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Autore: Spettatrice    15/05/2012    2 recensioni
"Bastò un attimo, un rumore improvviso da dietro un cespuglio a farla girare. Strizzò gli occhi nell’oscurità e riconobbe il suo cavaliere misterioso. Occhi di ghiaccio la stavano fissando con un’intensità innaturale. Il portamento fiero, i capelli biondo-platino e quel ghigno .. il suo ghigno preferito.
 
Il ragazzo fece un passo in avanti, quanto bastava per lasciare la sua zona d’ombra e far brillare il suo sguardo sotto la chiara luce della luna.
-Non pensavo che saresti venuta- Furono le sue prime parole. La voce era chiara, sicura.
-Non lo pensavo nemmeno io- Rispose la ragazza alzandosi. Stava mentendo.
Al contrario la sua voce era insicura, stava ancora tremando. I suoi occhi erano stanchi, questo era chiaro, ma per la prima volta dopo tanto tempo avevano iniziato a brillare, sotto la stessa luce che illuminava il volto del ragazzo.
Draco avanzò ancora di qualche passo, fino a raggiungere Hermione e posizionarsi di fronte a lei. I loro occhi sembravano fondersi insieme, in un vortice di emozioni.
-Facciamo un gioco, Granger. – Le sussurrò lui, le labbra vicinissime all’orecchio della ragazza.- Per stasera le parole non valgono, voglio soltanto i fatti .. – E così dicendo, inclinò la testa per baciarla nell’oscurità della notte"

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Hermione Jean Granger è cambiata. Negli ultimi tempi non è più la stessa. Sarà un bacio, forse atteso da troppo tempo, che riaccenderà in lei una fiamma seppellita da lei stessa per paura di soffrire.
E' come un gioco, una lotta da cui ormai non si può più scappare. Sopravvive chi è indifferente, perde chi si innamora.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Odio e amore  ;
 
 
 
