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Autore: Rosmary    16/05/2012    8 recensioni
Mai permettere a degli adolescenti di trascorrere le vacanze sotto lo stesso tetto, costretti ventiquattro ore su ventiquattro alla convivenza: potrebbe succedere di tutto!
«Stai dicendo che mi insegnerai a volare?»
«Però, intelligente per davvero, miss Granger!»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sono trascorsi quattro giorni dalla discussione di Hermione e Fred e nessuno ha avuto l’occasione di approfondire quanto accaduto, tutti troppo indaffarati con gli ultimi preparativi per la partenza.
In questo intervallo di tempo, Harry ha finto un comportamento normale, seppure sia apparso schivo con tutti a eccezione di Sirius, Ron ha riacquistato parte del suo buonumore notando il distacco tra il fratello e l’amica, Ginny si è sforzata di essere l’ago della bilancia. Fred, in apparenza quieto e per nulla scosso dalla situazione con Hermione, ha invece organizzato la merce da portare a Hogwarts assieme a George.
Hermione, dal canto suo, ha trascorso il tempo continuando a ripetersi che la cosa migliore e più razionale sia lasciare la relazione con Fred a Grimmauld Place e considerarla un’esperienza nata e finita tra queste mura – pensieri che la inseguono anche ora, che è nella camera che l'ha ospitata nelle ultime settimane, impegnata a controllare una volta ancora di aver messo in valigia tutte le sue cose.

«Hermione!»

«Veloce, Ron, devo controllare la lista.»

«La lista?» chiede con un sopracciglio inarcato.

«Sì, quella delle mie cose, per essere sicura di non aver dimenticato niente.»

«Ho capito,» liquida, porgendole poi una pergamena che cattura l’attenzione guardinga di Hermione.

«Cos’è?»

«La traduzione di Rune, le vacanze sono finite. Come da scommessa, eccoti la mia traduzione.»

«Ma io pensavo che non contasse più quella scommessa,» dice allarmata, consapevole di aver completamente trascurato il volo.

«Forse per te, che facevi altro in quella stanza,» ribatte astioso, stringendo con più forza la pergamena sgualcita. «Ma per me contava, quindi prendila.»

Hermione l’afferra vinta, ma anziché leggerla guarda Ron preoccupata, cedendo a un sorriso nervoso.

«Non ti aspetterai che vada da Gazza… sono un Prefetto.»

«Non è un mio problema. Hai scommesso: se non sei in grado di fare il giro di una stanza in volo, appena tornati a scuola andrai da Gazza,» dice con un sorrisetto sadico.

Probabilmente, per Ron, questa scommessa persa è anche una piccola vendetta.

 

*


«Molto bene, avete preso tutto?»

«Sì, mamma.»

«Sì, signora Weasley.»

«Andiamo, allora!»

 

*
 

A King’s Cross una miriade di studenti si accalca ai piedi del treno, tra questi molti fissano Harry con aria sospettosa, altri astiosa, altri ancora sfoggiano indifferenza. Tutti, però, sono impegnati in saluti più o meno calorosi, mentre le famiglie tradiscono espressioni meno rilassate degli anni addietro – la morte di uno studente, provocata o meno da un mago oscuro, è uno spettro che preoccupa ognuno dei genitori presenti.
È in questa confusione che due teste rosse trovano finalmente un ragazzo dall’aria familiare e allegra.

«Lee!»

«Weasley!»

Lee Jordan raggiunge Fred e George in poche falcate, salutandoli con cordiali pacche sulla schiena.

«Non sai cos’abbiamo preparato per quest’anno!»

«E voi sapete gli slogan che ho ideato io,» rilancia Lee. «La mia cronaca rimarrà nella storia!»

E mentre George anticipa all'amico dettagli interessanti sui Tiri Vispi, Fred si volta in direzione di una ragazza impegnata a salutare Neville.

«Quante smancerie, che bisogno avrà di abbracciarlo,» sbotta corrucciato.

«Fred, ma di che parli?»

George, colta la perplessità di Lee, segue la traiettoria dello sguardo del fratello, cogliendo al volo cosa lo abbia distratto.

«Freddie,» chiama, senza preoccuparsi di nascondere un ghigno impertinente.

«Ci sono,» risponde celere Fred, obbligandosi a guardare e ascoltare George e Lee – peccato che l’attenzione sia totalmente altrove.

 

*
 

«Sono esausta,» mormora Hermione, sedendosi fiacca sul divano della Sala Comune.

«Non ci provare, abbiamo da fare.»

«Cos’è che dovete fare?»

La domanda di George riesce a calamitare l'attenzione dei due Prefetti, e se Hermione è impegnata a fuggire lo sguardo di Fred, Ron sogghigna compiaciuto.

«Hermione deve dire una cosa a Gazza,» esclama infatti in risposta, avviandosi all’uscita.

Hermione si congeda da Fred con un'occhiata sfuggente, tipica di chi vorrebbe ma proprio non riesce. Fred, dal canto suo, si limita a mascherare ogni possibile emozione con il solito ghigno sfrontato.

 

*
 

Hermione e Ron sono riusciti a trascinare con loro anche Harry: assurdo ma vero, nonostante tutto il Prescelto non ha voluto rinunciare alla scena epocale. Per l'occasione, lui e Ron sono nascosti dal Mantello dell’Invisibilità, mentre Hermione è ferma nel bel mezzo del corridoio, sola soltanto in apparenza, in attesa che Gazza si avvicini – a giudicare dalla figura di inchiostro che si muove sulla Mappa del Malandrino stretta dai due ragazzi, non dovranno aspettare più di qualche minuto.
Quando lo vede arrivare, Hermione sussulta e si torce nervosa le mani, sperando con tutta se stessa che questa sciocchezza non le costi la spilla da Prefetto appuntata sulla divisa. Nel vano tentativo di distrarsi, si impegna a osservare Gazza, la sua andatura zoppicante, la sua schiena curva, i suoi abiti sgualciti, quell’aria sempre troppo trasandata.
È quando è ormai a un passo da lei che, deglutendo, Hermione fa un passo in avanti e costringe il Custode e l’insopportabile gatta, sempre al suo seguito, a fermarsi.

