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Autore: Ayla_    18/05/2012    0 recensioni
In un universo quasi parallelo, esistono due paesi devastati da una guerra che continua da secoli. In mezzo fra loro, come una piccola macchia sulla cartina, esiste "la Bolla", un posto di pace in mezzo a tanto orrore.
Una ragazza come altre, un'amica fedele, sognatrice, intelligente, sensibile, solare e allegra ma insicura, testarda e un po' permalosa.
Cerca il suo posto nella vita, cerca un modo di aiutare le persone e allo stesso tempo di essere felice.
Questa é Ailis.
IMPORTANTE: Storia momentaneamente sospesa per mancanza d'ispirazione. Mi dispiace, la riaprirò appena possibile.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo mi svegliai bene, allegra e spensierata. L'idea delle responsabilità che la mia discendenza comportava era quasi dimenticata, lontana e surreale. Sapevo di chi era la colpa. La colpa era di quegli occhi marroni, magnetici e assolutamente bellissimi. Ma per mia fortuna James non sapeva ancora niente e  doveva continuare a non sapere, almeno finché non fossi stata più che sicura che di lui mi potevo fidare sul serio.
Intanto una settimana passò, e quella dopo ancora, una dopo l'altra, sempre simili: alzandomi la mattina; andando a scuola; ridendo, scherzando e parlando con Selina, Jenny, Liz, James e con Luca; facendo ripetizioni 3 volte alla settimana a James e diventando praticamente la sua migliore amica. Infatti parlavamo sempre di tutto, o quasi, e stavamo sempre insieme. Liz venne a dormire a casa mia (evento molto insolito ma gradito) e continuava a ripetermi che assolutamente io piacevo a James e che dovevo dirgli che sentimenti provavo per lui. Non ero per niente d'accordo, ma in effetti le parole di Liz mi misero la cosiddetta 'pulce nell'orecchio'. Forse, le promisi, avrei detto a James che mi piaceva. Ma non questa settimana, no.
E passarono tre settimane, tre bellissime settimane, le più belle della mia vita. Quelle che avrei in seguito ricordato più e più volte come una luce nei momenti bui della disperazione che era alle porte.

3 settimane dopo

Quella era una mattina come tante: mi sono svegliata, alzata e vestita; infine sono uscita. A scuola ho incontrato James nel parco appena arrivata, solo che aveva qualcosa di strano: era scontroso, chiuso, addirittura i suoi occhi sembravano di un'altra tonalità. Gli chiesi preoccupata:

"Ehi, ma che cos'hai oggi?"

Lui mi guardò di sfuggita, quasi avendo paura di guardarmi in faccia, poi rispose:

"Niente, non ti preoccupare, sto bene."

Sospirò e sembro più sofferente che mai. Non capivo il perché della sua freddezza, forse avevo fatto qualcosa di male? Glielo chiesi, ma lui
rispose stupito:

"Tu? Tu non hai fatto nulla, anzi...Mi ha fatto bene star con te, in questi ultimi tempi."

Guardò l'orologio, mancavano 3 minuti alla campanella, poi mi prese per mano e mi chiese:

"Conosci un buon posto, nascosto, dove possiamo parlare?"

"Vicino al salice c'é un capanno degli attrezzi che nessuno usa mai, a quest'ora André non c'é e io so dove sono le chiavi."

"Perfetto, andiamo prima che qualcuno ci veda!"

Entrammo nel capanno, lui a passo spedito, io camminando più lentamente, col cuore che andava all'impazzata. Liz, Selina o Jenny mi avrebbero sicuramente detto che stava per dichiararsi o qualcosa di simile, ma io sentivo che non era così. Anzi, che il motivo per cui mi voleva parlare non era affatto bello. Chiusi la porta dietro di me e notai che lo spazio era ristretto. Me lo ricordavo più grande, o almeno grande abbastanza per contenerci tutt'e due avendo anche un po' di spazio in più. Forse perché non ci entravo più da tre, quattro anni circa. Ora stavamo stretti, ci dividevano solo pochi centimetri. Sentii crescere dentro di me il bisogno di abbracciarlo, ma lo repressi in fretta. Lui sembrava a disagio, ma cominciò comunque a parlare:

"Senti Ailis, ecco, volevo dirti che... Tu devi disprezzarmi, odiarmi, non ti biasimerei se tu non volessi avere più niente a che fare con me."

Restai di sasso. C’era forse qualcosa che mi era sfuggito?

"Perché ti dovrei odiare scusa?"

