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Autore: zmarz    16/05/2012    7 recensioni
La storia che tutti noi conosciamo, vista dal punto di vista di Ginny... le sue lacrime, le sue giornate lontane dal trio protagonista... la sua vita dentro Hogwarts, i suoi sorrisi lontana da Harry potter... dove sorridere non era difficile...
Dall'inizio, da quel fatidico primo settembre, da quel dolce primo incontro, da quel primo innocente sguardo... dai primi passi di Ginny fuori dal mondo ovattato della Tana e dell'infanzia, nel suo ingresso nei tortuosi sentieri della crescita fino al suo essere pienamente donna, pienamente lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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cap 59 nv

Ti amo. Basta questo, no?



Gli ultimi giorni ad Hogwarts Ginny li passò sempre con Harry, Ron ed Hermione. Le giornate erano bellissime, il sole illuminava costantemente il cielo sempre azzurro, faceva caldo e l'aria aveva il sapore frizzante dell'estate. Gli esami erano finiti, ed erano tutti senza compiti. Ma mai aveva avuto così freddo come in quel caldo Giugno. La morte di Silente, la battaglia, le ferite di Bill avevano scosse lei e gli altri nel profondo. Anche se non erano accadute solo cose brutte: Tonks e Lupin si erano fidanzati ufficialmente, e avevano annunciato che presto avevano intenzione di sposarsi.

"Tonks, come hai potuto nascondermi una cosa del genere?" le chiese Ginny. Tonks le fece un occhiolino, come risposta "Cosa dovevo dirti? Solo ora la cosa è ufficiale"

Ginny l'abbracciò "Sono contenta per voi! Hai già scelto il vestito?"

"Una cosa alla volta!" disse Tonks, ridendo "una cosa è certa: sarà totalmente anticonvenzionale. Ho escluso il bianco, l'avorio e tutta quella roba lì. Pensavo ad un bel verde o rosso acceso. A mia madre prenderà un colpo!"

"Io la trovo una splendida idea!" esclamò Ginny.

"Trovo però, un po' irrispettoso parlare in questi toni qualche giorno prima del funerale di Silente" mormorò Tonks, il volto offuscato da un velo di tristezza.

"Tonks, non ti ricordi cosa ci ha detto la McGranitt?" le disse Ginny "nessuno sarebbe stato più felice di Silente a sapere che c'è un po' più d'amore in questo mondo"

Tonks sorrise, i suoi capelli diventarono di un bellissimo rosso acceso.

"Hai proprio ragione" rispose, con un sorriso "allora, ti piacerebbe essere la damigella?"

"Non mi dire che farai anche tu un mega matrimonio con damigelle e tutte quelle robe?" esclamò Ginny, sgranando gli occhi "già Bill mi ha messo in trappola con questa storia.."

"Ovvio, farò un super matrimonio, pieno di fiori, petali di rosa e damigelle con pomposi vestiti rosa" esclamò Tonks, ridendo.

"Il rosa no, Tonks, starebbe malissimo con i miei capelli, come ha sottolineato mademoiselle Delacour"

Le due scoppiarono a ridere di gusto.

"No, il nostro matrimonio sarà piccolo e semplice, con una manciata di invitati" fece Tonks "spero solo di non inciampare nel vestito, anche se è molto probabile che accadrà. Povero Remus, come farà con una moglie sbadata come me!"

"Sarai la moglie migliore per Remus" le disse Ginny "lui ti ama, no? Basta questo"

"Già. Basta questo" mormorò Tonks.


*

Il risveglio di Bill era atteso da tutti con una certa ansia: sarebbe stato quello il momento in cui avrebbero saputo se poteva continuare a condurre una vita normale oppure se aveva preso le caratteristiche da lupo che tutti temevano. Come aveva detto Lupin, il suo caso era raro, forse unico, quindi nessuno poteva prevedere come si sarebbe comportato. Per fortuna al suo risveglio sembrava il solito vecchio Bill, divertente come al solito.Ginny, Harry, Ron ed Hermione andavano in Infermeria almeno due volte al giorno.

