Ogni
volta che quell'idiota di un Cappello Parlante cantava quella sua
filastrocca
di dubbio gusto ogni inizio anno, incitandoci a essere buoni gli uni
con gli
altri e sforzarci di fare un po' di collaborazione, dentro di me mi
ripetevo
che piuttosto che avere a che fare con gente come Hayden Berrymean o
Joffrey
McLaggen me ne sarei volentieri andato a fare due giri di valzer con la
Piovra
Gigante. Figurarsi quando poi Albus mi implorava di non discutere ogni
due
secondi con Rose Weasley come potevo cominciare a ridere fragorosamente
e
sguaiatamente: io e lei amici ? Bah...
Eppure
non bisogna mai dimostrarsi troppo convinti delle proprie
teorie, perchè spesso capita di ricrederti proprio quando
meno te lo aspetti.
Ricordo che mia madre me lo diceva sempre: “Attento Scorpius
a giudicare gli
altri, perchè non sai mai quello che può
succedere un domani...”
Io
rispondevo, punto nel mio orgoglio Grifondoro, che ero certo
delle persone che mi erano accanto e che andava tutto bene
così. Eppure, ahimè,
arriva il momento in cui il tuo nemico giurato diventa niente rispetto
al nuovo
genio del male che vorresti prendere a calci... E se cambi idea e ti
comporti
diversamente, ti danno anche dell'incoerente!
****
Il
primo risveglio nel Tennessee credo che sia la cosa più
brutta che io abbia mai provato: svariate ore di fuso orario (sei?
Sette? Bah,
è uguale...) non aiutano di certo a dormire di notte. In
più aggiungiamoci
anche che il tuo compagno di stanza, che viene da una regione non
meglio
precisata del Burundi o di qualche altro sperduto angolo del pianeta,
russa
come una motosega impazzita... non c'è da sorprendersi che
abbia preferito
vagare in giro per il campus come uno scemo di guerra in tempo di pace,
fumando
quasi un pacchetto di sigarette dalla noia e giocherellando con la
bacchetta
magica.
Il
risultato di questa mia passeggiata alle quattro e mezza di
mattina è che sto camminando come uno zombie verso la mensa
per la colazione,
con un paio di occhiaie da panda.
Albus
anche non ha l'aria di aver dormito bene: probabilmente
sarà capitato anche a lui di avere un compagno di stanza
impossibile da gestire
o da tollerare.
“Giuro
che lo uccido” sta grugnendo “è stato
tutta la notte su
Skype con quegli altri idioti della sua scuola spagnola a cianciare e
urlare. E
come se non bastasse sembrava di stare in una ciminiera per colpa di
quel suo
sigaro di merda che ha fumato per tutta la durata della chiamata... mi
verrà il
cancro ai polmoni in questa settimana”
“Il
mio se ti può consolare ha russato peggio di Frank... sono
uscito alle 4 dalla stanza, premurandomi di fare più rumore
possibile ma non
credo che mi abbia sentito”
Siamo
davanti la mensa dove ci chiedono di strisciare le carte
magnetiche che fungono da chiavi, americanate, per poter entrare dove
sento
decisamente un buon profumino... almeno la colazione è
decente cavolo!
Per
forza di inerzia mi dirigo davanti tre balene travestite da
donne di servizio che mi mettono qualcosa che dall'aspetto sembra unta
e
bis-unta ma poi quando al tavolo le addento hanno un sapore decisamente
squisito.
“Giorno
ragazzi!”
Di
prima mattina non mi era mai capitato di sentire i suoi toni
soavi, dato che fortuna ha voluto che fossimo in due case diverse: che
vita di
merda!
“Giorno
Rose.” Albus le sta rispondendo prima di rifiondarsi sul
cibo. Io continuo a mangiare esattamente come stavo facendo prima.
“Guarda
che ho salutato anche te, maleducato...”
“Giorno
Weasley” il mio tono è seccato ma non mi va di
mettermi
a discutere ancora prima di cominciare la giornata. E infatti la vedo
spiazzata
perchè ci scommetto tutte le figurine delle Cioccorane che
era subito pronta a
rifilarmi una rispostaccia. Poco male, non ho voglia di starla a
sentire
oggi...
“Hey
Rose?” un delicato accento francese mi sveglia dai miei
sogni ad occhi aperti mentre mangio il bacon, che non appena alzo lo
sguardo mi
si mette di traverso e mi fa prendere tre occhiatacce in rapida
successione.
