Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: hugmehutcherson    18/05/2012    3 recensioni
Si dice che la cosa migliore che qualcuno possa fare sia perdonare. Ero già stata etichettata come una pessima persona, cosa sarebbe cambiato? La gente mi aveva giudicata. Ero quella che se ne fregava della scuola, che passava il suo tempo in garage a inseguire i sogni di diventare un'artista imbrattando ogni cosa che le capitasse affianco. Ero quella che aveva dipinto il murales sull'intera parete ovest della scuola e che era stata sospesa per due settimane e aveva dovuto rimanere dopo le lezioni a pulire le classi, tutti i giorni per tre mesi. Ero quella che era rimasta incinta, che era stata abbandonata. Ero quella che aveva perso il bambino, per semplice sfortuna. Ero quella finita sui giornali perché frequentava una persona famosa.
Non ero sempre stata una brava persona. Non volevo esserlo adesso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo dodici.
 
«Dove sei?».
Corrugai la fronte, sentendo la voce brusca di mio fratello al telefono. «A casa..?», risposi incerta.
«Bene».
Sembrava arrabbiato. Che cosa avevo fatto di sbagliato? «Va tutto bene?», chiesi ancora.
Malik se ne stava seduto accanto a me sul divano, parlava tranquillo con Harry e Liz di una non so quale intervista che avevano in programma per annunciare l'ennesimo giro di concerti in giro per l'Inghilterra.
«Kevin è tornato in città», ringhiò al mio orecchio. Allora l'aveva saputo. Tanto valeva metterlo al corrente dei fatti.
Sospirai. «Lo so».
Ci fu un momento di pausa. «Cori», deglutì, per mantenere la calma. «Come lo sai?».
Cercai di non farmi assalire di nuovo dall'ansia, giocherellai un po' con il cordoncino dei pantaloni, sotto lo sguardo inquisitore di Zayn. Mi limitai a rispondergli scuotendo la testa. «E' venuto a casa», risposi semplicemente a mio fratello.
Altra pausa. Cominciai a tamburellare piano con le dita della mano libera sul divano, attirando l'attenzione degli altri.
«Chris?», cominciavo a spazientirmi.
«Ci sentiamo dopo».
Aveva riattaccato. Dovevo ammazzarlo subito o aspettare due minuti? DOVE ERA ANDATO? E A FARE COSA?
Lanciai il telefono a terra in uno scatto d'ira. Era mai possibile?
Hazza alzò un sopracciglio, guardandomi strano. «E' successo qualcosa?», chiese.
Liz lo guarda con aria di sufficienza. «Tu dici?».
«Hai davvero intenzione di prendertela di nuovo con me invece di ascoltare cos'è appena successo alla tua migliore amica che, guarda caso, ha appena sfracellato il cellulare sul pavimento?», la sfida lui, voltandosi verso di lei.
«Di nuovo?».
Io e Zayn ci scambiammo un'occhiata perplessa. Cos'era successo quando li avevamo lasciati soli? Dovevo farmi raccontare qualcosa?
«Chi è che si è sorbito i tuoi discorsi da femminista isterica, poche ore fa, eh? Pinco Pallino?», Harry la guardò esasperato.
«Senti», lo attaccò lei ancora, «non ti ha costretto nessuno!».
«Dici davvero?!».
«Potevi fermarmi quando ti pareva!», si arrampicò sugli specchi la mia amica.
«Ed è quello che ho fatto!», sbottò lui, facendo una pausa in cui Liz sbiancò. «Ma hai ricominciato due secondi e mezzo dopo!».
Lei incrociò le braccia. «Sappi che sono ancora arrabbiata, non avresti dovuto farlo!».
Okay, di che stavano parlando?
«Vivo benissimo anche senza il tuo perdono!», si limitò a ribattere lui.
Mi schiarii la voce. «C'è qualcosa che dovrei sapere, per caso?».
I due smisero all'istante di lanciarsi occhiataccie di fuoco e si misero a borbottare qualcosa di incomprensibile.
«Allora, cos'è successo?», mi chiese Liz, eludendo la mia domanda.
Mi rabbuiai nuovamente. Dio, se avessi preso mio fratello lo avrei strozzato.
«Chris ha scoperto che è tornato in città», spiegai, lo sguardo fisso sulle mie mani, senza specificare chi. «Sa che è stato qui».