"Bill, sicuro che non vuoi mangiarmi?" gli aveva detto Fred, quando lo aveva visto. Lui e George erano accorsi subito appena avevano saputo delle ferite del fratello e della morte di Silente. Avrebbero alloggiato ad Hogsmeade, alla Testa di Porco, fino al giorno del funerale.

"Sai che saporaccio?" aveva risposto Bill "anche se, adesso che mi ci fai pensare ho veramente una fame... da lupo"

"Cosa vuoi mongiare, tesoro mio?" gli chiese Fleur, premurosa.

"Le tue braccia candide, sarebbero l'ideale" rispose Bill, con voce tenebrosa. Prese il braccio di Fleur e lo riempì di baci, facendo ridere la ragazza.

"Basta, vi prego! Non in pubblico!" commentò Ginny, un po' seccata.

"Ho fame sul serio, però. Vorrei una bella bistecca"disse Bill, lasciando Fleur.

"Dirò all'infermiera di fartene portare una" disse Fleur, servizievole, e andò all'ufficio di Madama Chips.

"Poco cotta, tesoro. Come le fai tu!" le disse Bill.

"è fantastica" fece Bill, rivolto soprattutto a Ginny "è una ragazza eccezionale. Non molte mi avrebbero accettato.. in queste condizioni"

"tu non hai niente di diverso!" esclamò Ginny, contrariata.

"potrei essere pericoloso. Nessuno sa quello che potrà succedere, alla prima luna piena"

"Non era trasformato, Bill, tu non sei un vero lupo" gli ricordò Ron.

"Ma cosa sono?" mormorò il ragazzo "non sono un vero lupo, ma qualche caratteristica l'avrò ereditata, no? È una prova di grande coraggio, accettarmi"

"Non è courage è l'amour" era Fleur, appena ritornata dallo studio di Madama Chips "io non ti lascerò mai, Bill, mon amour. Noi due ci amiamo, no? È tutto quello che conta. Non mi importa dei pericoli.. ti sarò sempre viscino."

Detto questo si chinò sul volto del fidanzato e lo baciò sulle labbra rovinate.

"è meglio che usciamo" sussurrò George rivolto agli altri. I ragazzi uscirono dall'infermeria, chiudendo piano la porta.

"dovrò abituarmi all'idea che la sposerà sul serio" sospirò Ginny.

"dai non è così male" disse Harry. Ginny gli lanciò un'occhiataccia "bruttissima, però" aggiunse. Ginny scoppiò a ridere. Infilò la sua mano in quella di Harry. Lo vedeva sempre più distante, da quando era successo. Ma lei lo sapeva. Lo sapeva da sempre.


*

Ginny ed Harry passarono pochi momenti completamente soli. Di solito con loro c'erano sempre Ron ed Hermione. Ormai erano in quattro, non più solo il trio. Questa sarebbe stata una cosa che, una volta, avrebbe fatto enormemente piacere a Ginny. Ma sapeva che sarebbe durata ancora per poco. La sera prima del funerale, stettero un po' da soli, seduti sulle scale, fuori dalla torre di Grifondoro. Nessuno dei due diceva una parola.

"La scuola è già finita. Non mi sembra vero" mormorò Ginny. L'Espresso di Hogwarts sarebbe partito l'indomani, un'ora dopo la fine del funerale.

"Mi mancherà, questo castello" disse Harry, lo sguardo perso nel vuoto.

"Beh, a Settembre saremo di nuovo qui, no?" disse Ginny, debolmente. Harry non rispose.

"Non chiuderanno la scuola. Silente non avrebbe voluto" disse Ginny.

"Lo so" rispose Harry "Hogwarts non sarà più la stessa, senza di lui"

Ginny non rispose, ma appoggiò la testa sulla spalla di Harry.

"Non sei solo, Harry. Non lo sarai mai"

Gli diede un bacio sulla guancia e si alzò in piedi.

"Andiamo a dormire?" gli chiese.

"Io rimango giù ancora per un po', in Sala Comune con Ron ed Hermione"

"Allora ti auguro già la buonanotte. Sono stanchissima, è un po' che non dormo bene" disse la ragazza. Harry la baciò sulle labbra.

"Buonanotte Ginny"

"Buonanotte.."