“Dimmi
Elmire” il tono è fintamente amichevole, come
quello che
rivolge a Rebecca Prinsley quando parlano a scuola.
“Je
vais... se ti occorre quolcosa, io sto prendendo la mia
dejeuner... quolsiasi coosa, d'accord?”
“Sisi...
ci vediamo stasera!” la sento tirare due belle
maledizioni sotto voce.
“Weasley...
perchè non mi presenti la tua amica francese?!”
L'occhiata
che mi rivolge mi fa perdere la voglia di fare
qualsiasi altra battuta di spirito.
Dopo
la colazione sono previsti dieci minuti per arrivare (a
piedi) nelle classi che si trovano, ovviamente, dall'altra parte del
campus.
Magicamente in ogni camera dei dormitori sono apparsi due fogli, uno a
testa,
con la lista delle classi e gli orari che avremmo dovuto seguire
durante questi
dieci giorni, a seconda delle materie che avevamo scelto e del
rendimento
scolastico.
E
come al mio solito, dopo una breve occhiata al mio orologio da
polso, sono in ritardo e quindi borsa in spalla e correre verso la
direzione
indicata in quella mappetta che ci hanno dato.
“E
ora che anche Hogwarts 2 è arrivato possiamo cominciare la
lezione. Prego si accomodi vicino l'altra sua collega della sua
scuola.”
Strabuzzo
gli occhi. Una classe piena di facce sconosciute. Una
sola faccia che conosco. Rose Weasley.
****
Quando
mio padre è venuto a sapere dell’esito dello
Smistamento è quasi riuscito a
mantenere un certo contegno nel mostrarsi deluso dalla mia collocazione
tra i
Corvonero, ma non a impedirsi di urlare al sortilegio quando ha
scoperto di
Malfoy in quella che era stata anni prima la sua Casa; a quei tempi
avevo
undici anni ed ero una bambina innocente, e, soprattutto, non avevo mai
conosciuto
questo fantomatico ragazzino che aveva tanto stupito i miei genitori e
i miei
zii, ma credevo ingenuamente che non potesse esistere una persona
più
spregevole di quella zia Muriel che a volte ero costretta ad andare a
trovare
durante le riunioni familiari dei Weasley – e soprattutto che
il Cappello non
potesse sbagliare mai.
Ma
come ho detto ero solo una bambina innocente, e se tornassi indietro
nel tempo
forse preferirei buttarmi giù dalla Torre di Astronomia
piuttosto che accettare
che Scorpius Malfoy gongoli contento e
infame tra degli onesti Grifondoro.
Da
che ricordi, io e Albus Severus Potter siamo sempre stati estremamente
affiatati
e il nostro legame oggetto di invidia da parte di tutti i nostri altri
cugini:
sempre d’accordo, di quelle coppie che si completano a
vicenda frasi e azioni,
capaci probabilmente di disegnarci l’un l’altro ad
occhi chiusi senza
dimenticare neanche un dettaglio; l’ho sempre considerato una
parte di me, e
proprio per questo ritenevo che dovesse obbligatoriamente possedere
almeno un
briciolo di cervello – essendo io una brillante Corvonero di
alta categoria.
Evidentemente non ho mai capito nulla della vita mia e di Al,
perché a rigor di
logica non avrebbe mai dovuto stringere amicizia con una persona come
Scorpius
Malfoy; per carità, non che abbia niente contro di lui, ma
non riesco a fare a
meno di pensare che sia un tantino sciocco. Ovviamente parlo di Albus.
Malfoy,
invece, è quanto di più insopportabile esista al
mondo: basta osservarlo in
questo momento mentre vaga distrattamente con lo sguardo per la classe
senza
degnare della minima attenzione la lezione e il professore che la sta
tenendo,
come se fosse al di sopra dei suoi insegnamenti e tutto questo gli
fosse stato
crudelmente imposto; forse eviterò di urlargli contro che
dovrebbe mostrarsi
anche solo lievemente riconoscente della grandiosa
opportunità che gli è stata
messa a disposizione da quella santa donna della McGranitt, ma non mi
tratterrò
dal ricordargli che non possiamo permetterci alcuna defaillance se non
vogliamo
infangare il buon nome di Hogwarts davanti a tutto il mondo.