Sentii Malik irrigidirsi al mio fianco.
Liz si agitò sul posto. «Oh, oh», esclamò.
«Cosa?».
«Possibile che tu non capisca mai niente?», sbottò la mia amica, diretta ancora ad Harry. «Fratello. Ritorno dell'ex».
Harry continuava a guardarla perplesso.
«SVEGLIA! Lo sta andando a cercare!».
Strinsi i pugni. «Se si va a infilare nei casini solo per acciuffare quell'idiota..», cominciai.
«Lo fa perché ti vuole bene», Liz si alzò per venire ad accarezzarmi un braccio.
«No!», mi sottrassi, alzandomi in piedi. «Dovrebbe lasciar perdere!».
«Devi cercare di capirlo, Cori, lui vuole esserci adesso perché l'ultima volta è arrivato troppo tardi per poter fare qualcosa», sussurrò lei, lo sguardo addolcito. «Si sente responsabile, tuo padre non è mai presente, si sente in dovere di prendere il suo posto e proteggerti».
«Ma non può rischiare così!», sentivo le lacrime affiorare nuovamente. «Sarebbe di nuovo colpa mia».
Mi abbracciò, stavolta non mi scansai. «Non è colpa tua», disse semplicemente, accarezzandomi i capelli.
«E' sempre colpa mia, lo è sempre stata», mi aggrappai al tessuto della sua felpa. «Combino sempre guai, Liz, non ne faccio mai una giusta».
Lei mi accarezzò la schiena. «Non penso sia tu a non farne una giusta.. penso sia il mondo a non farne una giusta con te, Cori».
«Non andiamo molto d'accordo, eh?», chiesi, stringendola un po' più forte.
Quando ci staccammo mi resi conto che i ragazzi non erano più in salotto. Li sentivo parlottare in cucina.
Avevano l'inconsueta capacità di sapere quando parlare e quando stare zitti, quando rimanere e quando andarsene. Beh, forse Harry un po' meno, specialmente quando si impegnava a fondo per fare il coglione - cosa che gli riusciva benissimo.
Tornai a sedermi sul divano, volgendo il viso al soffitto per ricacciare giù quelle due lacrime che pensavano di sfuggire alla presa delle mie palpebre. Ero stanca, stanca da morire. Era successo decisamente troppo in troppo poco tempo. Avrei mai avuto diritto ad un po' di pace?
Lei si sedette al mio fianco e la spinsi a parlare nell'attesa di veder ricomparire mio fratello a casa. Come sapevo bene, una volta partita era difficile fermarla. A questo proposito..
«Cos'è successo con Harry?», volli sapere.
La sua faccia scocciata lasciava intuire parecchio ma non si risparmiò dal descrivere tutto.
Non ero rimasta molto sorpresa dai metodi utilizzati dal mio migliore amico, ma, andiamo, a Liz piacevano i ragazzi e non credo che il bacio di Harry le avesse dato così fastidio come lasciava intendere.
«Non ho intenzione di essere scaricata dal mio ragazzo e di cadere ai piedi di una popstar lo stesso giorno, nossignore», fu la sua risposta categorica.
Ed ero d'accordo con lei. E poi Harry non era esattamente il tipo di ragazzo che le avrei consigliato. Insomma, era simpatico, affettuoso, comprensivo e tutto quel che vi pare, ma quando si trattava di ragazze non era esattamente "serio".
Passò a raccontare di Ryan. Lo sapevo che quel tipo non mi piaceva, l'avevo sempre saputo e lei pure. Ma non mi sembrava proprio il caso di sbatterle in faccia un "te l'avevo detto". Ero proprio l'ultima persona sul pianeta che poteva dire se una persona era un bravo ragazzo o pure no.
Era andata a fargli una sorpresa e l'aveva trovato a letto con Sarah. Beh, accidenti, andavano a posto molte tessere del puzzle. Che poi.. bah, come si faceva a stare male per uno così? Come non detto, ero proprio l'ultima persona con la permissione di giudicare i ragazzi.
«Sai», mormorò lei, con uno strano tono di voce. «A parte lo sconvolgimento iniziale e.. beh, il male, perché di certo non mi ha fatto bene, non sto troppo da panico. Insomma, pensavo peggio».
«Non ho bisogno di lui per stare bene», aggiunse dopo qualche attimo.
