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Autore: Kooskia    18/05/2012    3 recensioni
Fanfiction sul Ciclo dell'Eredità di C. Paolini. Ambientata durante lo svolgimento della trama della serie (copre complessivamente un'arco temporale della durata di un anno). Presenta personaggi e ambienti di mia creazione senza influire/modificare/alterare i personaggi originari del Ciclo.
In questa storia vedremo un Cavaliere solitario e il suo drago: nati e cresciuti fuori dai confini noti di Alagaesia, essi si batteranno per riportare la pace in questo angolo di mondo inesplorato scoprendo la verità di un passato a loro ignoto e plasmando il loro futuro in una terra aspra e selvaggia.
Epilogo contentene Spoiler.
Un capitolo conterrà tematica erotica (rating Arancione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 12 - La Festa della Lunga Notte.

Le sue grandi ali sbattevano con forza, il vento sferzava sui suoi fianchi dorati mentre il piacere di volare a tale velocità le schiariva la mente. Dopo alcuni istanti i ricordi iniziarono ad affiorare:
sembrava passato così tanto tempo da allora.

La foresta appariva diversa da come l’aveva sempre conosciuta. Era venuta al mondo sotto rigogliose fronde ma con lo scorrere delle lune gli alberi si erano fatti più nudi e l’aria più fredda.
I cicli del giorno e della notte erano cambiati e i periodi di buio si allungavano sempre di più.
Era da poco passato il tempo in cui i quattro-zampe-con-le-corna si radunavano tra loro, la dragonessa non aveva compreso bene i motivi di questi raduni ma non le interessava.
Significava semplicemente che era più facile riempirsi la pancia.
Niya se ne stava sdraiata nella radura ad annoiarsi quando all’improvviso qualcosa di bianco e leggero iniziò a cascare dal cielo. Incuriosita, la dragonessa cercò di guardarli più da vicino: tuttavia ogni qualvolta ci provava il suo respiro caldo sembrava farli scomparire.
Frustrata si alzò e si diresse rapidamente verso la tana-di-pelliccia di Kooskia.
Da poco tempo il suo compagno-di-cuore-e-di-mente aveva lasciato la tana-sotto-la-terra della sua famiglia.
Niya era sorpresa perché, benché fosse cresciuta troppo per entrarci, non era affatto un brutto posto.
Era né troppo calda, né troppo fredda, ben diversa da quelle ridicole tane che le volpi scavano sotto terra che al massimo contenevano qualche strato di foglie.
I quattro-zampe con cui era cresciuta scambiavano le loro prede in eccesso per avare cose utili o interessanti dai due-gambe: per esempio stendevano sul suolo delle pellicce ripulite, oppure collezionavano tanti begli oggettini che i due-gambe erano così bravi a fare.
Aveva visto una volta Kooskia fare qualcosa del genere con rami, fili, piume e perline da appendere alle pareti della sua nuova tana-di-pelliccia.
Era logico che i quattro-zampe ne fossero attratti, non avendo squame così belle come le sue.
Due giorni dopo Niya aveva tentato di imitarlo col solo risultato di devastare dei cespugli che (aveva scoperto solo in seguito) producevano delle bacche rosse molto buone.
Sbuffò al pensiero dei rimproveri che si era presa perché nessuno le aveva detto di non provarci.
La tana-di-pelliccia di Kooskia era isolata dalle altre che Niya aveva visitato quando era più piccola: quando la dragonessa lo raggiunse, il suo compagno-di-cuore-e-di-mente era seduto all’esterno su di una roccia.
Di solito i due-gambe maschi giravano con la parte del corpo più alta tutta scoperta (lei si era sempre chiesta perché le femmine si coprissero un pochino di più) tuttavia quel giorno anche Kooskia indossava una pelliccia sopra la sua pelle quasi nuda.
-Kooskia, cos’è questa cosa bianca che cade dal cielo?-
Il giovane due-gambe si voltò, sorridendo con quella sua buffa faccia senza squame.
-Questa è neve Niya, dalle nostre parti si vede raramente, solo uno o due giorni dell’inverno.. ma ho sentito dire che i villaggi sulle montagne a nord trascorrono intere lune con il suolo coperto di neve-
La dragonessa sbuffò, quindi si sdraiò sul terreno vicino a lui.
-Beh.. non mi piace, preferisco molto di più quando il vento trasporta da sud quella polvere calda che mi hai detto chiamarsi sabbia..-
Abbassò il muso, guardando con curiosità cosa stava facendo Kooskia: tra le sue mani c’era qualcosa che emanava un profumo invitante.
Sembrava carne di cervo contenuta in una foglia di medie dimensioni, ma era stata tutta sminuzzata e mescolata con qualcos’altro.
Kooskia sorrise e richiuse la foglia formando uno strano pacchetto, poi allungò la mano verso una sacca che era posata a fianco della roccia dove era seduto e si rimise al lavoro.
-Sono regali per la Festa della Lunga Notte, non credo di avertene ancora parlato … ogni inverno le giornate diventano sempre più brevi fino a quando abbiamo la notte più lunga di tutte.
E’ un giorno importante, durante il quale il Popolo dei Lupi e i Lupi si radunano insieme per festeggiare la fine di un anno e augurarsi il meglio per quello successivo: è abitudine scambiarsi piccoli doni in questa occasione.-

