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Autore: JaneA    17/05/2012    1 recensioni
Come si può insegnare ad amare? Soprattutto, come si può insegnare ad amare a qualcuno che non sa, a qualcuno che è vuoto?
Jane è una bambina di 5 anni. Sarà proprio lei ad insegnare a Draco Malfoy ad amare? Tensione, rancore, assenze, tristezza porteranno a quello che è il fine, porteranno all'amore?
Ma soprattutto Draco Malfoy riuscirà a farsi amare?
Cerchiamo di scoprirlo in questa nuova fan fiction! Vi ringrazio immensamente sin da ora :)
Un abbraccio, JaneA
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Salve a tutti! Perdonate il grande ritardo, ma impegni universitari mi han tenuta lontana dalla scrittura e in particolare da questa storia. Spero che il nuovo capitolo sia di vostro gradimento. Commentate e recensite. Un abbraccio a tutti voi che seguite e commentate la mia storia e a chi la segue in silenzio.

Vostra, JaneA.

And I started to heart it again

 but this time it wasn’t you
And the room is so quiet, oh oh oh

And my heart is the heart of a life
For the devil to dance again
And the room is too quiet.

 

Florence and The Machine – breath of Life

 

 

 

 

 

 

 

Aveva visto la sua bambina addormentarsi beatamente tra le braccia dell’alto biondo dinanzi al camino. Lui l’aveva tenuta accanto al petto per un lungo tempo, poi sorridendo alla donna si era sollevato e  facendo un cenno con il capo alla strega aveva iniziato a salire le scale.

Lei era rimasta lì.

Osservava la legna ardere. Osservava quelle fiamme danzare senza musica, o forse la musica era il battito del suo cuore.

Ripensava a quello che negli ultimi mesi aveva vissuto grazie a Draco. Aveva vissuto, semplicemente.

Prima le uniche gioie della giornata erano i suoi momenti con Jane. Ora c’era lui a colorare il loro mondo.

A stringerla, c’era lui.

Sentì delle mani stringerla alle spalle.

Sentì le sue mani sulla sua vestaglia. Nonostante vi fosse quel leggero strato di tessuto, sentì calore. E di certo non era a causa del fuoco.

Si appoggiò con la schiena al petto dell’uomo. Inspirò.

“Non sei felice.” Lo sentì dire contro i suoi capelli.

“Lo sono. Ma sono anche infinitamente triste.” Sussurrò lei stringendo le braccia attorno al suo busto, proteggendosi da lui, proteggendosi dalle sue paure.

Lui sfiorò i suoi capelli, li baciò. Baciò la sua nuca, spostò i capelli e baciò il suo collo.

“Sai che farei tutto.”

Lei si voltò verso l’uomo, facendo incontrare in tal modo i loro occhi, perdendosi nei suoi grigi.

“Tu non puoi capire quanto sia bello saperti qui.”

Sorrise, poggiandosi nuovamente contro il petto dell’uomo.

“Vorrei proteggervi da tutto. Voglio salvarla, Granger. Se solo tu mi concedessi di partire. Di fare ricerche.”

La donna si voltò ancora. Il terrore nei suoi occhi.

“Non andare. Ti prego.”

L’uomo scosse il capo e posò le sue labbra su quelle della sua amata, sulle labbra dell’unica che era riuscita a far battere il suo cuore assieme alla piccola che dormiva beatamente al piano superiore.

“Devo pur fare qualcosa per lei.”

“Stai facendo molto. Lei ti adora.”

L’uomo sorrise.

“Non quanto io adoro voi.”

 

 

 

-

 

 

 

 

Il giorno seguente grazie a George erano andati a cavallo. Jane aveva cavalcato per la sua prima volta, sotto lo sguardo attento e premuroso dell’anziano custode della villetta dei Black.

Hermione e Draco si erano concessi una cavalcata e una gita in barca. Avevano sorriso, scherzato. Avevano assaporato ancora e ancora i loro sapori, i loro baci, la loro pelle.

Poi richiamati dal sole che ormai stava per tramontare erano ritornati alla villa.

Con sommo piacere i due notarono Jane che aiutava George in un piccolo orto alle spalle della villa.

“Mamma! Draco! Sto piantando delle rose!”

I due sorrisero. Draco si avvicinò alla bambina e la strinse a sé.

Hermione li guadava.

Doveva ringraziare quell’uomo. Lui e la sua bambina erano la sua famiglia. Erano il suo cuore.

 

 

 

-

 

 

 

 

Il ritorno a Londra era stato triste, soprattutto per la piccola Jane. Staccarsi dai suoi nuovi amici e soprattutto da George era stato un tormento.

Ora, la realtà tornava ad aspettarli.

Hermione fece infilare la dolce piccola sotto le coperte e si distese con lei.

“Mamma, sei felice?”

La donna guardò la bambina. I suoi occhi brillavano, anche se visibilmente stanchi. Vedeva il volto di Jane pallido. Il suo cuore perdeva battiti. Quella malattia la stava distruggendo. Era questione di tempo.

Hermione sorrise

“Ho te. Come potrei non esserlo?”

La bambina si strinse al petto della madre.

