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Autore: LauriElphaba    18/05/2012    3 recensioni
{Mini-long, Remus Lupin/Dorcas Meadowes}
"Insomma, come bacia?", chiese la donna mentre versava il latte nel pentolino con un tocco della bacchetta.
Ed è la tipa che stava dormendo.
Ho già detto che non c'è privacy in questa casa?

"Non so, magari potremmo fare un paragone con Dedalus?", rispose Dorcas con un ghigno.
"Non ci siamo baciati. Credo.", rispose Emmeline arrossendo leggermente. "E non cambiare discorso!"
"Allora tu non chiedermi certe cose!"
"Bacia male, eh?"
"Emmeline!"
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, Lily Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Salve a tutti! Siete ancora qui? Ma grazie!:3

Con questo capitolo entriamo nel vivo della storia, quindi – spero – ci sarà da divertirsi!:3

Ho mille dubbi, ma scriverlo (specialmente la prima parte) è stato bellissimo, quindi spero che un pochino poco poco piaccia anche a voi XD

Ringraziamenti infiniti piovano, grandinino, si abbattano su ferao, che è stata la mia beta anti-MeriSù e mi ha dato una mano a rendere Dorcas un pelo meno assetata di sangue XD

(Non ti sarò mai abbastanza grata per la pazienza nel leggerlo alle una di notte <3 )

Ulteriori ringraziamenti a Shnusschen e Elepads, che come dicono qui sono state proprio delle babes <3 E hanno recensito il capitolo precedente. Grazie!

Oh, anche ad un'altra babe, Andrea Moon <3 Che pur lontana da EFP, se l'è letto. Ari-grazie!

E adesso, cominciamo! Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

Entusiasmo

Di cosa succede se chiudi in una casa un gruppo di ventenni

che hanno paura di non invecchiare

 

 

 

 

 

 

 

Al loro ritorno, il Quartier Generale – ovvero casa di Emmeline, che si era rassegnata ad ospitare quell'orda di idealisti caciaroni - era più rumoroso che mai. Dalle facce preoccupate che trovarono ad attenderli, era chiaro che tutti erano stati in ansia per loro.

Appena varcarono la soglia, Alice si gettò tra le braccia di Frank, in lacrime. Per quanto la fama di Auror della ragazza fosse più che solida, era evidente a tutti che non si sarebbe mai abituata a vedere l'uomo che amava rischiare la vita.

Sirius e James sembrarono squadrarsi per un secondo, poi si buttarono le braccia al collo a vicenda, negli occhi l'espressione della vera gioia insperata.

“Oh, vecchio amico mio! Mi spezzerai il cuore!”

“Non farlo mai più, James, dico davvero!”

Lily diede uno scappellotto a entrambi prima di raggiungere Dorcas, alla quale si erano già avvicinati Emmeline e Dedalus per farsi raccontare cosa fosse successo.

“...ho mandato un Patronus e poco dopo sono arrivati gli altri e i Mangiamorte se la sono data a gambe... Silente non era particolarmente felice...”, stava raccontando la ragazza.

“Beh, ha ragione!”, ribattè Emmeline mentre le sfilava il mantello sporco dalle spalle senza tante cerimonie. “Vi farete ammazzare, così! Non mi avete neanche detto dove stavate andando!”, concluse contrariata prima di girare i tacchi e sparire al piano di sopra col mantello di Dorcas fra le braccia.

La ragazza rimase in silenzio.

Mi dispiace, Emmeline.

Vedendola ferita da quella bravata ma pronta a prendersi cura di lei come sempre, si sentì molto più in colpa che di fronte a Silente.

“Su, su, alla fine ve la siete cavata...”, tentò Dedalus, vedendola preoccupata.

“Giusto!”, si intromise Lily, che sembrava aver aspettato il momento buono, “E adesso... Dorcas, ti va una cioccolata fra ragazze, prima di andare a letto?”

Dorcas guardò l'amica dritto negli occhi. E sicuro come la morte a cui erano appena scampati, ci lesse quel malefico sorrisetto di malizia, versione light – ovvero meno fastidiosa e spesso meno dannosa - di quello, identico, che doveva aver imparato dal Sommo Maestro, James Potter.

Guarda come mi tocca decimare l'Ordine.

