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Autore: ek_directioner    16/05/2012    4 recensioni
Mi ero promessa di non partire più, ma non ero riuscita a non farlo.
'Ti prometto che non appena finirà questa situazione, ti verrò a riprendere' mi ripeteva continuamente mio padre.
Ma come facevo a credere ancora ad un bugiardo come lui?
Davvero volevo tutto quello?
Davvero volevo scappare dalla mia vita?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Davvero hai vissuto tutto questo?
 
'Drop everything now, meet me in the pouring rain, kiss me on a sidewalk, take away the pain, cause i see sparks fly, whenever you smile'
 
Spenta la sveglia.
Sparks Fly di Taylor Swift sapeva darmi una carica che nessuno al mondo era capace di avere a prima mattina.
Una carica che mi serviva in quel momento come nient'altro al mondo.
Il secondo vero giorno di quella nuova vita era iniziato e anche se Sparks Fly con la mia vita non centrava nulla, ero riuscita comunque a rispecchiarmi, per l'ennesima volta,  nel suo testo, prendendo un coraggio che fino a quel momento non ero riuscita ad avere.
'Ti passo a prendere a mezzogiorno cara!'
Ancora quella frase nella mente; ancora quella ragazza.
Senza nemmeno volerlo, ero riuscita a conoscere una futura amica; una futura persona di cui potersi fidare.
Le sera prima non avevo fatto altro che imparare a socializzare con i canali televisivi, totalmente diversi da quelli americani.
Rimasi a fissare il soffitto cercando di trovare un buon motivo per il quale io non potessi rimanere a dormire per un'altra bell'oretta.
'Sono le undici, ecco il bel motivo'mi dissi alzandomi dal letto.
Trascinai i piedi lungo i metri necessari per arrivare alla finestra dall'altra parte della camera.
Scostai leggermente le tende, lasciando che il sole mi infastidisse anche la radice dell'ultimo capello dietro la nuca.
Le richiusi subito.
-a quanto pare è una bella giornata-ironizzai come se non fossi sola in quella camera.
Presi i vestiti che finalmente mi ero decisa a sistemare nell'armadio e in pochi minuti fui lavata e vestita.
Pantaloncini di jeans, canottiera con la bandiera americana, superga e treccia da un lato; perfetta per il mio secondo giorno a Londra, no?!
Feci colazione talmente lentamente, che sembrò che Danielle, mi fosse venuta a prendere prima del solito.
-Buongiorno turista-
Sfoggiò un sorriso a 32 denti, dopo aver lasciato che si aprisse la porta di fronte a lei.
-Buongiorno vicina!-risposi altrettanto felicemente.
-Vuoi un muffin?-ironizzai senza darle il tempo di dire quello che stava pensando.
Scoppiò a ridere.
-No grazie cara, ho già fatto colazione!-
-ne sei sicura?- dissi facendo una faccia da golosona.
-sicura-rispose.
-sicura sicura?-insistetti mettendo il dolce sotto il suo naso.
Alzò leggermente la testa.
-E' caaaaaldo, cioccolatooooso, mooooorbido, buooooono-tentai muovendolo vicino al suo viso.
-ok hai vinto tu. Dammi questo muffin!-
Rise e strappò il cibo dalle mie mani, mordendolo con gusto.
 
