« E così sei stata tu a dire di questa “Stanza delle Necessità” a Sherlock, eh? » le domandai, mentre ci accostavamo con lui al muro.
« Già, non è incredibile? » rispose lei, sorridendo.
« Beh, era chiaro che avevi qualcosa da nascondere, la sera che hai origliato la nostra conversazione con Irene. Voglio dire, dovevi essere in cerca di qualcosa di più interessante di noi, quello non era un passaggio obbligato ».
Molly arrossì, e poi iniziò a raccontare: « Sentite, ho trovato quella stanza praticamente per caso, qualche mese fa, quando una mia amica aveva bisogno di un nascondiglio per saltare l’interrogazione di Trasfigurazione senza che nessuno la notasse ».
« Ma se la stanza può fare tutto quello che le chiedi, perché Moriarty non ha fatto in modo che non potesse entrare nessuno ad eccezione di Sherlock? » domandai.
« Lo hai sentito, no? Non voleva solo me, voleva chiunque riuscisse a capire quale fosse il suo nascondiglio. Era convinto che in questo modo gli sarebbero arrivati solo nuovi adepti, però. Avrai notato che non ha una gran fiducia di quelli dalla parte degli angeli » rispose Sherlock, e cominciammo a ridere, mentre osservavamo il sole tramontare sull’erba di fronte a noi.
In quel momento, compresi che nonostante fossimo tanto diversi, nonché di tre Case differenti, era impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e sventare i folli piani di un potenziale Mago Oscuro doveva essere fra quelle.
Dopo un po’, uscì dall’ufficio del preside una sfilza di studenti. Irene e Jim procedevano circondati dai prefetti, ma sembravano più imperatori in trionfo che condannati al bacio del Dissennatore, come avevamo appena finito di ipotizzare ironicamente.
« Allora, Lestrade? » chiese Sherlock a Greg, fermandolo.
« Jim è stato condannato ad aiutare Hagrid nella Foresta Proibita per un mese, oltre a dover ripulire
« Nessuna espulsione? Niente lavori forzati? E dov’è il senso di giustizia in questa scuola? » mi ribellai, ma Greg mi guardò dall’alto in basso e ci salutò, tornando a prendere parte a quella strana sfilata per la scuola.
Sherlock, Molly ed io ci rifiutammo di seguirli e restammo lì finché non uscì dall’ufficio anche il professor Silente.
« Buonasera ragazzi » ci salutò con garbo « voglio complimentarvi con voi, perché avete dimostrato tutti coraggio, intelligenza e lealtà, qualità caratteristiche, ma non esclusive, di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso. Per questo motivo, cinquanta punti saranno attribuiti a ciascuna delle vostre Case ».
Ringraziammo il preside sorpresi e imbarazzati. Poi Silente si voltò, mentre noi facemmo per dirigerci verso
Quando arrivammo nella Sala Grande, scoprimmo che effettivamente Jim e Irene erano stati accolti come eroi.
« Dopotutto » disse Sherlock « come ci saremmo divertiti per altri sei anni, senza di loro? ».
Io e Molly assentimmo e ci dirigemmo ognuno verso il proprio tavolo.
***
« Sei sicuro di aver preso tutto? Divisa, calderone, gufo? »
Tra un cenno di assenso e l’altro riuscivo a cogliere distintamente i “noioso” di Sherlock, mentre rispondeva a suo fratello Mycroft, che, a quanto raccontava, era diventato più asfissiante del solito da quando Sherlock si era guadagnato la stima del preside, poiché pareva deciso ad instradarlo a diventare prefetto e poi caposcuola come lui.
Mentre i due discutevano, ritenni più saggio iniziare a salire sull’Espresso di Hogwarts, che di lì a qualche ora ci avrebbe riportato a Londra.
Non ebbi nemmeno il tempo di riflettere su quanto sarebbe stato strano ritornare alla vita babbana, senza Sherlock e tutti gli altri, perché in quel momento fui trascinata da Molly, che mi precedeva, in uno scompartimento libero, in fondo a tutti.
Stavo per protestare che lì in fondo saremmo stati introvabili per chiunque, quando mi resi conto che era di Sherlock Holmes che stavamo parlando.
Infatti, pochi minuti dopo era lì, e non fu nemmeno necessario che raccontasse delle evidenti tracce di peli lasciati dal mio topo Gladstone e dell’abituale tendenza di Molly a scegliere posti sul lato sinistro, per farci iniziare a sospirare e ridere rassegnati.
Fu solo allora, mentre testavamo i dolci più assurdi della strega che trasportava il carrello, cercavamo di riconoscere i paesaggi dal finestrino e ci appisolavamo sporadicamente, che compresi quanto mi sarebbe mancato quel mondo durante l’estate.
Ma così come io mi ero abituato alle tante stranezze del mondo magico (e di Sherlock) i miei genitori si sarebbero abituati presto a veder svolazzare gufi intorno alla casa, e poi mi rimanevano ancora sei anni di misteri da svelare ad Hogwarts, sempre che il mio rapporto tutt’altro che idilliaco con Pozioni non allungasse il processo.
Wren’s Corner
Eccomi finalmente con l’ultimo capitolo, scusatemi per il ritardo!
Vorrei ringraziare tutti voi che avete letto la storia per il supporto che mi avete dato, con una recensione, una semplice parola, o anche una lettura silenziosa. Senza di voi non avrei mai portato avanti questo esperimento un po’ folle, ma sicuramente divertente e gratificante.
E ora mi sento disoccupata, ahimé, ma troverò qualcos’altro a cui dedicarmi!
Grazie ancora e amore infinito a tutti!
P.S. Sì, Silente shippa palesemente Johnlock, era il mio sogno.