Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: sonyx1992    18/05/2012    1 recensioni
Dal capitolo 12:"I sogni sono come i bicchieri: si rompono facilmente.
Vengono chiusi in una scatola su cui viene scritto “fragile” come ammonimento, per ricordarci di quanto sia facile perderli.
Tu prendi la scatola tra le mani, stai attenta ad ogni passo, stai attenta alla stretta sul contenitore, lo appoggi al petto, giusto sotto al mento, per poter cogliere le trappole sul cammino.
Ma stai attenta!
Anche quando mancano pochi gradini i pericoli sono lì, in agguato, nascosti dietro l'angolo, celato dentro due bambini che giocano sulle scale.
Ti incontrano, vi scontrate, cadete; e cadono i sogni.
E quella scatola con la scritta “fragile” ti dimostra la sua fragilità lasciando che i tuoi sogni si frantumino.
GAME OVER.
I tuoi sogni sono distrutti, non vedi? Sono lì, a terra, spezzati in miliardi di pezzi, ormai inutili se non per ferire e tagliare chi posa un piede sopra di loro.
Ed ora cosa fai?
Ti siedi, li osservi, pensi a come andare avanti.
È inutile piangere sul latte versato e sui sogni infranti.
Ti alzi, ti tiri su con le braccia e ricominci, raccogli la scatola, rimetti insieme i pezzi di vetro e vai avanti; cammini fino alla tua destinazione, poi ti fermi e ti siedi di nuovo, vicino ad un cumulo di neve, e con le mani rosse ed infreddolite, inizi a modellarla, a schiacciarla, a toglierla.
Cosa fai?
“Voglio costruire un pupazzo di neve”, mi rispondi.
Ed io osservo la scatola accanto a te, con dentro i tuoi sogni infranti.
Ci guardo dentro e mi accorgo che tra i cocci di vetro un bicchiere è ancora intero; si, te lo giuro, non lo vedi? È ancora lì, si è salvato!
Sorrido perché i tuoi sogni ci sono ancora, nascosti tra i pezzi di quelli infranti, ma ci sono ancora.
Quindi, ti aiuto a costruire il pupazzo di neve."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

17- LA PIOGGIA NON DURERA' PER SEMPRE

 

Federica”

 

 

Un bacio. L'ultimo, il più delicato, il più tremante.

Le sue labbra toccano le mie e poi Mattia si allontana, apre gli occhi e mi guarda, cerca qualcosa nei miei.

Non trova niente.

Scusami”, mi dice e mi basta per capire tutto.

È finita, non è così?

 

-------------------

Lea mi guarda, gli occhi grandi fermi su di me, la bocca leggermente dischiusa in un moto di sorpresa.

E'...è...finita?”

Non ci crede o, meglio, non ci vuole credere perché ha sempre pensato che io e Mattia fossimo destinati a stare insieme per sempre.

Ed invece no, a quanto pare.

Annuisco per l'ennesima volta, tenendo lo sguardo basso ed affranto.

Mi sento a pezzi ed ho gli occhi gonfi, che mi bruciano; per quanto ho pianto?

Le lacrime le ho esaurite, non ho più niente da versare fuori, più niente da piangere.

Eppure, i miei occhi mi bruciano ancora, mi pungono forte le palpebre come se avessi ancora qualcosa da buttare fuori; ma invece niente, restano asciutti.

Lea si alza in piedi, facendosi forza con le mani che appoggia sul letto; ormai si è abituata a quella sua gamba nuova anche se vederla lì, infilata sul suo ginocchio, sembra ancora difficile da accettare.

Ma Lea non ci pensa, non in questo momento; forse è stanca di pensare ai suoi di problemi; è finalmente arrivato il momento di tornare ad essere se stessa e di preoccuparsi per i miei.

Ecco, forse è per questo che Mattia mi ha lasciato; forse l'ha fatto proprio per Lea, per farle ritrovare il suo ruolo di consolatrice perfetta.

Ma chi sto prendendo in giro? Perché devo continuare ad illudermi così, a fingere che ci sia una spiegazione razionale capace di mettermi in pace il cuore e di alleviare il bruciore dei miei occhi?

