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Autore: Sammy_    15/05/2012    4 recensioni
Mi guardai allo specchio e una ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri mi rivolse un’espressione esasperata.
Quella ero proprio io, Rebecca, o meglio Bechy, Ippolito, ragazza diciassettenne di origini italiane, costretta a vivere con quella sotto specie di scimpanzé, meglio conosciuto con il nome di Harry Styles.
Mi sciacquai il viso con l’acqua gelida sperando di levarmi dalla testa l’espressione strafottente del mio odioso fratellastro.
Si può davvero arrivare a detestare una persona così tanto? La risposta è si.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry&Bechy'
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CAPITOLO 5:
Dopo la bella figura fatta durante la festa di Andrew, non avevo molta voglia di andarmene in giro per Holmes Chapel come se niente fosse.
Proprio per questo quando Anne mi chiese una sera di rimanere a fare compagnia ad Harry malato, non opposi resistenza.
Mio padre ne rimase quasi sconvolto.
-          Bechy ma ti senti bene? – mi poggiò la mano sulla fronte con aria preoccupata – non posso credere che tu abbia accettato subito ad una tale richiesta.
 
-          Ma papà, come avrei potuto rifiutare! Il mio caro fratellastro ha la febbre e io lo lascio solo? Ma figurati!
Nessuno parve molto convinto delle mie argomentazioni ma preferirono non aggiungere altro.
Papà e Anne dopo cena uscirono e io rimasi sola in casa con Harry.
Lui se ne stava spaparanzato sul divano tutto avvolto in una coperta patchwork mentre io chiusa in camera mia ascoltavo la musica ad alto volume.
Avevo messo il CD dei Beatles, i miei idoli, e cantavo a squarciagola senza minimamente preoccuparmi della reazione del vicinato.
Tanto la mia cosmica figura di merda l’avevo già fatta, niente era più imbarazzante delle mie mutandine con l’orso Yoghi.

When I find myself in times of trouble 
Mother Mary comes to me 
Speaking words of wisdom, let it be. 
And in my hour of darkness 
She is standing right in front of me 
Speaking words of wisdom, let it be.

 
Let it be, let it be. 
Whisper words of wisdom, let it be.” 

 
Let it be. Lascia che sia.
Facile a dirsi, assai difficile a farsi …
 
Stavo cantando l’ultima strofa quando Harry entrò nella mia stanza.
 
-          Sai secondo una leggenda la gente bussa prima di entrare nelle camere altrui – gli dissi con tono acido.
 
Lui borbottò qualcosa di incomprensibile e si sdraiò a peso morto sul mio letto.
 
-          Vedi di non infondere troppo i tuoi germi. Non voglio ammalarmi. Insomma, solo a te poteva venire la febbre a Giugno.
 
-          Per l’amor del cielo Bechy! Vuoi stare zitta? Ho un mal di testa tremendo … - cominciò a massaggiarsi le tempie e io, in un gesto di compassione, feci per levare la musica, cosa che sicuramente avrebbe migliorato il suo malore.
 
-          No aspetta, lascialo. Io adoro i Beatles …
 
-          Dici sul serio? – ne rimasi piacevolmente sorpresa.
 
Nonostante la convivenza io e Harry non parlavamo tanto se non per insultarci quindi non avevo idea di quali fossero i suoi cantanti preferiti.
 
Però dovevo verificare che fosse un vero fan prima di fargli i complimenti per i suoi gusti, così misi una canzone a caso e gli chiesi di cantarla: “I Wanna Hold Your Hand”.
 
-          Non puoi chiedermi questo, l’hai capito o no che non mi sento bene?
 
-          E dai Harry non fare il pappamolla! – presi una spazzola poggiata sulla scrivania e gliela misi all’altezza della bocca come fosse un microfono.
 
-          Lo sai che sei una vera rompipalle?
 
-          Si, lo so. Ora canta.
 
Harry alzò gli occhi al cielo e dopo essersi schiarito la voce un paio di volte cominciò a cantare:
 
“Oh yeah, I'll tell you something,
I think you'll understand
When I'll say that something
I want to hold your hand,
I want to hold your hand,
I want to hold your hand

Oh please, say to me
You'll let me be your man
And please, say to me
You'll let me hold your hand
Now let me hold your hand,
I want to hold your hand”

La sapeva tutta e la cantava pure bene.
Mi sentii strana, la sua voce mi trasmetteva qualcosa e non ribrezzo come al solito.
 
-          Allora? – Harry mi rivolse un sorriso soddisfatto che sembrava dire “sono troppo bravo eh?”
Non avrei mai voluto dargli una tale soddisfazione ma dovetti ammettere ad alta voce (forse stava venendo la febbre anche a me!) che era stato “moderatamente” bravo.
 
 
-          Moderatamente? – ripetè lui leggermente offeso.
 
-          Esatto, moderatamente è la parola più adatta!
 
Si sarebbe sicuramente scatenata l’ennesima lite se proprio in quel momento non avessero suonato alla porta.
 