"Ti ho mentito più volte. La prima quando ti ho fatto credere che non sapevo chi eri mentre in realtà sapevo benissimo che tu sei la discendente di cui parla la profezia. Le altre sono state ogni volta che tu ti fidavi un po' più di me, perché mi facevi avvicinare sempre un po' di più permettendomi così di non farti sospettare di nulla! Mi dispiace Ailis.”

 Sapeva che ero io la discendente da prima che lo sapessi io stessa? Ma lui  faceva parte degli "amici" a cui aveva accennato mia madre oppure dei "nemici"? La seconda era quella che continuavo con tutto il cuore a negare. Ma rigor di logica lui era...

"...un nemico."

Le sue pupille si contrassero, mi guardò e disse:

"Si. Sono un tuo nemico. Sono il figlio del re di Rasdea, Delmar. I soldati di mio padre saranno qui stanotte e attaccheranno casa tua."

Mi guardò. Rimasi impassibile, ma fu come ricevere uno schiaffo in piena faccia. Sentii la rabbia crescermi dentro quando realizzai che probabilmente anche la sua amicizia con me era tutta una recita per aiutare suo padre. Perché avvertirmi allora? Aggiunse:

"Dovete andarvene, tu e la tua famiglia."

Lo guardai, ma i suoi occhi ora mi provocavano solo freddezza e rabbia. Presi il cellulare e scrissi a mia madre:

                       Importante. Vieni a scuola SUBITO!

Meno di un minuto mi arrivò la risposta:

                        Arrivo in tre minuti, prendi anche tua sorella se ce n'é bisogno.

Uscii di corsa dalla casupola, seguita a ruota da James. Corsi verso l'aula di mia sorella, la prelevai con una scusa e poi filai verso il piazzale. Intravidi James che parlava al telefonino e mi faceva segno di fermarmi. Non lo ascoltai e salii nella macchina di mia madre, che ci portò a casa.
Arrivata a casa raccontai a mia madre quello che mi aveva detto James, il fatto che lui fosse uno dei miei nemici e come il fatto che fosse arrivato così vicino a me e così facilmente dimostrasse quanto io fossi ingenua e impreparata. Mia madre ribatté che non potevo pretendere di essere già una stratega esperta, ed io non volevo iniziare una discussione. L’unica cosa che importava realmente ora era mettere al sicuro i miei genitori e mia sorella. A proposito, lei era appena divenuta a conoscenza che ero io la causa dei suoi mali, ma stranamente non batté ciglio. Poi capii, lo sapeva anche lei! Insomma, lo sapevano tutti tranne me! Non era però il momento di pensare a queste cose. I soldati non sarebbero arrivati prima di sera, quindi avevamo tutto il tempo di prepararci. Mi disse di andare su in camera e di prendere vestiti sia pesanti sia leggeri (il minor numero possibile), soldi, e tutto ciò che pensassi potesse essermi utile. Obbedii e salii di corsa le scale. Arrivata in camera mia presi uno zaino e ci ficcai dentro due maglioni, i più pesanti che avevo, due magliette e altre cose, cercando di non pensare. Mi accorsi in quel momento che la finestra della mia camera era aperta. La chiusi velocemente, poi ripresi a preparare le mie cose. Sentii un fruscio dietro di me e mi girai, non vedendo niente. Continuai a preparare lo zaino, ma gettando uno sguardo sulla scrivania e vidi il disegno di James. Restai un attimo indecisa se prenderlo oppure no. Lo presi in mano, quando sentii di nuovo quel fruscio e una voce calda, dolce e conosciuta dirmi da dietro le mie spalle:

“Quello non ti servirà per scappare.”

Nascosi in fretta il disegno, per non farglielo vedere, intanto mi girai. Cosa ci faceva lui qui? Che cosa voleva da me? Come aveva fatto a entrare? Ma soprattutto, non aveva capito che non volevo più vederlo? A quanto pareva no. Gli feci tutte le domande, in ordine,cercando di mantenere la distaccata freddezza che volevo. Era chiaramente divertito, o forse anche solo sollevato per qualcosa. Mi rispose, con tutta calma:

“Bhé la seconda è facile, iniziamo da quella: niente al momento. Alla terza rispondo attraverso la finestra che non era chiusa bene, mentre alla quarta dico che sì, ho capito benissimo, ma non posso ora lasciarti per il motivo che è la domanda uno. Mio padre ha deciso di mandare qui delle sentinelle in avanscoperta, quindi se tu vuoi scappare ti conviene farlo subito e con me. Sia tu che la tua famiglia insieme siete troppo facilmente rintracciabili, quindi loro devono restare qui. Conosco mio padre, se sarà convinto che tu li abbia lasciati senza che loro sapessero che tu eri la ragazza della profezia li lascerebbe in pace. O almeno non li tratterebbe peggio degli altri sudditi.”