Mattia mi ha lasciato definitivamente e perfino Lea l'ha capito, spingendo il suo corpo malato ad alzarsi alla mia altezza per potermi abbracciare, circondandomi il collo con le sue braccia ed appoggiando la sua fronte sulla mia spalla.

Mi stringo a lei, affondo la mia faccia vicino al suo collo e chiudo forte gli occhi che ancora mi bruciano.

Le lacrime, però, le ho proprio finite.

 

--------------------

Ansima forte e si ferma.

Si sdraia al mio fianco, sul letto che ci accoglie entrambi tra le sue lenzuola di seta.

I nostri respiri si seguono e si rincorrono, andando allo stesso tempo.

Lui mi guarda e perfino nella penombra colgo il suo sguardo su di me.

Mi studia, osserva il mio corpo ed ammira la mia nudità, con la mia pelle pallida ed i miei seni piccoli.

Mi vergogno e mi copro con un braccio, alzando gli occhi verso il soffitto.

Lui mi si avvicina, torna su di me, si mette in mezzo tra me e il soffitto e poi si china sul mio corpo, spostandomi il braccio.

I suoi baci mi sfiorano dappertutto, lasciando dietro di sé brividi di piacere; mi bacia sotto i seni e poi sale, tocca anche loro con le sue labbra, non vuole che provi vergogna, quel gesto mi fa capire che ama anche la loro forma.

Io resto inerme sotto i suoi colpi e getto la testa indietro, affinché il mio collo sia invitante per lui.

I baci arrivano anche lì e mi fanno letteralmente impazzire.

Non mi trattengo e lo stringo a me con le mie mani strette sulla sua schiena calda; lo avvicino, il suo petto si scontra col mio e il suo volto affonda nel mio collo.

Proteggimi, nascondi il mio corpo dagli altri, celalo sotto il tuo.

Non ci sono parole nella nostra danza; la musica è troppo forte e ci fa solo scivolare su quel letto, nel silenzio dei nostri sospiri.

Ci abbracciamo, ci guardiamo, ci tratteniamo uno vicino all'altro, per diventare una cosa sola, un'anima unica.

E lui all'improvviso tituba, volge lo sguardo fuori dal letto, verso la sua giacca rimasta a terra; io prendo subito il suo viso con la mia mano e riporto il suo sguardo su di me.

Infine ci sdraiamo di nuovo uno accanto all'altro, nel letto matrimoniale dell'albergo.

Un Natale indimenticabile”, sussurro io piano, facendo perdere le mie parole nel vuoto della stanza buia.

Lui sospira, è stanco, è felice ma il suo sguardo cade ancora una volta verso la giacca che giace a terra; un attimo e torna su di me: “Già...è perfetto”.

Le sue labbra cadono sulle mie e le baciano, incastrandosi su di loro.

Lea quel giorno mi aveva chiamato “signora Stellari” facendomi arrossire davanti a Mattia; era poi partita verso casa sua, sorridendomi dal parabrezza della sua C3 grigio metallizzata.

Mattia mi aveva portato a sciare ma mi aveva costretto a chiudere il “discorso matrimonio” bloccandolo sul nascere.

In quel momento noi non lo potevamo sapere ma, come potevamo immaginare che in quegli istanti Lea subiva un incidente e che Simona perdeva la vita? Come potevamo sapere che Michele avrebbe perso la sua innamorata e che un ragazzo a noi sconosciuto sarebbe stato balzato fuori dall'auto, morendo sul colpo? Perché non abbiamo indovinato che quella volta sarebbe stata l'ultima per me e Mattia? Che non ci sarebbero più stati brividi, respiri che si inseguivano, baci prepotenti e sguardi innamorati?

Ci addormentiamo così, uno accanto all'altra, ignari di tutto, inconsapevoli della nostra prossima fine.

E il telefono squilla nel pieno della notte.

 

--------------------

Il cellulare vibra nella mia tasca mentre esco dalla stanza di Lea.

La durata del tremolio è breve quindi è un messaggio; posso leggerlo anche più tardi.

