Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Juniper Fox    19/05/2012    2 recensioni
Draco osservò Pansy sparire nel nulla. Non cercò di afferrarla, sapeva che non ci sarebbe riuscito. In quel momento, più che mai, la ragazza gli era parsa evanescente e in un qualche modo inarrivabile. Avrebbe dovuto comportarsi diversamente?
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Autrice: Juniper Fox
Titolo: Almost Lovers.
Personaggi principali: Draco Malfoy, Pansy Parkinson.
Genere: Sentimentale, Angst, Drammatico. Malinconico. Forse (forse) romantico.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Het, triangolo (?).
Introduzione: Draco osservò Pansy sparire nel nulla. Non cercò di afferrarla, sapeva che non ci sarebbe riuscito. In quel momento, più che mai, la ragazza gli era parsa evanescente e in un qualche modo inarrivabile. Avrebbe dovuto comportarsi diversamente?
Nda: Sono in madornale ritardo con il capitolo, sì. A parte questo, spero vi piaccia.


 


Sooner or later

 

Image and video hosting by TinyPic


Heartbreak comes, rollin’ in like a storm
Sooner or later
Trying to swim but you’re sinking like a stone, alone
(Sooner or later – Mat Kearney)

 


 

Il nero le aveva sempre donato, su questo non c’erano mai stati dubbi. Lo specchio di fronte a lei, in quel momento, rifletteva un’immagine che Pansy non vedeva da tempo: borse sotto gli occhi, capelli arruffati, unghie piene di pellicine e croste, naso arrossato. L’ultima volta che lo specchio le aveva rimandato quell’aspetto era stato quasi due anni prima, dopo la morte di Vincent e la separazione da Draco. Allora, comunque, era decisamente più magra per colpa dello stress, perciò stavolta non si sarebbe dovuta lamentare. Non così tanto.
 
Era passato soltanto un giorno dall’arrivo di Astro e dalla notizia della morte di Narcissa. Il tempo andava via via migliorando, infatti in quel momento aveva addirittura smesso di piovere. Il cielo era ancora carico di grosse nuvole grigie, ma Pansy era sicura che sarebbe tornato il sole. Decise di allontanarsi dallo specchio e andare ad aprire la finestra del bagno, luogo in cui si era rinchiusa fin dal mattino presto. Jeff era stato un tesoro con lei: lui non aveva mai assistito ad una crisi di quella portata – Pansy si era infatti autodiagnosticata delle crisi d’apatia e di shock che la portavano a svuotare completamente la mente – e, nonostante ciò, era riuscito a calmarla e a farla tornare in sé.
 
Quella notte, tuttavia, non aveva dormito perché troppo indecisa su cosa avrebbe dovuto fare. Theo le aveva detto esplicitamente di raggiungerlo a Malfoy Manor appena possibile, poi da lì avrebbero deciso quando celebrare il funerale. Sapeva che ci sarebbero stati tutti, ad aspettarla. Avrebbe finalmente rivisto Daphne, dopo tanto tempo passato lontane l’una dall’altra, in contatto solo tramite gufo. La sua amica trascorreva molto tempo all’estero a causa dei dissapori con la madre e con la sorella. Per qualche tempo avevano vissuto insieme, poi avevano deciso di prendere strade diverse. La mora pensò a quello che le avrebbe detto la bionda se l’avesse vista in quel preciso istante: «Alza il culo e datti una sistemata. Voglio vedere il tuo nuovo ragazzo, devo decidere se portarmelo a letto facendoti credere che sono sbronza». Gli angoli della bocca di Pansy si sollevarono leggermente. Sì, era di Daphne che aveva bisogno, e la sua migliore amica l’avrebbe aiutata a suon d’imprecazioni e sorrisi.
 
Non uscì dal bagno per almeno un’altra ora. Si fece una doccia bollente, di quelle che sembrano riscaldare il cuore e ustionare la pelle; rimase sotto il getto d’acqua per molto tempo, non avrebbe saputo dire quanto. Idratò la pelle e pettinò i capelli bagnati, che le si attaccarono al collo. Andò in camera lasciandosi dietro una nuvola di vapore, aprì l’armadio e prese un vestito nero, sobrio e dalle maniche lunghe. Si permise la frivolezza di un paio di calze di pizzo. Una volta vestita, tornò in bagno e si truccò quel tanto che bastava a nascondere le occhiaie, simbolo della nottata in bianco appena passata. A quel punto l’orologio le comunicò che erano passate due ore e trentacinque minuti: tra poco sarebbe tornato Jeff e, insieme, si sarebbero smaterializzati a Malfoy Manor. Non pensò a Draco, cacciò l’ex ragazzo da parte e si concentrò su quello che avrebbe trovato. Di nuovo. Astoria. Chara e Pollux Greengrass, i genitori. La madre di Blaise, probabilmente accompagnata dal marito di turno. La signora Tiger, sebbene quello fosse un incontro che Pansy non avrebbe voluto fare. Millicent e i genitori. Chi altro ci sarebbe stato? I Black erano quasi tutti morti, ormai, e nessuno avrebbe portato al funerale dei quadri chiacchieroni e scorbutici. No, sarebbe stata tra persone conosciute e a casa di nemici. Non riusciva ancora a considerare i Greengrass come persone affidabili, e mai l’avrebbe fatto. Il pensiero tornò prepotentemente su Draco e Astoria, il loro imminente matrimonio, la convivenza al Manor.
 
