Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: BigEyes    16/05/2012    2 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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La notte non fu tranquilla per Joshua. Le aggressioni spirituali si fecero  più frequenti  dopo l’incontro con  Ariel.
Seduto sul letto, il giovane osservò il sole sorgere in un esplosione di luce .
I suoi capelli erano tutti scompigliati, le mani attraversarono il viso stanco, gli occhi puntarono la finestra della ragazza.
La tenda si aprì, facendo scorgere la figura di Ariel che andava avanti e indietro per la stanza. Joshua si alzò, uscì nel balcone a petto nudo e sembrò che l’aria gelida del mattino non lo avesse scalfito.
 
Ariel si era appena alzata e stava cercando di prepararsi velocemente per arrivare in tempo al corso.
“Ma dove l’avrò messa?” pensò la ragazza, mentre cercava in lungo e in largo la sua maglietta preferita: una t-shirt con al centro il disegno di un angelo.
Uscì  in balcone sbuffando, pensando di averla stesa. I suoi occhi grandi  guardarono istintivamente verso la finestra del ragazzo. Lui era lì, statuario, che la osservava. La ragazza sentì un colpo allo stomaco, poi lo salutò muovendo il braccio teso verso il  cielo.
Lui la salutò mostrando la mano, poi rientrò mostrandole le spalle.
 
Più tardi, al corso di diritto romano, Ariel aspettava impaziente il ragazzo.
-          Anche oggi è assente – disse rivolgendosi alla sua amica Lucia.
-          Chi? – domandò lei, inclinando la testa.
-          Joshua…il mio angelo custode – rispose sorridendo e abbassando il viso.
Un colpo di quaderno alla testa la fece voltare con sguardo minaccioso, senza scorgere nessuno.
-          Tu non sai niente dei veri angeli- esclamò Joshua, sedendosi accanto alla vittima. 
-          Perché, tu ne sai qualcosa?- chiese incuriosita Lucia. Una cristiana come lei è sempre attratta da questi argomenti.
-          Si, ne conosco due! – esclamò Joshua, lasciando Ariel a bocca aperta.
-          E sentiamo, dove sarebbero adesso? – domandò lei, incredula.
-          Accanto a me, ma tu ancora non puoi vederli –
-          Ancora?- Lucia sgranò gli occhi, poi continuò – vuoi dire che un giorno potrà incontrarli? –
-          Si, e anche tu Lucia potrai vederne uno – il ragazzo sorrise, mettendosi la penna in bocca, guardando attentamente  il professore mentre spiegava.
-          Conosci Lucia ? – domandò Ariel esterrefatta.
La situazione si faceva sempre più incomprensibile, ma trattandosi di Joshua…
-          Si, viene nella chiesa di Filadelfia con me ed Heliu, quel ragazzo laggiù- disse, indicando un ragazzo due file dopo di loro, dai capelli scuri, e lisci.
Ariel si voltò con sguardo accigliato verso l’amica domandandole :
-          Chi è questo? – puntando il dito verso Joshua. – cosa fa nella vita? Perché è così strano?
Lucia era spaventata dal suo modo di fare, ma rispose, aggiustandosi gli occhiali da vista con il dito.
-          Allora non ricordi che anche io per te ero “strana”, appena ci siamo conosciute....-
-          Ma tu non l’hai salvata da un demone.. – intervenne Joshua, sempre con lo sguardo fisso verso il professore.
Lucia si voltò allibita verso il giovane, spalancando gli occhi. Joshua ricambiò lo sguardo, giocherellando con la penna tra le labbra.
 
Finito il corso, Lucia e Ariel decisero di andare a mangiare qualcosa insieme, mentre Joshua salutava l’amico Heliu, un neo cristiano, con una vita difficile alle spalle. Nonostante ciò il ragazzo  mostrava sempre il sorriso, in ogni situazione. L’unica particolarità era che, anche lui, poteva vedere gli angeli: il suo angelo custode si chiamava Mikael.
 
-          Questa storia sta diventando troppo strana – esclamò Ariel, camminando accanto a Lucia.
-          Dai, non hai niente di cui preoccuparti…
-          Sei sicura? Prima un uomo tenta di derubarmi, poi un cane con occhi rossi mi aggredisce e scompare nel nulla…ora cosa mi dovrebbe accadere? Dovrei venire investita? Ma sono sicura che “casualmente” lui verrebbe a salvarmi.- sostenne, alzando il tono sul “casualmente”.
 
Non fece in tempo a finire la frase che una macchina, a folle velocità, si diresse verso di loro. Joshua era dall’altra parte della strada, appoggiato al muro,con le braccia incrociate sul petto, con un piede appoggiato al muro, come se sapesse cosa stava  per accadere. 
Il ragazzo corse verso le ragazze, buttandosi su di loro, facendole rotolare al suolo.
 