Ora, l'unica cosa che mi interessa è distendere le mie labbra in un sorriso credibile e di celare al meglio il rossore dei miei occhi, per salutare Davide che mi aspetta in fondo al corridoio.

Peccato che non ho la più pallida idea di come nascondere il gonfiore dei miei occhi!

Vabbè, poco importa, posso comunque farcela senza troppi intoppi, dato che almeno le mie labbra si sono decise a distendersi in un sorriso.

Davide mi sta di fronte ed abbassa lo sguardo su di me.

Tutti mi dicono che sono bassa, Mattia me lo ripeteva in continuazione e con Davide riesco a malapena ad arrivare alle sue spalle.

Come stai?”

La sua voce mi fa quasi rabbrividire; è profonda e nasconde una dolcezza incredibile.

Bene...”, gli mento, pregando di essere convincente.

Lui ci crede alle mie parole, perché mi risponde con un sorriso.

Ti va di andare a bere qualcosa nel bar giù di sotto?”

Annuisco alla sua richiesta, cercando di eliminare ogni pensiero nocivo dalla mia testa e di nascondere ancora quegli occhi che mi bruciano.

Niente da fare.

Lui prima di incamminarsi con me, estrae qualcosa dalla tasca della giacca e me lo porge.

Io lo guardo, prima sorpresa, poi sentendo il mio volto andare letteralmente a fuoco, imitando i miei occhi brucianti per le lacrime, mentre la mia mano tremante afferra il suo fazzoletto candido.

Prima asciugati le ultime lacrime”, mi dice lui con il suo sorriso.

Mi tocco le guance con le mani e le sento bagnate.

Credevo di aver svuotato tutto, di essermi liberata completamente di ogni liquido che potesse essere versato dalle mie palpebre ed, invece, ecco che loro erano lì, a bruciarmi gli occhi, aspettando solo il momento giusto per uscire allo scoperto.

Il rossore resta sul mio volto, perché Davide continua a sorridermi con una punta di ironia.

Mi asciugo le ultime lacrime ed insieme andiamo al bar dell'ospedale.

 

-------------------

Lea mi guarda, mi sorride divertita e poi nasconde le sue labbra dietro la tazza fumante.

L'hai proprio lasciato, eh?”

Lui non gli è mai piaciuto ma, da buona amica, cerca di nascondere la sua felicità affondandola nella cioccolata calda.

E' inutile che lo nascondi, Lea. So bene che Luca non ti è mai andato a genio!”

Eh, bé! Era così difficile da capire? Sai che io detesto i ragazzi appiccicosi, quelli che ti stanno sempre addosso...”pucci-pucci”, “cucciolino”, “dolcetto di miele”...bleah!!”

La mia amica sfoga tutto il suo disgusto sventolando un tovagliolino di carta.

Certo, lo so bene. A te piacciono come quel tipo, quello dell'ultimo anno. Com'è che si chiama? Nino...Nando...”
“Nicola!!"

Eh, si giusto, Nicola. Il classico tipo tenebroso e dannato...”

Lea arrossisce violentemente alle mie parole. Presa in pieno.

S-smettila, Fede!! A me non piace affatto quel tipo, va bene?? Io sarò libera per sempre! Niente ragazzi. Libera!”

Allarga le braccia per mostrarmi la sua idea di libertà: un paio di ali per volare da qualsiasi parte.

Rido divertita, mentre con la cannuccia, inizio a bere il mio té freddo al limone.

Ciao!”

Io e Lea alziamo lo sguardo nello stesso momento.

Un ragazzo moro è in piedi vicino al tavolino e tiene i suoi occhi verde smeraldo fissi su di me; poi, il suo sguardo cede e cade sul mio té freddo.

E tu chi saresti?”

Lea è la prima ad interrompere lo strano silenzio ed ora lo guarda interrogativa.

Il ragazzo si agita, fissa Lea e le porge una mano tremante.

Oh, si, scusa. Io sono Mattia, piacere.”

Deve avere 18 anni. Non di più.

Lea non accetta la sua mano e continua a guardarlo circospetta.