Per Hermione Granger era arrivato il momento di tornare a frequentare regolarmente e quotidianamente le sue lezioni. Era passata circa una settimana dall’ultima volta che era entrata in una classe e, nonostante i suoi ottimi voti, non poteva concedersi di rimanere troppo indietro.
Era il suo quinto anno ad Hogwarts e, tra poche settimane, avrebbero dovuto affrontare prove scritte e pratiche in tutte le materie, per ottenere i G.U.F.O. tanto desiderati.
Ron ed Harry erano piuttosto terrorizzati all’idea si essere messi sotto esame , tanto che avevano deciso di passare un pomeriggio in biblioteca con l’amica, con il fine di “studiare”.
-Avanti Hermione, soltanto una sbirciatina ! – Ron Weasley non era il tipo di persona che si arrendeva facilmente e, da ben mezz’ora, tentava di copiare il tema già pronto di Hermione, da consegnare a Piton la mattina seguente.
-E’ inutile, Ronald.- sbuffò Hermione per l’ennesima volta- Ho saltato ben 5 lezioni con Piton e nonostante tutto riesco a fare un tema decisamente più concreto di quel tuo ammasso di scarabocchi. –
-Ma se nemmeno lo hai letto! – Ron strabuzzò gli occhi, offeso.- E va bene, vorrà dire che io ed Harry ce la caveremo da soli,come sempre del resto! - concluse poi, guardandola torva e voltandosi per osservare il lavoro dell’amico.
Ma appena si girò verso di lui, non vide altro che un comunissimo foglio bianco.
Harry si stava tenendo la testa con una mano, mentre il suo sguardo si perdeva al di fuori del castello, oltrepassando lo spesso vetro della finestra.
Di scatto, anche Ron si voltò in quella direzione, ma non notò altro che un lieve venticello, scompigliare le cime degli alberi che circondavano l’immenso parco.
Non c’era niente di interessante là fuori, ma Harry sembrava persino troppo distratto per notare che i suoi due amici lo stavano osservando, preoccupati.
-Ehm .. Harry? Tutto bene?- Hermione tentò, inutilmente.
Ron, allora, con la sua solita delicatezza lo strattonò per le spalle, facendolo oscillare pericolosamente.
-Miseriaccia Harry, sei diventato pure sordo?- Disse, alludendo al fatto che già portava gli occhiali.
Le labbra del ragazzo s’incresparono, in qualcosa di simile ad un debole sorriso.
Aveva poi chinato il capo verso il suo foglio bianco, nascondendo i suoi occhi verde intenso, troppo tristi e spenti per essere esposti.
Hermione fu la prima a notarlo, ormai lo conosceva troppo bene.
Immaginava quanto dovesse soffrire, ogni volta che vedeva Ginny nelle braccia di qualcun’ altro.
Pensava a quanto potesse deprimersi, abbattersi ogni volta che quel suo candido sorriso non era rivolto a lui .. ogni volta che si incrociavano per i corridoi, ignorandosi del tutto.
Quanto doveva sentirsi solo, insicuro .. senza potersi sfogare con Ron di tutto ciò.
Ed Hermione lo capiva, lo aveva sempre capito.
Si era accorta segretamente di tutto quello che da tempo lo turbava. Passo a passo, aveva spiato dentro i suoi sentimenti, li avevi compresi e con premura li aveva messi da parte, aspettando che Harry si facesse avanti, che si sfogasse su di lei.
Ma il ragazzo non sembrava volerlo fare. Pareva, piuttosto, che cercasse di tenere i suoi sentimenti il più possibile segreti, sconosciuti al resto del mondo, perfino ai suoi più cari amici.
Era lo stesso errore che aveva cercato di fare Hermione da tempo.
Persino lei, da qualche settimana, era cambiata molto. Mangiava di meno, non dormiva, si comportava in modo strano e saltava le lezioni.
Per alcuni giorni aveva persino cercato di isolarsi dal resto della scuola, di nascondersi dallo sguardo di un basilisco invisibile, frutto della sua fantasia.
Ora però, si sentiva più forte, più motivata, ed era stata proprio Ginny, ad aiutarla a ritrovare se stessa.
La ragazza le aveva parlato nel silenzio dei suoi sguardi, con occhi pieni di affetto e comprensione. Le aveva stretto la mano in segno di sostegno, le aveva asciugato con premura le lacrime, che con frustrazione erano cadute sul suo viso, appena tornate in dormitorio.
L’aveva capita, l’aveva ascoltata.
Anche Harry aveva bisogno di questo .. soltanto di questo.
-Harry dille qualcosa per favore! Doveva essere una giornata di studio a tre ed Hermione non ha intenzione di considerare minimamente la criticità della mia carriera scolastica ! - Aggiunse Ron rivolto all’amico, che per la prima volta lo stava ascoltando.
-Oh .. il tema per Piton .. si .. giusto – Harry sembrava essersi appena ricordato di essere in biblioteca con loro.
-Beh? Non dici niente? – sbuffò Ron – Si sta comportando da egoista lo vedi anche tu, no?- aveva aggiunto.
Ma prima che Harry potesse rispondere con qualcosa di simile ad un “ si .. probabile .. forse” Hermione perse la pazienza e urlò:
-Ronald Billius Weasley ! Giuro che se non chiudi quella ciabatta che ti ritrovi non ti passerò mai più gli appunti di Storia Della Magia per i restanti due anni di scuola ! E no, non avrò nessun senso di colpa. – Aggiunse poi, anticipando la domanda dell’amico.
Harry scoppiò a ridere, inondando la stanza di quella risata, che un po’ mancava ad Hermione.
Lei le fece l’occhiolino, sorridendo debolmente ..
Quella sera avrebbero parlato, Harry si sarebbe sfogato.
Loro due soltanto.
 