Io ed Harry ci fissammo per una manciata di secondi che mi parvero interminabili.
 
Nessuno dei due voleva scendere ad aprire.
 
Nessuno dei due avrebbe ceduto.
 
-          Non puoi mandare me! Sono malato!
 
-          E io sono stanca! Dai Harry vai tu!
 
-          No, no e ancora no, è una questione di principio!
 
-          Ma andate a farvi fottere te e il principio!
 
Alla fine mi arresi e di malavoglia corsi giù per le scale diretta al piano inferiore.
 
Chi poteva essere a quell’ora?
 
-          Sorpresaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
 
Louis, Zayn, Niall e Liam erano tutti lì allineati davanti alla porta con dei sorrisi raggianti stampati in faccia.
 
-          Che cosa ci fate qui? – chiesi sgarbatamente.
 
-          Siamo venuti a trovare Harry, ci hanno detto che sta male – Louis entrò in casa senza neanche chiedere il permesso e gli altri tre seguirono il suo esempio.
 
-          Entrate pure – osservai sarcasticamente – fate come se foste a casa vostra …
 
Ma i quattro bambocci non mi ascoltarono proprio.
 
Harry si affacciò dalla cima delle scale e loro lo raggiunsero in pochi secondi correndo con la grazia di un branco di gorilla e saltandogli addosso come se non lo vedessero da mesi.
Caddero tutti e cinque a terra uno sopra l’altro.
 
-          Hazzaaaa – urlò Louis fingendosi commosso – povero piccolo Hazza febbricitante!
 
-          Cattiva febbre! Smettila di importunare il nostro Harold – aggiunse Zayn con una vocetta da bambino.
 
-          Ragazzi credo che stia per soffocare! – alle parole di Liam tutti indietreggiarono all’istante.
 
-          Hazza? Sei vivo?
 
-          No Niall, ti parlo dall’oltretomba!
 
Risero tutti insieme e poi ricominciarono a fare gli scemi.
Sembrava di stare all’asilo ma io non avevo nessuna voglia di giocare  a fare la parte della maestrina.
Tornai al piano di sopra e scavalcando il gruppetto ancora steso per terra in mezzo al corridoio provai a raggiungere la mia camera.
Dico “provai” perché quando ormai era ad un passo dalla soglia Louis mi afferrò per una caviglia e mi fece cadere addosso a loro.
Mi ritrovai in mezzo a quel groviglio di persone senza neanche rendermi conto di cosa fosse successo.
Ero seduta sulla schiena di Liam mentre le mie gambe si erano attorcigliate con quella di Zayn.
-          Scusate, se non vi da tanto disturbo potrei chiudermi in camera mia a pregare Dio, Buddha e i folletti irlandesi affinché vi facciano sparire al più presto?
 
-          Folletti irlandesi? – esclamò Niall estasiato – io sono irlandese!
 
-          Davvero? Mmmh … interessante …
 
Mi alzai con non poca fatica ed entrai finalmente nella mia camera.
Non avrei mai pensato che dieci secondi dopo i cinque ragazzi mi avrebbero raggiunto.
-          No! Questo proprio no! Uscite subito da qui! – strillai in preda ad un attacco isterico.
 
-          Ehi Roscia datti una calmata – Louis mi diede una pacca amichevole sulla spalla – non stiamo facendo niente di male.
 
-          State invadendo la mia privacy – gridai fermando Niall prima che potesse aprire il cassetto dove tenevo nascosti i miei assorbenti – almeno abbiate il buon gusto di non toccare nulla!
 
Mentre correvo da una parte all’altra della stanza per nascondere tutte le cose che NON dovevano assolutamente essere viste dai ragazzi (tipo la mia biancheria intima o l’album fotografico di quando ero piccola, sdentata e senza capelli) Harry accese il mio stereo e subito ripartì il CD dei Beatles.
I cinque coglioni cominciarono a cantare tutti insieme:
“Well, shake it up baby now
Twist and shout

Come on, come on, come on, come on baby now
Come on and work it on out

Well work it on out, honey
You know you look so good
You know you got me goin' now
Just like I knew you would
Well, shake it up baby now

Twist and shout
Come on, come on, come on, come on baby now
Come on and work it on out”

 
Erano tutti molto bravi. Chissà magari un giorno avrebbero potuto fondare una band …
Alla fine mi unii a loro e cantammo a squarciagola tutte le canzoni del CD senza mai fermarci.
In un certo senso … mi divertii.
Mi divertii moderatamente.
Eh va bene lo ammetto, mi divertii un sacco!
Ma mai, e sottolineo mai, avrei ammesso di trovare gradevole la compagnia di quei cinque ragazzi. MAI.

SALVE A TUTTI! ECCO A VOI IL QUINTO CAPITOLO :)

MI PIACEREBBE LEGGERE QUALCHE RECENSIONE, GIUSTO PER SAPERE SE VI PIACE LA STORIA.

GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE LEGGERANNO LA MIA FF.

BACI AFFETTUOSI, VOSTRA SAM :)

  
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