“Malfoy”
bisbiglio, pungendogli un fianco con la piuma ancora sporca
d’inchiostro; ops. “Vuoi
degnarci della tua regale attenzione?”
“No,
Weasley” risponde, senza neanche voltarsi verso di me; razza
di maleducato.
“Smettila
di fare il saputello e ascolta la lezione. Lo sai che avremo un test a
breve,
vero?”
“Ti
lascio l’onore di far guadagnare la vittoria a
Hogwarts”
Brutto
imbecille! Ma con che cosa ricuciono ogni anno quel maledetto Cappello
che
dovrebbe Smistare gli studenti a seconda delle loro caratteristiche?
Questo qui
non ha nulla di Grifondoro, doveva marcire tra le Serpi come suo padre,
sua
madre e tutta la sua stirpe! Che Merlino mi fulmini oggi stesso se il
principino dei miei stivali deve rovinarmi questi dieci giorni.
“Malfoy,
se non ti impegni dirò a tutti che hai paura
dell’aereo” ringhio, cercando di
non farmi vedere né sentire da nessuno.
Lo
vedo agitarsi sulla sedia: colpito e affondato! “Non hai le
prove, piattola”
ribatte, cercando di sembrare sicuro di sé.
Reprimo
un ghigno camuffandolo in un’espressione di infinita
serietà che rivolgo alla
lavagna interattiva su cui il professore sta scrivendo qualcosa mentre
mi
avvolgo con lentezza la manica sinistra della camicia attorno al
braccio, fino
a scoprirne metà; Scorpius Malfoy sbianca – per
quanto sia possibile ad una
mozzarella come lui – e io esulto in silenzio vittoriosa,
sapendo che grazie
agli evidenti segni rossi sulla mia pelle lasciati dalle unghie del qui
presente
idiota non sarò costretta a fare da sola tutto il lavoro.
“Lysander!”
La
testa bionda del mio migliore amico è riconoscibile anche
tra tutti questi
nuovi studenti; non che Lysander sia difficile da vedere, in ogni caso:
è alto
e allampanato, e si muove con un’andatura strascicata che non
ho mai visto a
nessun altro. Forse ha problemi d’insonnia.
“Rose,
ciao” dice, “Com’è
andata?”
“Così
così” rispondo, portandomi un braccio dietro la
schiena per riporre il foglio
coi corsi da seguire nella borsa; “Malfoy è odioso
e puzza”.
Invece
di incontrare la cerniera, le mie dita trovano la morbida consistenza
di un
tessuto molto simile al cotone e lo stringono istintivamente, senza
darmi il
tempo di pensare a cosa potrebbe essere quello che ho afferrato.
Maledette dita
e maledetto Lysander che mi distrae, non l’avessi mai fatto!
“Non
era la mia puzza quella che sentivi, Weasley. E, se posso permettermi,
anche tu
sei odiosa.”
Scorpius
Malfoy mi sorpassa degnandomi di un’occhiata obliqua e
vagamente
compassionevole, mentre tra le mie dita passa qualcosa di molto simile
alla
carne umana e poi a qualcosa di viscido e tremendamente appiccicoso; mi
porto
immediatamente la mano davanti agli occhi e noto con orrore una
Gelatina
Tuttigusti+1 masticata e accuratamente spiaccicata al centro del palmo.
“Razza
di idiota!” urlo attirando l’attenzione di tutto il
corridoio, ma lui nemmeno
si volta.
“Però”
commenta Lysander, “sudore. Ha ragione, adesso sei tu a
puzzare”.
Non
la passerà liscia.
Ottimo:
siamo solo al primo giorno e già non trovo più le
chiavi della stanza; devo
averle lasciate sul comodino accanto al mio letto quando sono uscita
per
correre da Albus a dirgli di tralasciare il dettaglio in cui io e
Malfoy siamo
capitati in coppia agli stessi corsi nella lettera per i suoi genitori
– che farebbe
morire d’infarto i miei.. o meglio mio padre.
Morale
della favola? La mia compagna di stanza canta placidamente sotto la
doccia con
la sua meravigliosa voce da usignolo e io non posso rientrare in camera
finché
non riemerge dal bagno e si accorge dei pugni con cui sto tempestando
la porta;
direi che non potrebbe andare pegg..
“Weasley?
Che accidenti stai facendo?”
Oh
no, potrebbe eccome.