Lucia era a terra e aprendo lentamente gli occhi vide Joshua su di Ariel. Lui si alzò e delicatamente spostò una ciocca di capelli, dal viso di Ariel.
Lei  riacquistò conoscenza, ma nel vedere il viso di Joshua così vicino al suo, le guance le diventarono rosee, il respiro si fece intenso, i battiti accelerarono.
-          Non ti emozionare così. Ti ho salvato la vita, di nuovo. Mi basta un grazie.- disse sorridendole maliziosamente.
La ragazza infastidita lo allontanò bruscamente e si rialzò barcollando. Il ragazzo la tenne da un braccio, ma lei lo ritirò irritata.
-          Si! Ti ringrazio. Sono irritata perché sapevo che sarebbe accaduto e la cosa mi da sui nervi!-
-          Sono solo sempre al posto giusto, nel momento giusto! –
 
La ragazza furiosa, lo prese per il colletto della camicia e gli disse:
– Tu non sei un ragazzo normale. L’ho capito sabato. Devi dirmi tutta la verità: perché sai leggere nei miei pensieri, perché hai la capacità di salvarmi sempre e in ogni occasione!? -
Lo sguardo della ragazza affondava nel verde degli occhi di Joshua. Il ragazzo, con un gesto deciso, le prese il polso e la avvicinò a sé dicendole:
-          se vuoi davvero sapere la verità, dovrai prima abbandonarti al volere di Dio-
 
la ragazza sentiva la mano del ragazzo, pesante e calda sul polso.
-          se ti dicessi che in questo periodo ho pensato che forse Dio esiste e che ha un disegno per me, andrebbe lo stesso? – disse Ariel con voce flebile.
-          No mi dispiace, la fede è certezza..- rispose il ragazzo freddamente e mollando il polso.
-          Ho bisogno di altre prove…
-          Dio è già sceso una volta sulla terra e ti ha pagata col suo sangue- si fermò per un po’, mentre gli occhi gli brillavano di  nuova luce. Poi continuò-  cos’altro vuoi che faccia?-
La ragazza si sentiva attraversare il corpo da brividi e prima di rispondere sospirò a lungo:
-          voglio vedere un angelo! – esclamò poi.
Lucia  assisteva alla scena con una mano sulle labbra, sapeva che stava per accadere qualcosa di strano.
Lui fece per andarsene, ma poi si guardò intorno e scompigliandosi i capelli si rivolse alle due con sguardo torvo.
-          li vedrete al momento opportuno.-
Il giovane si ritirò dalla loro presenza con le mani in tasca.
 
Lucia era spesso ospite a casa di Ariel specialmente quando i suoi non c’erano. Quel pomeriggio era diverso e  le due, per tutto il tragitto non pronunciarono parola.
Arrivate a casa sentirono un rumore  oltre la porta d’ingresso.
“Vorrei tanto che Joshua fosse qui” pensò fra sé la ragazza, rivolgendo uno sguardo preoccupato all’amica. Ariel aprì lentamente il portone. Oltrepassarono il corridoio, arrivando al soggiorno.
Le  ali candide come neve del personaggio di fronte a loro, aveva fatto cadere il vaso di cristallo. Ariel sgranò gli occhi, sentendo l’adrenalina arrivare al  cervello,  il cuore correva all’impazzata.
-          è …è…un angelo – disse Lucia balbettando,  diventata pallida in poco tempo.
L’angelo era lì, davanti a loro senza muovere un muscolo. Gli occhi erano coperti da un cappuccio che proseguiva in un mantello.
Ariel trasalì sentendo la voce dell’angelo che le diceva: “ Pace a te”
Lucia, a quelle parole, svenne, l’angelo con un balzo felino la prese in tempo. L’amica si appoggiò al muro tremante. Dopo aver sussurrato qualcosa, l’angelo sfiorò gli occhi di Lucia, facendola rinsavire.
Pian piano la ragazza aprì gli occhi e vedendo davanti a sé il sorriso dell’angelo divenne rossa. Alzatola, il messaggero celeste si rivolse ad Ariel chiedendole:
-          ora credi ?
La giovane attaccata al muro annuì più volte e ad occhi sbarrati .
-          adesso devi confessare che credi in Gesù Cristo e nel suo sacrificio – e dopo una lunga pausa continuò dicendo- devi farlo con tutto il cuore.
Alle parole dell’angelo Ariel cadde a terra con il viso rivolto al cielo dicendo: io credo che Gesù Cristo è morto per me…per …- le lacrime le rigarono le guance contro il suo volere – salvarmi..- concluse poi.
L’angelo si accovacciò di fronte a lei e sorridendole le disse :
-          dovrai battezzarti per entrare nel Regno Celeste – queste parole richiamarono quelle che tempo prima le disse Joshua : lei era ancora nel regno dell’angelo decaduto.
 La ragazza abbassò lo sguardo,poi lo rivolse a Lucia sorridente e commossa. Poi si decise. Annuì. L’angelo, dal sorriso smagliante, fece segno di seguirlo dicendo:
-          Andremo da padre Max, lui ti spiegherà ogni cosa. Ti battezzerai e gusterai la pace del Regno di Dio. Oh scusate! – si interruppe poi – non mi sono presentato: io sono Gabriel e sarò il tuo angelo custode, Ariel.
  
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