Lo guardai restando sbalordita. Oltre avermi tradito, ora veniva qui, mi diceva di seguirlo e io dovevo cascarci come una sciocca? Probabilmente mi voleva consegnare lui stesso a suo padre, o qualcosa di simile.

Pensai a tutte le possibilità. Se lui bluffava, era sicuramente una trappola; ma se lui stava dicendo la verità e io non lo ascoltavo rischiavo di fare condannare la mia famiglia, se invece andavo con lui … comunque la mia famiglia e i miei amici avrebbero avuto una qualche chance in più di
rimanere liberi. Non ci pensai su che due secondi, ma gli chiesi lo stesso:

“Scusa, ma perché dovrei crederti?”

“Perché non hai altra scelta, e io sono dalla tua parte ora. Ho deciso di ribellarmi a mio padre, ora che ho visto fin dove può arrivare per potere. Adesso fatti aiutare a preparare uno zaino, intanto scrivi  tua madre un biglietto. Dille che le vuoi bene, ma che te ne devi andare perché hai scoperto delle cose che ti hanno spaventata. Dille che ti dispiace molto ma che vuoi startene da sola e lontana da tutto e tutti, e se è furba come dice non ti crederà e capirà tutto.”

Mi sbrigai a scrivere mentre lui mi preparava lo zaino. Mi disse di scendere da mia madre e di dirle di non preoccuparsi, darle il biglietto e poi correre su da lui. Scesi, vidi mia madre vicino al camino, mia sorella e mio padre affaccendati in cucina. Feci esattamente come mi aveva detto James, tranne che prima abbracciai mia madre, poi le diedi il biglietto e scappai verso la mia camera. Da quel momento mi sentii totalmente immersa nell’ ovatta. Lui mi aspettava, mi prese per mano e mi accompagnò, facendomi saltare fuori dalla finestra. Cademmo per terra, sulla strada, ma se mi ero fatta male o no non lo avevo capito, ero troppo intontita da tutto. Mentre entravamo nella sua macchina, guidata dal suo maggiordomo credo, mi voltai verso casa mia, da dove mia madre stava uscendo spaventata, e sussurrai incerta:

“Non è un addio. Solo un arrivederci.”

Il buio mi avvolse.

 

La ragazza vide la mia faccia stupita e sorrise.

“L’ho capito semplicemente dalla tua divisa, soldato.”

Lui sembrò rilassarsi. Si sedette per terra e iniziò a preparare un fuoco. Lei si sedette vicino a lui.

“Al tuo servizio. Posso chiederle cosa ci fa tutta sola in piena campagna di notte? Non è un luogo sicuro da quanto ho visto.”

“Mi sono semplicemente attardata troppo al villaggio al di là delle colline. Stavo tornando al mio, quando la notte mi ha sorpreso insieme a quel Frhas.”

Lei sentiva che quel ragazzo conosceva i segreti per plasmare la materia e che era pure molto portato. Stava mentendo, Delmar non insegnava quelle conoscenze ad un soldato semplice. D’altro canto la sua storia era poco credibile a meno che lei non fosse una ragazza molto sbadata. Si sdraiò e sbadigliò sonoramente, aspettando solo che il finto soldato la imitasse e si addormentasse, cosa che successe dopo qualche secondo. Lei pronunciò sottovoce una corta frase, poi si chinò sul giovane e gli rubò il pugnale nel caso il Frhas fosse tornato a cercarla, lasciandogli la spada. Si guardò intorno e sorrise, l’incantesimo del sonno era sempre stato il suo forte sin da bambina. Il soldato si sarebbe svegliato solo la mattina dopo o in caso di pericolo. Si allontanô leggera nel bosco, fino ad arrivare alle mura nascoste. Da quel punto si riusciva ad arrampicarsi, ma era il più sorvegliato, quindi lei mandò prima un messaggio per farsi riconoscere. Quando ricevette la risposta salì. Finalmente a casa, finalmente a Dalory.


Angolo autrice
Bhe, che ne pensate? Questo é il capitolo più lungo per ora, e devo dire che a me piace.
Mi dispiace non aggiornare così spesso ultimamente, ma sto lavorando a un altro scritto, una FF stavolta.
Bene, un grazie speciale a chi segue la storia e a chi l'ha recensita!
Spero di vedervi anche la prossima volta,
Ayla_
  
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