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Autore: Lils__L7    17/05/2012    4 recensioni
Ponendo il caso che il destino ti scelga per fare qualcosa di estremamente figo, chiunque credo sarebbe contento. Comincerebbe a sprizzare gioia come una mimbulus mumbletonia spruzza puzzalinfa, con l'unica differenza che spesso la felicità non puzza.
"No, signor Potter, e questo è l'ultimo dei particolari che potreste voler sapere sul vostro viaggio: una Passaporta non potrà bastare per raggiungere la Scuola, poiché si trova fuori dall'Europa." risponde la McGranitt, e Merlino mi fulmini se quello che vedo incresparle impercettibilmente il viso di fronte alle nostre espressioni allibite non è un sorriso: "Il vostro campus si trova a Nashville, nel Tennessee, Stati Uniti d'America".
-Storia sospesa-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ogni volta che quell'idiota di un Cappello Parlante cantava quella sua filastrocca di dubbio gusto ogni inizio anno, incitandoci a essere buoni gli uni con gli altri e sforzarci di fare un po' di collaborazione, dentro di me mi ripetevo che piuttosto che avere a che fare con gente come Hayden Berrymean o Joffrey McLaggen me ne sarei volentieri andato a fare due giri di valzer con la Piovra Gigante. Figurarsi quando poi Albus mi implorava di non discutere ogni due secondi con Rose Weasley come potevo cominciare a ridere fragorosamente e sguaiatamente: io e lei amici ? Bah...

Eppure non bisogna mai dimostrarsi troppo convinti delle proprie teorie, perchè spesso capita di ricrederti proprio quando meno te lo aspetti. Ricordo che mia madre me lo diceva sempre: “Attento Scorpius a giudicare gli altri, perchè non sai mai quello che può succedere un domani...”

Io rispondevo, punto nel mio orgoglio Grifondoro, che ero certo delle persone che mi erano accanto e che andava tutto bene così. Eppure, ahimè, arriva il momento in cui il tuo nemico giurato diventa niente rispetto al nuovo genio del male che vorresti prendere a calci... E se cambi idea e ti comporti diversamente, ti danno anche dell'incoerente!

 

 

****

 

Il primo risveglio nel Tennessee credo che sia la cosa più brutta che io abbia mai provato: svariate ore di fuso orario (sei? Sette? Bah, è uguale...) non aiutano di certo a dormire di notte. In più aggiungiamoci anche che il tuo compagno di stanza, che viene da una regione non meglio precisata del Burundi o di qualche altro sperduto angolo del pianeta, russa come una motosega impazzita... non c'è da sorprendersi che abbia preferito vagare in giro per il campus come uno scemo di guerra in tempo di pace, fumando quasi un pacchetto di sigarette dalla noia e giocherellando con la bacchetta magica.

Il risultato di questa mia passeggiata alle quattro e mezza di mattina è che sto camminando come uno zombie verso la mensa per la colazione, con un paio di occhiaie da panda.

Albus anche non ha l'aria di aver dormito bene: probabilmente sarà capitato anche a lui di avere un compagno di stanza impossibile da gestire o da tollerare.

“Giuro che lo uccido” sta grugnendo “è stato tutta la notte su Skype con quegli altri idioti della sua scuola spagnola a cianciare e urlare. E come se non bastasse sembrava di stare in una ciminiera per colpa di quel suo sigaro di merda che ha fumato per tutta la durata della chiamata... mi verrà il cancro ai polmoni in questa settimana”

“Il mio se ti può consolare ha russato peggio di Frank... sono uscito alle 4 dalla stanza, premurandomi di fare più rumore possibile ma non credo che mi abbia sentito”

Siamo davanti la mensa dove ci chiedono di strisciare le carte magnetiche che fungono da chiavi, americanate, per poter entrare dove sento decisamente un buon profumino... almeno la colazione è decente cavolo!

Per forza di inerzia mi dirigo davanti tre balene travestite da donne di servizio che mi mettono qualcosa che dall'aspetto sembra unta e bis-unta ma poi quando al tavolo le addento hanno un sapore decisamente squisito.

“Giorno ragazzi!”

Di prima mattina non mi era mai capitato di sentire i suoi toni soavi, dato che fortuna ha voluto che fossimo in due case diverse: che vita di merda!

“Giorno Rose.” Albus le sta rispondendo prima di rifiondarsi sul cibo. Io continuo a mangiare esattamente come stavo facendo prima.