Più tardi, dopo che i tre ragazzi ebbero finito il tema per Piton ed Hermione si fosse informata sul programma svolto negli ultimi giorni, il trio si ritrovò in Sala Grande per la Cena.
Pochi minuti più tardi del loro arrivo, una frizzantissima Ginny aveva fatto capolino al loro tavolo e si era messa accanto al fratello.
-Buonasera a tutti – disse con un sorriso.
Aveva le guance leggermente rosse e il fiato corto, segno che aveva corso per arrivare.
Harry fu il primo a rispondere al suo saluto, ma lo fece talmente con tanta enfasi, che si ritrovò a dover chinare nuovamente il capo sulla sua zuppa, per reprimere la vergogna.
Ginny, ovviamente, non aveva notato assolutamente niente e si era messa a discutere allegra con la compagna seduta di fianco a lei.
Dal lato opposto del tavolo, Hermione fissava un punto impreciso di fronte a sé.
Il tavolo di Serpeverde non era al completo, mancava quella persona, in grado di attirare costantemente la sua attenzione.
Soltanto chiome scure, erano ora chine sui piatti con le pietanze. Non c’era nessun ghigno malvagio a quel tavolo, non c’era assolutamente nessuno.
Zabini e Nott stavano discutendo animatamente riguardo ai comportamenti da impertinente di qualcuno. Nott era irritato, proprio come Astoria, a pochi centimetri da lui.
Le loro facce erano tese, preoccupate, quasi arrabbiate.
Poco più a sinistra, Pansy Parkinson era ignara di tutto.
Era sempre stata l’intrusa del gruppo, quella che si infiltrava nei loro discorsi ogniqualvolta sentiva parlare di Malfoy.
Era una piovra, una bambina ululante e appiccicosa che non lo lasciava respirare nemmeno un secondo.
Stava parlando con la sorella di Astoria, Daphnee, e un’altra ragazza piuttosto robusta di cui Hermione non ricordava il nome.
Ma dopottutto, che cosa gliene importava a lei di quelle vipere?
Avrebbe dovuto smetterla di fissarli, qualcuno avrebbe potuto sospettare di nuovo sul suo comportamento anormale.
Gettò un ultimo sguardo al tavolo di Serpeverde, per poi concentrarsi sui compagni che le stavano accanto.
Ginny, davanti a lei, era ancora impegnata in una di quelle sue conversazioni interminabili con Lavanda, senza accorgersi minimamente che lei, nemmeno l’ascoltava più.
Ron, lì accanto, si stava stranamente abbuffando di pollo, senza un minimo segno di arresa, così che Hermione ne approfittò per rivolgersi ad Harry.
Il ragazzo era ancora concentrato sulla sua zuppa e da quanto aveva salutato Ginny, non aveva più avuto il coraggio di guardare in quella direzione.
-Harry .. – iniziò Hermione, con aria vaga – Mi chiedevo se .. beh sai, sono sempre la solita distratta .. credo di aver lasciato il mio libro di pozioni in biblioteca e non credo di essere in grado di affrontare da sola Madama Pince. Non è che mi accompagni?- Concluse, implorandolo.
-Cosa avrò in cambio, Hermione? – Triste o meno, Harry non aveva certo perso la sua furbizia.
Lei si avvicinò lentamente al suo orecchio e, cercando di non farsi sentire da un affamatissimo Ron, gli sussurrò:
-Avrai il tuo tema di pozioni completo di tutto, entro stasera. –
Un sorrisetto compiaciuto si impossessò del ragazzo, che con aria sognante assaporava già la sua vittoria su Ron.
Ma come Hermione era solita notare, quel sorrisetto non era al massimo della sua estensione.
Presto avrebbero parlato di questo, loro due soltanto.
 
 
 