Il campanello suonò riscuotendo Pansy dai suoi pensieri. Il solito tempismo perfetto di Jeff: il ragazzo non si era ancora abituato a smaterializzarsi direttamente in casa, nonostante lei gliel’avesse ripetuto un milione di volte. Abitudine ed educazione, diceva lui. Pansy si limitava a scuotere la testa sorridendo. Afferrò la mano del ragazzo non appena le fu vicino, la strinse talmente forte da farsi male. Ordinò a Dot di badare alla casa e, per niente pronta, si smaterializzò a miglia di distanza per affrontare la realtà.

 

*

 

Malfoy Manor sembrava in qualche modo più grande, dopo due anni di assenza. Dopo aver percorso il breve tratto, Pansy si fermò davanti al grande cancello in ferro lavorato. Voleva tornare indietro e mandare un bigliettino di scuse – le dispiaceva immensamente, ma non sarebbe riuscita a liberarsi per..
 
«Devo ammetterlo, avevo scommesso sulla tua assenza» esclamò una voce allegra dietro ai due ragazzi.
 
Pansy si voltò e si ritrovò davanti Blaise, elegantemente vestito e con un’espressione leggermente annoiata sul viso. Il broncio durò giusto il tempo di avere l’amica a meno di un metro, poi Blaise si aprì in un caldo sorriso, mostrando i denti bianchi e perfetti. Pansy non riuscì a dire niente perché Blaise l’aveva già abbracciata: non poté fare altro che bearsi del profumo fresco e leggermente pungente dell’amico, stringendolo tanto da aggrapparsi alle spalle di lui, quasi fosse stata sul punto di cadere. Jeff, lasciato momentaneamente da parte, si schiarì la voce e incrociò le braccia al petto.
 
«Il tuo amico fa tenerezza. Stai tranquillo, non sono io quello di cui devi preoccuparti» rise Blaise, e si avvicinò a Jeff per poi tendergli la mano. «Blaise Zabini. E detto tra noi, preferisco le bionde»
 
L’espressione di Jeff divenne subito più rilassata. Strinse la mano di Blaise e gli sorrise a sua volta. «Jeff Pace King, piacere»
 
«Oh, uno yankee. Capisco. Bel cambiamento, Pans»commentò il moro.
 
«Vai a quel paese, Zabini» soffiò la ragazza. «Dov’è Daphne?»
 
«Oh, la tua dolce metà deve ancora arrivare, sai che le piace dormire»sorrise Blaise, «Ora, se non vi dispiace, sarebbe meglio entrare. Sanno che siamo arrivati, penseranno che non vogliamo vederli. Non è cortese!»
 
Jeff prese nuovamente la mano di Pansy, consapevole che tra non molto si sarebbe ritrovato faccia a faccia con una delle persone più importanti del passato della propria ragazza. La stretta di lei non era così salda come quando si erano smaterializzati lì, e di questo Jeff prese nota mentalmente. I giorni successivi sarebbero stati un vero inferno per lui, estraneo catapultato in una realtà chiusa ed elitaria come quella Purosangue inglese. Fu grato a sua madre per essere voluta rimanere in America piuttosto che trasferirsi nel Regno Unito come da suggerimento paterno.
 
Al movimento di bacchetta di Blaise i cancelli si aprirono, permettendo ai i tre ragazzi di avanzare lungo il vialetto che portava al grosso portone in mogano intagliato. Ad attenderli c’era l’elfo domestico che Pansy e Blaise si erano divertiti a tediare durante l’infanzia: «Benvenuti signorino Zabini e signorina Parkinson e signorino accompagnatore della signorina. I signo– »
 
«I signori sono qui, Hep, torna pure nelle cucine» dalla scala laterale in marmo italiano a sinistra dell’ingresso scesero Astoria Greengrass e sua madre Chara. Sui loro visi era ben in mostra un sorriso cordiale, uno di quelli che tutti sapevano essere finti ma che nessuno si azzardava a contestare per il buon senso. E il decoro. E per non arrivare alle bacchette, probabilmente. «Blaise, che piacere vederti così presto! Pensavo che Daphne ti avrebbe convinto a non venire..» celiò Astoria una volta ferma davanti ai tre ragazzi.
 
L’interpellato fece spallucce e rispose con un tono tanto zuccheroso quanto falso alla bionda. «Mia cara, nemmeno Daphne può impedirmi di rispondere ad un tuo invito. Inoltre, sai quanto io adori far arrabbiare tua sorella»
 
Pansy roteò gli occhi e distolse lo sguardo, disgustata dalla risatina civettuola di Astoria e dall’ironia non così sottile di Blaise. Jeff, non abituato alle finzioni artistiche dei Purosangue inglesi, si sentiva un pesce fuor d’acqua. Sinceramente, lui preferiva di gran lunga i Babbani: meno storie e meno giri di parole, ma forse perché loro non erano in possesso di bacchette magiche. Dato che Pansy sembrava ignorare apertamente le buone maniere – probabilmente più per insofferenza che per vuoto di memoria – decise di presentarsi da solo. Leggermente impacciato, fece un passo in avanti per fare il baciamano a Chara Greengrass e rivolgere poi un cenno rispettoso alla figlia.
 
