FINALMENTE INSIEME…
L’auto deviò dalla strada
principale ed iniziò a percorrerne una più stretta, che costeggiava un piccolo
agglomerato di abitazioni, per concludere la sua marcia davanti ad una tipica
villetta americana.
“Ora siamo arrivati sul serio”
disse Victoria Gates girandosi verso i sedili posteriori dove Castle e Beckett
erano ancora attaccati.
La donna si tirò su e,
guardandosi intorno, domandò: “Dove siamo capitano? A chi appartiene questa
casa?”.
“Era dei miei genitori, io vivevo
qui prima di trasferirmi a Manhattan. Sarete al sicuro per qualche giorno. È
sempre affittata e non darete nell’occhio. Nessun poliziotto verrà a cercarvi
in casa mia, soprattutto dopo la conferenza stampa che terrò questa mattina.
Sempre se lei sig. Castle non decida di fare del giardinaggio, allora ci
sarebbero sicuramente dei problemi”.
L’uomo alzò gli occhi al cielo e
sbuffò:“Mi crede davvero così stupido? Senza falsa modestia sono consapevole di
avere un faccino famoso, quindi me ne starò chiuso in casa e non vi creerò
problemi”.
“Sarà meglio” rispose piccata la
donna.
Kate sorrise tra sé e sé, era
divertente sentirli battibeccare. La Gates era davvero un’ottima attrice. Era
stata una scoperta davvero piacevole sapere di averla dalla loro parte.
“Avanti entriamo. Sig. Castle lei
venga immediatamente con me, non possiamo correre il rischio che qualcuno la
veda con quella tuta arancione, anche se è piena notte. Aspetterà in casa.
Beckett lei recuperi la valigia con i vostri vestiti nel baule e ci raggiunga
dentro. Castle, so che il suo codice cavalleresco non lo tollererebbe mai, ma,
grazie al cielo, c’è stato il movimento femminile e abbiamo ottenuto gli stessi
diritti di un uomo. Quindi non voglio sentire lamentele!”
“Perché ho fiatato?” rispose
irritato lo scrittore.
Kate rispose sicura: “Non si
preoccupi capo, posso farcela”.
Così, mentre Beckett apriva il
portabagagli, la Gates fece gli onori di casa e condusse l’uomo all’interno
della sua abitazione.
Quando raggiunsero il salotto la
donna si voltò e guardò lo scrittore direttamente in faccia: “Mi ascolti bene e
non osi interrompermi. Ho poco tempo prima che Kate ci raggiunga. Se il drago
ha architettato tutta questa messa in scena significa che ha un obbiettivo e
sappiamo entrambi qual è: chiudere la bocca alla sua bella una volta per
sempre. Noi non permetteremo che ciò accada, quindi stia all’erta. Qualunque
movimento sospetto, qualunque cosa non la convinca mi avvisi. Possono garantire
che i poliziotti non vi creeranno problemi, ma nulla posso per le azioni degli
uomini di quel farabutto. Lei sa cogliere i dettagli meglio di chiunque altro,
usi questa sua qualità, tenga gli occhi aperti. Cercate di recuperare le vostre
energie, mentre sarete nascosti qui”.
Castle annuì col capo, ma non
riuscì a replicare poiché sentì il rumore della porta che si apriva, segno che
Kate era ormai all’interno dell’edificio.
Le andò incontro e le strappò
letteralmente la valigia dalle mani: “Ora, però, posso trasformarmi di nuovo in un cavaliere?”.
Si pentì subito della sua decisione:
“Cosa ci hai messo qui dentro? Piombo?” si lamentò.
“In parte: c’è la mia pistola, un
computer nuovo, due telefoni e qualche cambio per entrambi. Declino ogni
responsabilità sui tuoi vestiti. Non li
ho scelti io, ho lasciato l’incombenza a tua madre ed ad Alexis. Quindi non te la prendere con me” disse Kate
regalandogli uno splendido sorriso.