Nel dormitorio neanche le altre ragazze aveva tanta voglia di parlare. La morte del preside aveva colpito tutti gli studenti. Non solo per il fatto che Silente era un personaggio molto amato e apprezzato da tutti, ma perchè il fatto che nella scuola, un posto sempre considerato sicuro, ci fosse stato un omicidio di quel calibro. È vero, era già successo che qualcuno morisse tra quelle mura, Mirtilla Malcontenta: ma era successo tanti anni prima, ed era stata uccisa da un mostro, non da un Mangiamorte. Per di più, da un traditore, da un professore della scuola.

"Chiuderanno Hogwarts?" chiese Demelza, più al buio che alle compagne.

"Non possono farlo" mormorò Miriam "Non c'è luogo più sicuro di Hogwarts"

"Tu dici?" ribattè Aisleen alquanto scettica "non so se hai notato cosa è appena successo?"

"Tuo fratello come sta, Ginny?" chiese Miriam.

"Sta meglio, grazie" rispose Ginny "ma è ancora in Infermeria"

Era stata proprio Miriam a trovarla quella notta, distrutta, sporca, stanca, fuori dall'Infermeria, quando era ormai quasi mattina. L'aveva portata nella torre di Grifondoro senza farle domande, l'aveva aiutata a lavarsi e a mettersi a letto. Ginny era grata all'amica, soprattutto per non averle chiesto nulla come avrebbe fatto di solito. Il giorno dopo le aveva raccontato tutto di sua spontanea volontà.

"Mia mamma non vorrà mai che torni qui" disse Aisleen.

"é pazza. Sarai più sicura qui che a casa" rispose Demelza.

"Io sono tutto quello che le rimane. Papà è morto tanti anni fa. È logico che vuole mantenere unita ciò che le resta della nostra famiglia" esclamò Aisleen.

"è inutile fare questi discorsi. Non sappiamo nemmeno se la scuola sarà aperta l'anno prossimo" disse Miriam "per ora so solo che voglio dormire. Sono stanca morta"

"Anche io" aggiunse Ginny, che non vedeva l'ora di raggomitolarsi tra le coperte, con Arnold, la sua Puffola Pigmea, vicino "Buonanotte a tutte!"

Si girò per trovare una posizione comoda e trovò il piccolo Arnold che già ronfava. Il sonno arrivò da lei in pochissimo tempo, senza che neanche se ne accorgesse.


*


La mattina dopo, Ginny si alzò di buon'ora per fare i bagagli, che non aveva nemmeno iniziato.

"Cosa si mette ad un funerale magico?" chiese all'improvviso Demelza "mi è capitato di andare ad un funerale babbano, ma non credo sia la stessa cosa. Da noi, di solito, si usa vestirsi di scuro"

"Io non ho mai partecipato ad un funerale magico" disse Miriam "mio padre è Babbano e anche io ho solo esperienze di funerali babbani"

"Io, purtroppo, esperienza ne ho" disse Aisleen "di solito ci si veste di scuro anche da noi, magari con abiti eleganti. Mia madre non la pensa così, però. Lei si è vestita di bianco al funerale di mio padre e ha vestito così anche me. Dice che il nero non è un colore adatto ad un funerale, è abbastanza triste così"

"Forse, però, quando si tratta di un funerale di questa portata è meglio mettere semplicemente un colore scuro. Non necessariamente nera" aggiunse poi, tirando fuori dal suo baule ordinatissimo un abito molto semplice, blu. Tutte le ragazze seguirono il suo consiglio e misero un abito da cerimonia, di colore scuro.

La Sala Grande non appariva tanto diversa dal solito, nonostante l'assenza delle solite divise. Gli studenti indossavano comunque un abito scuro. Alcune professoresse, o donne più anziane provenienti dal Ministero o da altre scuole come Madame Maxime, avevano anche un velo scuro sul volto, o un cappello discreto. La grande sedia del Preside era vuota, così come quella di Hagrid.