«Sono Jeff Pace King, lieto di conoscervi. Vi ringrazio dell’invito, nonostante i motivi siano tutt’altro che piacevoli»
 
«Per le palle di Merlino, Pans, perché i tuoi fidanzati devono sempre essere così noiosamente leccaculo?» Daphne Greengrass fece la sua entrata al Manor dal nulla. «Sono arrivata stanotte, e Draco è stato così gentile da farmi preparare una camera» aggiunse poi notando gli sguardi allibiti dei suoi familiari.
 
Blasie, ora, tentava di nascondere un attacco di risate. Jeff era immobile a fissare la nuova arrivata con una scala di espressioni che avrebbe fatto invidia ad un attore professionista. Pansy sospirò e fece un gesto con la mano, lasciando intendere che la colpa non era sua. «Non sono io a rincorrerli, Daphne. Sono loro che tentano disperatamente di attirare la mia attenzione. Ed essendo pigra, chi sono io per negarmi gli agi e le comodità?»
 
«State parlando come se qui ci foste solo voi due» intervenne Blaise. «Siete odiose quando lo fate. Poi ti chiedi perché litighiamo, Daph? Sei una primadonna. E sei egoista. E non mi lasci spettegolare con voi»
 
«Santa Morgana, Blaise, sei sicuro di esserti cosparso di fuliggine per coprire la tua pelle arcobalenata e luccicante, stamattina?»
 
«Non esiste la parola “arcobalenata”, bionda» borbottò Pansy massaggiandosi la tempia.
 
«No, l’ultima volta che ho controllato era tutto nero. E tu lo sai perché eri con me»
 
«L’ultima volta che ho controllato, Theo era appena andato via»
 
«Ma sentila! Tu eri con mia madre a prendere il tè. Mia madre!»
 
«Oh, c’era anche il suo attuale marito, se è per questo. A proposito, credo che divorzieranno presto. Lui non faceva che guardarmi..»
 
«Non sembra, ma quei due vanno a letto insieme» sussurrò una divertita Pansy a Jeff, che ormai aveva rinunciato a cercare di capirci qualcosa.
 
La voce di Chara, ad un certo punto, zittì tutti. «Daphne. Modera il linguaggio e presentati al nostro ospite. Pansy, è bello vederti. Sei in ottima forma, ti trovo leggermente più in carne di prima»
 
«Mà, non rompere. Questa non è casa tua, è di Draco»
 
Il tono mieloso della donna, alla risposta della figlia, si fece ancora più caramellato – devo essere ubriaca per associare miele e caramello alla voce di mia madre, pensò Daphne sbuffando.
 
«E’ casa di Draco e Astoria, tesoro. Sono fidanzati, a breve si sposeranno»
 
«Sì, è per questo che Astoria ha l’anello di Narcissa al dito» ribatté sarcastica Daphne, facendo di nascosto l’occhiolino a Pansy. «Faranno tanti marmocchi e vivranno felici e contenti. Che Beda sia lodato!»
 
Blaise, a quel punto, pensò che la bionda aveva già detto troppo e le fece un incantesimo non verbale senza che lei se ne accorgesse. Astoria, imbarazzata ma pur sempre con espressione trionfante, si diresse verso Pansy e le prese la mano, quasi fossero vecchie amiche. La moretta s’irrigidì impercettibilmente, ma rimase in silenzio.
 
«Pansy non sai quanto sia contenta di vederti. A Draco farà piacere averti qui e vedere che l’hai dimenticato come lui ha dimenticato te» a quel punto la stretta di Astoria si fece più salda e la ragazza, pur continuando a sorridere, abbassò la voce in modo che solo Pansy potesse sentirla. «Se solo osi intrometterti, ti rinchiudo nelle segrete del Manor e faccio in modo che tu non venga mai ritrovata»
 
L’apatia riprese il controllo di Pansy, che rispose ad Astoria con tono piatto. Non c’era traccia di minaccia e di tristezza nella sua voce. «Conosco le segrete meglio di te»
 
Dal nulla, Hep si materializzò all’ingresso. «Padron Draco è tornato» cinguettò l’elfo precipitandosi ad aprire la porta. Quando il portone di mogano lasciò passare il padrone di casa, tutti trattennero il respiro. Nessuno pensava che Draco si sarebbe tornato così. Chara era quella più sconvolta, seguita da Astoria, letteralmente in soggezione. Daphne, Blaise e Pansy capivano perfettamente la mossa, invece, e avevano imparato ad andare oltre le apparenze tempo addietro. Jeff, dal canto suo, era diviso a metà, combattuto tra la soggezione e l’eccitazione.
 
Davanti a loro, in abiti blu notte e grigio fumo, stavano Draco e Lucius Malfoy.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Juniper Fox