 

Un quarto d'ora dopo, quando Alice si fu ripresa e Lily fu riuscita a sviare le attenzioni di James, che aveva tutta l'aria di voler festeggiare il successo di essere ancora vivi in privato, le tre si ritrovarono, tazze di cioccolata fumante in mano e sensualissime vestaglie di pile addosso, accoccolate sul letto di Lily, nella stanza che condividevano.

Dopo qualche sorso imbarazzato, il silenzio cominciò a farsi pesante. Per parte sua, Dorcas centellinava la cioccolata in modo da staccare per il minor tempo possibile le labbra dalla tazza.

Certo, aspettate che parli io... eheheh...

(Le risatine mentali di Dorcas non erano particolarmente spaventose.)

Dopo qualche minuto, scoraggiata della reticenza dell'amica e dell'imbarazzo di Alice, Lily si decise a prendere in mano la situazione.

“Insomma, niente più gazzella argentea, eh?”

Ci vorrà ben altro, carissima.

“Cosa? Il tuo Patronus è cambiato?!” Alice sputacchiò cioccolata sul cuscino per la sorpresa. “Scusate...ma...il tuo Patronus è cambiato!”. Cercò lo sguardo di Lily, che si limitò ad annuire saggiamente, il ghigno ancora più largo sopra la tazza di cioccolata fumante.

Dorcas fece un tentativo:

“Sì, beh, ho sentito che succ-”

“Succede quando stai affrontando qualcosa di grosso a livello emotivo, sì... ci siamo andate anche noi, a Hogwarts...”, la canzonò Lily. “Ora, a quanto ne so il tuo rapporto con Emmeline è sempre ottimo... e per fortuna non è successo niente di grave, nell'ultimo mese...ergo, deve essere amore...

Dorcas optò strategicamente per un dignitoso silenzio.

“E quindi? Cosa è diventato? Cosa?”, chiese Alice con entusiasmo. Sempre in prima fila, per le questioni di cuore.

Dignitoso. Silenzio.

“Può dircelo solo Dorcas... ma a me è sembrato un lupo.”

Ma non stava combattendo, questa??

“Ok, ok, era un lupo! E sarà il caso che dici al tuo ragazzo di tenere la bocca chiusa, Evans!”

A quella, Alice si lasciò cadere di schiena sul materasso, con un “Oooh” degno delle migliori soap Babbane. Lily, invece, ignorò completamente il minacciosissimo uso del cognome e passò dalla modalità arpia indagatrice a confidente adorabile. Ancora più pericolosa, agli occhi di Dorcas.

“Dorcas... io conosco solo una persona che ha a che fare coi lupi...”, tentò.

A quel punto, a che serviva il dignitoso silenzio? Era con le sue amiche ed era comunque da tanto che avrebbe voluto parlarne... la resa era l'unica via d'uscita.

“Va bene, va bene. E' Remus, penso che ci siamo arrivate tutte”, sputò fuori.

Un mugolio di piacere dalla parte del letto dove era stesa Alice confermò.

“Oh, ma è fantastico! Remus è sempre stato così solo e adesso...”, cominciò Lily.

“Lily, queste cose si fanno in due... e non mi pare che il Patronus di Remus sia cambiato, ultimamente...”, ammise l'altra di malavoglia.

Alice si rialzò a sedere di scatto, la determinazione incisa in ogni tratto del volto paffuto.

“A questo, ci pensiamo noi.”, sussurrò con l'aria di una cospiratrice ottocentesca.

Ah. Bene.

 

 

 

Poiché si sa che le buone notizie viaggiano veloci, nella stanza al piano di sotto, affidata ai ragazzi, l'argomento di conversazione era più o meno lo stesso.

“...e insomma il suo Patronus adesso è un lupo!”, concluse con un sussurro James, che aveva riportato tutto al migliore amico con dovizia di dettagli.

Frank, che con la sua dolce metà non aveva sicuramente in comune l'interesse per le vicende amorose, ronfava steso sul suo letto accanto alla parete, bocca aperta e braccio a penzoloni.

Sirius si concesse qualche secondo di silenzio scettico, prima di chiedere:

“Sicuro che non fosse un grosso cane?... no, perché avrebbe decisamente più senso!”