"Ragazze, ci vediamo dopo" disse Ginny, e si andò a sedere vicino ad Harry, Ron ed Hermione. Il tavolo era, come sempre, pieno delle più squisite prelibatezze. Ma nessuno aveva molta voglia di mangiare. Nemmeno Ron, che aveva il piatto pieno di pietanze ma erano tutte intatte. Ginny guardò Harry, alla sua sinistra: il piatto era lucido, vuoto e il suo sguardo era perso, altrove. Ma tutti avevano qualcosa di strano nel volto. Hermione aveva gli occhi lucidi e non parlava: giocava con la forchetta nel piatto, rimsecolando delle briciole di una fetta di pane che aveva fatto a pezzi con aria smarrita.

Il funerale incombente di Silente rendeva la sua morte più reale. Ginny aveva quasi paura di trovarsi davanti alla bara. Sapeva che in quel momento avrebbe realizzato tutto: che uno dei maghi più grandi mai esistiti non c'era più. Che una grande persona era stata uccisa da un mero traditore. Che uno dei più grandi difensori della pace e della serenità se n'era andato. Che tempi oscuri erano lì, al di fuori da quelle mura, ad apettarli.

La professoressa McGranitt si era alzata in piedi dal suo posto al tavolo dei professori. Ginny diede una gomitata ad Harry che pareva non essersene accorto. Anche lui si voltò verso l'insegnante, come tutti i presenti nella Sala. La professoressa trasse un lungo respiro.

"è quasi ora" disse, con voce atona "Seguite i Direttori delle vostre Case. Grifondoro, dietro di me"

Tutti si alzarono dalle panche e si misero in fila, quasi senza parlare. Ginny era vicino ad Harry, Ron ed Hermione dietro di loro. I professori li condussero all'aperto, verso il lago. Era una bella giornata, il sole caldo le illuminava i capelli di riflessi ramati. Il silenzio era rotto soltanto dai loro passi sull'erba e il canto degli uccellini, ignari del fatto che il loro allegro cinguettio stonava con l'atmosfera grigia che pervadeva l'aria, che quasi rendeva più triste quel momento. La professoressa McGranitt e gli altri direttori delle Case (Lumacorno in vece del vero direttore della Casa di Serpeverde, Piton) li portarono davanti al lago, dove erano state sistemate centinaia di sedie, tutte rivolte verso una tavola di marmo, talmente bianca da risultare splendente ai raggi del sole estivo. Harry, Ginny, Ron ed Hermione si sistemarono su una fila accanto al lago, all'estremità. Molte delle sedie erano già state occupate, dalle moltissime persone che sarebbero state presenti alla cerimonia. Ginny ne riconobbe una buona parte: c'era Kingley, vestito di viola scuro, il Ministro della Magia Scrimgeour insieme a Cornelius Caramell e Dolores Umbridge, alla fila riservata per quelle che in genere sarebbero state considerate le persone importanti, mentre per Albus Silente le persone più importanti tra i presenti sarebbero stati sicuramente i suoi studenti e i docenti, amici e colleghi da una vita. Ginny riconobbe, tra i politici, anche suo fratello Percy, che non vedeva da quella penosa visita a Natale. Lo guardò con astio: sapeva che non avrebbe salutato nessuno di loro, nemmeno i loro genitori che era lì, tra i componenti dell'Ordine, nemmeno Bill, che era arrivato nel parco sorretto da Fleur. Qualche posto dietro di loro c'erano Tonks e Remus Lupin, vicini, mano nella mano. I capelli di Tonks erano di nuovo fucsia. Ginny vide una vecchia signora che guardava la chioma della ragazza con evidente disapprovazione. Tonks era di nuovo felice, nonostante il lutto che investiva tutti loro.

Le sedie venivano occupate rapidamente: c'era Tom, il padrone del Paiolo Magico, Gazza insieme a Madama Pince, il barista della Testa di Porco, Malocchio Moody e persone che Ginny non aveva mai visto. Addirittura Ginny intravide il luccichio perlaceo dei fantasmi, che erano usciti dal castello a dare l'estremo saluto al più grande preside che Hogwarts avesse mai avuto. Quando tutti ebbero trovato il loro posto cominciò una musica, bellissima e tristissima, la più strana che Ginny avesse mai udito. Si girò per cercare la fonte di quella melodia ultraterrena e capì che veniva dall'acqua del lago: erano il popolo acquatico, le sirene e i tritoni che abitavano quegli abissi.

