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Autore: barboncina85    17/05/2012    2 recensioni
Essere un vampiro...o essere un lupo...cosa preferite?? Ve lo siete mai chiesto? Io si...perché non entrambi?
Trovare un bracciale che di giorno ti trasformi nel potente lupo...di notte in un affascinante vampiro.
DAL CAPITOLO 4
"che potessi scegliere? Che cosa essere e quando esserlo o era il bracciale a decidere? E se lo rimetto torno ad essere un lupo o un vampiro?"
CHI LO SA??
Genere: Dark, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cercavo di correre il più velocemente possibile.
Guardavo i numeri dell’orologio inesorabilmente susseguirsi.
Sono un vampiro, sono un licantropo, ma non posso fermare il tempo.
Cosi quando oramai mi resi conto che non ce l’avrei fatta mi fermai.
«Ti sei arresa? » Edward mi raggiunse dopo pochi secondi, e anche se la stanchezza non era parte di noi, al momento, fece un sospiro pesante mettendosi le mani ai fianchi. «Questa storia che sei più veloce di me, non mi va giù» il tono era ironico, ma sono convinta che lo pensasse sul serio.
Dovevo trovare una soluzione, al mio unico problema, Edward.
Come potevo chiedergli di restare qui, mi avrebbe ascoltato?
«Te lo posso chiedere un favore? » mi girai guardandolo, avevamo la strada a qualche metro di distanza, potevo tornare da sola, sapevo orientarmi.
«Dipende»
Lo immaginavo. Non mi avrebbe dato retta, anche perché non c’era alcuna ragione per andare da sola, almeno nessuna ragione plausibile.
Sospirai.
«Vedi, Edward…» mi avvicinai a lui con fare sensuale.
Con la mano gli accarezzai il petto spingendolo delicatamente verso un albero, che raggiunse dopo due passi. Spostai la mano sulla spalla e a quel punto alzai lo sguardo dalla mia mano per incontrare il suo.
Non seppi dirlo se era sorpreso o altro, sembrava serio.
«Io vorrei …» aiutata dall’altra mano, gli sbottonai la camicia, tirandogliela fuori dai pantaloni, per poi fargliela scendere sulle spalle, senza toglierla dai polsi, cosi da rimanere con le braccia dietro la schiena, non fece niente per sfilarla, rimase immobile, mentre con le mani tornavo sul suo petto, gli accarezzai le clavicole con la punta delle dita, scesi unendo le dita sullo sterno, disegnando la muscolatura. Non seppi resistere cosi posai le labbra sul suo petto scendendo dove erano passate prima le dita, separai le mani passando i pollici sui capezzoli, e con la bocca andai a raggiungere la mano destra, con la lingua assaporai la sua pelle, dolce e fresca.
Lo sentii sospirare. Il più era fatto.
Scesi con le dita seguendo la linea dello stomaco, mi soffermai sull’ombelico, mentre con le labbra seguivo lo spesso percorso, sollevai lo sguardo e lo trovai intento a fissarmi e gli occhi gli erano diventati completamente neri, forse non era solo colpa della sete.
Mentre con la lingua giocavo nel suo ombelico, con le mani gli slacciavo lentamente la cintura, per poi aprirgli il bottone e abbassato la cerniera, nel farlo gli sfiorai l’erezione e un profondo ringhio gli osci dalle labbra. Sollevai lo sguardo fermandomi, quel ringhio mi fece due effetti, mi spaventò e mi fece eccitare, cosa non prevista nel mio piano.
Ingoiai a vuoto, cominciando a guardare i boxer con un desiderio disarmante, sapevo cosa nascondevano, lo vedevo dalla forma, erano piuttosto aderenti, ma non potevo, non ne avevo tempo.
Gli abbassai i pantaloni fino alle caviglie e mi sollevai.
Era di una bellezza disarmante, aveva lo sguardo perso, il desiderio gli si leggeva negli occhi, specchio dei miei probabilmente, ma non potevo, gli allacciai le braccia al collo alzandomi sulle punte dei piedi, e baciandolo, un bacio intenso, senza remore, sentendo il suo sapere fino allo stomaco, le nostre lingue si saggiavano come il più dolce dei frutti, e avrei continuato all’infinito, ma il tempo non era dalla mia parte.
L’orologio suonò. «Io vorrei, che restassi qui» gli dissi dandogli un bacio a stampo.
Lui sorrise, un sorriso ironico. «Ti odio» mi soffio sulle labbra.
Sorrisi. «Sicuro? »
Mi prese il viso tra le mani, e ne restai sorpresa, si era liberato, sapevo che poteva, ma non credevo l’avesse fatto. «La prossima volta chiedilo. Cosi non credo di poterti accontentare. » mi bacio di nuovo.
Durò pochissimo. «Vai via prima che cambi idea! » abbasso le braccia lungo i fianchi sospirando.
Ora ero io a non volermene andare.
Chiusi gli occhi, mi feci coraggio e mi voltai cominciando a correre, non prima di sentirlo ringhiare.
Mi sentii morire. Non volevo lasciarlo, ma dovevo.
 
Arrivai a pochi metri dal cartello “Benvenuti a Forks” quando il fuoco si propagò nel corpo, partendo dal cuore a ogni arto, lo accolsi con meno sorpresa, stringendo i denti a continuando a correre, ma aspettavano altri chilometri prima di tornare nella terra dei lupi, dove per quella mattina mi sarei rifugiata.
In pochi secondi non correvo più sulle mie gambe, ma sulle zampe.
Cavolo, addio alla tuta e al soprabito.
 