“Non puoi averglielo lasciato
fare. Mia madre non sa minimamente vestire un uomo, non mi lasciavo mettere una
maglietta da lei neanche quand’ero un bambino, figurati ora.. Spero ci abbia
pensato mia figlia..”
“Secondo te in questi giorni io
ho avuto il tempo di poterti fare la valigia? Non essere melodrammatico, non
potrà essere così male”.
“Tu non ne hai idea..”.
La Gates decise che ne aveva
abbastanza: “Mi dispiace interrompere il vostro idillio amoroso, ma vorrei
ricordarvi che io sono ancora qui e se volessi assistere a una litigata tra
innamorati ci sono milioni di programmi sull’argomento in televisione. È ora
che io torni a New York. Avrete mie
notizie molto presto, Beckett lei sa in che modo. Cercate di dimenticare per qualche ora questa
storia” disse spostando gli occhi sullo scrittore.
Nonostante avesse parlato in quel
modo l’uomo sapeva che quell’occhiata significava “Stia all’erta”.
“La accompagno alla porta
signore” disse Castle.
“Non faccia il galante con me, se
non vuole far arrabbiare la sua detective” scherzò la Gates, ma Kate arrossì lo
stesso visibilmente.
Quando furono in prossimità della
porta il capitano sussurrò all’uomo: “Le faccia capire di essere amata, ne ha
un maledetto bisogno. Come sempre crede che questa faccenda sia solo colpa
sua”.
Castle sorrise di nuovo: “Si
preoccupa molto per lei. E’ molto carino da parte sua lo sa? Credo che cambierò
il suo soprannome da Iron Gates a Sweety Gates…”.
La donna lo incenerì all’istante:
“Non lo ripeta mai più Castle o ad indagine conclusa la sbatto fuori dal
distretto a vita. Non mi importa di chi sia amico.. Sa che posso farlo e lo
farò, può starne certo!” e voltatosi si dileguò nella notte.
Castle ridacchiò tra sé e sé e,
chiusa la porta a chiave con il doppio giro, ritornò nel salotto, dove Kate
aveva aperto la valigia e aveva incominciato a dividerne il contenuto. L’uomo
la guardò perplesso, quella ragazza non era capace di stare ferma un attimo.
Si avvicinò a lei senza farsi
sentire, le passò le mani intorno alla vita e
le appoggiò il mento su una spalla, voltando leggermente il capo per
donarle un bacio sul collo. Kate si abbandonò tra le sua braccia e spostò
lievemente il corpo all’indietro ed appoggiò la testa su quella di lui.
Rick le sussurrò all’orecchio:
“Ti ho mai detto che sei bellissima?”.
Kate posò le mani su quello
dell’uomo e accarezzandole dolcemente disse: “Sì caro”.
“E posso sapere quando?”.
Lei si voltò completamente per poterlo
guardare negli occhi e rispose: “Ora con le parole. Con le tue gentilezze e il
tuo modo di comportarti sei sempre stato l’unico a riuscire a farmi sentire
così”.
Lui le fece passare una mano
dietro al collo e, con un rapido gesto, le slegò i capelli ancora raccolti
nello chignon. Quando le ricaddero fluenti sulle spalle e le incorniciarono il
viso, Castle, tornando ad abbracciarla, le confidò: “Così, però, sei
decisamente sublime. Mi fai impazzire”.
Kate arrossì visibilmente.
“Sei stupefacente lo sai? Sei una
detective integerrima, a tratti dura, sicura di se stessa ed estremamente
coraggiosa, ma quando ti si fa un complimento diventi di una tenerezza
disarmante. In questo momento sei più rossa di una mela”.
“Non mi prendere in giro!” disse
Kate dandogli un buffetto sul torace.
Castle di ritrasse di colpo
cercando di soffocare un lamento. Le costole gli facevano ancora un gran male e
la donna aveva colpito un punto critico.
“non fare il bambino, era solo un
colpetto” rispose Kate stizzita, ma, improvvisamente si fece seria e si avventò
sulla camicia dell’uomo iniziando ad aprire i bottoni uno ad uno.
