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Autore: sheisfaith    15/05/2012    2 recensioni
Ero terrorizzata:mi aveva raggiunta. Cosa voleva quell’uomo da me?
All’improvviso mi bloccò,prendendomi un braccio. Voltai lo sguardo nella sua direzione e cominciai a piangere disperata.
“Ti prego,non farmi del male.” Singhiozzai.
L’uomo allentò la presa e sorrise. “Non voglio farti del male,sta’ tranquilla.”
Ero sicura di conoscere quella voce,ma in quel momento non riuscivo a ricordare dove l’avessi sentita.
Si tolse gli occhiali da sole e cominciò ad osservarmi attentamente,dalla testa ai piedi,mettendomi in soggezione.
Ma quando incrociai il suo sguardo,il sangue mi si raggelò nelle vene.
[tratto dal capitolo 3]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la seconda FF sui Mars che pubblico. A questa ci tengo particolarmente,in quanto la protagonista sono io e tutte le emozioni sono provate da me,mentre scrivo. Sappiate che è stato davvero difficile mettersi a nudo così,davanti a tutti,mostrando i lati del mio carattere,ma da troppo tempo desideravo scrivere una fan fiction 'autobiografica' diciamo. Gli avvenimenti raccontati sono frutto della mia fantasia,diciamo che è come mi sono sempre immaginata il mio futuro. Spero la apprezziate,buona lettura. 
Federica

 

Lunedì,ore 6.45.
La sveglia del mio telefono mi ricordò che una nuova settimana era appena cominciata. Mi alzai dal letto controvoglia,ancora tra le braccia di Morfeo e mi affacciai alla finestra. Tutta la neve che era scesa dal cielo negli ultimi dieci giorni,si era ormai sciolta del tutto e le scuole avevano riaperto.
 Mi vestii in fretta,indossando dei jeans scuri e la mia felpa bianca,un leggero filo di trucco e alle 7.30 uscii di casa insieme a papà,che mi accompagnò come tutte le mattine alla fermata del pullman.
Ma non avevo la più pallida idea che quella mattina,la mia vita sarebbe cambiata.
Appena arrivai nel corridoio che portava alla mia classe,incontrai la vicepreside e mi disse che aveva bisogno di parlarmi.
La seguii nel suo ufficio,con aria preoccupata. Cos’era successo?
“Anche quest’anno,la scuola assegna delle borse di studio per gli alunni che si sono distinti per i loro voti” cominciò la vicepreside. “E tu sei tra questi alunni,i tuoi voti parlano da soli. La condotta un po’ meno,ma il consiglio ha deciso di darti fiducia. Non farci pentire!”
Avevo ottenuto una borsa di studio? Erano sicuri di non aver sbagliato persona?
“La ringrazio per la possibilità,farò del mio meglio per non deludere nessuno.” Risposi,felice per la notizia appena ricevuta.
La giornata assunse una piega migliore,dopo la magnifica notizia e al termine dell’ultima ora,raggiunsi la mia migliore amica,Beatrice,e le comunicai la notizia. Ne fu felice,ma sapeva bene quale fosse il mio desiderio più grande,e sapeva che adesso avevo la possibilità di realizzarlo.
Tornai a casa e attesi il ritorno di papà,a cui comunicai immediatamente la mia decisione.
“Papà,sai quanto sia importante per me tutto questo. Non desidero altro da quando ero piccola e adesso che ho la possibilità,vorrei davvero che si concretizzasse il mio sogno;andare a studiare negli Stati Uniti,più precisamente a New York.”
“Se questo è ciò che desideri,non posso che essere felice per te e lasciarti andare. Adesso sei diventata maggiorenne e sei capace benissimo di badare a se stessa,quindi vai e dimostra a tutti quanto vali.”
Avevo deciso:sarei partita per New York la settimana successiva.
Il giorno successivo andai a scuola con più voglia;sapere che tra pochi giorni quell’inferno sarebbe finito,mi faceva dormire sonni tranquilli.
Non ero esattamente un tipo ‘tranquillo’,soprattutto a scuola. Con il mio caratteraccio ero riuscita a rendermi antipatica agli occhi di quasi tutta la scuola,ma fortunatamente quei pochi amici che avevo erano sinceri e sapevo di poter contare su di loro in ogni momento. Non saprei nemmeno dire ciò che la gente pensasse sul mio conto,ma la persona che loro vedevano tutti i giorni era totalmente diversa dalla realtà.
E se ogni giorno,in quella scuola,mi sentivo oppressa,quella mattina mi sentii libera.
Sabato 25 Febbraio 2012.
Il giorno della partenza era arrivato,mancavano ormai poche ore. Mi concessi il pomeriggio libero ed uscii con Beatrice,che sarebbe venuta con me fino all’aeroporto di Roma.
Chiamai mia madre,che viveva in Sicilia con i miei fratelli,e le spiegai la situazione;anche lei fu contenta.
Arrivammo all’aeroporto con largo anticipo e mi misi in fila per il check-in. Era giunta l’ora dei saluti.
Abbracciai Beatrice,in lacrime,poi passai a papà.
“Ti chiamerò ogni giorno e vedrò di mandarti qualcosa appena ne avrò la possibilità.” Mi disse papà.
“Mi mancherai da morire,piccola. Promettimi che non ti dimenticherai di me.” Disse poi Beatrice.
“Non potrei mai,tesoro. Rimarrai sempre la mia migliore amica,qualsiasi cosa accada. Prometto di venire a trovarvi presto.”
La voce proveniente dal megafono mi ricordò che avevo un aereo da prendere,così salutai per l’ultima volta mio padre e la mia migliore amica e mi diressi all’imbarco.
New York sto arrivando.

  
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