«Signor Gazza, buonasera.»

«Cosa vuoi?»

Il tono astioso dell’uomo convincerebbe chiunque a rinunciare ai propositi, ma Hermione è troppo orgogliosa.

«Devo dirle una cosa.»

«Sempre più svogliati,» borbotta a sorpresa Gazza, che ha adocchiato la spilla da Prefetto. «Se sei qui per chiedermi quali corridoi ho già controllato, sappi che devi fare tutto da sola, hai capito? Questi ragazzi… Scansafatiche… Ma come vi scelgono?»

Stringe i pugni Hermione, indispettita da quelle insinuazioni e accuse immeritate.

«Non ha capito,» ribatte svelta. «Sono qui per dirle che Madama Pince gradirebbe essere raggiunta in biblioteca,» dice sicura, come rinvigorita dagli insulti.

«Ma cosa blateri? Va' a studiare, ragazzina!»

«È la verità,» insiste. «Madama Pince nutre una grande stima per lei,» aggiunge, attenta a calcare la parola “stima” come a volerle conferire un velo di malizia, rifugiandosi astuta in allusioni e fraintendimenti.

A queste parole inaspettate, un’espressione ebete appare sul volto dell’uomo e «Oh!» esclama, avviandosi più in fretta possibile alla volta della biblioteca, seguito a ruota dalla diffidente gatta.

«Ci ha creduto,» esclama allucinata Hermione, scuotendo rassegnata la testa quando sente le risate divertite di Harry e Ron.

 

*
 

«Secondo te saranno tornati?»

«Chi?»

«Hermione e Ron.»

George sogghigna e si rigira nel letto per riuscire a guardare il fratello, sdraiato nel letto accanto.

«Mi sembra d’aver visto anche Harry andare con loro.»

«Capisco,» dice mesto Fred, che fissa George come se cercasse in lui la risposta che gli manca.

«Ti piace molto, vero?» chiede retorico, e infatti Fred si limita a rispondere con un sorriso colpevole. «Ignora tutto quello che ha detto e falle cambiare idea.»

«Lei pensa troppo,» riflette Fred. «Non la capisco quando fa così.»

«Un modo per non farla pensare c’è, e anche per zittirla,» ghigna malizioso George.

E Fred, cedendo a una risata complice, si convince che in fondo è vero, George ha ragione: il modo c'è.


*
 

«Dove credi di andare?»

Una domanda, questa, pronunciata con tono sarcastico ed espressione ghignante. Hermione non fa in tempo a rispondere che qualcuno l’afferra per il gomito e la trascina dietro una delle colonne del corridoio.

«Fred!» sbraita, riconoscendolo senza neanche guardarlo – dettaglio che disegna un sorriso radioso sul volto del diciassettenne. «Ho lezione tra venti minuti esatti, mi farai fare tardi.»

«Appunto,» ridacchia. «Abbiamo venti minuti tutti per noi,» dice malizioso, mentre le loro mani si intrecciano.

Hermione, confusa, rilassa la schiena contro la colonna, tentando di non farsi inebriare dalla ritrovata vicinanza.

«Non esiste più un noi.»

«Risposta sbagliata, Granger, meno venti punti a Grifondoro!»

«Non scherzare,» l’ammonisce risentita. «Non mi parli da quando…»

«Da quando ti ho detto che ci saremmo visti a Hogwarts,» interviene lesto. «E ora dove siamo?» aggiunge retorico, sfoggiando il suo sorriso sghembo. «Ti ho concesso cinque lunghi giorni per capire che ti sarei mancato da morire. Ora, se permetti, continuerei il discorso dello sgabuzzino.»

Non aggiunge altro, non ci riesce, perché a imporsi è la voglia di baciarla. E lei, sorpresa da questo atteggiamento, in un primo momento non riesce a sottrarsi, ma dopo poco si ritrae e, liberate le mani dalla sua morsa, tenta di spingerlo via.

«Non è una buona idea.»

«Ma perché?» chiede esausto. «Io ti piaccio, tu mi piaci. Che problema c’è?»

«Io non voglio essere il tuo gioco!»

E se Fred sgrana gli occhi, colto alla sprovvista da queste parole, Hermione china lo sguardo a disagio.

«Hermione, non sei il mio gioco... Ma che accidenti dici?»

«Non lo so,» mormora. «Non siamo troppo diversi?»

A questa domanda Fred si apre in un sorriso sincero e corre a carezzarle la guancia.

«Ma è proprio questo il bello, Herm

Hermione si accorge di aver voglia di protestare per l'uso del soprannome, ma si accorge anche che potrà rimbeccarlo dopo, prima preferisce baciarlo.

 




 


Angolo autrice: salve! Grazie a Black_Yumi, fredlove, Elizabeth The Battle e Krixi19 per le bellissime recensioni <3 e grazie a tutti coloro che continuano a seguire! Mi scuso se pubblico due volte nello stesso giorno (magari penserete che sia sin troppo celere) ma, davvero, questa storia mi coinvolge così tanto che ogni minuto libero lo sfrutto per scrivere. Vi avviso che il prossimo è l'ultimo, quindi spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi piacerà quello conclusivo. Alla prossima!

   
 
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