Dopo poco cominciavo a sentire altri rumori intorno a me, piedi, che correvano, che m’inseguivano.
Non ero più sola e non perche ci fossero altri lupi ma ero fermamente convinta che i rumori che sentivo fossero solo due e non quattro, quindi qualcuno mi stava seguendo e non era un lupo.
Non arrivai al confine di La Push, a poco più di cinquanta metri fui bloccata da qualcuno che non avevo mai visto.
«Ehi cane, sei fuori dal tuo territorio! » mi ringhio contro.
Era bella, statuaria, con un fisico da modella, i capelli sciolti e biondi le ricadevano a onde sulla schiena, gli occhi erano due pozzi d’ambra.
Come Edward.
Mi persi per un attimo, poi il suo forte odore fece reagire il mio corpo da solo. Ringhiai di rimando.
«Che c’è cane! Prima ti fai una passeggiata in terre che non vi appartengono e poi ti stizzì? » camminava verso di me con una mano sul fianco.
Aveva tutte le intenzioni di provocarmi e senza volerlo il mio corpo reagiva da solo a quella provocazione irrigidendosi.
La guardavo, cercavo di non perderla di vista.
«Allora cane! Che hai da dire? » scoppia a ridere mentre mi affianca e mi supera «Non abbai cane? » mi afferra la coda e la stringe, io cerco di rimanere ferma nonostante la sofferenza, mi ritrovo a guaire.
«Rosalie, lasciala! » una voce femminile rimprovera la bionda.
«Come “lasciala”? È una femmina? » le dice sorpresa.
Non riesco a vedere con chi parla, mi sono dietro e la bionda ha ancora la mia coda tra le mani.
«Non lo vedi? Anche in lupi devono avere i genitali, lei non li ha! » le dice l’altra.
La coda mi viene lasciata e mi giro di scatto davanti a me apparte la bionda statuaria c’è una bambina.
No, non è una bambina, è una ragazza che mi sorride, invece di guardarmi storto come l’altra. Capelli corti neri e gli stessi occhi della prima.
«Giusto? Sei una lei no? »
Annuisco, parlare non servirebbe a molto.
«Che roba, ora ci sono anche le donne tra i cani? » dice la bionda guardandomi storto.
«Non credo sia l’unica, c’è anche Leah» la informa l’altra.
Leah, conoscono Leah?
«Perché, questa chi è? » le domanda la bionda.
«Non è Leah, lei è grigia, questa somiglia a Jacob, ed è più grossa di Leah».
Mi stanno dicendo che sono grossa?
«Senza offesa, s’intende» si giustifica.
Ma che fa anche questa legge nel pensiero?
 
Ad un certo punto nella foresta avverto un ululato. Leah!
«Andiamo che ha chiamato i rinforzi, ho un vestito nuovo, non mi va si rovini» dice la piccoletta tirando la bionda per un braccio.
«Ehi! È lei che sta nel nostro territorio, mica noi» la rimbecca tirando via il braccio.
«Allora non hai sentito, ho un vestito nuovo, se vuoi vedertela tu con altri tre lupi accomodati, io vado via» cosi dicendo salta su un ramo e dopo nel successivo, al terzo salto la perdo di vista.
Come abbasso lo sguardo sulla bionda dietro di me sento altri tre cuori che battono, mi giro appena vedendo Leah, Jacob e Seth.
«Si, ok, portatevela via, non ve la mangio» cosi dicendo segue l’amica ed io crollo sulle zampe.
Mi sono spaventata a morte, non credo di essere una combattente, ma ero convinta che la Bionda aveva tutte le intenzioni di farmi reagire e razionalmente mi sono trattenuta, ma che fatica.
Sento il muso di Leah che preme contro il mio.
Amica mia portami via.
Lei probabilmente non ce l’avrebbe fatta, ma mi morse la collottola per sollevarmi appena e permettere a Jacob di infilare il muso sotto il mio corpo per poi con uno slancio della testa portarmi sopra al suo dorso.
Appena stabile però cominciai a tornare umana e il buio mi avvolse.
 
Mi svegliai con dolori atroci in tutto il corpo, sentivo la testa pesante e gli occhi gonfi.
«Ciao» un sussurro che mi fece girare il viso.
Vidi Billy che mi osservava attento, poi vidi il bracciale tra le sue mani e il cuore a momenti mi cedeva.
Lui dev’essersi accorto della direzione dei miei pensieri perché cominciò a parlare.
«Questo bracciale non doveva essere in vendita, lo tenevo nascosto dietro degli scatoloni nel negozio proprio per evitare che qualcuno lo trovasse.
Sai, era della mia bis nonna. Lei era convinta che ci potesse essere molto di più nei vampiri, lei credeva che avessero un cuore, fermo, ma che ci fosse. Questo bracciale era un regalo, lo ebbe dai freddi per gratitudine, lo ebbe solo con questo cuore di diamante, il lupo lo intagliò lei dalla sacra quercia.
Questo bracciale ha il potere di unire le due razze, può essere una cosa sconvolgente, può essere una cosa impossibile, ma non lo può indossare nessun altro se non colei che unirà le razze. Perche dev’essere lei a creare il legame. È scritto cosi, e cosi sarà» si avvicina a letto, solleva la mia mano e infila il bracciale nuovamente al mio polso, tutto cambia in alcuni secondi, il mal di testa svanisce e gli occhi li apro normalmente.
«Non perdere di vista l’obiettivo, capisco l’agitazione, capisco la paura, ma non perdere di vista l’obiettivo, sei nata per questo. » cosi dicendo mi lascia sola nella stanza.
Sollevo le mani al viso, non ci capisco niente, lui sa e mi vuole spronare a compiere un destino che non comprendo, e quale sarebbe poi? Unire le razze, come? Come posso io unire le razze se sono la prima che cerca di nascondere a entrambe ciò che mi sta succedendo?

lO SO è CORTO, MI RIFACCIO CON IL PROSSIMO!
  
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