“Guarda che ho salutato anche te, maleducato...”

“Giorno Weasley” il mio tono è seccato ma non mi va di mettermi a discutere ancora prima di cominciare la giornata. E infatti la vedo spiazzata perchè ci scommetto tutte le figurine delle Cioccorane che era subito pronta a rifilarmi una rispostaccia. Poco male, non ho voglia di starla a sentire oggi...

“Hey Rose?” un delicato accento francese mi sveglia dai miei sogni ad occhi aperti mentre mangio il bacon, che non appena alzo lo sguardo mi si mette di traverso e mi fa prendere tre occhiatacce in rapida successione.

“Dimmi Elmire” il tono è fintamente amichevole, come quello che rivolge a Rebecca Prinsley quando parlano a scuola.

“Je vais... se ti occorre quolcosa, io sto prendendo la mia dejeuner... quolsiasi coosa, d'accord?”

“Sisi... ci vediamo stasera!” la sento tirare due belle maledizioni sotto voce.

“Weasley... perchè non mi presenti la tua amica francese?!”

L'occhiata che mi rivolge mi fa perdere la voglia di fare qualsiasi altra battuta di spirito.

 

Dopo la colazione sono previsti dieci minuti per arrivare (a piedi) nelle classi che si trovano, ovviamente, dall'altra parte del campus. Magicamente in ogni camera dei dormitori sono apparsi due fogli, uno a testa, con la lista delle classi e gli orari che avremmo dovuto seguire durante questi dieci giorni, a seconda delle materie che avevamo scelto e del rendimento scolastico.

E come al mio solito, dopo una breve occhiata al mio orologio da polso, sono in ritardo e quindi borsa in spalla e correre verso la direzione indicata in quella mappetta che ci hanno dato.

 

“E ora che anche Hogwarts 2 è arrivato possiamo cominciare la lezione. Prego si accomodi vicino l'altra sua collega della sua scuola.”

Strabuzzo gli occhi. Una classe piena di facce sconosciute. Una sola faccia che conosco. Rose Weasley.

 

 

 

 

****

 

 

 

Quando mio padre è venuto a sapere dell’esito dello Smistamento è quasi riuscito a mantenere un certo contegno nel mostrarsi deluso dalla mia collocazione tra i Corvonero, ma non a impedirsi di urlare al sortilegio quando ha scoperto di Malfoy in quella che era stata anni prima la sua Casa; a quei tempi avevo undici anni ed ero una bambina innocente, e, soprattutto, non avevo mai conosciuto questo fantomatico ragazzino che aveva tanto stupito i miei genitori e i miei zii, ma credevo ingenuamente che non potesse esistere una persona più spregevole di quella zia Muriel che a volte ero costretta ad andare a trovare durante le riunioni familiari dei Weasley – e soprattutto che il Cappello non potesse sbagliare mai.

Ma come ho detto ero solo una bambina innocente, e se tornassi indietro nel tempo forse preferirei buttarmi giù dalla Torre di Astronomia piuttosto che accettare che Scorpius Malfoy gongoli contento e infame tra degli onesti Grifondoro.

 

 

 

 

Da che ricordi, io e Albus Severus Potter siamo sempre stati estremamente affiatati e il nostro legame oggetto di invidia da parte di tutti i nostri altri cugini: sempre d’accordo, di quelle coppie che si completano a vicenda frasi e azioni, capaci probabilmente di disegnarci l’un l’altro ad occhi chiusi senza dimenticare neanche un dettaglio; l’ho sempre considerato una parte di me, e proprio per questo ritenevo che dovesse obbligatoriamente possedere almeno un briciolo di cervello – essendo io una brillante Corvonero di alta categoria. Evidentemente non ho mai capito nulla della vita mia e di Al, perché a rigor di logica non avrebbe mai dovuto stringere amicizia con una persona come Scorpius Malfoy; per carità, non che abbia niente contro di lui, ma non riesco a fare a meno di pensare che sia un tantino sciocco. Ovviamente parlo di Albus.