“Kate che cosa stai facendo?”
chiese Rick piacevolmente stupito.
Il tocco della donna era
estremamente delicato, ma preciso ed efficace. Ben presto mezza camicia fu
aperta e Castle poté sentire la pelle delle mani di Kate sfiorare la sua. Aveva
immaginato molte volte ciò che avrebbe potuto provare in quella situazione, ma
ora quelle sensazioni erano di gran lunga più potenti, duplicate se non
triplicate.
“Kate fermati o tra qualche
secondo non rispondo di me” scherzò l’uomo.
La donna non gli prestò
attenzione e, nel frattempo, aveva terminato la sua opera e, afferrata la
camicia per il colletto aperto, l’aveva fatta scendere sotto le spalle
lasciando Rick a petto nudo. Fissando attentamente il torace dell’uomo posò la
mano su un rigonfiamento rosso violaceo. Non riuscì a spostare lo sguardo per
un po’, poiché si rese conto che quel
livido non era l’unico: il corpo dell’uomo ne era totalmente ricoperto.
“Tesoro, non è niente.
Passeranno..”: la voce dolce di Rick la costrinse ad alzare lo sguardo.
“Ti sembrano niente? Sei stato
brutalmente picchiato. Perché non me lo hai detto?” disse la donna alzando un
poco il tono della voce. In quel momento si sentiva terribilmente frustrata.
Castle aveva sul suo corpo i segni del suo fallimento, non avrebbe mai dovuto
permettere che tutto ciò accadesse.
“So cosa stai pensando tesoro e
ti prego di smetterla. Non mi hai coinvolto tu in questa storia, ho fatto tutto
da solo. Ti ho spinto io a riaprire il caso di tua madre. Ora ascoltami per un
momento. Ti ricordi quando avevi tra le mani Dick Coonan? Pagai quella trance
per riuscire ad arrestare Raptur e ti confidai che avrei sborsato molto di più
per catturare quell’assassino. A quei tempi eri solo un’amica, ma ammetto che
stavi iniziando a diventare qualcosa di più del mio cuore. Ora sei la donna della mia vita e sacrificherei
me stesso per te, credo di avertelo dimostrato. Quindi questi lividi non sono
niente di importante se hanno condotti fin qui, uno nelle braccia dell’altro.
Anzi li considero i cimeli della battaglia, fanno molto macho” e la strinse di
nuovo a sé.
Stava cercando di sdrammatizzare, ma conosceva
troppo bene Kate e sapeva meglio di chiunque altreo che quelle parole non la
rassicurarono del tutto.
“Io, invece, vorrei che non
avessi mai corso questo pericolo, dovevi parlarne con me della tua indagine. Ti
avrei impedito di fare questa follia, quella gente non scherza. Non mi ero mai resa veramente conto di quanto
tu fossi importante per me. Sei entrato nel mio cuore scrittore e non ho
nessuna intenzione di permetterti di andartene”.
“Non voglio andarmene via, ci sto
da Dio! Il tuo amore mi scalda, non posso chiedere di meglio. Sai che ti dico?
Sei un genio! È un nascondiglio perfetto, nessuno mi troverà lì dentro, neanche
il drago! Sono proprio al sicuro!”.
Kate sorrise e gli sussurrò:
“Quanto sei stupido! Sarà per questo che ti amo così tanto?”.
“E io che pensavo che fosse per
il mio magnifico sedere! Per non parlare dei miei pettorali scolpiti.. Guarda
che tartaruga!”.
La donna non riuscì a trattenere
una sonora risata: “Vedo, vedo. Una tartaruga rovesciata che annaspa”.
Castle si toccò il cuore mimando
un urlo di dolore: “Detective così tu mi pugnali! Morirò dissanguato.. Dolore,
dolore, dolo..”.
La voce di Rick si disperse
nell’aria, o meglio, Kate riuscì a zittirlo. Aveva catturato con la bocca il labbro inferiore dell’uomo e lo stuzzicò
con la lingua finchè Rick dischiuse
leggermente la bocca e, insieme, approfondirono quel bacio.
