NOTE: Rieccomi, con qualche giorno di
ritardo ma
con il prossimo capitolo già abbozzato (son soddisfazioni!).
Non ho molto altro
da dire, se non un grazie immenso a chi ha recensito il primo capitolo.
Buona lettura!
Tanto John insistette,
pietì e mise il broncio che riuscì nel suo
intento. Sherlock si vide costretto
a cedere e mandò un sms a Mycroft, chiedendogli di avvisare
in vece sua la cara
mammina della loro imminente visita.
‘E’
così toccante da parte tua, Sherly. Nostra
madre ne sarà felice.’ fu la
replica immediata del fratello.
‘E’
proprio ciò che temo.’
‘Adesso
non esagerare. Sei suo figlio, è
normale che voglia riabbracciarti e conoscere John e i
bambini.’
‘Come
se non sapessimo entrambi che le hai
mandato un dossier aggiornato completo di foto su loro quattro,
Myc.’
‘Mea
culpa: deformazione professionale. Era
l’unico modo per tenerla informata sulla tua vita. Le
manchi.’
‘Il
sentimento non è reciproco, spiacente. Ho
acconsentito a questa pagliacciata solamente perché John ha
minacciato di fare
sciopero sessuale.’
‘Oh
oh, il mio fratellino schiavo degli ormoni.
Chi l’avrebbe mai detto!’
‘Fa’
poco lo spiritoso e ricordati di mandare
un’auto a prenderci martedì mattina alle
8.’
‘Potreste
andare in treno, Brighton non è
lontana da Londra.’
‘Potremmo,
ma così ti giocheresti la
possibilità di ricevere gratis la mia consulenza riguardo a
quella faccenda con tuo
marito.’
‘Per
‘gratis’ intendi farti scarrozzare quando
più ti aggrada da un’auto ministeriale con tanto
di autista?’
‘Ti
rimborseremo le spese della benzina. Non
sia mai che i soldi dei contribuenti vengano sprecati per scopi
così futili!’
‘Quanto
senso civico… Scommetto che è un’idea
di John.’
‘Lo
scoprirai solo vivendo. Mi raccomando, puntuale
alle 8. Salutami Sua Maestà.’ chiuse la conversazione.
“A quale misteriosa
faccenda alludevi, prima, con Mycroft?” domandò
John, che aveva assistito allo
scambio di sms seduto in braccio al compagno e che, effettivamente,
aveva
proposto di contribuire all’acquisto del carburante
perché si sentiva in colpa
ad approfittare impunemente della generosità del governo
britannico.
“Oh, quella”
ghignò il
detective. “E’ una sorpresa. A tempo debito saprai
tutto”.
Arrivato che fu martedì
mattina, trovarono una limousine ad aspettarli sotto casa. Harriet, che
di lì a
qualche minuto avrebbe preso la metropolitana per recarsi al lavoro,
aiutò il
fratello ed il cognato a sistemare i seggiolini dei piccoli sui sedili.
“Bbella tia. Tia
bbella”
la omaggiò Boswell, protendendo le manine paffute verso di
lei.
“Ciao, cucciolo.
Fa’ il
bravo e saluta la nonna da parte mia”
gli sorrise.
“Vabbene. Tonniamo petto,
non peoccupatti” affermò il bimbo, serissimo.
“Non mi preoccupo,
tesoro, anche se mi mancherete molto” disse, accarezzandogli
delicatamente i
riccioli scuri e soffici come piume.
I gemelli, imbrigliati
nelle cinture, gorgogliavano pacificamente. Irene agitava un sonaglio a
forma
di papera, deliziata dal suono tintinnante che esso produceva. Hamish,
col
ciuccio in bocca, cercava di toccarsi la punta delle babbucce con le
dita.
“Buon viaggio, piccolini
della zia” li salutò, ricevendo in risposta
squittii di conferma e dei gran
sorrisi sdentati. Ad Hamish cadde di bocca il ciuccio, afferrato al
volo dalla
sorella.
“Brava ragazza, hai gli
stessi riflessi pronti di tuo papà”
commentò Harriet orgogliosa.
Intanto, John era
impegnato a trafficare con i bagagli, assistito dall’autista.
“Sherlock, dove
hai messo il borsone dei bambini?”
“Da nessuna parte.
Non l’ho proprio preparato, a dire il vero” lo
disilluse il detective, la
custodia del violino in una mano e quella del laptop
nell’altra.
“Tu cosa?”
“Non ci
servirà, John.
Mia madre ha fatto imbiancare la nursery e l’ha stipata di
culle, fasciatoi,
lettini, box ed una quantità di tutine e vestitini,
pannolini, omogeneizzati e
latte in polvere che farebbero la gioia di un qualsiasi
neogenitore” si
affrettò a spiegare con un moto di fastidio.
“E tu come fai a saperlo,
di grazia?”
“Mycroft, ovviamente. Sul
cellulare ho le foto che mi ha mandato via mail, se vuoi verificare con
i tuoi
occhi”.
“No, mi fido”
mormorò
John, basito. “Ma che motivo aveva tua madre di scomodarsi a
tal modo? Non ce
n’era bisogno, ci fermeremo a Brighton solo qualche
ora.”
“E’
schifosamente ricca,
annoiata e con manie di grandezza. Ti avevo messo in guardia su di
lei” gli
rivolse uno sguardo colmo di rimprovero. “Voleva assumere una
puericultrice
diplomata in Svizzera perché badasse ai bambini, e ha
desistito solo quando
Mycroft le ha fatto notare che saremmo ripartiti in giornata”.
“Ah. Bene” il
dottore
batté le palpebre, frastornato. Cominciava a capire
perché Sherlock temesse
colei che lo aveva partorito.
Una mano posata sulla
spalla lo riscosse dallo stato di semi trance in cui era caduto.
“Harriet” disse
ancor prima di voltarsi. Ne aveva riconosciuto il tocco gentile ed
energico.
“Johnny, devo scappare in
ufficio. Vi aspetto per cena, ok?”
“Ah sì, certo.
Grazie,
Harry, sei un tesoro” sorrise.
“Figurati. Mandami un
messaggio quando arrivate e divertitevi!”
La donna baciò sulle
guance il fratello, abbracciò Sherlock e assicurò
a Mrs. Hudson, affacciatasi
dalla porta di casa, che avrebbe fatto un salto durante la pausa pranzo
per
tenerle compagnia. “Ciao!” urlò
un’ultima volta prima di incamminarsi verso la
fermata della Tube più vicina.
“In carrozza,
signori” li
esortò cerimoniosamente Alfred, l’autista, mentre
aiutava Mrs. Hudson a
infilare nel portabagagli un cestino da picnic ricolmo di cibarie e
thermos di
té “per rifocillarvi durante il viaggio, miei
cari”.
L’affittuaria si commosse
un poco, mentre sventagliava un fazzoletto ricamato in direzione
dell’automobile che s’immetteva nel traffico.
Partiti.
Come
ho già anticipato nelle note iniziali, il terzo capitolo
è stato scritto. Tuttavia,
poiché domenica parto per Roma e conto di rimanerci almeno
cinque o sei giorni,
potrebbe verificarsi un ritardo nell’aggiornamento. Portate
pazienza!
Questa,
se vi interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per
seguire in diretta i
miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).
Alla
prossima e un abbraccio a tutti voi!