Si abbassò e raccolse da una cesta una nuova foglia e un’altra manciata di piccole bacche rosse, mischiando queste ultime e la carne sminuzzata dentro la foglia.
-I lupi vanno pazzi per queste: sono bocconcini di carne bollita e poi esiccata di cervo mischiati a bacche rosse, sembra un regalo semplice ma lo apprezzano più di tante altre cose.-
Niya avvicinò un po’ il muso per annusare meglio, l’odore era decisamente invitante.
-Comunque si possono fare molti tipi di regali.. per esempio i lupi sono a loro volta molto bravi a scovare piccole pietre o cose simili con cui fare ornamenti e.. –
La dragonessa si alzò improvvisamente con uno strano scintillio negli occhi.
Senza aggiungere altro si allontanò dalla tana di Kooskia mentre quest’ultimo non fece nulla per fermarla. Quando i pensieri interrogativi del suo Cavaliere la raggiunsero, lei rispose rapida:
-Voglio fare anch’io un regalo! Aspetta e vedrai..-
Con un guizzo divertito chiuse la sua mente per impedire al giovane due-gambe di scoprire cosa aveva intenzione di fare: non voleva assolutamente che Kooskia scoprisse qualcosa in anticipo.
Poco dopo pensò che forse aveva esagerato.
Non poteva cacciare un branco di cervi e poi lasciare una carcassa di fronte ad ogni tenda o tana, decisamente non avrebbe funzionato perché tutti avrebbero ricevuto animali di grandezza differente e sarebbe sembrato che Niya volesse fare regali più belli a qualcuno rispetto che ad altri.
Però avrebbe pur sempre potuto prometter loro di cacciare un bel cervo a testa nei giorni a venire.
Un bel cervo fresco lasciato sul ciglio della teda o di una tana.
-Sì.. è la soluzione migliore-
Poi pensò che Kooskia, essendo il suo compagno-di-cuore-e-di-mente, avrebbe senza dubbio meritato qualcosa di meglio: un regalo speciale.
La dragonessa raggiunse il ciglio di una piccola altura, da quella posizione poteva vedere il verde panorama della foresta sotto di lei: una leggera patina bianca si stava formando dove la neve si accumulava.
Il suo sguardò vagò distrattamente per fermarsi infine su di un torrente che scorreva ai piedi del ciglio: non era molto grande ma era circondato da sassi e pietre di tutti i tipi.
-Perfetto !!-
Con un agile balzo Niya si lanciò dal ciglio, allargò le ali giusto per frenare la discesa e atterrò con grazia a fianco del piccolo corso d’acqua.
La dragonessa dorata allungò il collo annusando ed esplorando le pietre lì intorno, sapeva bene che i quattro-zampe apprezzavano le piccole pietre colorate.
Anche i due-gambe lo facevano e quindi probabilmente a Kooskia sarebbe piaciuta una bella pietra.
Osservò le pietre attorno a lei per diversi minuti finché si trovò dinnanzi il sasso più bello di tutti.
Era maestoso, alto quanto il dorso di un quattro-zampe, solido e dall’aspetto imponente: tutto grigio con delle striature bianche: se ne stava lì in mezzo a tante altre pietre come se fosse collegato ai suoi compagni ma in qualche modo ne fosse anche separato.
-Come noi …- non poté fare a meno di pensare.
-Noi siamo come.. cosa?- si intromise all’improvviso la mente di Kooskia.
Rapidamente la dragonessa nascose tutti i suoi pensieri riguardo a quel che stava facendo.
-Niente !! Tu pensa a fare i tuoi regali ..-