Malfoy, invece, è quanto di più insopportabile esista al mondo: basta osservarlo in questo momento mentre vaga distrattamente con lo sguardo per la classe senza degnare della minima attenzione la lezione e il professore che la sta tenendo, come se fosse al di sopra dei suoi insegnamenti e tutto questo gli fosse stato crudelmente imposto; forse eviterò di urlargli contro che dovrebbe mostrarsi anche solo lievemente riconoscente della grandiosa opportunità che gli è stata messa a disposizione da quella santa donna della McGranitt, ma non mi tratterrò dal ricordargli che non possiamo permetterci alcuna defaillance se non vogliamo infangare il buon nome di Hogwarts davanti a tutto il mondo.

“Malfoy” bisbiglio, pungendogli un fianco con la piuma ancora sporca d’inchiostro; ops. “Vuoi degnarci della tua regale attenzione?”

“No, Weasley” risponde, senza neanche voltarsi verso di me; razza di maleducato.

“Smettila di fare il saputello e ascolta la lezione. Lo sai che avremo un test a breve, vero?”

“Ti lascio l’onore di far guadagnare la vittoria a Hogwarts”

Brutto imbecille! Ma con che cosa ricuciono ogni anno quel maledetto Cappello che dovrebbe Smistare gli studenti a seconda delle loro caratteristiche? Questo qui non ha nulla di Grifondoro, doveva marcire tra le Serpi come suo padre, sua madre e tutta la sua stirpe! Che Merlino mi fulmini oggi stesso se il principino dei miei stivali deve rovinarmi questi dieci giorni.

“Malfoy, se non ti impegni dirò a tutti che hai paura dell’aereo” ringhio, cercando di non farmi vedere né sentire da nessuno.

Lo vedo agitarsi sulla sedia: colpito e affondato! “Non hai le prove, piattola” ribatte, cercando di sembrare sicuro di sé.

Reprimo un ghigno camuffandolo in un’espressione di infinita serietà che rivolgo alla lavagna interattiva su cui il professore sta scrivendo qualcosa mentre mi avvolgo con lentezza la manica sinistra della camicia attorno al braccio, fino a scoprirne metà; Scorpius Malfoy sbianca – per quanto sia possibile ad una mozzarella come lui – e io esulto in silenzio vittoriosa, sapendo che grazie agli evidenti segni rossi sulla mia pelle lasciati dalle unghie del qui presente idiota non sarò costretta a fare da sola tutto il lavoro.

 

“Lysander!”

La testa bionda del mio migliore amico è riconoscibile anche tra tutti questi nuovi studenti; non che Lysander sia difficile da vedere, in ogni caso: è alto e allampanato, e si muove con un’andatura strascicata che non ho mai visto a nessun altro. Forse ha problemi d’insonnia.

“Rose, ciao” dice, “Com’è andata?”

“Così così” rispondo, portandomi un braccio dietro la schiena per riporre il foglio coi corsi da seguire nella borsa; “Malfoy è odioso e puzza”.

Invece di incontrare la cerniera, le mie dita trovano la morbida consistenza di un tessuto molto simile al cotone e lo stringono istintivamente, senza darmi il tempo di pensare a cosa potrebbe essere quello che ho afferrato. Maledette dita e maledetto Lysander che mi distrae, non l’avessi mai fatto!

“Non era la mia puzza quella che sentivi, Weasley. E, se posso permettermi, anche tu sei odiosa.”

Scorpius Malfoy mi sorpassa degnandomi di un’occhiata obliqua e vagamente compassionevole, mentre tra le mie dita passa qualcosa di molto simile alla carne umana e poi a qualcosa di viscido e tremendamente appiccicoso; mi porto immediatamente la mano davanti agli occhi e noto con orrore una Gelatina Tuttigusti+1 masticata e accuratamente spiaccicata al centro del palmo.

“Razza di idiota!” urlo attirando l’attenzione di tutto il corridoio, ma lui nemmeno si volta.

“Però” commenta Lysander, “sudore. Ha ragione, adesso sei tu a puzzare”.

Non la passerà liscia.

 

Ottimo: siamo solo al primo giorno e già non trovo più le chiavi della stanza; devo averle lasciate sul comodino accanto al mio letto quando sono uscita per correre da Albus a dirgli di tralasciare il dettaglio in cui io e Malfoy siamo capitati in coppia agli stessi corsi nella lettera per i suoi genitori – che farebbe morire d’infarto i miei.. o meglio mio padre.

Morale della favola? La mia compagna di stanza canta placidamente sotto la doccia con la sua meravigliosa voce da usignolo e io non posso rientrare in camera finché non riemerge dal bagno e si accorge dei pugni con cui sto tempestando la porta; direi che non potrebbe andare pegg..

