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Autore: Rosmary    16/05/2012    5 recensioni
Mai permettere a degli adolescenti di trascorrere le vacanze sotto lo stesso tetto, costretti ventiquattro ore su ventiquattro alla convivenza: potrebbe succedere di tutto!
«Stai dicendo che mi insegnerai a volare?»
«Però, intelligente per davvero, miss Granger!»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Silenzio! Spiego io che lo so,» impone Fred, in piedi su una sedia. «George, chiudi la porta, se ci becca mamma…» aggiunge in un eloquente sussurro, rasserenandosi quando il fratello lo asseconda celere – dopotutto è noto che la signora Weasley non sopporti vedere una bella sedia usata in quel modo barbaro. «Peter Pan volava perché aveva una Scopalinda!» riprende allegro Fred, schiarendosi persino la voce prima di parlare e allargando le braccia come a voler fare un’arringa.

«Oh, ecco!» commenta Ginny, dando poi un morso al muffin che ha tra le mani.

«No, no e no! Peter Pan volava grazie ai pensieri felici e alla polvere di fata.»

«Non dire sciocchezze, Harry, le fate non hanno la polvere.»

«Ha ragione George. E poi i pensieri felici non fanno volare, altrimenti i Cannoni dovrebbero stare sempre giù!»

«Ehi, non offendere i Cannoni,» borbotta Ron all'indirizzo di Sirius.

Ma l'erede dei Black, che si diverte troppo quando lo punzecchia sulla sua squadra del cuore, si limita a rifilargli un ghigno, salvo poi dedicare l'attenzione a Harry che ha ben pensato di sistemare una sedia accanto a quella di Fred e salirvi a sua volta su.

«Ѐ una favola babbana: Peter vola senza scopa!»

«Ma chi cavolo è Peter?»

«Da quello che ho capito, Ginny, è un criceto.»

«Ma no, George, è un bambino che vive…» s’interrompe Fred, illuminandosi quando la porta si spalanca. «Herm!»

«Herm?» chiedono tutti in coro.

«Ti ho già detto che detesto essere chiamata così.»

«Appunto!» esclamano all’unisono Fred e George, scambiandosi un’occhiata complice.

Hermione scuote il capo rassegnata, anche perché non le è affatto sfuggito che al suo ingresso Ron si è chiuso in quel silenzio di protesta che seguita a ostentare. Con un'altra occhiata nota anche Sirius sogghignare, Ginny mangiare il secondo muffin e Harry ancora in piedi sulla sedia in attesa di chissà cosa.

«Di cosa parlavate?»

«Ma di Peter Pan, ovviamente,» risponde allegro Fred, incapace di cogliere l’ombra che attraversa gli occhi scuri di Hermione.

Hermione che, forse per distrarsi o per reale necessità, punta lo sguardo sull’orologio della sala da pranzo – non l’avesse mai fatto! Nell'immediato, il viso cede a un’espressione preoccupata e ansiosa, la bocca si spalanca sorpresa e l’indice indica a tutti l’orologio.

«Oh no, oh no, oh no,» cantilena tra sé e sé, girando anche in tondo come una matta.

Fred salta giù dalla sedia, guardandola preoccupato.

«Ma che hai? Stai male?» chiede, iniziando a girare in tondo assieme a lei nel tentativo di avvicinarla.

«Ѐ la tua ragazza e non sai neanche cos’ha?» interviene astioso Ron, guadagnandosi tutta la disapprovazione e l’irritazione di George.

«Tu lo sai, invece?» sbotta proprio George.

«Fate silenzio! Oh no, oh no...»

Ginny e Sirius fissano Harry, che dal canto suo, sbirciato l'orario, si stringe nelle spalle.

«Temo manchino cinque minuti all’arrivo delle lettere da Hogwarts, e lei…» spiega Harry, facendo sgranare gli occhi ai due.

«Hermione, ma se è per questo sta' calma! I tuoi voti saranno altissimi e ci sarà anche la spilla da Prefetto,» tenta incoraggiante Fred.

«Non dirlo,» impone a denti stretti Hermione.

A proteggere il malcapitato fidanzato dal nervosismo di Hermione sono proprio le tanto attese missive, strette a sorpresa nella mano di Molly Weasley, che le distribuisce sorridente ai cinque ragazzi.
Fred e George staccano noncuranti il sigillo, mentre Ginny adotta maggiore delicatezza e cautela. Harry, invece, si rende conto solo ora di provare un misto di ansia e aspettativa verso il contenuto di quella lettera e si ritrova quasi a trattenere il respiro come Hermione. Eppure la sorpresa più grande arriva da Ron, che noncurante quanto i fratelli si libera svelto del sigillo e srotola la pergamena, accorgendosi in un secondo momento di un bottoncino rotondo cascato a terra: è quando gli occhi di tutti fissano il pavimento che Hermione e la signora Weasley lanciano un urlo eccitato.

«Non ci credo! Non ci credo! Oh, Ron, è meraviglioso! Prefetto! Come tutti in famiglia!1»

«Io e Fred chi siamo i vicini della porta accanto?1»

Ed è con queste parole che sono consacrati i due nuovi Prefetti Grifondoro: Ron e ovviamente Hermione – l’uno sorpreso e felice, l’altra eccitata.
Tutti festeggiano, tutti a eccezione di un ragazzo moro, la cui espressione tradisce le aspettative nutrite: Harry Potter non è stato eletto Prefetto, nonostante tutto hanno preferito il suo migliore amico e questa cosa, dentro di Harry, rischia di fare un po' male.

 

*

«Harry.»

