Oramai era quasi mattina e François, avendo speso tutti i soldi racimolati quel giorno, lasciò la locanda. Mentre camminava fiacco barcollando a destra e a manca rimuginava disgustato su se stesso.
“Io.. Il conte Jarjayes.. AH se mi vedesse Oscar capirebbe che non siamo poi tanto diversi.. Perdonami figlia mia.. Perdonami”
A quel punto il generale non seppe più trattenere le lacrime che, un po’ per la sbronza un po’ per il reale rimorso verso la figlia, gli rigavano oramai il viso e gli offuscavano la vista. Si accasciò in un vicolo lurido della capitale battendo i pugni contro il muro umido.
Man mano che la rabbia aumentava i pugni divenivano più lenti, meno potenti.. Un forte dolore al cuore e.. Il buio.
“L’ho trovato per strada ansimante.. Era gelato, avrei dovuto farlo morire?” – Disse un uomo.
“Si Alain, Si! Abbiamo già abbastanza guai.. Io non”
“Non si preoccupi madame, tolgo subito il disturbo” – Il generale era stato svegliato dalle urla.
“Monsieru io..” – La ragazza cercava disperatamente di contenere l’imbarazzo ma il suo viso oramai era divenuto rosso.
Il ragazzo, suo marito, pensò il generale, rideva della moglie e aveva un’espressione soddisfatta. Dopo quell’accaduto avrebbero dovuto offrire almeno il pranzo al generale.
“Generale” – Intervenne Alain. – “Voi forse non mi conoscete ma sono stato accanto a vostra figlia per molto tempo. Sono fiero di potervi finalmente incontrare, il mio nome è Alain de Soisson.”
“Non chiamarmi generale, sono l’ombra di ciò che ero prima.. Ora sono semplicemente François.”
Alain rimase stupito da tutta quell’umiltà.
“ Allora François lasciate che la mia bella Marie vi prepari un bel pranzetto”
“No Alain, non voglio disturbarvi io devo..” – Il generale fece per alzarsi ma, di nuovo, una fitta al cuore glielo impedì.
Le gambe tremanti lo fecero accasciare a terra. François si dimenava affondando le unghie nella carne del petto, credendo di fermare quelle fitte. Qualcuno gli toccava il braccio e gli diceva di resistere ma erano solo rumori ovattati, tutto confuso, la vista offuscata gli faceva dimenticare persino il luogo in cui si trovava. La mente era piena solo di dolore e in angolo di quella mente sofferenza la speranza per la morte.