James affondò il viso fra le mani, rassegnato. Forse avrebbe avuto più senso raccontarlo a Frank.

“Sirius, so che è doloroso, ma affrontalo- rispose tornando a guardare l'amico negli occhi - Non puoi piacere a tutte le donne del creato.”

“Mica tutte, solo le gnocche!”

“Da quando Dorcas è gnocca?”, chiese James onestamente perplesso. Non che Dorcas non fosse carina, ma da lì alla concezione di “gnocca” di Sirius...

“Ramoso, ti ho mai parlato della mia passione per le ragazze di colore?”, borbottò quello.

“Ma per favore... quando è nata, dieci minuti fa?”

“Mh... no?”

“Senti, è in ogni caso troppo intelligente per te.”

“Ma io SONO intelligente!”

“Sì. E adesso pensiamo a come far funzionare questa cosa.”

“Semplice, le chiedo di uscire domani!”

“...”

“...”

“...”

“Ok, dai. Beh, basterà dirlo a Lunastorta, no?”

“Sirius, amico mio – articolò con calma James – questo è tutto l'impegno che sei disposto a mettere in campo per Remus? Non è da te! Lo sai che farà un miliardo di storie... sono un lupo mannaro...sono noioso... sono peloso... quella roba lì! Allora, cosa ti prende?”

Sirius temporeggiò, come riflettendo su un dilemma insolvibile.

“Allora?”

“Niente, è che... è gnocca! Ma va bene – si affrettò ad aggiungere intercettando lo sguardo omicida di James – per un amico, questo e altro”.

E stavolta, James capì che era serio.

“Benissimo. Allora domani si comincia”, concluse.

“E buon per Remus...”, acconsentì l'altro buttandosi a letto con uno sbadiglio.

Dopotutto, pensò Sirius, valeva la pena fare il sacrificio: non era giusto che Loony crepasse in quella guerra assurda prima di aver conosciuto le grazie di una donna. E poi, se ne era accorto di come se la spassavano, Dorcas e Remus, soli davanti al camino a sera tarda, a chiacchierare di chissà cosa.

 

 

 

Nel frattempo, in boschi non troppo lontani, Remus si arrendeva, come ogni mese, alla luna piena. In realtà, non era giusto dire che quello fosse Remus. Quell'essere costantemente affamato, che ululava il suo strazio alla notte fredda abbandonato agli istinti peggiori dell'uomo e della bestia; che era la sua dannazione e il suo compagno di viaggio da quando aveva memoria, non aveva niente a che fare col ragazzo tranquillo che tutti nell'Ordine conoscevano. Era La Bestia, era la sua paura peggiore.

E per la prima volta da anni, in quei mesi era costretto ad affrontarla senza i suoi migliori amici, a rendersi conto che non era migliorato. Se insieme a loro riusciva a controllarsi, lasciato a se stesso era subito ridiventato la furia assetata di sangue che era sempre stato.

All'alba, per l'ennesima volta, ci sarebbe stata solo vergogna, come ai vecchi tempi.

 

In effetti, quando alle prime luci del sole si incamminò verso il Quartier Generale, accompagnato da un'imbronciato Moody che era venuto a prenderlo e portargli qualcosa da mettersi addosso, i suoi pensieri non erano dei più allegri. In particolare, quella mattina, indugiavano su una sola persona, come a volerlo ferire più del solito, a ricordargli quello che doveva continuare a proibirsi.

Dorcas era entrata nell'Ordine di recente. I suoi genitori, Babbani, erano stati tra le prime vittime di Voldemort, uccisi da una gruppo di Mangiamorte mentre lei era ancora ad Hogwarts. La sua storia non era tanto diversa da quella di altri membri dell'Ordine. Giovani o anziani, ognuno di loro aveva la sua piccola o grande pagina di dolore, da ricordare per sempre o da bruciare in una notte buia.

Dorcas, quella pagina se la teneva stretta. Fin troppo, forse, visto che quando Silente l'aveva introdotta all'Ordine tutti i membri di vecchia data, Alastor in particolare, avevano pensato di capire come sarebbe andata a finire: un tentativo di vendetta affrettato e stupido, e quella ragazza sarebbe stato un altro piccolo dolore da aggiungere alla lista.