“Visto che stavi soffrendo come
un matto, ho pensato che avresti avuto
bisogno di un rimedio efficace. Che ne dici, può andare?”
“Adoro i suoi rimedi dottoressa
Beckett! Non potrebbe darmi ancora una dose di quella stupenda medicina di poco
fa? È stata miracolosa. Mi sento molto meglio, ma non sono guarito del tutto”.
“ Mi dispiace, ma non sono sicura
di poterne prescrivere altre. È un farmaco che non prescrivo facilmente..” lo
stuzzicò la giovane donna.
“Vorrà dire che mi toccherà
svaligiare la sua farmacia, tanto in galera sono già stato..” e questa volta fu
l’uomo a baciarla con passione.
La spinse pian piano verso il
divano e, quando la donna sentì le gambe toccarne la parte inferiore, piegò le
ginocchia lasciandosi cadere all’indietro, trascinandosi dietro Castle.
La valigia cadde sul pavimento
insieme ai loro vestiti facendo un gran rumore, ma non fu quello ad
interrompere l’idillio. Castle aveva affondato la testa contro la spalla della
donna stringendo i denti, maledicendo le sue costole e la scarsa ospitalità dei
detenuti. Quel maledetto dolore doveva ripresentarsi proprio durante il momento
che aveva sognato per tutta la vita? Non era affatto giusto. L’universo doveva
avercela con lui..
Il corpo di Rick si irrigidì e la
sua voce divenne quasi un sussurro: “Scusami Rick, mi sono lasciata trasportare
dal momento. Avrei dovuto pensare che ti avrei fatto male col torace ridotto in
simili condizioni”. Gli passò una mano tra i capelli e spingendolo leggermente,
lo fece scivolare sulla sua destra e si alzò.
Rick la afferrò per un braccio:
“Dove stai andando? Scusami.. Ho rovinato tutto, avrei dovuto sopportare in
silenzio”. Era veramente dispiaciuto, quel momento doveva finire in maniera
diversa.
Kate capì il disagio dell’uomo e
si accucciò accanto a lui per guardarlo negli occhi: “Rick hai frainteso. Va
tutto bene tesoro, non devi preoccuparti. Non è successo niente, non sono
arrabbiata. Stavo solo andando a cercarti una medicina vera, chiamata
antidolorifico. Ne hai bisogno. Non voglio vedere quel tuo dolce musetto così
triste e sofferente. Mi prenderò cura di te e ti rimetterò in sesto al più
presto, così potremo riprendere da dove abbiamo interrotto. Non ho fretta,
abbiamo tutta la vita davanti” e gli donò una carezza sulla guancia per sparire
poco dopo, in quello che doveva essere un bagno, per cercare la cassetta dei
medicinali.
L’uomo la seguì con lo sguardo
per l’intero tragitto, pensando di non aver mai visto una creatura così
perfetta.
Aveva proprio detto “tutta la
vita”?
La donna che era assolutamente
convinta di donare il suo cuore solo una volta in tutta la sua esistenza alla
persona giusta?
Tutto ciò per cui aveva lottato,
mentito, aspettato e anche sofferto, era dunque diventato realtà. Il suo sogno
si era avverato con tre semplici parole.
Rick, finalmente prese
consapevolezza che non aveva pronunciato quel “ti amo” in un momento di
trasporto emotivo: era vero, era reale, era per sempre..
Ancora non ci credeva.
Non erano più Rick e Kate, erano
diventati Noi.
In quel preciso momento, su quel
divano, decretò che quel “noi” andava protetto a qualunque costo e nessuno
glielo avrebbe portato via.
Tantomeno un draghetto sputa
fiamme.
Angolo mio!!!
Sono un po’ in ritardo e mi
scuso..
Cosa ne dite? Castle ha rischiato che la Gates
gli sparasse sul serio? No.. Lo
adora sotto sotto..
Mi dispiace, ma per ora nel mio
racconto non si conga, Rick è infortunato. Ne riparliamo più avanti.. (sono
sadica e maligna).
Un bacione a tutte!!!