La
malinconica musica di un carillon si propagava mesta nell’aria profumata di
rose; consumandosi lentamente, un incensino diffondeva le morbide note di un
profumo nella soffusa luce della camera. Una ragazza stava compostamente seduta
davanti alla sua specchiera mentre con delicati colpi
di spazzola cercava di domare la sua chioma riccioluta. Uno strano luccichio si
era impossessato dei suoi occhi e lo sguardo assorto lasciava
intravedere che la sua mente macchinava qualcosa.
Afferrò
un fermaglio a forma di farfalla e lo applicò tra i capelli, a fermarle delle
ciocche ribelli che altrimenti le sarebbero ricadute sugli occhi.
Si
alzò lisciandosi le pieghe della gonna della divisa e, per completare il tutto,
si passò un filo di lucido sulle labbra poi, chiudendo la scatola in cui una
ballerina vestita in tutù rosa ruotava su se stessa e
mettendo quindi fine alla musica che ormai saturava l’aria della stanza,
afferrò il suo quadernetto di poesie e uscì di corsa dalla stanza. Sperava
soltanto di non trovare intoppi.
Ma
qualcuno da lassù doveva volerle male perché i suoi desideri non vennero realizzati. Ginny,
infatti, la attendeva alla fine della rampa di scale che conduceva al
dormitorio femminile, la stessa che lei si apprestava a scendere.
“Hey Herm, dove vai tutta in tiro?”
curiosa come sempre, la rossa non aveva potuto far a meno di esprimerle ciò che
pensava. “In tiro? Ma che dici, è la solita divisa scolastica…cosa vai a pensare? E comunque sto
andando in biblioteca a cercare qualcosa sull’artiglio del diavolo” disse d’un
fiato la riccia stringendo al petto il quaderno. “Sarà…comunque
non è mica il terzo grado questo, rilassati. So che se ci fosse
qualcosa o qualcuno di cui tu abbia voglia di parlare verresti subito da me”
assentì ammiccando la piccola di casa Weasley
sorpassandola e entrando nella sua stanza.
Hermione
non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo e, dopo essersi guardata
attorno, sgattaiolò il più presto possibile fuori dalla
sua sala comune prima che qualche altro curioso la bloccasse di nuovo.
Doveva
assolutamente parlargli. Ma parlargli di cosa poi?
Aveva provato e riprovato a prepararsi un discorso ma alla fine aveva preferito
immaginarsi una di quelle scene da film, dove i due protagonisti, il cui amore
è stato ostacolato da tutto e tutti, alla fine si ritrovano correndo uno verso
l’altra e si incontrano a metà strada suggellando il
momento con un magnifico bacio…oddio…tutto questo era davvero patetico! Ma cosa le veniva in mente? L’algido principe delle Serpi
fare una cosa del genere con una Mezzosangue babbanofila?
Forse le si era sciolto il cervello a sentire tutte le
ciarle delle sue compagne di stanza.
Piuttosto,
ora che ci faceva caso, non sapeva dove la stavano
portando i suoi piedi. Si fermò nel bel mezzo del corridoio e si rese conto di
trovarsi a pochi passi dal bagno delle ragazze del terzo piano. Si appoggiò
alla parete e scivolò fino a sedersi a terra.
Neanche
lei sapeva bene cosa fare, aveva solo una gran confusione in testa e una strana
gioia nel cuore. Che storia bizzarra per una mente razionale
come la sua, lei che non si era mai fatta sopraffare dalle emozioni. E
questo solo per Draco, colui che
l’aveva umiliata e derisa per anni.
Un
rumore di passi lontani irruppe nelle sue riflessioni costringendola a tornare coi piedi per terra. Indefinita e sfocata appariva la figura
che si stava avvicinando e di certo la tremolante luce delle fiaccole che
illuminavano il corridoio non aiutava. Poi, quando fu a poco più di qualche
metro di distanza lo vide, lo stemma Serpeverde brillò sotto il riverbero della luce. I serici
capelli gli sfioravano la fronte ricadendo scompostamente, la pelle nivea gli
donava un che di angelico e le palpebre, quasi
completamente abbassate, celavano alla vista due pozze d’argento profonde e
magnetiche. Con la vana speranza di non essere notata e di riuscire a sfuggire
a quell’incontro nascondendosi nella penombra che la
circondava, cercò a tentoni un qualche appiglio, anche solo una pietra un po’
più sporgente delle altre,
per rialzarsi. Fu vana la speranza di salvezza
poiché proprio in quell’istante Draco Malfoy sollevò lo sguardo e
incontrò la morbida figura di Hermione Granger. Lì per lì rimase spiazzato, con una strana, anzi
sorpresa, espressione in volto che, nel giro di una manciata
di secondi, venne tramutata in una maschera di indifferenza. Poi, ripreso il
suo autocontrollo,
<<Aspetta>> senza voltarsi a guardarla, Malfoy
la richiamò indietro. “Ti fa così male la mia presenza?” poche parole
pungenti. La disarmante semplicità con cui aveva posto quella domanda le bruciava il cuore. “N-no…io
non volevo…essere così…scostante…” replicò Hermione irresoluta mentre si torturava una ciocca di capelli. “…e solo che, a volte, mi capita…” e ora? Si era incartata da
sola. Non poteva mica dirgli che, spaventata da quello
che si sarebbe potuto creare tra loro, inconsciamente lo aveva allontanato.
Caaaaarissime
e amatissime lettrici, da quanto non aggiornavo? Mamma mia,
come sono riprovevole
La colpa è tutta della scuola che m’ha portato via un sacco di tempo…menomale che presto
arriveranno le agognate vacanze di Natale e forse potrò andare un po’ avanti
con la stesura della ficcy…
Nel frattempo vi posto la prima parte di
questo chap. Anche se questa
parte è brevissima ho deciso di postarla per farvi presente che sono ancora
viva, sebbene il mio comportamento vergognoso non mi abbia fatto aggiornare x
molto.
Purtroppo vista l’ora (00.10) non riesco a ringraziarvi ad 1 ad 1 x i magnifici commenti
lasciati ma sappiate che sono sempre molto apprezzati da questa povera scarabocchiatrice di fogli :D
Spero vi piaccia anche questo capitolo.
Bacciotti
–Magic Life-