Ma non era andata così. C'era stata Emmeline, a raccoglierla e calmarla col suo affetto di poche parole. Emmeline che si sentiva sempre un po' sola, Emmeline senza marito né figli, Emmeline che aveva costretto i suoi a nascondersi, a fuggire per salvarli.

Si erano trovate. Era difficile capire come nascessero i legami in quei tempi di terrore, tutto era sempre troppo veloce, istintivo, e aveva un sapore metallico di paura. Paura di non avere un futuro, paura che non lo avessero gli altri.

Alla fine, gli incubi di Dorcas, la solitudine di Emmeline, non erano niente di fuori dal comune. Ognuno aveva i suoi demoni in quella casa microscopica e si cercava di combatterli tutti insieme, di fare in modo che un futuro ci fosse, per tutti.

Per quanto lo riguardava, però, Remus era esperto in fatto di lotte con sé stessi. Ed era una persona affettuosa per natura. Nonostante la sua discrezione, aveva capito la battaglia che Dorcas ingaggiava con se stessa ogni giorno. Non pensava neanche di aiutarla, all'inizio, voleva solo starle vicino. Si sarebbero capiti a vicenda, pensava.

Davanti al caminetto, su un paio di poltrone sfondate, una tazza di camomilla a scaldare le mani, avevano chiacchierato a lungo del più e del meno. E ancora più a lungo parlato, spesso per ore, ritrovandosi le ultime persone sveglie in casa.

Entrambi si erano lasciati andare più di quanto forse avrebbero voluto, ma... almeno per parte sua, Remus non lo rimpiangeva. Erano belle, le notti davanti al camino con Dorcas.

E piano piano, non erano stati più solo i loro discorsi a sembrargli piacevoli. A ben guardare, il riflesso bronzeo della luce del fuoco sulla pelle scura di Dorcas, era bellissimo. Come erano belli i suoi occhi neri, che si facevano più profondi ogni volta che stava parlando di qualcosa di cui le importasse, con le sopracciglia che si avvicinavano per la concentrazione. Ma ancora di più lo incantava un particolare, una cosa che aveva notato una delle tante notti di fronte al fuoco. Quando era tranquilla, appoggiava la tempia contro la mano sinistra, piegando il capo, il gomito puntellato sul bracciolo della poltrona, la forma dell'occhio vagamente deformata da quella posizione. Remus se ne era accorto, aveva notato quando lei aveva cominciato a distendersi, solo un paio di mesi prima. Quella posa era la serenità insperata, il riposo inaspettato, il sollievo. E a Remus – se non si fosse capito – piaceva. Ma proprio tanto.

 

Non che questo fosse bastato a spingerlo a tentare qualcosa. Dorcas poteva combattere i suoi demoni, vincerli e vivere la sua vita. Ma non lui. Lui sarebbe sempre stato schiavo della luna, per quanto vi si opponesse. E non avrebbe mai imposto la sua condanna a qualcun altro, non di sua volontà.

Certi limiti non erano fatti per essere superati.

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

Come dicevo nella intro, ho mille dubbi su questo capitolo. T^T/

Alice e Lily sono esagerate?

Sirius è caratterizzato male?

Remus si piange troppo poco addosso?

NON LO SO.

Però posso giustificarmi per le scelte che ho fatto citando appunto il sottotitolo al capitolo. Dopotutto, sono tutti giovanotti in fiore, che si sono trovati in mezzo ad una guerra e hanno deciso di continuare a lottare, invece di nascondersi come tanti altri. Credo che la sopravvivenza richieda come minimo tanta ironia e un pizzico di entusiasmo per ogni piccola cosa... per rimanere attaccati alla realtà e non rifugiarsi nei propri magoni, no?

Boh, questo è stato il mio ragionamento, poi fatemi sapere.

Apparte questo, dopo aver scritto mi sono resa conto che li stavo amando uno per uno XD La mia preferita credo sia Alice <3 Perchè fluffinaaaaaaaaaaa!XD

Vabbè, potrei continuare per ore ma vi lascio!

Un baciotto a chi ha letto e … beh, se mi seguite ormai lo sapete cosa tocca a chi recensisce!X°D

Lau

  
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