Poco più tardi, dopo che il preside li aveva congedati, i due ragazzi si erano intrufolati in biblioteca per riprendere questo “ipotetico libro di pozioni” che Hermione aveva lasciato nel tavolo accanto alla finestra.
Madama Pince , vedendoli entrare, aveva indugiato alcuni attimi su di loro, mentre con aria torva aveva aggiunto:
-Anche voi a quest’ora?- alludendo,probabilmente, al fatto che già qualcun’altro l’aveva pregata di farlo entrare – Datevi una mossa, non più di 20 minuti.-
I due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e, senza proferire parola, s’ imbucarono con passo affrettato in uno di quei labirinti di librerie, in cerca del tavolo giusto.
Ovviamente, Hermione, non aveva perso nessun libro di pozioni, così che impiegarono i primi 5 minuti concessi da Madama Pince in cerca del niente.
-Hermione, il tavolo era questo. Stiamo andando nella direzione opposta, fermati un secondo! – Le aveva sussurrato Harry, indicando il tavolo dove quel pomeriggio si erano incontrati con Ron.
-Oh, beh .. magari lo hanno spostato .. chissà quanta gente è entrata mentre non c’eravamo! – tentò di essere convincente, senza troppo successo.
La sua voce,allegra e stridula allo stesso tempo, l’aveva tradita.
Harry alzò un sopracciglio, guardandola negli occhi.
-Oh .. ok, lo ammetto! Il mio libro è nel baule assieme a tutti gli altri.- Aveva confessato, abbassando lo sguardo.
Harry indugiò ancora qualche secondo su di lei , fino a che la ragazza non aggiunse :
-Ho bisogno di parlarti Harry .. e ne hai bisogno anche tu. – I suoi occhi erano lucidi, i capelli più scompigliati del solito.
Il suo sguardo era triste, come gli occhi verdi di Harry.
Si avvicinò a lui lentamente, di appena pochi passi, per poi travolgerlo in un abbraccio.
Harry ricambiò,affondando il viso nei suoi morbidi capelli.
-Mi sei mancata Hermione.- Aveva bisbigliato, stringendola forte tra le sue braccia.
Ma prima che la ragazza avesse potuto rispondere con altrettanta dolcezza, qualcuno li interruppe.
-Cristo Potter, sei così sfigato che ti metti a fare effusioni anche con la mezzosangue?- Ghignò.
I due sobbalzarono all’istante, mentre Hermione si scioglieva con mani tremanti da quell’abbraccio.
Il suo cuore era partito a mille, battito dopo battito, aumentando ogni istante di più.
Cercò di alzare lo sguardo verso Malfoy, ma incontrò un muro di ghiaccio che la fissava con ostinazione.
Le mancava l’aria, stava soffocando.
La voce era sparita, non riusciva a venire fuori, per quanto avesse voluto rispondergli a tono.
Harry parlò al posto suo.
-Cos’è che leggi, Malfoy? – iniziò lui sarcastico, alludendo al libro che Draco teneva in mano – “Guida alla sopravvivenza dei furetti” ? -
Per quanto si sforzasse, Hermione non riuscì a sorridere nemmeno a quella battuta.
Teneva ancora lo sguardo basso, perso nel pavimento freddo di pietra.
Sentiva i suoi occhi addosso, percorrere ogni centimetro del suo corpo.
-Attento a come parli, Potter. – il suo tono era diventato serio, lo sguardo rigido.
Hermione era in mezzo a due fuochi.
Avrebbe dovuto fare qualcosa per sostenere Harry, per quanto già da solo se la cavasse splendidamente.
Ma al tempo stesso sentiva il bisogno di guardare Draco, ti avvicinarsi a lui e stringerlo.
Aveva bisogno di un contatto con quel corpo, con quella voce, con quelle labbra che desiderava così tanto.
Alzò lo sguardo nella direzione del ragazzo, sostenendolo, mentre con tenerezza fissava i suoi tratti del viso.
Era cambiato, dall’ultima volta ..
Pareva più magro, più pallido di quanto di solito non fosse.
Il portamento era duro, rigido .. sembrava che ogni gesto gli costasse più energie del solito.
Era come se fosse più vecchio, più stanco .. perfino più triste.
Ma ovviamente cercava di non farlo notare, nascondendolo dietro quel suo solito ghigno perfetto.
Le labbra rosso sangue risaltavano in quel viso così chiaro ..
Avrebbe dovuto dargli uno schiaffo, parlargli con disprezzo e insultarlo. Ma poi, dentro di sé, pensavo a quanto fosse debole di fronte a lui.
-Che c’è Dracuccio, ti sei offeso? – Continuò Harry, sfidandolo.
-Non diamoci più di tanta confidenza, Potter. Non ci tengo ad averti tra i piedi. – Sogghignò- Salutami i tuoi, Granger. – Aveva aggiunto poi guardando Hermione.
Così dicendo il ragazzo scelse un libro dalla libreria, uno a caso, per poi sparire di nuovo .. così come era apparso.
  
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