16/05/2012
8 recensioniPer Veronica, una delle mie migliori amiche
Un
enorme grazie per avermi aiutata,lei sa in cosa.
Ti
voglio bene tesoro, e visto il problema la storia
è romantica :)
Se
ami sai quando tutto finisce...
Dopo che avevano
accompagnato Harry alla stazione erano andati entrambi al piccolo
monolocale di Ninfadora.
"Tonks, dobbiamo parlare...". La ragazza sapeva che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Lo sapeva, ma aveva sempre cercato di posticiparla.
Remus che si passa una mano sul viso, e lei automaticamente gli accarezza una cicatrice, trattenendo la mano sul suo viso. La luce del tramonto rende l'aria dorata.
"Lo so, Remus". Amava pronunciare il suo nome, amava qualunque cosa lo riguardasse. Un sospiro. La mano di Remus si poggia sulla sua. Lei lo abbraccia. Lui la stringe a sé. Le sue lacrime bagnano la maglietta di lui. "Devo andare tra i miei simili". Lei si irrigidisce. "Vuol dire che mi stai lasciando?". " Mi dispiace, Dora." C'è sofferenza nelle loro voci. Lui che non vuole andare, ma sa di doverlo fare. Lei che semplicemente non ne vede il motivo.
"Quando parti?". "Stasera". "È già sera". "Fra poco". Un attimo di silenzio. Lei respira il profumo di lui. Sa di bosco e di fresco. "Ti amo". Lui che sospira. "Dora, ne abbiamo già parlato. Io sono-" "Lo so, Remus. Ma io ti amo lo stesso. Il fatto che tu non faccia lo stesso, o almeno dica di non farlo, non cambia nulla...". E poi lo bacia, pensando che lui opporrà resistenza, ma non lo fa. Risponde al bacio. "Vai". Lui si smaterializza. Lei si siede sul pavimento, lo sguardo fisso nel vuoto.
Una ciocca di capelli le scivola sugli occhi.
È grigia.
Ciao :)
Allora, una premessa: il titolo c'entra poco e niente con la storia.
Però un motivo, se l'ho scelto, c'è.
Lunedì, durante scienze sociali, non sapevo che fare, e mi sono messa a canticchiare. E canticchiando canticchiando sono arrivata a questa canzone, e proprio quando ero in quel verso, mi sono immaginata questa scena.
Quindi ringraziate la mia professoressa di scienze sociali se vi ritrovate con questo orrore :3
Lo stile non è quello che uso di solito, ma la storia si è scritta da sola, me ne stupisco anchio.
In origine doveva essere una drabble, ma mi sono accorta che sono incapace a scriverle, ho sempre troppe idee. Così sono venute 242 parole (fra poco le note saranno più lunghe xD)
Fatemi sapere che ne pensate, e scusatemi se sarò un po' lenta nel rispondere alle recensioni, ma ho il computer poche volte a settimana...
Bacionissimi,
Sara
"Tonks, dobbiamo parlare...". La ragazza sapeva che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Lo sapeva, ma aveva sempre cercato di posticiparla.
Remus che si passa una mano sul viso, e lei automaticamente gli accarezza una cicatrice, trattenendo la mano sul suo viso. La luce del tramonto rende l'aria dorata.
"Lo so, Remus". Amava pronunciare il suo nome, amava qualunque cosa lo riguardasse. Un sospiro. La mano di Remus si poggia sulla sua. Lei lo abbraccia. Lui la stringe a sé. Le sue lacrime bagnano la maglietta di lui. "Devo andare tra i miei simili". Lei si irrigidisce. "Vuol dire che mi stai lasciando?". " Mi dispiace, Dora." C'è sofferenza nelle loro voci. Lui che non vuole andare, ma sa di doverlo fare. Lei che semplicemente non ne vede il motivo.
"Quando parti?". "Stasera". "È già sera". "Fra poco". Un attimo di silenzio. Lei respira il profumo di lui. Sa di bosco e di fresco. "Ti amo". Lui che sospira. "Dora, ne abbiamo già parlato. Io sono-" "Lo so, Remus. Ma io ti amo lo stesso. Il fatto che tu non faccia lo stesso, o almeno dica di non farlo, non cambia nulla...". E poi lo bacia, pensando che lui opporrà resistenza, ma non lo fa. Risponde al bacio. "Vai". Lui si smaterializza. Lei si siede sul pavimento, lo sguardo fisso nel vuoto.
Una ciocca di capelli le scivola sugli occhi.
È grigia.
Ciao :)
Allora, una premessa: il titolo c'entra poco e niente con la storia.
Però un motivo, se l'ho scelto, c'è.
Lunedì, durante scienze sociali, non sapevo che fare, e mi sono messa a canticchiare. E canticchiando canticchiando sono arrivata a questa canzone, e proprio quando ero in quel verso, mi sono immaginata questa scena.
Quindi ringraziate la mia professoressa di scienze sociali se vi ritrovate con questo orrore :3
Lo stile non è quello che uso di solito, ma la storia si è scritta da sola, me ne stupisco anchio.
In origine doveva essere una drabble, ma mi sono accorta che sono incapace a scriverle, ho sempre troppe idee. Così sono venute 242 parole (fra poco le note saranno più lunghe xD)
Fatemi sapere che ne pensate, e scusatemi se sarò un po' lenta nel rispondere alle recensioni, ma ho il computer poche volte a settimana...
Bacionissimi,
Sara