“Io sono felicissima. Draco ti ha fatto tornare il sorriso.”

La donna annuì e tornò ad osservare gli occhi di sua figlia.

Era così saggia per avere solo pochi anni, poca esperienza, e tutta la sofferenza alle spalle.

“Ti va se chiamiamo James?” le domandò sorridendo e baciandola.

La bambina annuì come suo solito esageratamente.

La donna posò un altro bacio sulla fronte di Jane e inspirò il suo profumo socchiudendo gli occhi.

 

 

 

 

 

-

 

 

 

 

 

“Non ci posso credere.”

“Voglio fare le cose per bene.” Sentenziò il biondo seduto alla sua scrivania.

“Hai messo la testa a posto. Potrei piangere.” Sorrise la donna

“Smettila Daphne.”

“Cosa ho detto di male? Sono davvero contenta. Certo.. avrete bisogno di noi.”

“Troverò una soluzione.”

“La Granger ti ha imposto di non andare.” Enunciò atono Blaise.

“Cosa faresti al posto mio Blaise? –quasi urlò il biondo, facendo spaventare la donna- Cosa faresti, se quella che ormai credi tua figlia stesse per morire? Cosa faresti se vedessi i suoi occhi spegnersi ogni giorno di più e non poter far altro che restare ad osservarla?”

Aveva sbattuto una mano sulla scrivania, mentre il volto era visibilmente diventato paonazzo.

“Non posso perderla.” Sussurrò infine, mentre la donna si alzava e posava una mano sul suo braccio.

“Potremmo mandare qualcuno per conto tuo a fare ricerche.”

L’uomo scrollò il capo.

“Devo cercare di far ricordare la Granger. Per quanto io odi quell’uomo, lei deve ricordare. Forse potremmo utilizzare il suo sangue. Non lo so. Non lo so. Non so cosa fare.”

Il biondo si accasciò contro il pavimento.

“Sposala.”

“Adotta Jane. Vivi con loro l’ultimo periodo.”

Blaise guardava negli occhi l’amico che aveva di scatto sollevato il capo.

“E lasciare che le muoia?”

“Hai sentito tutti i medici del mondo, Draco. Per quanto io ami quella bambina.. non credo ci sia altro da fare.”

Draco si prese la testa fra le mani.

“Non posso perderla.”

 

 

 

 

 

 

-

 

 

 

 

 

La donna guardava i due bambini giocare sul letto della piccola Jane. Tra le mani infiniti fascicoli. Lavori arretrati. Casi irrisolti.

Concentrarsi era impossibile. Sentiva la risata della sua bambina. E non appena questa tossiva, il suo battito perdeva colpi.

Dentro di sé, si domanda, se non avesse dovuto accontentare Draco. Cercare nella sua mente il padre della sua dolce bambina.

Doveva farlo. Per lei. Solo per lei. Doveva tentare.

Annuì mentre guardava il sorriso di Jane. L’avrebbe fatto per lei.

 

 

 

 

-

 

 

 

 

Avevano cenato tutti assieme. Si era concessa qualche gossip con Daphne mentre ripulivano la cucina. Aveva sorriso sentendo i pettegolezzi di quelli che un tempo erano i suoi compagni di Hogwarts.

Draco l’aveva abbracciata e baciata più volte, sotto gli occhi vispi della sua bambina.

Aveva lasciato che fosse lui a portarla a letto dopo che i loro ospiti si erano congedati.

Così, si era concessa un bagno rilassante.

L’acqua bollente. Petali di rose in essa. Profumi delicati nell’aria.

Poi la pelle diafana di lui contro la sua.

“Sta dormendo.” Le sussurrò all’orecchio.

La donna sorrise.

“Grazie, Malfoy.”

Lui la strinse a sé. Fece combaciare perfettamente le loro figure, i loro corpi, i loro battiti.

Piano voltò la donna verso di sé, facendo incontrare i loro occhi.

Baciò il suo collo, il suo seno. Poi tornò alle sue labbra.

Sciolse i suoi capelli che erano stati imprigionati in un semplice chignon.

“Sei splendida.” Le soffiò sulle labbra.

Lei ricambiò con un sorriso e un bacio.

Poi accorciò le loro distanze, avvicinando i loro corpi, sino a quando lui non entrò in lei.

I loro sospiri, le loro carezze, il loro amore.

Sorrise, pensando a quanto odiava Draco Malfoy.

Raggiunsero il piacere assieme. Stretti l’uno all’altra.

L’uomo non la lasciava. Il suo petto ansante si scontrava con il suo.

Avvicinò le labbra all’orecchio della donna, baciò il lobo e poi sussurrò

“Sposami, Hermione Granger.”

La donna si scostò per guardare quegli occhi grigi.

“Co- cosa?” disse balbettando

“Vuoi sposarmi, Hermione Granger?”

Una lacrima scese sul volto della donna, per poi essere subito catturata dalle labbra dell’uomo che la stringeva a sé.

“Sposami. Sposami.”

La donna annuì, e rispose buttandosi sulle labbra dell’uomo.

“Sì! Sì! Sì!”

Quella era la felicità.

  
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