Entra in punta di piedi Hermione, avvicinandosi all’amico che si è rintanato in questa stanza da quando hanno ricevuto le lettere.

«Che hai?»

«Niente, stai tranquilla,» risponde con tono sin troppo duro, senza smettere di fissare il vuoto.

Hermione sospira, mordicchia incerta le labbra, si guarda attorno. Dopo alcuni istanti di silenzio decide però di sedersi sul letto dove Harry è sdraiato, attenta a non urtarlo per non dargli l’impressione di voler invadere i suoi spazi.

«Altri incubi?»

«Ti ho detto che sto benissimo.»

«Non hai spiccicato parola da quando sono arrivate le lettere,» replica intuitiva.

«Appunto,» dice controvoglia. «Tu e Ron siete i Prefetti, tu ora frequenti anche Fred, quindi benissimo, benissimo davvero. Scommetto che non vedete l’ora di tornare a Hogwarts,» sputa nervoso, sfogando uno stato d'animo che fatica a capire e che non gli piace neanche un po' – la sensazione di esclusione e tradimento che l'ha sorpreso all'arrivo in questa casa è riemersa prepotente. «A me invece non importa tornare, voglio restare qui, con l’Ordine, con Sirius…»

«Harry…» interviene rattristata Hermione, seppure al momento non sia sicura di sapere cosa dirgli né come comportarsi.

«Non preoccuparti,» taglia corto Harry. «Goditi il tuo anno, in fondo hai tutto quello che volevi,» dice dandole le spalle. «E anche Ron.»

 

*
 

«Tonks!»

«Ron, ciao! Tanti complimenti! Molly mi ha già informata!»

«Grazie,» replica sorpreso e un po' in imbarazzo. «Ho finito le traduzioni che mi avevi assegnato, eccole.»

«Bene,» esclama, afferrando il plico disordinato. «Dai, correggiamole!»

 

*
 

In un altro angolo di Grimmauld Place, precisamente in uno sgabuzzino, un ragazzo tenta di baciare una ragazza.

«Fred, non ora.»

«Ma dai,» si lamenta. «Dobbiamo festeggiare la tua secchionaggine

Ma Hermione lo guarda torva, sfruttando il fatto che questa volta si è degnato di farle trovare almeno una vecchia candela a far luce.

«Devo preparare gli ultimi bagagli, trovare Ron, fare pace con lui e poi andare da Harry per cercare di calmarlo,» elenca, poggiando la schiena al muro senza neanche rendersene conto. «Poi…»

«Scusa, e io?»

Fred si inserisce prima che lei possa mettere in fila un altro elenco e allunga le braccia in avanti, sino a toccare quella stessa parete contro cui è poggiata lei, con l'intenzione di impedirle di fuggire o allontanarlo.

«Tu… tu…» tentenna, colta alla sprovvista. «Noi due ci vediamo dopo,» dice a disagio, cercandolo con lo sguardo.

Fred, a sua volta sorpreso da questa risposta, non riesce a frenare un sorriso amaro.

«Non devi caricarti dei problemi di tutti, se Harry ha la luna storta…» s'interrompe improvviso, ridacchiando divertito. «Lunastorta... la luna storta! Lunastorta con la luna storta!»

«Ho capito, continua,» sbotta spazientita.

«Calmati,» replica rabbuiato, riprendendo a osservarla con l'intenzione di comprenderne la preoccupazione. «Non è colpa tua, niente è colpa tua,» tenta. «Voglio solo stare con te, prima che torniamo a Hogwarts.»

«Perché? Cosa succede quando torniamo a Hogwarts?»

«Beh, ci sarà meno tempo. Quidditch, lezioni… non sarà come adesso.»

“Tu non sei diversa per lui” – Hermione ingoia a vuoto e lo osserva quasi impaurita.

«E come sarà?»

«Cosa vuoi che ne sappia,» replica noncurante, concedendole un sorriso bonario. «Ora posso baciarti?» chiede malizioso.

“Sei solo il nuovo gioco” – Hermione serra le labbra e scuote la testa.

«No,» dice più a se stessa che a lui. «Non puoi,» aggiunge quando ne coglie l’aria interrogativa. «Anzi non puoi né ora né mai, è stato tutto un errore, Fred. Un errore colossale.»

Ormai neanche lo guarda più, anzi gli occhi vagano ovunque, confusi e persi, pur di non incrociare quelli di Fred.

«Ma che stai dicendo?» sbotta a sua volta confuso.

«Che non siamo fatti per stare insieme.»

«Ma che ne sai? Non è neanche una settimana che stiamo insieme,» replica, lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito per l'assurdità della faccenda.

Peccato che Hermione non reagisca bene all'ilarità di Fred e scatti in avanti, costringendolo ad arretrare.

«Ecco, è questo quello che intendo: tu ridi, ridi sempre.»

«E cosa dovrei fare?»

«Non lo so, ma forse potresti renderti conto che esistono anche i momenti seri, i problemi…»

Ma Fred non sembra per niente incline a proseguire quello che ormai reputa un litigio, per giunta insensato dal suo punto di vista, e si allontana da lei con un'espressione seria in viso, inducendola a zittirsi.

«Ci si vede a scuola, Granger

E così dicendo abbandona il ripostiglio, lasciando Hermione in piena crisi.




 


1«Non ci credo! Non ci credo! Oh, Ron, è meraviglioso! Prefetto! Come tutti in famiglia!» | «Io e Fred chi siamo i vicini della porta accanto?»: citazione tratta dal libro Harry Potter e l’Ordine della Fenice di J.K. Rowling.

   
 
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