“Weasley? Che accidenti stai facendo?”

Oh no, potrebbe eccome.

“Malfoy” gemo, accasciandomi per terra con la schiena contro la porta; “ti prego, muori ora.”

“Non che ne abbia molta voglia, in effetti.. e poi il mondo ne soffrirebbe”

“Ti assicuro che si abituerebbe in fretta alla tua assenza”; Scorpius Malfoy non è vanitoso ed egocentrico: di più. Percorre in due falcate la distanza che lo separa dalla porta della mia stanza e dopo aver storto la bocca in una smorfia eloquente destinata a me e al pavimento su cui sono seduta si azzarda a poggiarvi il suo regale fondoschiena.

“Non dire sciocchezze, come passeresti i tuoi pomeriggi senza di me?” continua; cosacosa?!

“Che stai dicendo, Malfoy? Io e te non abbiamo mai passato dei pomeriggi insieme!” e per inciso neanche vorrò mai farlo!

Ghigna; “No, ma li passi a prepararti le rispostacce da rifilarmi durante i giorni successivi”.

Mi ritrovo a ridacchiare mio malgrado. “Non è vero, mi vengono spontanee; sei la mia fonte di ispirazione di cattiverie” rispondo, sforzandomi di guardarlo storto.

“Godric, che onore” borbotta divertito.

Dopo uno o due minuti di completo silenzio – purtroppo – torna alla carica, forse nella segreta intenzione di prendermi per sfinimento e vincere la nostra quotidiana lotta personale: “In ogni caso.. che accidenti ci fai seduta davanti alla porta di camera tua? La tua bella francesina ti ha cacciata perché puzzi?”

“Piantala, idiota” lo rimbecco assestandogli un pugno su un braccio, che viene prontamente accolto da un guaito offeso e lievemente effeminato; “Ho.. ho lasciato le chiavi dentro e non posso aprire”.

Malfoy si lascia scappare una mezza risata che provvedo subito a troncare con un altro tentativo di pugno, bloccato tuttavia da un suo braccio che mi afferra il polso; “Smettila, non farmi venir voglia di picchiarti” dice, chiaramente sarcastico.

“Non lo faresti mai: hai paura”

“Paura, Weasley? Ringrazia il mio codice cavalleresco che mi impedisce di riempire di botte le donne.. e quelle che sotto sotto dovrebbero esserlo”

“Affari tuoi: il mio codice non mi impedisce di picchiare le femminucce che si vestono da maschi”

“Spiritosa ai limiti dell’indecenza, Weasley. A volte mi chiedo come tu e Albus possiate essere parenti.”

“Io mi chiedo come possiate essere amici, che è peggio”

“Io mi chiedo cosa cavolo ci fate accampati come due profughi davanti a una porta aperta” dice una voce che riconosciamo essere proprio quella di Albus, che dall’altra parte del corridoio fissa ora me e Malfoy accovacciati vicini sul pavimento, un mio braccio ancora stretto da lui, ora Elmire affacciata alla porta della stanza con un grosso asciugamano avvolto sulla testa – nonostante il quale riesce comunque ad essere strafiga.

“Oh” dice lui tentennando per un istante, per poi ricomporsi e alzarsi di scatto pulendosi i pantaloni con le mani e poi tendendomene una per aiutarmi a tirarmi su.

“Oh” dico anch’io, facendo per afferrare la mano che mi porge e ritrovandomi seduta col sedere per terra quando all’ultimo secondo la tira indietro sogghignando. “Ahio! Questa me la paghi, fifone!” aggiungo, ma Malfoy è ormai già lontano e se la ride della grossa.

 

 

 

 

 

***

No, non abbiamo scuse; sì, io sono un disastro e sì, mi punirò alla maniera degli elfi domestici per aver dimenticato la password dell’account e disabilitato la connessione a internet all’unico pc fisso della casa da cui avevo l’accesso aperto .___. ovviamente sono quella piaga di Lils e ne approfitto per chiedere scusa a tutte le anime pie che continuano a seguirci: siete meravigliosi :)

Grazie, grazie davvero e al più presto spero, salvo altri drammatici imprevisti (ad esempio la mia morte per decapitazione ad opera di Gian, se farò ricapitare una cosa del genere); bacioni!! <3

  
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