Mi venne immediatamente da pensare a come mi sentivo quando stavo con Zayn. Oh, io sì che avevo bisogno di lui per stare bene. Ma l'avevo già detto questo, no? Sì, non ero una gran chiacchierona ma il mio cervello era così sovraccarico di pensieri blateranti che ormai mi sarebbe uscito il fumo dalle orecchie.
La porta d'ingresso che sbatteva mise fine al nostro chiacchiericcio. Mi alzai simultaneamente dal divano per correre nel corridoio verso mio fratello che urlava "Sono tornato!".
Gli finii dritta addosso e cominciai a picchiarlo. «Tu sei un emerito idiota, Christopher Anthony Grey!», gli urlai contro. «Ti sembra il modo?! Mi è venuto quasi un attacco di cuore, come sarebbe a dire "ci sentiamo dopo", eh?! Dove sei stato?! Che cazzo hai combinato?».
Mise fine a quello che era il mio debole tentativo di farlo a pezzi. «Ti vuoi calmare?», chiese, con tono leggero.
Finalmente mi degnai di guardarlo in faccia. Non sembrava troppo arrabbiato, anzi, aveva un'aria soddisfatta. Pessimo segno. L'unica cosa che gettava un'ombra sul suo bel viso era un taglio non troppo profondo sopra al sopracciglio sinistro.
«Sanguini!», sembravo un'isterica mentre giravo la testa alternando lo sguardo da lui alla cucina, dove tenevamo il cassettone delle medicine.
Liz e i ragazzi mi guardavano divertiti, appoggiati al muro.
«Non c'è niente da ridere!», li rimbeccai, correndo in cucina per prendere il disinfettante.
Mi seguirono tutti e sentii mio fratello chiedere agli altri se ero per caso fatta di qualche strana sostanza energizzante o roba del genere.
«No, tu sparisci e torni ferito!», continuai imperterrita a fare la parte della psicotica. «Si può sapere che hai fatto?».
Mi prese il cotone con il disinfettante dalle mani. «Niente, sta tranquilla».
Non mi convinceva. Lui era stato da Kevin e io lo sapevo. E quando mi guardò di sfuggita negli occhi, compresi che lui sapeva che io ne ero al corrente. Frase contorta. Insomma, lui sapeva che io sapevo.
Ma ne avremmo discusso più tardi.
«Va bene», mormorai. «Faccio finta di crederci».
«Cori», Harry richiamò la mia attenzione con il cellulare in mano. «Abbiamo una riunione con Simon tra un'ora, sarà meglio che andiamo».
Lui e Zayn si scambiarono un'occhiata e il mio ragazzo annuì impercettibilmente. Brutto segno. Brutto, brutto, brutto.
Ma ci avrei pensato più tardi. «Sarà meglio che andiate, non vorrete arrivare tardi!», cercai di sembrare pimpante, avvicinandomi al mio amico per salutarlo.
Mi abbracciò e gli sussurrai all'orecchio: «Grazie».
«E di che?», rise lui, arruffandomi i capelli.
Sciogliemmo l'abbraccio e corsi tra le braccia di Zayn. Uffa, doveva proprio andarsene?
«Puoi chiamarmi quando vuoi, hai capito?», mormorò.
«Certo».
Non mi sarei staccata più. «Ti amo», sussurrò ancora, facendomi arrossire. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo.
«Anche io», risposi poco prima che le sue labbra sfiorrassero le mie.
Dopodiché ci staccammo e li guardai uscire, mentre mi salutavano con dei sorrisi incoraggianti.
Mi voltai per affrontare lo sguardo severo di mio fratello e quello divertito di Liz.
«No», dissi prima ancora che potesse dire qualcosa. 
Lui aprì la bocca come a ribattere qualcosa, ma poi cambiò idea e la richiuse continuando a guardarmi negli occhi. Non so cosa cercasse, ma alla fine sembrò soddisfatto della sua ricerca visto che annuì soltanto e si occupò del disinfettante.
«Io.. sarà meglio che vada», esordì Liz, dondolando sui talloni.
«Sicura di non voler restare?», le chiesi. 
«Non vorrei essere d'impiccio..», cominciò, ma la interruppi.
«Figuriamoci!».
Liz sorrise e fece per uscire dalla stanza.
