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Autore: Il_Bardo    17/05/2012    1 recensioni
Cosa accadrebbe se la morte stessa fosse a tuo favore e ti permettesse di continuare a vivere la tua vita?
Questo è ciò che accadde a Seralph, morto per vivere
e per far riaffiorare quel Coraggio e Volontà che servono per affrontare gli altri e se stessi.
Libertà di vita, brandendo la morte nelle sue mani, ad una sola condizione ed una soltanto : non uccidere.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivevo in un'epoca dove chi aveva avuto un'infanzia infelice, poteva farsene vanto. Ma tra chi per verità e chi per pura bugia, io ero uno dei pochi che l'aveva davvero subita. Destino forse, che mi ero ritrovato legato, in una increspata trama che pensavo non mi appartenesse.
Era una notte qualsiasi, indefinita, una notte di sonno forzato, il giorno seguente avrei avuto Quel grande impegno. Nel mezzo di quella notte, quando l'alba era ancora lontana dall'affacciarsi sul mondo, il sogno sprofondò ancora nella tetra quiete dove già vi si trovava. Avevo aperto gli occhi, non realmente e stavo sognando, un sogno come qualunque altro. Inconsciamente lo sapevo di trovarmi nel bel mezzo di un sogno, in cui stavo cadendo, sprofondando in una lenta discesa paralizzante.
Sentivo il profumo di garofano, sentivo anche cadere il mio corpo verso il baratro in cui ero sprofondato, forse per sbaglio o per intenzione, e la mia infanzia spezzata non era che la punta della cima da cui stavo cadendo.
Avevo necessità della luce, che mi permetteva di vedere, dov'ero, chi ero, cosa stesse accadendo, avevo bisogno della luce della vita stessa, che man mano si stava spegnendo sopra e dentro di me.
Ebbi in seguito la sensazione che l'impatto sul fondo, semmai ce ne fosse stato uno, era imminente, da un attimo all'altro, di un tempo che in un sogno, oramai trasformato in un mezzo incubo non può che Non scorrere.
Qualcosa però interferì con la mia caduta, mi raccolse delicatamente e rividi in lontananza la luce, poi una voce angelica che venne interrotta, bruscamente, da un'altra, più cupa e grottesca,
che fece riecheggiare quelle sillabe infinitamente nella mia testa : "Sei morto. Ma la tua anima è rimasta qui. Avrai nelle tue mani la forza per cambiare la tua Vita. la condizione è una e una soltanto. Se uccidi qualcuno, avrai fallito..".
Mi risvegliai di colpo, notando che l'aurora era già passata.
Mi alzai, in pochi passi arrivai al bagno, in quel momento notai che la mia pelle era pallida, bianca come latte. Guardai le mie mani, erano molto più secche di come me le ricordavo. Si intravedevano le giunture delle falangi, coperte in parte da pezzi lacerati di carne.
Mi insospettii, ero ancora intontito per via del risveglio, decisi di fare un'ultima prova e definitiva:
Guardai nell'immenso specchio al centro del bagno, mirai ogni più singolo tratto della mia faccia che non corrispondeva al mio volto precedente.
Era lo stesso, per metà scheletrico, solo l'orbita con l'occhio all'interno contornato di nervature rinsecchite trovava spazio in quella superficie liscia e opaca.
Era il mio volto, solo con qualche pezzo di carne in meno. La mia cassa toracica era completamente scoperta, gli organi incartapecoriti e anneriti erano velati da un leggero strato di pelle e brandelli.
I miei capelli erano rimasti, folti che avvolgevano la mia testa come se nulla fosse successo.
Era una visione surreale, a cui potevo rimediare, semplicemente sfiorando il nuovo volto, con quelle mani scheletriche e affusolate che fremevano entrambe di una strana fiamma dalla tonalità che variava dal viola al blu del cielo. quelle fiamme che sprigionavano le mie dita, i palmi, le mani stesse, velavano con quel fumo ceruleo il mio aspetto, riportandolo a quello precedente, per consentirmi di continuare la mia Non-Vita.
  
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