"Là dentro" sussurrò la ragazza all'orecchio di Harry, che cercava anche lui la fonte di quella musica. Gli occhi di Harry si persero tra le acque. Ginny gli dovette dare un colpetto per farlo tornare alla realtà, dove Hagrid stava lentamente risalendo tra le sedie, il volto coperto di lacrime e tra le braccia, avvolto in un velluto viola coperto di un cielo di stelle dorate, il corpo di Albus Silente. L'enorme stazza di Hagrid non lasciava immaginare quanta delicatezza e dolcezza ci fosse nel suo corpo. Portava il preside con la stessa amorevole attenzione e tenerezza che avrebbe usato una madre per prendere in braccio il proprio bambino appena venuto alla luce.

Ginny sentì Hermione trattenere un gemito al suo fianco, le guance rigate di lacrime, e anche lei si ritrovò a piangere silenziosamente, senza nè la forza, nè la voglia di trattenersi.

Hagrid posò Silente sulla lunga lastra di marmo. Il preside sembrava più piccolo di quanto le era mai parso da vivo, forse per la differenza tra lui e Hagrid, che lo aveva tenuto tra le braccia. Soffiandosi il naso, Hagrid tornò al suo posto, in ultima fila, dove lo aspettava il suo gigantesco fratellastro, Grop.

Un ometto dalla semplice veste nera si era avvicinato alla tavola dove vi era adagiato Silente. Era il cerimoniere, che cominciò il suo discorso, un elenco di tutte le qualità del professore, l'Ordine di Merlino, Prima Classe, membro onorario del Winzegamot.. grande contributo intellettuale, grandezza di cuore, nobiltà di spirito..

Anche le sirene ed i tritoni erano affiorati dall'acqua per ascoltare l'estremo saluto. Con la coda dell'occhio, Ginny osservava Harry e lo vide voltarsi di scatto, quando le lacrime erano cominciate a formarsi negli occhi, ricacciate indietro con eroico coraggio. Guardava verso la Foresta. Ginny gli accarezzò lievemente la mano, ma lui non parve essersene accorto. Sapeva a cosa pensava. Pensava a quanti erano morti per lui, a come tutte le persone che gli volevano bene finivano sempre male, a quanto fosse ingiusto che la gente perdesse la propria vita per salvare la sua. A come doveva allontanarsi da tutti, per evitare che ancora altri si facessero del male. Ginny lo sapeva. Lo sapeva da sempre. Il momento stava giungendo.

Il cerimoniera aveva finito il suo discorso. Si scostò dalla grande tavola bianca, e si sedette al suo posto. Nessun altro si alzò per parlare.

Poi, in molti urlarono. La lastra di marmo sulla quale Silente giaceva era ricoperta di grandi fiamme candide, splendenti. Divennero sempre più alte, il loro fumo diretto nel cielo azzurro. Quando scomparvero, il corpo non c'era più: una tomba bianca era apparsa, e Silente, finalmente, riposava.

Altre grida si levarono quando anche i centauri, nascosti nella Foresta, diedero il loro omaggio, lanciando frecce, lontano dalla folla. Ginny si voltò verso gli alberi, ma erano già scomparsi, così come il popolo acquatico, che era già tornato negli abissi.

Ginny non piangeva più. Il tempo era scaduto.

Harry si rivolse a lei. Lei lo guardò, senza lacrime, senza sorrisi.

Lo sapeva.

"Ginny" cominciò lui "ascolta" mormorò, a voce bassissima. La gente cominciava ad andarsene, il funerale era finito. Loro erano fermi nella folla in movimento.

"Non possiamo più stare insieme. Dobbiamo smettere di vederci"

Quanto era prevedibile. Perchè sapeva sempre prima di lui ciò che avrebbe detto?

"è per qualche stupida, nobile ragione, vero?"


Lo so cosa mi dirai. L'ho sempre saputo

Sei sempre il solito, Harry Potter.


"Queste ultime settimane con te.. sono state.. come vivere la vita di un'altra persona" disse "Ma io.. non posso. Noi non possiamo. Devo fare delle cose.. da solo"


Il tuo destino ti attende. Io lo so. Non ti tratterrò

qui, anche se vorrei..


"Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ti ha già usata una volta, perchè sei la sorella di Ron. Pensa a quanto è più grande ora, il pericolo.. lo scoprirà, tenterà di arrivare a me, attraverso te"


Sono pronta a correre il rischio. Sapevo

che stare con te era una sfida. Non ho paura.


"E se a me non importasse?" chiese Ginny, con forza


Non ho paura, Harry. Combatterei per te.

Darei la mia vita mille

volte per te.


"Importa a me" rispose Harry "Come mi sentirei se questo fosse il tuo funerale.. e fosse colpa mia?"


Lo so che devo lasciarti andare. E lo farò,

anche se affronteri Voldemort in persona pur di

starti accanto.


Me ne sono resa conto solo ora che te ne stai andando.

Ti amo. Basta questo, no?


Ginny distolse lo sguardo dai suoi occhi. Il lago era così bello.

"Non ho mai rinunciato veramente a te" disse "Mai. Hermione mi aveva consigliato di vivere la mia vita, frequentare altri ragazzi, di lasciarti perdere per un po'. Non riuscivo a dire una parola quando c'eri tu, ricordi? Lei pensava che mi avresti notata se fossi stata un po' più.. me stessa"


Sei qui con me. E anche se sarai lontano,

non rinuncerò mai a te. Mai.


"Astuta quell'Hermione" commentò Harry "Vorrei essermi svegliato prima.. avremmo avuto più tempo.. forse anni.."

"Ma tu eri troppo occupato a salvare il mondo magico" disse lei, con una mezza risata "Beh.. non sono sorpresa. Sapevo che non saresti stato contento se non fossi andato a caccia di Voldemort. Forse è per questo che mi piaci tanto"

Harry non ebbe la forza di sostenere il suo sguardo. Si voltò e si allontanò da lei. Ginny non pianse. Sapeva di fare la cosa giusta. Doveva lasciarlo andare. Sapeva che per lui sarebbe stata ancora più difficile se lei si fosse messa in mezzo. Harry doveva andare in contro a quel destino che era stato disegnato per lui quando aveva un anno: doveva sconfiggere Voldemort, annientarlo. E Ginny doveva farsi da parte: solo in quel modo l'avrebbe aiutato nella sua battaglia, per quanto lei avrebbe voluto combattere al suo fianco.

In fondo, era fiera di lui. Era questo il ragazzo di cui , se ne rendeva conto solo in quel momento, si era innamorata. Combattivo, coraggioso. E lei non l'avrebbe cambiato con nessuno, per quanto la facesse soffrire.


Vai. Non ti costringo a restare qui, al sicuro.

Fai quello che devi fare.

Mi fido di te.

Devi fare ciò che è giusto.

Ciò che è nella tua natura.


Il parco ormai era completamente vuoto. Doveva sbrigarsi a risalire anche lei. A momenti l'Espresso di Hogwarts sarebbe partito. Sicuramente i bagagli erano già al loro posto.

Quell'estate sarebbe stata ancora più diversa delle altre. Bisognava prepararsi a combattare. Il buio era solo al di là di quei cancelli, ad attenderla. Le rimanevano ancora solo pochi attimi di pace.


Ma non sarebbe stata a casa ad aspettare, no.

Non era quel genere di ragazza.

Avvrebbe combattuto.

Avrebbe fatto tutto quello che poteva fare.

Era forte. Lo era sempre stata.


"Non sei solo, Harry. Combatteremo tutti. Per un mondo migliore"

Sorrise al cielo azzurro, mentre si voltava per rientrare nel castello. Sorrise, fiduciosa, a quel destino avverso che incombeva. Sorrise, con sfida, a quella guerra che ormai era alle porte, che portava via tutto, che seminava distruzione al suo passaggio, ma che non poteva distruggere quel filo dorato che legavano tra loro le persone: l'amore.





Angolo Autrice

Salve a tutti! Spero non mi abbiate atteso per troppo tempo! Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere, devo ammetterlo. Spero vi sia piaciuto comunque, però!

Il prossimo capitolo è già in cantiere e vi avverto: sarà il più lungo che abbia mai scritto! Spero di non aver esagerato e di non annoiarvi troppo! Non so quando riuscirò a postare.. ma intanto spero vi godrete questo!

Baci a tutti

Marty




  
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