«Ah, Liz?», la richiamò mio fratello.
La testa della mia amica rispuntò attraverso la porta. «Sì?».
«Se passi da camera mia trovi sul letto il cd che mi hai chiesto», le sorride.
«Grazie, Chris!», esulta lei, correndo alla ricerca del cd.
Aspetta, aspetta, aspetta.. cosa?!
Quale cd? Cosa.. come.. perché..? Cosa..?
Okay Corinne, ce la puoi fare a formare una frase di senso compiuto, vai.
«Allora», esordii, riprendendomi. «Adesso sei soddisfatto?».
Mi guardò confuso. «Di che parli?».
«Lo sai di che parlo», incrociai le braccia al petto, socchiudendo gli occhi.
«Avrei dovuto farlo tanto tempo fa», si schiarì la voce, impaziente di chiudere la conversazione. «E comunque sono solo andato a parlargli».
«Cos'è, tra uomini comunicate lanciandovi oggetti contundenti?», ironizzai, alludendo al suo taglietto.
Scrollò le spalle. «Diciamo che ho alzato un po' i toni della conversazione», fece un sorriso furbo. «Lui è messo peggio».
«Sei un idiota».
«Forse».
«Potevi farti molto più male!».
«Non m'importa».
«Te l'ho già detto che sei un idiota?».
«Intendi negli ultimi cinque minuti o..?».
«Ti odio!», sbottai, interrompendolo.
«Sì, ti voglio bene anche io, sorellina», si alzò per venire ad abbracciarmi e scompigliarmi i capelli con una leggera risata.
Non c'erano bisogno di troppe parole tra di noi. Anche se non glielo avevo detto chiaro e tondo, lui sapeva che mi aveva fatto piacere questo suo interessamento, nonostante fossi stata in pena per lui. Era come la telepatia tra fratelli. Noi lo sapevamo e basta. E non era una cosa che tutti avevano, potevamo considerarci fortunati.
«Dopodomani vado via», annunciò, armeggiando con lo sportello della cucina.
Ah. «Entri all'Accademia?».
«Già».
Sapevamo entrambi che questo sarebbe significato stare lontani per molto, molto tempo. E sentirci molto di rado.
Ed ecco un altro che spariva dalla mia vita. Seguì un momento di silenzio imbarazzato. La nostra telepatia era utile anche perché non eravamo molto bravi ad esternare i nostri sentimenti. Addii compresi.
«Porto fuori la spazzatura», si avviò verso la porta di casa, il sacchetto in mano.
Lo guardai uscire dalla porta della cucina, senza dire una parola.
Pochi secondi dopo sentii un gran trambusto e mio fratello ricomparve con l'aria sconvolta, il sacchetto ancora in mano.
«Non. Uscire. Da. Qui», sibilò tra i denti.
Aggrottai la fronte, perplessa. «Che succede?».
Senza aggiungere altro, mi indicò con un cenno la finestra.
Accostai le tende quel poco che mi consentì di guardare il giardino davanti a casa. E constatare che era pieno di flash e giornalisti con in mano blocchetti di fogli.
Oh, grandioso.


#nick'scorner:

 
Sooooo.. salve :B
Credo che potrei continuare a scusarmi fino alla fine del mondo per quanto riguarda il periodo immenso di tempo che passa prima che tutte le volte aggiorni, non sapete quanto mi fa schifo non avere un attimo di tempo D:  però come vedete cerco SEMPRE di rispondervi, perché almeno quello devo farlo
Non smetterò mai di ringraziarvi, perché una piccola recensione è tutto quello che può darmi la carica per continaure questa storia, il vostro sostegno è tutto quello che ho in questo campo. Grazie, grazie, grazie che continuare a leggere.
Poooi.. questo è un po' un capitolo di passaggio, mi andava di scavare un po' più a fondo il rapporto tra i fratelli Grey - the big brothers muahahah, no, non fa ridere, sopprimetemi - quiiiindi.. abbiate pazienza, finalmente nel prossimo capitolo ci sarà qualcosa di più interessante, lo giuro.
bieeeen, domani ho una verifica di spagnolo, invocherò tutte le divinità possibili, ma intanto devo almeno ripassare.
Adioooss, mes amigos (?)

ps. salutate questi due topini :3
xx

Photobucket
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: hugmehutcherson