Forse è
tutto il
periodo tra esami di maturità e di karate che non fanno
altro che pressarmi e
riempirmi d’ansia…il non riuscire a capire
un’emerita H di ciò che mi sta
attorno…sta di fatto che non ero di umore fantastico e
questa è quello che è
venuto fuori ...enjoy!
Ciò
che
dipende dall’amore
Era buio. Davvero tanto
buio. Non vedeva ad un palmo dal naso e non aveva
idea di dove si trovasse.
Ma dopotutto lei era da
qualche parte? E lei chi era?
Non lo sapeva.
Concentrandosi, un
po’ alla volta, solo flebili ricordi, immagini
sfuocate, qualcosa che da tempo aveva perduto. Da quanto tempo?
Nono lo sapeva.
Poi ad un tratto, il
calore. Solo un forte calore che continuava a
crescerle dentro, la faceva sentire più viva. Si sentiva
come spingere contro
un muro invisibile, e lei sapeva di doverlo superare.
Spinta, spinta, spinta
sempre di più, quel muro che sotto il suo peso e
calore si incrinava.
Fino a distruggersi.
E allora lei si
espanse, divenne tutto ciò che quel muro conteneva,
parte integrante di quell’immenso buio di cui lei ora faceva
parte.
Adesso sentiva qualcosa
dentro di lei.
Capiva.
Lei veniva dimenticata
ogni volta. Portata a scordarsi e a spogliarsi di
ciò che era. Per poi risorgere, come una fenice. E questa
fenice era rossa di
irruenza.
Ricordava ora.
Ricordava dov’era. Ricordava cosa doveva sempre passare.
Una parete invisibile, come un muro. Qualcosa di sempre presente anche
se
invisibile, l’Amore.
E lei per essere se
stessa doveva entrarvi e diventarne parte. Solo così
poteva essere semplicemente se stessa. Riempire il tutto annegando
l’amore che
prima vi era, bramando ogni singolo attimo e sensazione che fluiva da
tutto
ciò. Perché lei ora capiva, ricordava.
Lei era
l’Odio.