Nonostante il suo stomaco avesse smesso di brontolare da un pezzo, Niya era inquieta.
Le capitava di rado, specie quando avvertiva la presenza confortante di mezzo cervo dentro la sua pancia.
Se ne stava sdraiata osservando un focolare con sguardo spazientito mentre il banchetto si protraeva ancora, tutti i presenti attorno a lei non facevano che continuare a ridere, scherzare e mangiare.
Kooskia sedeva vicino a lei, condividendo la stessa lentezza degli altri del loro gruppo che mangiavano in circolo attorno al fuoco.
-Niya.. qualcosa non va? Sembri agitata..-
Lei non riuscì a trattenersi oltre, credeva che almeno Kooskia potesse capire facilmente.
-Certo che sono agitata!! Se tutti quanti si degnassero di finire di mangiare, finalmente potremmo scambiarci i doni e io voglio sapere se il dono che ti ho fatto ti piace o meno, voi quattro-zampe e due-gambe siete tutti uguali, non si può mai… -
I pensieri del ragazzo si intromisero tra i suoi, cercando di placare il discorsetto che lei si era preparata.
-A volte sei buffa sai? Perché continui a chiamarci così? Potresti chiamarci semplicemente lupi e umani, non è più semplice? A parte il fatto che a volte dici “quattro-gambe” e “due-zampe”..-
La dragonessa sbuffò, un po’ irritata per il fatto che il suo Cavaliere l’avesse appena definita buffa.
-Beh.. è quello che siete no? E per quel che mi riguarda chiamarle “gambe” o “zampe” fa poca differenza: sono sempre poco più che bastoncini col quale a malapena vi reggete in piedi: che siano quattro o due. Vi fate troppo affidamento: dovreste avere le ali e così evitereste di cadere, inciampare e rotolare nel fango la metà del vostro tempo.-
Kooskia rispose ridacchiando mentre la sua mano destra si posò delicatamente sul collo di lei.
Ci volle altro tempo perché finalmente le ciotole si vuotassero e i bastoni appuntiti su cui erano infilati bocconi di arrosto fossero ripuliti per bene: tanto per ingannare la noia Niya non aveva rinunciato ad una fila di conigli ben abbrustoliti.
I primi doni vennero estratti e scambiati reciprocamente, che fossero oggetti utili o semplici decorazioni venivano accettati e donati di buon grado e Niya ne fu sorpresa perché alcuni regali erano indubbiamente migliori di altri.
-Aspetta qui seduto..- disse al suo Cavaliere, quindi si allontanò verso la foresta per recuperare il suo dono.
Quando fece ritorno posò con la bella pietra grigia di fronte a Kooskia e non trattenne la propria soddisfazione.
-Bella vero?-
Tuttavia qualcosa sembrava non andare per il verso giusto, le voci intorno a loro si erano abbassate e la dragonessa dorata percepiva nitidamente sorrisi e piccole risate sommesse.
-Ehm.. è proprio un bel sasso Niya..-
La dragonessa si sentì il cuore in subbuglio, capiva benissimo quando il suo Cavaliere le nascondeva qualcosa..
-Dimmi la verità.. non ti piace!! Non è vero?-
Niya piegò il muso concentrando lo sguardo su di una ciotola vuota per cercare di non badare alla frustrazione e alla delusione, ma la sua coda tradiva i suoi pensieri quando con un movimento improvviso e involontario centrò in pieno e fece cascare rumorosamente un cumulo di rami per i focolari poggiati alla parete di una tana-di-pelliccia.