 
Era già da un po' che camminavamo per le vie di Londra; avevo visto il Big Bang, la London Eye e tantissime altre cose di cui non ricordavo nemmeno il nome.
-ti va di entrare in quella via?-domandò indicando una strada che si apriva di fronte a noi.
-certo, oggi decidi tu!- dissi facendo spallucce.
-perfetto-sorrise.
-Allora dimmi un po'; com'era la vita lì a Chicago?- domandò mettendosi sottobraccio.
-A Chicago non era una vita-commentai cercando di evitare i suoi occhi.
-Cosa intendi?-chiese giustamente confusa.
-Intendo che la vita di una ragazza dovrebbe essere fatta di famiglia e amici-
-certo-
-Beh, a me lì mancava una delle due-dissi abbassando lo sguardo.
-amici-rispose come se la cosa fosse ormai ovvia per lei.
-famiglia-puntualizzai senza distogliere gli occhi da un punto in lontananza.
Si fermò.
-ho toccato un tasto debole?-chiese mortificata.
-un po'-risposi più impotente di lei.
-se vuoi possiamo parlare di altro-
-no-risposi.
-mi fa bene parlare con qualcuno-continuai riprendendo il passo.
Andammo avanti di qualche metro, senza accennare parola.
-Allora se ti va di parlarne, posso farti una domanda?-azzardò di colpo intimidita.
-certo-
-la tua famiglia vive a Londra?-
-no-
La sentii di nuovo bloccarsi accanto al mio corpo.
-vive a Chicago?-
-si-
Lo sapevo; sapevo avrebbe avuto questa reazione.
-scusami, allora perchè dici che lì a Chicago ti mancava una famiglia se qui ci sei ancora più lontana?-chiese cercando di dosare le parole.
-sai cosa penso io del valore della famiglia?- domandai irrompendo in un altro ragionamento.
Mi fermai e la fissai negli occhi.
-Famiglia è qualcosa che ti è accanto, che sai che ci sarà sempre per te. Un qualcosa di cui puoi fidarti ciecamente-
-certo, su questo sono d'accordo-
-qualcosa che anche se è lontano centinaia di chilometri, sai che è sempre accanto a te-la interruppi.
-lì vivevo sotto lo stesso tetto con la mia ''famiglia'' e sai cosa ricevevo? Insulti, insulti. Nient'altro che insulti-continuai.
Ora che ero lontana migliaia di chilometri da loro non sentivo nemmeno il minimo bisogno di averli accanto.
Non riuscivo nemmeno a sentire la loro mano sulla mia spalla, che avrebbe dovuto darmi la forza di andare avanti.
-davvero hai vissuto tutto questo?-chiese immedesimandosi nella mia vita.
-davvero Danielle. A questo punto non mi cambia nulla vivere a un metro o a miglia da loro. Io non ho una famiglia e tanto meno sento la sua mancanza-
Ero riuscita a dire tutto quello?
Veramente ero riuscita a farlo?
Con una sconosciuta?
Perchè la nuova vita mi stava dando tutta quella forza?
Perchè il mio nuovo io voleva a tutti i costi trovare l'autoconvinzione sufficiente per rendermi autonoma senza tanti ricordi?
-come fai ad essere così forte?-chiese come se avesse qualcosa da invidiarmi.
-oh avanti Danielle; io sono tutto, tranne che forte-
-no Belle credimi; non ho mai visto una ragazza più forte di te- disse.
-tu te ne sei andata dalla città nella quale vivevi, lontana da tutto e da tutti a diciassette anni. Quale altra ragazza l'avrebbe fatto?-continuò.
-quando ti rendi conto di star sprecando la tua esistenza dietro a persone che non ti regalano nemmeno l'ultimo goccio di acqua rimasto, la forza viene fuori dalla mente-risposi.
-no Belle la forza non viene fuori dalla mente. La forza viene fuori dal cuore!-puntualizzò.
-Io non ho un cuore per loro Danielle, è questo che non capisci-
-tu ce l'hai; eccome se ce l'hai. Ce l'hai perchè hai avuto la forza di andare avanti e non buttarti giù-rispose.
-Belle qui sotto batte un leone. Un leone pronto ad uccidere anche il più grande dei mali-continuò posando il dito sul pezzo di carne che batteva incessantemente nel mio torace.
-sai che molte volte anche i leoni smettono di attaccare?-domandai cercando di arrivare ad un altro scopo.
-ma questo leone no. Questo leone ha avuto la forza di allontanarsi da quella che dovrebbe essere la cosa che ama più al mondo. Questo leone ha vissuto per diciassette anni senza affetto e supporto. Questo è un leone. -rispose.
Dio, quella ragazza; in un'ora mi aveva capito più di quanto non avesse fatto la mia famiglia in diciassette anni di vita.
 
 
**********************************************
HOOOOOOOOOLA :3
Ok è arrivato il momento:
scusate, scusate, scusate, scusate, scusate e scusate se ho pubblicato questo capitolo così tardi ma non ho più nemmeno il tempo di stare al computer çç
Spero non mi stiate abbandonando :/

anyway: vdsldjnbtrliednfsbrgkel ma questa amicizia Bellelle (?) AAAHAAHAHAH
che dolci :3

 
Taaaaaaaaaaaaao <3
  
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