voce aveva creato intorno a noi. Lui baciò la mia guancia, sentii il suo tocco quasi timido.

“É solo una stupida storia per bambini, non so neanche perché mi sia tornata in mente.”

Scossi la testa impercettibilmente. Non ero d’accordo. Quella leggenda aveva fatto nascere dentro di me un profondo senso di malinconia. Era una storia che parlava di destino, eternità ed amanti infelici. E se dopo la mia trasformazione la metà di me che amava Jake non avesse smesso di esistere? Saremmo diventati nemici mortali, licantropo e vampiro, giorno e notte, Luna e Sole. E se, come loro, saremmo stati destinati ad amarci da lontano per l’eternità?

Mi voltai a guardarlo, la luce rossa illuminava il suo volto, le sue labbra disegnavano un sorriso incerto, quasi triste. Era così bello da togliere il fiato. L’aria intorno a noi, potevo percepirla, era satura d’attesa. Decisi di porle fine. Avvicinai il mio viso al suo mentre il sole riscaldava ogni singola fibra dentro di me. Le nostre labbra erano separate da pochi millimetri e il mio cuore batteva forsennato. Voleva uscire dal petto per unirsi a quello di Jake che pompava alla stessa maniera disperata. Posai le mie labbra sulle sue. Lo sentii incerto sulla mia bocca e poi l’incertezza finì. Questa volta non si sarebbe tirato indietro. Con le sue braccia forti voltò il mio corpo e mi posizionò meglio fra le sue gambe. Le mani di lui sulla mia schiena, le mie fra i suoi capelli. Le lingue che si cercarono, trovandosi. Baciavo Jake. Baciavo il mio sole.  Baciavo l’uomo che amavo.

 

 

Note autrici.

Ogni qualvolta si scrive un racconto c’è sempre un capitolo che non si vede l’ora di narrare. Per me è questo. È il primo capitolo che mi è venuto in mente progettando la storia, quello che non vedevo l’ora di farvi leggere e sapere se anche voi l’avete amato  come me

La storia che Jake narra a Bella, non è mia, è una vera leggenda cinese che ho riadattato ai miti Quileutes.

 La grande svolta è arrivata. Cosa succederà ora? Bella finalmente farà la sua scelta? E sarà una scelta diversa?

Grazie a tutte quelle che mi leggono sempre e a chi mi lascia sempre le sue spendite recensioni.

 Grazie a Maria che, a proposito di Jake e Bella ha scritto una bellissima shot. Correte a leggerla.

Cosa devo fare, mamma?

Un ultima cosa prima di lasciarvi: ho iniziato una nuova long la trovate qua

Una favola non è

Da questa settimana iniziano gli aggiornamenti settimanali.

Quindi a lunedì prossimo.

Un bacio

Noemi

 

 

 

 

   
 
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