Il moro, nel frattempo, va sempre più in panico e per recuperare un minimo di tranquillità, torna a concentrarsi su di me.

Si, scusate...naturalmente voi non vi ricordate di me”.

Lea annuisce alle sue parole e prende un altro sorso dalla sua tazza di cioccolata.

Ci siamo incontrati al parco, quello che sta fuori città. Pioveva e...e...”

Farfuglia imbarazzato, si mette una mano tra i capelli scuri e poi distoglie di nuovo lo sguardo da me, mordendosi il labbro inferiore con un moto di nervosismo.

All'improvviso, ricordo di averlo già visto: “Certo, ho capito chi sei! Il tizio che se ne stava sdraiato sotto la pioggia, giusto?”

Sento lo sguardo confuso di Lea che si rivolge a me in cerca di spiegazioni; la ignoro, restando sul ragazzo dagli occhi verdi; tanto anche lei sa di avere una pessima memoria e che è inutile che sprechi tempo a ricordarle quell'episodio.

Mattia mi guarda pure lui, forse sorpreso che mi ricordo di quell'episodio e poi mi rivolge un sorriso tremante.

Piacere, Federica.”

Tendo la mano verso di lui che, dopo un attimo di titubanza, accetta nervosamente.

Quello è uno di quei giorni indimenticabili, che ti restano dentro, incastrati in fondo al cuore e al cervello ed è impossibile levarli.

Avevo 16 anni, avevo rotto con Luca e, ora, avevo perfino avuto la fortuna di rincontrare il ragazzo triste che avevo riparato con il mio ombrello, mentre, sdraiato sul prato del parco, si lasciava bagnare dalla pioggia.

 

------------------

“Ha iniziato a piovere”.

Davide guarda fuori dalla finestra del piccolo bar dell'ospedale e mi distoglie dai miei ricordi.

Ma è solo un attimo; subito, i suoi occhi blu mare tornano ad immergersi nei miei, facendomi battere forte il cuore.

Sei triste?”, mi chiede, interrogandosi forse per i miei occhi rossi e pungenti.

Distolgo lo sguardo, amareggiata: “Scusami, sono problemi personali...”.

Lui annuisce comprensivo e si lascia cadere contro lo schienale della sedia.

Tranquilla. L'importante è che tutto si risolva al più presto.”

Abbasso le sopracciglia, per ridurre al minimo le vie d'uscita alle mie lacrime e ai cocci del mio cuore spezzato.

Purtroppo, temo non sarà così semplice”, rispondo io, con titubanza.

Non voglio parlare con lui di Mattia, ma allora perché non me ne sto zitta a soffocare il mio dolore in silenzio?

Certo, non è mai semplice. Ma la pioggia non durerà per sempre.”

Alzo di nuovo lo sguardo e Davide è tornato a fissare le gocce d'acqua che si scontrano contro il vetro.

E da quando hai tutta questa saggezza?”, gli sorrido io.

Ehi, è da tanto che non ci vediamo più, sai? In questi anni sono molto maturato!”, mi sorride contento, appoggiando le braccia sul tavolo per sporgersi verso di me.

Arrossisco, di nuovo e cerco di pensare ad altro, guardando l'orologio.

Le 19.30.

Scusami, Davide, ma è tardissimo. É meglio che vada.”

Mi alzo senza aspettare una sua reazione e, infilandomi la giacca, lo saluto e corro fuori dal bar.

Lui fa in tempo solo ad alzare il braccio, ricambiando, con un cenno ed un sorriso, il mio frettoloso “a domani”.

Corro fuori dall'ospedale e mi appoggio al muro dell'edificio, riparato da una tettoia.

Ma cosa sto facendo? Sono forse impazzita? Mattia mi ha appena lasciato ed io penso a Davide...in quel modo! In quel modo che mi fa arrossire, che sembra aggiustare i pezzi del mio cuore rotto, che sembra asciugare i miei occhi gonfi.

Mi guardo tra le mani e il suo fazzoletto candido è ancora lì, ho dimenticato di ridarglielo e me lo sono tenuto senza volerlo, senza desiderarlo.

O non è così?

