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Autore: Il_Genio_del_Male    06/05/2012    12 recensioni
L'avventura dell'allegra famigliola Watson-Holmes continua.
[Sequel di 'Imprevisti']
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harriet Watson, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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- Questa storia fa parte della serie ''We're not a couple'. 'Yes you are'.'
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RATING: Giallo.

GENERE: Commedia, Romantico (?).

PAIRING: Sherlock/John.

AVVERTIMENTI: Fluff (giusto un pizzico), Slash, What if?

DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, né i diritti della serie (ahimè) che vanno tutti alla BBC. Non guadagno niente dalla mia attività di fangirlamento compulsivo.

DEDICA: A Moffat e Gatiss, perché sono degli slashers in incognito e ci hanno regalato un telefilm meravigliosamente brillante e ambiguo; a Martin Freeman, che è un John Watson perfetto; a Benedict Cumberbatch, perché è un attore straordinario -nonché figo da paura.

NOTE: Ehm, buonsalve a tutti! *scuote la chioma senza un perché*

Avete capito bene: sono tornata, e con me pure la famiglia Watson-Holmes al completo, zia Harry, il duo di architetti d’interni Greg & Myc, Mrs. Hudson e chissà quali altri personaggi, già noti o frutto della mia fantasia malata. Premetto che, a parte qualche obiettivo che mi sono posta, non ho la minima idea della direzione che questa seconda long prenderà, né da quanti capitoli sarà composta. Naturalmente sono sempre curiosa di ascoltare i vostri pareri, sicché se avete suggerimenti, spunti e osservazioni da fare siete i benvenuti.

Ai nuovi lettori: come avrete capito dall’introduzione, questo vuole essere il seguito di un’altra mia storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=937909&i=1) che è necessario leggere -se non altro per capirci qualcosa.

Ah, prima che me ne dimentichi: vi lascio il link (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1045093&i=1) di una OS che fa da prequel/spin-off all’intera saga, chiamiamola così.

Buon divertimento (si spera)!

 

 

 

 

 

Mancavano poco meno di due mesi al matrimonio (che, a causa della supervisione da parte della strana coppia Harriet e Mycroft, si preannunciava pericolosamente faraonico) quando un sera, messi a nanna i bambini, John decise di affrontare una questione alquanto delicata con il futuro marito.

“Sherlock”, esordì, “c’è una ragione specifica per cui non ho ancora conosciuto i tuoi genitori?”

L’interpellato si liberò della vestaglia, sotto cui non indossava nient’altro, e la lasciò cadere ai piedi del letto. Poi si infilò sotto le coperte senza proferire verbo.

“Tu e la tua pessima abitudine di dormire completamente nudo con questo freddo” borbottò il dottore, tremando impercettibilmente quando un piede gelido dell’altro gli sfiorò il polpaccio.

“Pessima, dici? Eppure sembri apprezzarla ogni notte di più” si decise finalmente a parlare Sherlock, con l’imperturbabilità di chi si limita a constatare un dato di fatto.

“Veramente sei tu l’attivo prepotente e incontenibile che mi salta addosso non appena abbasso la  guardia” tentò di protestare in modo molto poco assertivo.

Una mano pallida del detective scivolò in basso, verso la zona sudombelicale di John.

“Ah-ah” sedò sul nascere quel tentativo di amoroso assalto. “Vedi che ho ragione? Sei sleale”.

“Perché? Sto solo cercando di sedurti” si voltò a guardarlo.

“Evitando di rispondere alla mia domanda, Sherlock” precisò amabilmente l’altro. “Ti conosco”.

Il detective si prese alcuni secondi per ponderare le parole del compagno. “No” disse poi.

“No cosa?”

“No, non c’è un motivo in particolare per cui non ti ho presentato a coloro che mi hanno messo al mondo… Se si esclude il fatto che mio padre è morto precocemente più di dieci anni fa”.

“Oh. Non ne ero al corrente, scusami” balbettò, imbarazzato per la gaffe commessa.

“Non agitarti, sono cose che capitano e tu ne sai qualcosa” mormorò Sherlock tranquillamente.

“E tua madre, invece?” John si affrettò a domandare. Non amava discutere di genitori defunti anzitempo, proprio perché c’era passato anche lui.

“E’ più instabile del mercurio” ribatté seccamente il detective.

“Intendi dire che ha dei problemi mentali?” si informò con quanta più delicatezza possibile.

“No, o meglio: non proprio. Certamente una qualche anomalia deve avercela, visto che Mycroft ed io abbiamo ereditato metà del suo patrimonio genetico e non siamo del tutto a posto”.

“Le somigliate molto?”

“Fisicamente sì, per quanto mi riguarda; sembro la sua copia carbone di trent’anni più giovane e con un’appendice tra le gambe. Mycroft invece ha preso la corporatura pesante e la predisposizione alla calvizie del ramo paterno” s’interruppe, lasciandosi sfuggire un ghigno derisorio.

John assentì col capo, invitandolo a riprendere il filo del discorso.

“In realtà, ciò che nostra madre ha trasmesso ad entrambi è l’intelligenza sconfinata” asserì senza falsa modestia. “Prendi il mio cervello e quello del mio fratellone, aggiungici il famigerato intuito femminile, rivesti il tutto con tailleur immacolati e collier di perle grandi come biglie ed ottieni Caroline Margareth Victoria Spencer, vedova Holmes”.

“Spencer? Come la principessa Diana?”

“Lontana parente, pace all’anima sua” confermò noncurante Sherlock.

“Wow” esclamò il dottore, sollevando le sopracciglia. “Deve essere una donna straordinaria. Ma c’era da aspettarselo, in fondo sei suo figlio” sorrise in direzione del compagno, sperando che cogliesse l’allusione.

Inutilmente.

“John, forse non mi sono spiegato bene. Mia madre non è una donna straordinaria. Mia madre, sotto l’aspetto di una ex mannequin di sangue blu, nasconde una tempra d’acciaio e una forza di volontà seconde solo alla Regina –e non mi riferisco a Mycroft. E’ pericolosa quanto una bomba termonucleare. Credimi: tu non vuoi veramente conoscerla”. Il suo tono di voce era venato di panico, le pupille dilatate, il respiro lievemente irregolare. Non bisognava essere degli acuti osservatori per capire che si trattavano di inequivocabili manifestazioni di paura.

Sicché Sherlock Holmes, l’indomito e sregolato investigatore più famoso del Regno Unito che non guardava in faccia a nessuno, nutriva un timore reverenziale nei confronti di sua madre. Interessante.

“Sarà come dici tu, ma si tratta pur sempre dell’unica nonna che i nostri figli potranno mai vantare, nonché la mia futura suocera. E’ mio dovere incontrarla”.

 

 

 

 

Il prossimo capitolo cercherò di postarlo a breve, diciamo tra una settimana, dieci giorni circa. Fatemi sapere cosa ve n’è parso, eh! Anche le critiche sono ben accette. Ringrazio già da ora chi commenterà, seguirà, preferirà e ricorderà la storia.

Questa, se vi interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per seguire in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

A risentirci, un bacio!

   
 
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