-Beh… Niya, sono sicuro che come macigno non è niente male, ma forse ti è sfuggito il fatto che..-
La dragonessa si alzò, con uno sbuffo di delusione abbandonando il circolo mentre le voci si facevano sempre più silenziose e serie.
Lei non vi badò, mantenne lo sguardo fisso a terra mentre il suo orgoglio ferito bruciava.
Al suo Cavaliere non era piaciuto il regalo e tutti avevano riso di lei.
Entrò nella foresta lasciandosi alle spalle il villaggio senza badare agli arbusti che schiacciava e ai rami bassi che faceva cascare per terra quando li spezzava col suo passaggio.
Avvertì la mente di Kooskia avvicinarsi alla sua ma si chiuse in se stessa evitando il contatto.
Si fermò solo quando raggiunse una radura per poi sdraiarsi e alzare il muso verso il cielo.
Le stelle risplendevano in quella notte buia, la neve aveva ripreso a cadere e il suolo ne era imbiancato.
Niya percepì, grazie al rumore dei passi, che il suo Cavaliere la stava raggiungendo.
Non importava quanto fosse bravo a nascondersi da una preda, lei lo avrebbe sempre sentito arrivare.
Avanzò senza fretta, per poi sedersi accanto al muso di lei, posando infine la sua piccola mano sulle sue scaglie.
-Niya … in questa notte l’importante non è il tipo di regalo che riceviamo, né se ci piace o meno e nemmeno se tutti lo ricevono. –
La dragonessa non capiva, che senso aveva fare un regalo se poteva non piacere?
-Sai quale regalo ti volevo fare oggi?-
Lei rispose con uno sguardo incuriosito.
-Di cosa avevi bisogno? Di cosa avevi desiderio? Tu sei una dragonessa, domini sia il cielo che la foresta: l’unico regalo che posso darti è essere sempre me stesso, il tuo Cavaliere, il tuo compagno-di-cuore-e-di mente-
Lei emise uno sbuffo divertito, ma i suoi sentimenti si placarono dopo le parole di Kooskia.
-Il regalo più grande che tu potevi farmi… me l’hai già dato: fu quando scegliesti me come tuo Cavaliere.
Da quando la tua mente si è unità alla mia e il mio cuore si è unito al tuo ho scoperto cose che ancora fatico a comprendere: sentimenti ed emozioni che non avrei mai immaginato prima.-

Non c’era più bisogno di altre parole, la dragonessa si piegò meglio per consentire al suo compagno-di-cuore-e-di-mente di salire in groppa.
Quando Niya si alzò in cielo le emozioni di lui si fusero nelle sue mentre entrambi volavano sotto le stelle.
Ciò che condivisero quella notte fu il vero regalo di entrambi.

Niya aprì gli occhi. Per un istante si aspetto di avvertire ancora il freddo della notte e della neve mentre volava libera dai pensieri insieme al suo Cavaliere, tuttavia era il calore del deserto ad avvolgerla.
Ed era sola.
Mentre il suo cuore si era placato grazie ai ricordi della Festa della Lunga Notte, in lei si fece strada il bisogno di fondere di nuovo la sua mente con quella di Kooskia.
Non provava rimorso per ciò che aveva compiuto, ma ora comprendeva meglio le sue stesse azioni.
E sapeva che finché il suo Compagno-di-cuore-e-di-mente fosse stato insieme a lei, i loro cuori e le loro menti avrebbero superato insieme qualsiasi avversità.
  
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