I ticchettii della pioggia risuonano intorno a me, nascondendo i miei respiri affannati ed i singhiozzi che, improvvisamente, iniziano a scuotere il mio cuore confuso.

 

---------------------

In quel parco non ci va mai nessuno. È troppo scomodo per chi vive qui.

Molti preferiscono quello che c'è al centro, nel cuore della città, l'unica e vana macchia di verde che ancora sopravvive al progresso.

Lea ed io passeggiavamo senza pensieri, nascoste sotto i nostri ombrelli, chiacchierando e con i pensieri che andavano ad un ragazzo che mi chiamava “cucciola”, “tesoruccio”, o altri nomi terribili che Lea imitava con disgusto ma che sprecherei solo tempo a riportarteli tutti.

E tu eri lì, sdraiato in quel prato come uno che...ecco, esattamente non so a chi potevi somigliare! Nemmeno il più disperato dei barboni si sdraia in un prato ad accogliere la pioggia con il suo corpo.

Ho ignorato Lea e sono venuta verso di te senza pensarci.

Non ce l'hai proprio un ombrello?”

Mi sono chinata su di te, riparandoti con il mio.

E tu mi hai guardato con quegli occhi; quei due verdi smeraldi che non mi sono sembrati subito così speciali ma che, per qualche inspiegabile motivo, mi sono rimasti dentro.

E il modo in cui mi guardavano! Sembravano entrarmi dentro, penetrarmi fino alle viscere e mi facevano arrossire terribilmente.

Tutto è iniziato da lì, da quel momento, da quel parco dove non ci va mai nessuno.

Non so per quanto tempo sono rimasta lì, inginocchiata accanto a te sull'erba bagnata; ma, all'improvviso, i ticchettii delle gocce d'acqua hanno smesso di tormentare il mio ombrellino e i tuoi capelli fradici.
E un tuo sorriso è apparso timido ed invisibile.

La pioggia non durerà per sempre.

 

--------------------
 

Prendo il telefono e schiaccio il pulsante per aprire la piccola busta che si illumina sullo schermo.

Un messaggio, da Nicola: “Me ne vado all'estero. Non so quando tornerò.”

E nel momento in cui lo leggo so già che Lea ne morirà.

 

--------------------

--------------------

E così, eccomi qui, con il capitolo di Federica.
E' un capitolo un pò particolare, con i pensieri ed i ricordi di Fede (quelli sottolineati) che vanno a ritroso nel tempo, dal momento della rottura con Mattia, alla loro ultima volta insieme, al loro "secondo incontro" ed, infine, al primo, già descritto nel capitolo precedente.
Questo perché la mente di Federica è come se vuole creare un contrasto con quello che le sta accadendo e, mentre nella realtà la sua storia con Mattia è finita, lei, nella sua mente, torna indietro al loro primo incontro.
Inoltre, questo ultimo ricordo coincide con il pezzo di Davide, quello in cui lei si rende conto che nonostante stia soffrendo per Mattia pensa al fratello della sua migliore amica in un modo particolare...ma sarà mai possibile?! Lei che supera così facilmente la fine della sua storia che si porta dietro da anni?
Eeee...ed invece sembrerebbe di si, comunque la certezza l'avrete nei prossimi capitoli.
Poi...qui Lea assume solo un ruolo marginale, che nella realtà abbraccia Fede mentre nei suoi ricordi fa solo da 'spettatrice', diciamo, tra lei e Mattia.
Ma il messaggio che Fede riceve da Nicola riporta la scena su di lei e nel prossimo capitolo vedrete se Fede le dirà del messaggio e, nel caso, come reagirà alla notizia che il suo Nicola potrebbe non tornare più.
Ok, il capitolo è abbastanza lungo ma se continuo così le note lo saranno ancora di più!! :D
Penso di aver detto tutto o, almeno, le cose più importanti.
A presto!!! :)
Un bacio.
=Sony=


P.S.: quando, nel secondo pezzo sottolineato, Mattia continua a guardare la sua giacca è perché c'è dentro l'anello che vuole dare a Federica; ma lei, questo, non lo sa. :)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: sonyx1992