“Malfoy”
gemo, accasciandomi per terra con la schiena contro la porta;
“ti prego, muori
ora.”
“Non
che ne abbia molta voglia, in effetti.. e poi il mondo ne
soffrirebbe”
“Ti
assicuro che si abituerebbe in fretta alla tua assenza”;
Scorpius Malfoy non è
vanitoso ed egocentrico: di più. Percorre in due falcate la
distanza che lo
separa dalla porta della mia stanza e dopo aver storto la bocca in una
smorfia
eloquente destinata a me e al pavimento su cui sono seduta si azzarda a
poggiarvi il suo regale fondoschiena.
“Non
dire sciocchezze, come passeresti i tuoi pomeriggi senza di
me?” continua; cosacosa?!
“Che
stai dicendo, Malfoy? Io e te non abbiamo mai passato dei pomeriggi
insieme!” e
per inciso neanche vorrò mai farlo!
Ghigna;
“No, ma li passi a prepararti le rispostacce da rifilarmi
durante i giorni
successivi”.
Mi
ritrovo a ridacchiare mio malgrado. “Non è vero,
mi vengono spontanee; sei la
mia fonte di ispirazione di cattiverie” rispondo, sforzandomi
di guardarlo
storto.
“Godric,
che onore” borbotta divertito.
Dopo
uno o due minuti di completo silenzio – purtroppo –
torna alla carica, forse
nella segreta intenzione di prendermi per sfinimento e vincere la
nostra
quotidiana lotta personale: “In ogni caso.. che accidenti ci
fai seduta davanti
alla porta di camera tua? La tua bella francesina ti ha cacciata
perché puzzi?”
“Piantala,
idiota” lo rimbecco assestandogli un pugno su un braccio, che
viene prontamente
accolto da un guaito offeso e lievemente effeminato; “Ho.. ho
lasciato le
chiavi dentro e non posso aprire”.
Malfoy
si lascia scappare una mezza risata che provvedo subito a troncare con
un altro
tentativo di pugno, bloccato tuttavia da un suo braccio che mi afferra
il polso;
“Smettila, non farmi venir voglia di picchiarti”
dice, chiaramente sarcastico.
“Non
lo faresti mai: hai paura”
“Paura,
Weasley? Ringrazia il mio codice cavalleresco che mi impedisce di
riempire di
botte le donne.. e quelle che sotto sotto dovrebbero esserlo”
“Affari
tuoi: il mio codice non mi impedisce di picchiare le femminucce che si
vestono
da maschi”
“Spiritosa
ai limiti dell’indecenza, Weasley. A volte mi chiedo come tu
e Albus possiate
essere parenti.”
“Io
mi chiedo come possiate essere amici, che è peggio”
“Io
mi chiedo cosa cavolo ci fate accampati come due profughi davanti a una
porta
aperta” dice una voce che riconosciamo essere proprio quella
di Albus, che dall’altra
parte del corridoio fissa ora me e Malfoy accovacciati vicini sul
pavimento, un
mio braccio ancora stretto da lui, ora Elmire affacciata alla porta
della
stanza con un grosso asciugamano avvolto sulla testa –
nonostante il quale
riesce comunque ad essere strafiga.
“Oh”
dice lui tentennando per un istante, per poi ricomporsi e alzarsi di
scatto
pulendosi i pantaloni con le mani e poi tendendomene una per aiutarmi a
tirarmi
su.
“Oh”
dico anch’io, facendo per afferrare la mano che mi porge e
ritrovandomi seduta
col sedere per terra quando all’ultimo secondo la tira
indietro sogghignando. “Ahio! Questa me la paghi,
fifone!” aggiungo, ma Malfoy è ormai
già lontano e se la ride
della grossa.
***
No,
non abbiamo scuse; sì, io sono un disastro e sì,
mi punirò alla maniera degli
elfi domestici per aver dimenticato la password dell’account
e disabilitato la
connessione a internet all’unico pc fisso della casa da cui
avevo l’accesso
aperto .___. ovviamente sono quella piaga di Lils
e ne approfitto per chiedere scusa a tutte le anime pie che
continuano a seguirci: siete meravigliosi :)
Grazie,
grazie davvero e al più presto spero, salvo altri drammatici
imprevisti (ad
esempio la mia morte per decapitazione ad opera di Gian, se
farò ricapitare una
cosa del genere); bacioni!! <3