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Autore: Il_Genio_del_Male    16/05/2012    10 recensioni
L'avventura dell'allegra famigliola Watson-Holmes continua.
[Sequel di 'Imprevisti']
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harriet Watson, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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- Questa storia fa parte della serie ''We're not a couple'. 'Yes you are'.'
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NOTE: Rieccomi, con qualche giorno di ritardo ma con il prossimo capitolo già abbozzato (son soddisfazioni!). Non ho molto altro da dire, se non un grazie immenso a chi ha recensito il primo capitolo.

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Tanto John insistette, pietì e mise il broncio che riuscì nel suo intento. Sherlock si vide costretto a cedere e mandò un sms a Mycroft, chiedendogli di avvisare in vece sua la cara mammina della loro imminente visita.

‘E’ così toccante da parte tua, Sherly. Nostra madre ne sarà felice.’ fu la replica immediata del fratello.

‘E’ proprio ciò che temo.’

‘Adesso non esagerare. Sei suo figlio, è normale che voglia riabbracciarti e conoscere John e i bambini.’

‘Come se non sapessimo entrambi che le hai mandato un dossier aggiornato completo di foto su loro quattro, Myc.’

‘Mea culpa: deformazione professionale. Era l’unico modo per tenerla informata sulla tua vita. Le manchi.’

‘Il sentimento non è reciproco, spiacente. Ho acconsentito a questa pagliacciata solamente perché John ha minacciato di fare sciopero sessuale.’

‘Oh oh, il mio fratellino schiavo degli ormoni. Chi l’avrebbe mai detto!’

‘Fa’ poco lo spiritoso e ricordati di mandare un’auto a prenderci martedì mattina alle 8.’

‘Potreste andare in treno, Brighton non è lontana da Londra.’

‘Potremmo, ma così ti giocheresti la possibilità di ricevere gratis la mia consulenza riguardo a quella faccenda con tuo marito.’

‘Per ‘gratis’ intendi farti scarrozzare quando più ti aggrada da un’auto ministeriale con tanto di autista?’

‘Ti rimborseremo le spese della benzina. Non sia mai che i soldi dei contribuenti vengano sprecati per scopi così futili!’

‘Quanto senso civico… Scommetto che è un’idea di John.’

‘Lo scoprirai solo vivendo. Mi raccomando, puntuale alle 8. Salutami Sua Maestà.’ chiuse la conversazione.

“A quale misteriosa faccenda alludevi, prima, con Mycroft?” domandò John, che aveva assistito allo scambio di sms seduto in braccio al compagno e che, effettivamente, aveva proposto di contribuire all’acquisto del carburante perché si sentiva in colpa ad approfittare impunemente della generosità del governo britannico.

“Oh, quella” ghignò il detective. “E’ una sorpresa. A tempo debito saprai tutto”.

 

 

Arrivato che fu martedì mattina, trovarono una limousine ad aspettarli sotto casa. Harriet, che di lì a qualche minuto avrebbe preso la metropolitana per recarsi al lavoro, aiutò il fratello ed il cognato a sistemare i seggiolini dei piccoli sui sedili.

“Bbella tia. Tia bbella” la omaggiò Boswell, protendendo le manine paffute verso di lei.

“Ciao, cucciolo. Fa’ il bravo e saluta la nonna da parte mia” gli sorrise.

“Vabbene. Tonniamo petto, non peoccupatti” affermò il bimbo, serissimo.

“Non mi preoccupo, tesoro, anche se mi mancherete molto” disse, accarezzandogli delicatamente i riccioli scuri e soffici come piume.

I gemelli, imbrigliati nelle cinture, gorgogliavano pacificamente. Irene agitava un sonaglio a forma di papera, deliziata dal suono tintinnante che esso produceva. Hamish, col ciuccio in bocca, cercava di toccarsi la punta delle babbucce con le dita.

“Buon viaggio, piccolini della zia” li salutò, ricevendo in risposta squittii di conferma e dei gran sorrisi sdentati. Ad Hamish cadde di bocca il ciuccio, afferrato al volo dalla sorella.

“Brava ragazza, hai gli stessi riflessi pronti di tuo papà” commentò Harriet orgogliosa.

Intanto, John era impegnato a trafficare con i bagagli, assistito dall’autista. “Sherlock, dove hai messo il borsone dei bambini?”

“Da nessuna parte. Non l’ho proprio preparato, a dire il vero” lo disilluse il detective, la custodia del violino in una mano e quella del laptop nell’altra.

“Tu cosa?”

“Non ci servirà, John. Mia madre ha fatto imbiancare la nursery e l’ha stipata di culle, fasciatoi, lettini, box ed una quantità di tutine e vestitini, pannolini, omogeneizzati e latte in polvere che farebbero la gioia di un qualsiasi neogenitore” si affrettò a spiegare con un moto di fastidio.

“E tu come fai a saperlo, di grazia?”

“Mycroft, ovviamente. Sul cellulare ho le foto che mi ha mandato via mail, se vuoi verificare con i tuoi occhi”.

“No, mi fido” mormorò John, basito. “Ma che motivo aveva tua madre di scomodarsi a tal modo? Non ce n’era bisogno, ci fermeremo a Brighton solo qualche ora.”

“E’ schifosamente ricca, annoiata e con manie di grandezza. Ti avevo messo in guardia su di lei” gli rivolse uno sguardo colmo di rimprovero. “Voleva assumere una puericultrice diplomata in Svizzera perché badasse ai bambini, e ha desistito solo quando Mycroft le ha fatto notare che saremmo ripartiti in giornata”.

“Ah. Bene” il dottore batté le palpebre, frastornato. Cominciava a capire perché Sherlock temesse colei che lo aveva partorito.

Una mano posata sulla spalla lo riscosse dallo stato di semi trance in cui era caduto. “Harriet” disse ancor prima di voltarsi. Ne aveva riconosciuto il tocco gentile ed energico.

“Johnny, devo scappare in ufficio. Vi aspetto per cena, ok?”

“Ah sì, certo. Grazie, Harry, sei un tesoro” sorrise.

“Figurati. Mandami un messaggio quando arrivate e divertitevi!”

La donna baciò sulle guance il fratello, abbracciò Sherlock e assicurò a Mrs. Hudson, affacciatasi dalla porta di casa, che avrebbe fatto un salto durante la pausa pranzo per tenerle compagnia. “Ciao!” urlò un’ultima volta prima di incamminarsi verso la fermata della Tube più vicina.

“In carrozza, signori” li esortò cerimoniosamente Alfred, l’autista, mentre aiutava Mrs. Hudson a infilare nel portabagagli un cestino da picnic ricolmo di cibarie e thermos di té “per rifocillarvi durante il viaggio, miei cari”.

L’affittuaria si commosse un poco, mentre sventagliava un fazzoletto ricamato in direzione dell’automobile che s’immetteva nel traffico.

Partiti.

 

 

 

 

Come ho già anticipato nelle note iniziali, il terzo capitolo è stato scritto. Tuttavia, poiché domenica parto per Roma e conto di rimanerci almeno cinque o sei giorni, potrebbe verificarsi un ritardo nell’aggiornamento. Portate pazienza!

Questa, se vi interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per seguire in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

Alla prossima e un abbraccio a tutti voi!

   
 
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